Il “Manoscritto dello Yoga caucasico” del Conte Colonna Walewski: un enigma esoterico e letterario (I parte)

Shirley Jackson, la strega della porta accanto

La dea degli Ebrei

“Fossil Legend”: i fossili e la geomitologia dei primordi del Nord America

I fossili hanno ispirato una grande mole di miti nel corso della storia, soprattutto tra i popoli nativi del Nord America. Oggi queste narrazioni sono l’oggetto di studio della geomitologia, scienza che getta un nuovo sguardo sulla concezione del cosmo dei popoli antichi.

“Yoga” di Emmanuel Carrère: medito, dunque sono

Il romanzo di Emmanuel Carrère è un delirante viaggio nel suo abisso interiore che ognuno di noi può riconoscere e compatire. Ma è anche un gioioso vibrante invito ad accettare la vita, a osservarla nella sua interezza, così come si osserva il proprio pensiero mentre si medita. Ogni giorno seduti, immobili, in silenzio. 

L’isola dei morti: dalle visioni di Böcklin al romanzo di Fabrizio Valenza

L’isola dei morti del pittore simbolista elvetico Arnold Böcklin, in tutte le sue versioni, ha ossessionato generazioni di studiosi e non solo. Il romanzo omonimo di Fabrizio Valenza ne richiama le oscure suggestioni incrociandole alle opprimenti atmosfere tipiche della letteratura lovecraftiana.

“The Pickman’s Model” di H.P. Lovecraft: dissezione di un artista da incubo

Un’analisi del sostrato simbolico — dalla catabasi in una Boston sotterranea realmente esistente al folklore preislamico dei Ghoul — del celebre racconto di Howard Phillips Lovecraft Il modello di Pickman (1926), recentemente riadattato in uno degli episodi della serie tv Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities (2022), diretto dal regista Keith Thomas.

Il cavaliere senza testa. Washington Irving, il volto tenebroso dell’America

Washington Irving conosce il valore dell’oralità quale mezzo privilegiato per conservare e tramandare la memoria; le sue novelle hanno l’andamento rapsodico, la polifonica sonorità tipici del parlato e lo scrittore affida proprio ad improvvisati cantastorie il compito di riannodare i fili dispersi di un’identità culturale condivisa, tessendo, tra una sponda e l’altra dell’Atlantico, l’ordito e la trama di un idem sentire attraverso i loro racconti, in una fittissima rete di richiami e citazioni.

Evadere dalla prigione della mente: “Gormenghast” di Mervyn Peake

Pittore allucinato ed immaginifico, artista poliedrico e visionario, costretto da continui crolli nervosi a prolungati soggiorni in case di cura e ospedali psichiatrici, Mervyn Peake affida proprio alla parola scritta il compito di esorcizzare le tenebrose ossessioni che alla fine lo divoreranno. Sul tempestoso mare di un universo onirico insieme nutrito e minacciato dagli eccessi di un’insania autodistruttiva, s’inarcano le arabescate, funamboliche architetture del castello di Gormenghast, mostruosa, aggrovigliata, ciclopica concrezione delle paure incontrollabili che attanagliano l’anima dello scrittore inglese.

Il risveglio di Pan nell’Inghilterra Vittoriana-Edoardiana: “Il Giardino del n.19” di Edgar Jepson

The Garden at 19 (1910) di Edgar Jepson, vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, si presenta come pseudo-sequel del Grande Dio Pan di Arthur Machen, che di Jepson fu intimo amico: una novella folk-horror ambientata nella Londra edoardiana che fu apprezzata anche da Aleister Crowley, appena pubblicata in Italia da Dagon Press.

Il “Gotico sulfureo” di Leo Perutz

Talentuoso e tormentato outsider che viene oggi giustamente celebrato come uno dei più raffinati maestri del genere gotico, Leo Perutz, per sfuggire alle angustianti strettoie della realtà, rivolge lo sguardo al vasto campo di memorie dell’Antichità e intesse un personalissimo dialogo con le ombre dei grandi del passato, le sole capaci di lenire il suo esacerbato solipsismo.

Per una lettura antropologica del “Viaggio nella Matamonia di Esagro Noroi”, di Lucio Besana

Un viaggio nella Matamonia di Esagro Noroi” di Lucio Besana, contenuto nella silloge “Storie della serie cremisi” (Edizioni Hypnos 2021), accompagna il lettore attraverso un pellegrinaggio dai connotati ucronici, mostrando i limiti e le tensioni del simbolo, dati entrambi dalla sua dipendenza ai processi di reificazione naturale e sacrale. Il racconto porta all’estremo la sintomatologia distruttiva del presente, un residuo illuminista che tende a demistificare il potere culturale di un dato oggetto, ridimensionando così il valore e le potenzialità dell’essere umano.

I diabolici convegni di Arthur Christopher Benson

Dagon Press ha recentemente pubblicato in italiano — con il titolo “La finestra chiusa” (traduzione a cura di Bernardo Cicchetti) — i racconti sovrannaturali di Arthur Christopher Benson, insieme a Montague Rhodes James uno dei più significativi “ghost-writer” inglesi di inizio XX secolo, nonché paragonabile per suggestioni e tematiche a scrittori a lui grossomodo contemporanei ed egualmente “esoterici” come Arthur Machen, H.P. Lovecraft e Algernon Blackwood.

Il dio degli incroci: nessun luogo è senza genio

«Il dio dei luoghi è il riconoscimento che attraverso il carattere invisibile del luogo si possa accedere a contenuti più ampi. Che il dio del luogo, cioè, sia in grado di metterci in relazione con un piano più profondo della realtà e della psiche che trascende il singolo sito o individuo». Torniamo a parlare del saggio di Stefano Cascavilla “Il dio degli incroci”, recentemente uscito per Exorma, e già presentato a giugno sul nostro canale YouTube.

“Passaporto per Magonia”: dal folklore al mito alieno

Finalmente, dopo oltre mezzo secolo dalla sua uscita, grazie a Venexia Editrice è stato tradotto in italiano “Passport to Magonia: from Folklore to Flying Saucers” del ricercatore francese Jacques Vallée, il “Libro dei Dannati” della cosiddetta “ipotesi parafisica”.

Devilman: il mito

La vita di Akira Fudo viene sconvolta dal suo amico Ryo Asuka quando questi gli rivela che la Terra sta per essere invasa da spaventosi demoni che, rimasti ibernati per secoli nei ghiacci antartici, ora stanno per liberarsi dalla provvidenziale prigione per dare l’assalto alla superficie; i demoni sarebbero vissuti sulla Terra prima della comparsa dell’uomo e adesso ne rivendicano il possesso. Di che si tratta? Forse di un rifacimento nipponico di “At the Mountains of Madness” di H.P. Lovecraft? Non proprio, anche se certe corrispondenze sono innegabili. Parliamo di “Devilman”, pilastro del fumetto giapponese, ricco di riferimenti colti e opera rivelatrice della condizione umana in tutta la sua precarietà.

“Indomite”: i racconti stregoneschi di Simona Friuli

Nella silloge “Indomite. Storie di coronate e di bestie”, pubblicata da Vocifuoriscena, si trova un’eco della migliore Sylvia Townsend Warner, tra foreste, dee cacciatrici, baccanti, re e regine. Un aggiornamento contemporaneo di letteratura stregonesca a metà strada tra il “racconto crudele” e la “fiaba nera”.

Abraxas, o sulla fuga dalla prigione cosmica

Nel loro nuovo libro, “Abraxas: la magia del tamburo. Il culto dimenticato del dio cosmico dallo sciamanesimo alla gnosi“, uscito a marzo per Mimesis, Paolo Riberi e Igor Caputo indagano la figura del dio/demone Abraxas, a metà strada tra quella del Demiurgo della cosmogonia gnostica e platonica e quella del dio eonico che connette i vari livelli della manifestazione cosmica.