H.P. Lovecraft, la Nuova Babele e l’avvento della Nuova Età Oscura

Per quanto ne dicano alcuni “critici della domenica”, al presunto odio razziale Lovecraft sempre antepose l’orrore visceralmente provato in prima persona nei confronti dell’avvento del mondo moderno, l’impero delle macchine e della spersonalizzazione totale, in cui ogni individuo e le sue visioni più alte sono fagocitate e inserite in un quadro cosmico di tragedia universale, priva di alcuno sbocco superiore. E New York fu, ovviamente, innalzata a immagine della Nuova Babele, che fagocita le antiche tradizioni e le differenziazioni umane in un continuo, abietto rituale di spersonalizzazione, standardizzazione e disumanizzazione collettiva.

“Al muro del tempo”: la questione della Storia e la crisi del mondo moderno

L’opera di Ernst Jünger sul tempo ciclico, pubblicata ormai 60 anni fa, segna l’apice di quella che fu denominata «cultura della crisi», corrente di pensiero incentrata sulla presa di coscienza del dramma della Storia e dello Storicismo e sull’immagine del tempo come un flusso impetuoso che tutto travolge: intuizioni che, prima di Jünger, vennero portate a galla da Oswald Spengler, René Guénon, Julius Evola e Mircea Eliade.

Il cammino solitario del cinabro

«Frainteso da amici e nemici, lottò da solo contro il mondo moderno»: questo necrologio a Julius Evola mette bene in luce il daimon ‘prometeico-luciferino’ che lo accompagnò durante l’intero cammino terreno, facendone un pensatore unico nel panorama del ‘900, come emerge limpidamente dalla sua opera più autobiografica, “Il cammino del cinabro”, recentemente ristampata dalle Edizioni Mediterranee.