Tag: Edgar Allan Poe
L’Altrove fantastorico di Pupi Avati
Per l’anniversario dei 45 anni dall’uscita nelle sale del film-cult “La casa dalle finestre che ridono” (16 agosto 1976), riproponiamo anche questa intervista rilasciata da Pupi Avati ad Andrea Scarabelli nell’ottobre 2019, in occasione dell’uscita de “Il signor Diavolo”.
Muse, sirene e stelle nere: i racconti crudeli di Carlo H. De’ Medici
Nel panorama della narrativa fantastica e sovrannaturale italiana un posto di rilievo è da riservare a Carlo H. De’ Medici, i cui racconti “neri”, scritti negli anni ’20 del Novecento, furono ispirati sia dall’orrore psicologico di Edgar Allan Poe e Auguste Villiers de l’Isle-Adam, sia dal filone decadentista francese. Analizziamo in questa sede i suoi racconti contenuti nell’antologia «I topi del cimitero», recentemente ristampati dai tipi di Cliquot Edizioni.
Nella Zona del Crepuscolo
Nell’albo n°7 di «Dylan Dog», Tiziano Sclavi fa assurgere il caos magmatico a realtà emblematica dell’impasse in cui si trova l’uomo contemporaneo, riassumendo nella scialba aspettativa di non-vita che si reitera giorno dopo giorno lo smarrimento di quest’ultimo che, avvolto dalle nebbie implacabili di Storia e Tempo e intrappolato in una stagnante Zona del Crepuscolo, condivide col Valdemar di Poe il senso d’impotenza e, al tempo stesso, di desolato stupore.
Arthur Machen e il fascino panico del perturbante
Il nuovo albo speciale di Zothique, rivista di letteratura fantastica e “weird” edita da Dagon Press, nelle sue oltre 230 pagine ci permette di ripercorrere la vita e l’opera di Arthur Machen, scrittore gallese che tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX ha saputo guardare oltre il “velo del reale” e rivelare l’essenza del “Grande Dio Pan“, imponendosi come uno dei più grandi autori della narrativa sovrannaturale della sua epoca.
Virus, vampiri e zombie: il tema della pandemia nel Fantastico moderno
Già presente in opere classiche come l’Iliade e il Decameron, il tema dell’apocalisse pandemica è stato sfruttato e indagato negli ultimi secoli soprattutto nell’ambito del Fantastico, nella narrativa come nel cinema: da E.A. Poe a Conan Doyle, da Meyrink e Lovecraft a Richard Matheson e Stephen King; e ancora, sul grande schermo, da registi del calibro di Bergman, Romero, Carpenter, Cronenberg e Gilliam.
Civiltà del mondo sotterraneo nella narrativa fantascientifica
Il topos delle civiltà sotterranee sembra ricorrente nella storia del pensiero umano, che si tratti di mito, folklore, conoscenze esoteriche, realtà alternativa o “semplice” fantascienza, al punto che talvolta si ha difficoltà a etichettare le varie versioni del topos in una categoria piuttosto che nell’altra. In questa sede ci occuperemo delle variazioni del topos nella letteratura fantascientifica tra XIX e XX secolo.
Edgar Allan Poe, cantore dell’abisso
Misconosciuto in vita, Edgar Allan Poe vide pienamente riconosciuto il suo genio solo dopo la morte prematura, come avvenne in seguito anche per H.P. Lovecraft, che ne seguì le orme: ad oggi, a quasi due secoli dalla sua dipartita, Poe è considerato un autore più unico che raro nel narrare l’inconsueto, nell’esplorare i più grandi ed atavici terrori dell’uomo, nel rievocare perdute bellezze dei tempi ancestrali.
“The Shining”: nei labirinti della psiche e del tempo
Dall’attenta analisi del romanzo di Stephen King (1977) e dell’omologo film di Stanley Kubrick (1980) emergono letture che possiamo definire «esoteriche»: l’Overlook Hotel come un labirinto/mostro che inghiotte i suoi occupanti e come uno spazio al di fuori del tempo; la sovrapposizione del passato con il presente in un’ottica similare a quella della cosiddetta «memoria akashica»; la «luccicanza» come capacità sovrannaturale di inserirsi in questo flusso al di fuori del tempo e dello spazio; una concezione degli Stati Uniti d’America alla stregua di un’unico, enorme cimitero indiano (e non solo).
Il viaggio al termine della notte di William Hope Hodgson
Il 19 aprile del 1918 William Hope Hodgson veniva colpito da una granata sul fronte belga e lasciava prematuramente questo mondo. Vogliamo ricordarlo così, parlando della nuova pubblicazione dei tipi del Palindromo,…
L’essere umano come molteplicità: maschera, “doppelgänger” e marionetta
Da quando l’uomo moderno si è drammaticamente reso conto che l’unità dell’essere umano è un’illusione alcune delle menti più elevate del suo consorzio hanno cercato — in un gioco perturbante di maschere, specchi e bambole — di capire come integrare le proprie infinite personalità e superare il nichilismo esistenziale che tali maschere potenzialmente prospettano: da “L’uomo della sabbia” di E.T.A. Hoffmann e “William Wilson” di E.A. Poe a “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse; dal cinema contemporaneo di Roman Polanski e David Lynch fino alla «metafisica della marionetta» di Thomas Ligotti e all’«orrore cosmico» di H.P. Lovecraft.