Ildegarda di Bingen, la Sibilla del Reno

Nella decadenza di un mondo governato da soli uomini, un’intrepida monaca dallo spirito guerriero non esita a sferzare le coscienze di papi e imperatori. Mistica e profetessa, teologa e filosofa, leader e predicatrice, compositrice e medico, quella di Ildegarda di Bingen è una delle voci più originali del XII secolo. Ne ripercorriamo insieme le avventurose vicende.

William Butler Yeats, navigatore della Grande Memoria

Risalendo in direzione contraria la corrente, W.B. Yeats si fece bardo in un’epoca che aveva bandito ogni carme, dimenticato Arcadia, negato e ridicolizzato la conoscenza degli antichi Druidi. L’intera sua opera — e prima ancora l’intera sua esistenza — fu consacrata a una Visione, fondata sulla cosiddetta «Grande Memoria», una sorta di Anima Mundi dei neoplatonici, «serbatoio d’anime e d’immagini e punto d’incontro tra i vivi e i morti», cui il Veggente deve accedere per colmare l’irrimediabile distanza tra l’ideale e il reale, tra il divino e l’umano.

W.B. Yeats, William Blake e il sacro potere dell’immaginazione

Anche se vissero l’uno a distanza di un secolo dall’altro, nelle biografie di Blake e Yeats è possibile intravedere due vite parallele, fondate su alcune idee-guida speculari che ne orientarono l’attività artistica e letteraria: l’ideale della “religione dell’arte”, la missione salvifica dell’artista, l’enfasi posta sulla facoltà immaginativa ai fini del processo di autorealizzazione e l’annuncio dell’avvento di una nuova èra a venire.