“The Pickman’s Model” di H.P. Lovecraft: dissezione di un artista da incubo

Un’analisi del sostrato simbolico — dalla catabasi in una Boston sotterranea realmente esistente al folklore preislamico dei Ghoul — del celebre racconto di Howard Phillips Lovecraft Il modello di Pickman (1926), recentemente riadattato in uno degli episodi della serie tv Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities (2022), diretto dal regista Keith Thomas.

Video-diretta: “Il mito di Agartha & Shambhala”, con Paolo Dolzan

Domani sera alle 21:00 sul nostro canale YouTube andrà in onda la terza video-diretta di questo mese. Dopo Paola Giovetti e Massimo Centini, a questo giro avremo il piacere di ospitare Paolo Dolzan, ideatore del sito e canale “Il Tetano della Quinta Razza”, per discutere del mito di Agartha e Shambhala nell’occultismo e nella realtà alternativa dell’ultimo secolo e mezzo.

Video-diretta: “Ricordando Lemuria. Vita, visioni & ossessioni di Richard S. Shaver”, con Francesco Cerofolini

Mercoledì sera alle 21:00 andrà in onda sul nostro canale YouTube il settimo appuntamento del nostro ciclo estivo di conferenze. Stavolta sarà con noi Francesco Cerofolini, studioso di “realtà alternativa” e massimo esperto italiano del cosiddetto “Mistero Shaver”, di cui ha già parlato sulle nostre pagine.

L’esplorazione altaica di Nicholas Roerich alla ricerca di Belovodye, “la Terra degli Dèi Viventi”

Tra i luoghi visitati da Nicholas Roerich nel corso delle sue spedizioni asiatiche degli anni ’20, una menzione speciale va all’area dei Monti Altai, dove il pittore ed esploratore russo andò alla ricerca della mitica Belovodye, sotterranea “Terra degli Immortali” equivalente alla Shamballah himalayana, dove secondo la leggenda si occultò, in un passato antidiluviano, la misteriosa stirpe dei Chud, e da cui si ritiene giungerà, in un futuro prossimo, il santo Oirot Khan, ultimo discendente di Gengis Khan e “Salvatore del Mondo”.

Scienza e fantastico: “Etidorhpa”, la Terra Cava di John Uri Lloyd

In “Etidorhpa” di John Uri Lloyd è condensato il passaggio dall’Ottocento materialistico al Novecento quantistico, ambiguo e relativista, all’insegna del principio d’indeterminazione di Heisenberg: un secolo in cui il fantastico risorge nel cuore di quella stessa scienza che aveva creduto ingenuamente di esorcizzarlo.

Civiltà del mondo sotterraneo nella narrativa fantascientifica

Il topos delle civiltà sotterranee sembra ricorrente nella storia del pensiero umano, che si tratti di mito, folklore, conoscenze esoteriche, realtà alternativa o “semplice” fantascienza, al punto che talvolta si ha difficoltà a etichettare le varie versioni del topos in una categoria piuttosto che nell’altra. In questa sede ci occuperemo delle variazioni del topos nella letteratura fantascientifica tra XIX e XX secolo.

“I remember Lemuria!”: il Mistero Shaver, un mito per l’era atomica

Portato alla ribalta dal magazine pulp “Amazing Stories”, diretto da Ray Palmer, negli anni ’40 del secolo scorso, il “Mistero Shaver” viene ricordato ancora oggi come uno dei capitoli più controversi ed influenti del filone — a metà strada tra occultismo e fantascienza — della cosiddetta “Realtà Alternativa”.

Civiltà “sotterranee” nel mito, nell’occultismo e nella “realtà alternativa”

In contemporanea con la pubblicazione del nostro articolo sulle “Civiltà del mondo sotterraneo nella letteratura fantastica” apparso su Dimensione Cosmica, abbiamo qui redatto un breve excursus sul medesimo topos nelle tradizioni sacre, nell’ambito esoterico e nella «realtà alternativa» del Novecento

Umanità antidiluviane, giganti, “gentili”

Continuiamo in questa sede il discorso sulla tradizione andina, precedentemente affrontato nei quattro articoli che abbiamo già pubblicato su A X I S m u n d i [cfr. «Quaderni Andini», in Antica America]. In chiusura, avremo modo anche di operare qualche confronto con altre tradizioni, tra cui quella messicana, ellenica, celtica e norrena).

di Marco Maculotti
copertina: Machu Picchu, foto dell’Autore

Strettamente connessa alla dottrina dei cicli e del pachacuti [cfr. Pachacuti: cicli di creazione e distruzione del mondo nella tradizione andina] è la credenza nell’esistenza di antiche razze proto-umane che popolarono il nostro pianeta prima dell’avvento del “Quinto Sole”—razze che, come abbiamo visto [cfr. Viracocha e i miti delle origini: creazione del mondo, antropogenesi, miti di fondazione], vengono ciclicamente eliminate, al finire di ogni “Grande Anno”, da un evento catastrofico, per lasciare posto all’umanità del ciclo successivo (similmente al mito esiodeo).

Il Regno Sotterraneo (F. Ossendowski, «Bestie, Uomini, Dèi»)

(Tratto da F.A. Ossendowski, «Bestie, Uomini, Dèi: il mistero del Re del Mondo», cap. XLVI)

La Mongolia, con le sue nude e terribili montagne, le sue sconfinate pianure disseminate di ossa disperse degli antenati, ha dato i natali al Mistero. La sua gente, spaventata dalle passioni tempestose della Natura o cullata dalle sue paci che somigliano alla morte, avverte il suo mistero. I suoi Lama «Rossi» e «Gialli» preservano e rendono poetico il suo mistero. I Pontefici di Lhasa e di Urga lo conoscono e lo posseggono. Conobbi il «Mistero dei Misteri» per la prima volta viaggiando per l’Asia centrale, e non saprei dargli altro nome. In un primo momento non gli concessi molta attenzione e non gli diedi l’importanza che successivamente realizzai meritasse, me ne resi conto soltanto dopo che ebbi analizzati e confrontati fra loro molti indizi sporadici, vaghi e non di rado contradditori. Gli anziani sulla riva del fiume Amyl mi raccontarono un’antica leggenda secondo la quale una certa tribù mongola nella propria fuga dalle pretese di Gengis Khan si era nascosta in un paese sotterraneo. In seguito un Soyot che veniva dai pressi del lago di Nogan Kul mi mostrò la porta fumante che funge da ingresso al «Regno di Agharti». Attraverso questa porta un cacciatore in passato era entrato nel Regno e, dopo il suo ritorno, cominciò a raccontare quello che vi aveva visto. I Lama gli tagliarono la lingua per impedirgli di raccontare il Mistero dei Misteri. Raggiunta la vecchiaia, tornò all’ingresso di questa grotta e scomparve nel regno sotterraneo, il cui ricordo aveva ornato e illuminato il suo cuore nomade. Ricevetti informazioni più realistiche riguardo a ciò dal Hutuktu Jelyb Djamsrap a Narabanchi Kure. Egli mi raccontò la storia dell’arrivo semi-realistico del potente Re del Mondo dal regno sotterraneo, del suo aspetto, dei suoi miracoli e delle sue profezie; e solo allora cominciai a comprendere che in quella leggenda, ipnosi o visione di massa, qualunque cosa essa fosse, si cela non solo del mistero ma una realistica e potente forza capace d’influenzare il corso della vita politica dell’Asia. Da quel momento ho cominciato a svolgere alcune indagini. Il Gelong Lama favorito del principe Chultun Beyli e il principe stesso mi diedero un resoconto del regno sotterraneo.