Il servizio divino dei Greci

L’antica religione ellenica «viveva dell’armonico e reciproco rispondere della realtà e della volontà divina. La fede dell’uomo greco è nel cosmo, nel ritmo ordinato delle stelle; e all’intreccio dei loro moti non può che sovrintendere il dio». La concezione ellenica del Sacro si fonda infatti su una fitta rete di corrispondenze mitico-storico-astrologiche, che consente allo storico delle religioni di considerarla sotto vari aspetti fra loro concatenati: Teogonia, storia esoterica del cosmo e delle stirpi umane, escatologia dei Misteri, sciamanesimo iperboreo.

Non viviamo nel tempo, ma in “cronosfere”

Le cronosfere sono vissuti psichici ed eventi spaziotemporali dinamici, come cerchi concentrici nell’acqua, sono diverse frequenze dello scorrere dei tempi che ci coinvolgono; se lo spaziotempo è come l’oceano, i cerchi nell’acqua sono le tracce e i diversi tempi che si dipanano e dilatano, miscelandosi e sovrapponendosi in continuazione

Una scienza a brandelli: sopravvivenze delle dottrine del tempo ciclico dal Timeo all’Apocalisse

di Andrea Casella
copertina: William Blake, illustrazione per la Divina Commedia di Dante Alighieri

Nel primo articolo di questo ciclo [cfr. Il tempo ciclico e il suo significato mitologico: la precessione degli equinozi e il tetramorfo], abbiamo detto che, a intervalli regolari, a causa della precessione, si verificano, nei quattro punti cardinali dell’anno, alcuni avvicendamenti di costellazioni. Questo è il motivo per cui i testi sacri parlano di certe “catastrofi” che determinano una qualche “sommersione” di una vecchia “terra” e il sorgere di una nuova (ciò almeno fino a un certo tempo della storia). Ogni età del mondo ha la sua “terra”, ossia il suo piano dell’eclittica, delimitato dagli equinozi e dai solstizi, che emerge dal “mare”, ossia dal piano di demarcazione dell’equatore celeste. Quando i punti dell’anno vengono determinati da altre costellazioni sorge sull’orizzonte una “terra” nuova, mentre quella vecchia sprofonda sotto il livello del mare.

Metamorfosi e battaglie rituali nel mito e nel folklore delle popolazioni eurasiatiche

di Marco Maculotti

Il topos della metamorfosi zoomorfa è largamente presente nel corpus folklorico di un gran numero di tradizioni antiche, sia dell’Europa arcaica (sulle quale ci concentreremo principalmente in questo studio), sia di altre aree geografiche. Già fin dal V secolo a.C., in Grecia, Erodoto menzionava uomini in grado di trasformarsi periodicamente in lupi. In Africa, in Asia e nel continente americano sono state documentate tradizioni simili, con riferimento a metamorfosi temporanee di esseri umani in fiere: orsi, leopardi, iene, tigri, giaguari. Talvolta, in alcuni casi storicamente documentati del mondo antico (Luperci, Cinocefali, Berserker) «l’esperienza paranormale della trasformazione in animale assume caratteri collettivi ed è all’origine di gruppi iniziatici e di società segrete» (Di Nola, p.12).