René Guénon: “Il simbolismo dello Zodiaco nei Pitagorici”

Sul simbolismo delle porte solstiziali nell’antica tradizione ellenica e vedica: il Cancro e il Capricorno, la «porta degli dèi» e la «porta degli uomini», il dêva-loka e il pitri-loka della tradizione induista. Così le dottrine tradizionali inquadrarono il simbolismo zodiacale al processo di migrazione delle anime dal piano celeste a quello sublunare, e viceversa.

Il simbolismo dei due solstizi, da Giano bifronte ai due Giovanni

L’antico culto solstiziale, incentrato sulla figura di Giano bifronte, intorno all’850 venne «cristianizzato» e inserito nella liturgia con i nomi dei due Giovanni: S. Giovanni Evangelista il 27 dicembre, al solstizio d’Inverno e S. Giovanni Battista il 24 giugno, al solstizio d’Estate. D’altro canto, la dottrina iniziatica aveva riconosciuto nel simbolismo attribuito ai Santi una coincidenza di immagini con la divinità pagana, che andava oltre il dato semplicemente occasionale.

“When the stars will be right”: H.P. Lovecraft tra profezia e Apocalisse

In racconti come “Il richiamo di Cthulhu” (1926) e “Nyarlathotep” (1920) Howard Phillips Lovecraft previde la crisi della civiltà occidentale a cui stiamo assistendo oggi, a un secolo di distanza: da questo punto di vista sono da inquadrare la sterminata sequela di orrendi casi di cronaca nera, spia di un mondo in preda a un’angoscia insanabile e pervasiva, in cui le stagioni hanno alterato il loro ciclo naturale e in cui guerre e rivoluzioni si susseguono continuamente, gettando l’umanità in una situazione di crisi apparentemente irreversibile, destinata a sfociare, «quando le stelle saranno ritornate alla posizione giusta», in una «Nuova Età Oscura».

William Butler Yeats, navigatore della Grande Memoria

Risalendo in direzione contraria la corrente, W.B. Yeats si fece bardo in un’epoca che aveva bandito ogni carme, dimenticato Arcadia, negato e ridicolizzato la conoscenza degli antichi Druidi. L’intera sua opera — e prima ancora l’intera sua esistenza — fu consacrata a una Visione, fondata sulla cosiddetta «Grande Memoria», una sorta di Anima Mundi dei neoplatonici, «serbatoio d’anime e d’immagini e punto d’incontro tra i vivi e i morti», cui il Veggente deve accedere per colmare l’irrimediabile distanza tra l’ideale e il reale, tra il divino e l’umano.

Civiltà del mondo sotterraneo nella narrativa fantascientifica

Il topos delle civiltà sotterranee sembra ricorrente nella storia del pensiero umano, che si tratti di mito, folklore, conoscenze esoteriche, realtà alternativa o “semplice” fantascienza, al punto che talvolta si ha difficoltà a etichettare le varie versioni del topos in una categoria piuttosto che nell’altra. In questa sede ci occuperemo delle variazioni del topos nella letteratura fantascientifica tra XIX e XX secolo.

Il pensiero abissale: Friedrich Nietzsche e l’eterno ritorno

Tramite lo svelamento di dottrine come l’eterno ritorno, la morte di Dio e la trasvalutazione dei valori, Nietzsche si impegna a mostrarci come solo intendendo la Storia come qualcosa di vivo e che ci costituisce in quanto già sempre siamo inseriti in un mondo storico, possiamo avere dinanzi a noi un futuro che sia un Avvenire, dunque un futuro foriero di Storia e non di meri avvenimenti casuali.

Mircea Eliade: «Pauwels, Bergier e il Pianeta dei maghi»

Dedicata a scienza e mistero, passato e futuro, archeologia e fantascienza, “Planète” fu una rivista poliedrica, edita da Louis Pauwels e Jacques Bergier, già autori del libro-culto del «realismo fantastico» “Il mattino dei maghi”, che attirò anche l’attenzione di Mircea Eliade, il quale ne parlò nella sua opera “Occultismo, stregoneria e mode culturali”, pubblicata nel 1976.