Video-diretta: “I popoli dell’Orsa Maggiore”, con Antonio Bonifacio

Mercoledì sera avremo il piacere di ospitare sul nostro canale YouTube Antonio Bonifacio che presenterà al nostro pubblico la sua nuova opera “I popoli dell’Orsa Maggiore: lungo la Via degli Orsi e degli Sciamani”, appena pubblicata da Simmetria. Diretta come sempre dalle ore 21:00.

“Lo sciamanesimo è una delle più antiche tradizioni umane. La sua concezione dell’uomo e della realtà si ritrova su tutti i continenti del pianeta, essendo all’origine dei principali sistemi religiosi e spirituali del mondo intero.”

(Mircea Eliade)

ABSTRACT

L’uomo pare abbia cominciato ad entrare in una forma di relazione con il cane circa 36.000 anni fa, stringendo con lui un’amicizia indissolubile. Ciò avvenne primigeniamente nelle stesse foreste siberiane in cui però l’uomo già s’intratteneva con l’orso. La relazione magico-sacrale con il plantigrado, figlio del polo celeste – che nella psicocosmologia sciamanica costituisce l’apicalità dell’axis mundi – è ben più arcaica e meno comprensibile di quella con il “lupo” (anzi lo sciacallo, secondo Konrad Lorenz così nel suo libro E l’uomo incontrò il cane), tanto da essere considerata da alcuni ricercatori, quella con l’orso, tra le teofanie più antiche della vita religiosa dell’uomo, in quanto, mentre nell’un caso è l’uomo che introduce stabilmente il lupo nel suo mondo e, domesticandolo, lo fa cane, nel caso dell’orso avviene il contrario. È, infatti, l’uomo a introdursi nel mondo della foresta, regno di cui questo animale fu l’indiscusso re, se non addirittura il “dio”, e questo legame nato nelle profondità del tempo, verosimilmente, perdurò per decine di millenni.

Solo da poco tempo il gigante peloso è stato spodestato dal suo trono e “ghigliottinato” da giacobini esagitati, congiuntamente al suo più fraterno doppio terreno, ovvero lo sciamano che con l’orso ha stretto un’immemorabile relazione simbiotica. Si afferma infatti che l’orso compare sovente come l’animale più appropriato per fungere da istruttore e da aiutante per l’individuo che sta inoltrandosi nel percorso che lo condurrà a divenire sciamano e addirittura molti popoli cacciatori consideravano l’orso come lo sciamano del mondo animale. Da questo arcaico e tenacissimo legame tra due soggetti straordinari è dipeso il destino delle anime di migliaia di generazioni che ci hanno preceduto.

Il contestatissimo studio di Clottes/Lewis dai titolo Les Chamans dans la prehistorie, ha avuto il merito di inquadrare la totalità dell’arte rupestre come manifestazione di una visione sciamanica della realtà e quindi di una rappresentazione di soggetti percepiti nell’Altrove. In questo approccio innovativo, seppur non inedito, s’è sdoganata la possibilità, finora inaudita, di rimeditare completamente le concezioni sul passato remoto della nostra specie attraverso l’utilizzo di fattori concomitanti di riflessione, ovvero di considerare seriamente la presenza di manifestazioni sciamaniche anche nel paleolitico medio, dopo averne consolidato le prove dell’esistenza nel periodo paleolitico successivo. L’orso, così capillarmente presente in insolite sepolture di questa lontanissima epoca, ci offre la cartina di tornasole più evidente di questa arcaicità, sebbene essa concorra a formare un quadro compiuto congiuntamente ad altre circostanze di contorno, mostrando così la profonda e biunivoca relazione sacrale che s’intesse tra le due specie intrecciatasi in una temporalità davvero immemorabile come si cercherà di mostrare in questa studio.

“Dov’è nato l’orso?
dove è stato svezzato zampa di miele?
Lassù è nato Otso
Lassù fu allevato zampa di miele

Presso la Luna presso il Sole
sulle spalle dell’Orsa Maggiore
da lassù fu calato a terra
in una culla dorata
Con un’argentea catena.”

ANTONIO BONIFACIO

Laureato in storia religiosa antica e in giurisprudenza è ricercatore sulle modalità del sacro presso svariate tradizioni religiose. Collabora con alcune riviste del settore quali “Mystero”, “Hera” e “Simmetria”, su argomenti legati principalmente all’archeoastronomia, all’etnologia e al simbolo. In pre­cedenza ha pubblicato i saggi “Egitto dono d’Atlantide” (Agfa Press), “La voce di Gaia: le rune dell’angelo. Il linguaggio cosmico dei cerchi nel grano”, “La caverna cosmica: la potenza dello shamanesimo nell’arte rupestre paleolitica” e “L’uomo rosso e la tradizione. Il regno della quantità entra nel nuovo mondo” (Simmetria), “Dogon: Maschere e Anime verso le stelle” (Venexia), “Organismi di Pietra. Dall’Egitto alle cattedrali: geometrie, energie, alchimie dei templi medievali” (Terre Sommerse), “Architetture Circolari: tra tempo ed eternità” (R.e.S.) e quattro romanzi, “Neve sciolta” (CTL), “Viaggio alla fine del tempo” (La Caravella Editrice) “Ombre a mezzanotte” e “Spirali” (Profondo Rosso)

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