Il “Figlio della Luna”: i due volti di Jack Parsons

Da una parte, con le sue ricerche sui sistemi propulsivi dei razzi spaziali, dette un contributo fondamentale alla corsa allo spazio; dall’altra, grazie alle sue conoscenze esoteriche e all’incontro con Aleister Crowley, si dedicò a pratiche occulte come la famigerata “Operazione Babalon”: vi presentiamo Jack Parsons, lo “scienziato folle” che era solito intonare l’ “Inno a Pan” appena prima dei suoi test missilistici.


di Francesco Cerofolini

Nel tardo pomeriggio del 17 Giugno 1952 un boato scuote la città di Pasadena. Una violenta esplosione ha devastato una vecchia rimessa trasformata in laboratorio chimico al 1071 di South Orange Grove. I soccorritori si trovano davanti una devastazione degna di un teatro di guerra. Il corpo mutilato e sfigurato di un uomo, tuttavia ancora cosciente, giace sul pavimento dell’edificio. Quell’uomo è John Whiteside Parsons. L’uomo viene trasferito in fretta all’ospedale ma il decesso sopraggiunge poco dopo.

Parsons era una personalità conosciuta a Pasadena. Il Los Angeles Times del giorno dopo titola: Scienziato missilistico ucciso nell’esplosione di Pasadena. Nonostante non fosse un vero e proprio scienziato, Parsons aveva infatti lavorato sui razzi durante la Seconda Guerra Mondiale. Lui e la sua squadra di esperti avevano messo a punto innovazioni che si erano rivelate decisive per la vittoria nel conflitto, innovazioni che di lì a pochi anni avrebbero posto le basi per la conquista dello spazio. La morte di Parsons sarebbe stata ricordata come una grave e prematura perdita per l’industria aerospaziale se non fosse che nei giorni successivi sui giornali apparvero inchieste che dipingevano un ritratto inquietante e inaspettato del giovane scienziato.

I quotidiani iniziarono a pubblicare voci e pettegolezzi che giravano da anni sul conto di Parsons, sul suo stile di vita libertino ma sopratutto sul suo interesse per la “magia nera” e ai suoi legami con la Chiesa di Thelema e con il suo fondatore, Aleister Crowley. La morte di Parsons divenne presto materiale per tabloid e ciò bastò all’America puritana e paranoica dell’epoca per ridurre il suo contributo alla scienza missilistica ad una nota a piè pagina. Questa damnatio memeoriae si può spiegare in parte con gli interessi eterodossi di Parsons che davvero fece della magia uno dei suoi campi di ricerca. Pare ancora inconcepibile per molti che le strade della scienza del volo spaziale e della magia cerimoniale si siano incrociate nella sua persona. 

Rivisitando la sua eccezionale vicenda biografica si può realizzare come non solo per Parsons questi due interessi non erano in conflitto ma fossero addirittura complementari. Parsons fu solo l’ultimo di una lunga serie di uomini di scienza per cui sia la magia che le scienze implicavano entrambe lo studio delle leggi segrete che regolano il nostro universo e il piegare queste stesse leggi al proprio volere. Parsons portò questa intuizione all’estremo cercando sia con la scienza che con la magia di impartire una direzione nuova alla storia dell’umanità.

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Un ufficiale di polizia ispeziona il luogo dell’esplosione in cui perse drammaticamente la vita Jack Parsons.

Infanzia e gioventù

Marvel Witheside Parsons nasce il 2 Ottobre 1914, ma nessuno lo chiamerà mai con il nome di battesimo. I genitori avevano divorziato quando lui era ancora nel grembo e la madre si rifiuterà di chiamarlo con il nome ereditato dal padre. La madre Ruth Parsons lo crescerà assieme ai facoltosi nonni. Il piccolo Jack, come presto verrà chiamato da tutti, è un bambino curioso che sviluppa presto una passione smodata per la lettura. Non passa troppo tempo prima che Jack si imbatta nei romanzi di Jules Verne e rimanga fulminato da Dalla Terra alla Luna. Da lì alle riviste pulp di fantascienza come Amazing Stories il passo è breve ed è in quei racconti e in quelle coloratissime copertine che Jack scopre i razzi.

Il razzo era il mezzo prediletto dagli autori di fantascienza dell’epoca per portare i loro personaggi nello spazio. Gli scienziati erano tuttavia di altro avviso e consideravano impossibile l’utilizzo di questi ordigni, troppo instabili e imprevedibili, per i viaggi spaziali. La stessa parola rocket suscitava ilarità e ridicolo tanto che i pochi scienziati che ne studiavano le potenziali applicazioni, come il pioniere Robert Goddard, si guardavano bene da usare questo termine nei loro lavori. Ciò non scoraggiò Parsons che, con l’aiuto del nonno, iniziò a costruire razzi in miniatura usando dei kit pubblicizzati sulle riviste pulp. Durante gli anni della scuola Jack sviluppa un’indole solitaria e un’insofferenza per qualsiasi tipo di autorità. Una volta adulto scriverà ricordando quegli anni:

Il tuo isolamento da bambino ti conferì il necessario background di erudizione letteraria ed istruzione; le esperienze negative nei rapporti con gli altri bambini ti conferirono il necessario disprezzo per la gente e le mores collettive.”

L’unico coetaneo con cui Jack lega è Edward “Ed” Forman che rimarrà suo amico per tutta la vita. I due iniziano a costruire razzi e a testarli, fantasticando nel frattempo di raggiungere prima o poi la Luna. Parsons e Forman non erano i soli a sognare di raggiungere le stelle a bordo di un razzo. In quegli stessi anni, a cavallo tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta, spuntarono un po’ in tutto il mondo gruppi e organizzazioni amatoriali dedicate allo studio della missilistica. Basandosi sui lavori pionieristici del già citato Goddard, del russo Konstantin Tsiolkovsky e del romeno Herman Oberth questi gruppi conducevano i loro esperimenti e si scambiavano tra loro informazioni anche da un paese all’altro. In questi anni Parsons e Forman si unirono alla American Interplanetary Society (AIS), un gruppo che riuniva sopratutto appassionati di fantascienza più che scienziati veri e propri. Parsons e Forman si occuparono di tenere una fitta corrispondenza con un allora giovanissimo Wernher Von Braun.

La bolla protetta e confortevole in cui Jack Parsons trascorse infanzia e adolescenza venne infranta dalla crisi economica del 1929. Il tenore di vita della famiglia si ridimensionò drasticamente e l’appena diciottenne Jack dovette trovarsi un lavoro. Anche questa esperienza risulterà formativa tanto che ne scriverà: “La perdita del patrimonio familiare sviluppò il tuo senso di autosufficienza in un momento critico: il contatto con la realtà, in quel periodo fu essenziale”. Parsons ottenne un lavoro presso la Hercules Powder Company di Los Angeles, una ditta produttrice di esplosivi dove acquisì una conoscenza enciclopedica della materia. Si iscrisse anche al Pasadena Junior College con indirizzo chimico ma dovette lasciare dopo solo un semestre.

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Jack Parsons

Gli anni della “Suicide Squad”

Il 1935 fu un anno cruciale per la vita di Jack. Il 26 Aprile si sposò con la prima moglie Helen Northrup. All’incirca nello stesso periodo, lui e Forman conobbero Frank Malina, uno studente del California Institute of Technology (per brevità Caltech) che condivideva la loro passione per i razzi e i viaggi spaziali. Nonostante Parsons e Forman non avessero titoli accademici, Malina capì subito che il loro entusiasmo e le loro conoscenze pratiche erano ciò che gli serviva per portare avanti gli esperimenti che aveva in mente.

Malina propose ai due di iniziare un progetto per la costruzione di un motore di razzo funzionante per il quale avrebbero potuto avere accesso alle attrezzature all’avanguardia del Guggenheim Aeronautical Laboratory del California Institute of Technology (GALCIT), dove Malina lavorava. Nel progetto Frank Malina si occupava della parte matematica, Jack Parsons di quella chimica e Ed Forman di quella meccanica. I tre costituivano il nucleo di quella che negli anni a venire divenne nota nel campus come la Suicide Squad, per via degli esperimenti pericolosi che conducevano e dei frequenti incendi ed esplosioni che li accompagnavano.

Presto il gruppo si guadagnò il supporto del fisico Theodore Von Kàrman, docente del Caltech che permise a questo gruppo informale, adesso conosciuto come GALCIT Rocket Research Group, di lavorare all’interno dell’università e di attingere alle sue risorse. Nei due anni successivi le file della Suicide Squad si ingrossarono e finalmente arrivarono i primi risultati concreti. Per proteggere l’incolumità degli studenti del Caltech si preferì spostare il sito dei test ad Arroyo Seco, una zona desertica vicina alla diga di Devil’s Gate.

Il giorno di Halloween del 1936 la squadra iniziò una serie di test sul motore del razzo che si protrasse fino al successivo 15 Novembre. Dopo svariati tentativi e fallimenti il motore finalmente funzionò come previsto. Una foto scattata quel 31 Ottobre è divenuta iconica. Mostra Ed Forman e Jack Parsons armeggiare con il piccolo razzo, preparandolo per il test. La foto è nota come “la Natività”, perché è proprio grazie al lavoro quasi amatoriale di quei giovani che anni dopo sorgerà lì, ad Arroyo Seco, il Jet Propulsion Laboratory della NASA.

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Jack Parsons con Sara Northrup.

(Fanta)scienza e Magia

Fin dall’infanzia Jack Parsons aveva manifestato un’inesauribile curiosità intellettuale, caratteristica che lo contraddistinse anche nell’età adulta. I suoi interessi non si limitavano alla sola scienza missilistica. Intorno al 1938 Parsons iniziò ad interessarsi agli scritti di Karl Marx e alla causa socialista ed cominciò a gravitare intorno ad un gruppo di studio che riuniva molti studenti del Caltech tra cui Frank Malina. Parsons si iscrisse poi alla American Civil Liberties Union, organizzazione che all’epoca era vista con sospetto.

Nello stesso periodo Parsons era solito frequentare il distaccamento di Los Angeles della Science Fiction League (LASFL), la più grande associazione di appassionati di fantascienza dell’epoca, la quale era ben contenta di ospitare un vero scienziato missilistico. Un giovanissimo Ray Bradbury anni dopo ricordò così le visite di Parsons: “Un giovane uomo, sei o sette anni più grande di me, era li, a parlarci dei Razzi e del Futuro”.

In quegli anni Parsons ebbe modo di incontrare molti grandi nomi della fantasacienza come A.E. Van Vogt e Robert Heinlein. Parsons era una sorta di celebrità nel microcosmo degli appassionati di fantascienza tanto che qualche anno dopo, nel 1942, lo scrittore William A.H. White modellò su di lui uno dei protagonisti del suo romanzo Rocket to the Morgue. La descrizione che White fa di Parsons è sintomatica di come all’epoca fosse percepito in quell’ambiente:

Uno scienziato eccentrico. Nelle ore lavorative al California Institute of Technology era un tecnico di laboratorio senza ispirazione, ma nel suo tempo libero si dedicava a quegli aspetti marginali della scienza che gli scienziati più puristi additavano come ciarlatanerie […] I razzi di Pendray, i sogni temporali di Dunne, le percezioni extra sensoriali di Rhine, i serpenti marini di Gould, tutto ciò catturava il suo interesse più di ogni ricerca condotta all’Istituto. Era inevitabile che fosse un membro della Società Forteana Americana e che avesse il suo archivio di eventi incredibili da pubblicare come supplemento alle opere di Fort.”

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Jack Parsons

White ci descrive un Parsons diviso tra le sue ricerche convenzionali e quelle che potremmo definire “eretiche”. Sicuramente questo frammento ci fa capire come nel 1942 fosse ormai noto il coinvolgimento di Parsons nello studio della magia e che il diretto interessato non ne facesse mistero. L’incontro di Parsons con la magia e nello specifico con la Magick di Aleister Crowley avvenne nel 1939 e fu uno degli eventi più importanti della sua vita.

Jack Parsons e la moglie Helen furono introdotti alla Loggia Agape dell’Ordo Templis Orientis (OTO) di Los Angeles da alcuni amici nel Gennaio del 1939. L’OTO è un ordine iniziatico fondato da Carl Kellner e Theodor Reuss alla fine dell’Ottocento, i quali ne rintracciavano le origini nientemeno che nei famigerati Illuminati di Baviera. Nel 1912 Aleister Crowley prese le redini dell’ordine e lo sottopose ad un vasta opera di riorganizzazione al fine di renderlo il principale strumento di diffusione delle sue dottrine.

Tra il 1915 e il 1916 Crowley intraprese una viaggio in America e durante la visita alla sede di Vancouver dell’OTO incontrò Wilfred T. Smith, che gli chiese il permesso di fondare una loggia a Los Angeles. Nel 1934 Wilfred Smith fondò la loggia Agape al 1746 di North Winona Boulevard e si adoperò per pubblicizzarla il più possibile. All’inizio Jack Parsons provò per sua stessa ammissione un misto di attrazione e repulsione per la figura di Smith, ma col tempo esso diverrà per Parsons un punto di riferimento e un sostituto della figura paterna di cui la sua infanzia era stata priva.

Quando entrò in contatto con l’OTO Parsons non era totalmente a digiuno dell’argomento magia. Racconta l’amico Robert Rypinski che l’interesse di Parsons per Crowley e la sua opera si accese quando Parsons in visita a casa sua scoprì nella sua libreria il libro di Crowley Konx Om Pax. La scoperta deve essere stata per Parsons una vera epifania se Rypisnki la descrive così: “Non so cosa volesse dire quel libro ma per Jack fu come acqua per un assetato”. Ad attrarre Parsons fu anche l’atmosfera bohémien e libertina che si respirava nel gruppo. Intorno alla loggia gravitavano omosessuali in cerca di uno “spazio sicuro”, artisti squattrinati e altri indesiderati dalla società “perbene”. I membri più attivi della loggia avevano all’interno di essa la propria abitazione, facendola assomigliare ad una sorta di comune.

Nei mesi successivi Jack e Helen si immersero nello studio delle scienze occulte con grande entusiasmo, e ciò venne notato anche dai colleghi di Jack, il quale non nascondeva certo i propri nuovi interessi. Frank Malina rimaneva perplesso di fronte ad un uomo di scienza che sperimentava con la magia e anni dopo descriverà così la spaccatura che attraversava Jack:

Non era schizofrenico ma aveva due materie che amava molto, una era la scienza missilistica, dove il sogno era tangibile […]. Poi aveva un altro compartimento nella sua mente che era affascinato dalla magia.” 

Per Parsons tuttavia non c’era alcuna incompatibilità tra i due campi, anzi, presto iniziò a vedere il suo percorso scientifico come propedeutico a quello magico:

Il risveglio nascente per chimica e scienza hanno fatto da contrappeso al successivo risveglio magico.”

Nella corrispondenza con altri membri dell’OTO Parsons parla di come sia affascinato dalle dimensioni nascoste di cui Crowley parla nei suoi scritti e di come il suo sistema magico presenti analogie con il campo della fisica quantistica. Il 15 Febbraio 1941 Jack e Helen furono ufficialmente iniziati nella loggia Agape dell’OTO. Per Parsons essa divenne una vera e propria famiglia:

“Ero un bambino solitario ed è bello avere una famiglia così splendida e grande. Non ho mai conosciuto mio padre ed è bello averne uno adesso.” 

Intanto notizie su Parsons iniziavano ad arrivare a Crowley stesso, che nonostante le precarie condizioni di salute non smetteva di gestire la sua organizzazione. Wilfred Smith gli scrive:

Penso che abbiamo un uomo eccellente, Jack Parsons. Ha una mente eccelsa e un intelletto migliore del mio… JP si rivelerà molto prezioso.”

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Aleister Crowley

La Seconda Guerra Mondiale

Negli anni precedenti alla Seconda Guerra Mondiale l’attitudine verso i razzi e la missilistica iniziò a mutare. Sfruttando il fatto che il Trattato di Versailles non proibiva esplicitamente i razzi, in Germania il regime nazista aveva arruolato gran parte dei membri dei gruppi amatoriali dedicati alla missilistica per metterli al lavoro sulle possibili applicazioni belliche. È da questo programma che nasceranno i temibili razzi V2.

In America l’interesse dell’esercito per i razzi si manifestò nel 1939 quando il Generale dell’Air Corps Henry Arnold si rivolse all’amico scienziato Theodore Karman per risolvere un problema cruciale per l’aviazione militare: gli aerei militari avevano bisogno di qualcosa che rendesse più veloce il decollo in modo da poter utilizzare piste di decollo più corte. Se si fosse risolto questo problema gli aerei sarebbero potuti decollare da piste improvvisate costruite in zone di guerra o dai ponti delle portaerei. Karman decise che le ricerche della Suicide Squad potevano essere la chiave alla risoluzione di questo problema e così riuscì ad assicurarsi finanziamenti dalla National Academy of Sciences per produrre quelli che saranno conosciuti come Jet-Assisted-Take-Off. Karman decise di utilizzare il termine jet piuttosto che rocket per evitare il ridicolo.

Il Caltech prese in affitto sei acri di terreno ad Arroyo Seco, dove furono eretti alcuni spartani fabbricati che avrebbero funto da quartier generale del progetto. Parsons lavorò come al solito sulla parte chimica, cercando in una serie di tentativi di trovare un combustibile la cui composizione lo facesse bruciare alla giusta velocità. Con i primi risultati il progetto si espanse, il gruppo ingrossò i suoi ranghi e l’atmosfera informale che aveva caratterizzato il gruppo dagli esordi cedette gradualmente il passo ad un ambiente più gerarchizzato e professionale. In questa nuova organizzazione Parsons fu nominato capo della sezione di ricerca sul combustibile solido e fu incaricato di preparare i JATO per i test.

Con l’entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1941 divenne ancora più urgente mettere a punto questa nuova tecnologia. I membri del gruppo di ricerca furono esonerati dalla leva e i loro sforzi culminarono nel test che si svolse il 15 Aprile 1942 al Muroc Auxiliary Air Field nel deserto del Mojave. Quel giorno un bombardiere bimotore Douglas A-20A decollò grazie ai JATO creati dalla squadra di Jack Parsons. Con quel test i razzi smettevano di essere materiale per riviste di fantascienza ed entravano di diritto nel dominio della scienza e della tecnica. Questa invenzione apriva anche prospettive economiche impensabili per degli studenti squattrinati, così Parsons, i suoi amici Forman e Malina e il loro mentore misero insieme i loro risparmi per fondare la Aerojet Engineering Corporation, che avrebbe prodotto e commercializzato i JATO.

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Il primo prodotto della Aerojet doveva essere un JATO a combustibile solido che sarebbe risultato più maneggevole e sicuro rispetto ai quelli a combustibile liquido usati nei test. Tuttavia il combustibile solido presentava a sua volta diversi problemi, infatti era molto suscettibile ai cambi di temperatura e vi si creavano crepe dovute all’espansione termica che gli impedivano di funzionare a dovere. Parsons si arrovellò su questo problema per diverso tempo finché con intuizione geniale trovò la soluzione.

Circolano diverse storie su come Parsons ebbe questa idea rivoluzionaria, la più diffusa racconta di come Jack attinse alle sue letture classiche e di come fu ispirato dai resoconti sul “Fuoco Greco”, una sorta di bitume infiammabile usato dagli antichi Greci come arma. Da lì l’idea di usare l’asfalto nel combustibile per mantenerlo inalterato nella sua forma originaria. Forse Parsons in quel momento non lo avrebbe potuto immaginare ma l’applicazione di questo tecnica negli anni successivi renderà possibile l’invio di dei razzi fuori dall’orbita terrestre. Con questa intuizione, venuta quasi per caso, Parsons dette un contributo fondamentale alla corsa allo spazio.

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Jack Parsons

Il Parsonage

Con il passare del tempo la vita segreta di Jack Parsons, quella del mago e dell’adepto di Crowley, iniziò a prendere il sopravvento su quella mondana del brillante scienziato. La loggia Agape cambiò domicilio, eleggendo a sua dimora una vecchia tenuta appartenuta al magnate del legname Arthur Fleming, situata nella stessa zona di Pasadena in cui Parsons aveva trascorso l’infanzia. In questa nuova casa i membri dell’ordine vivevano con le loro famiglie secondo la legge di Thelema. In questo contesto quasi utopico la gelosia era considerata una debolezza da vincere, così Parsons iniziò una relazione con Betty, la sorellastra di Helen e quest’ultima divenne la compagna del mentore di Jack, Wilfred Smith.

Grazie all’intensa attività di proselitismo attuata da Parsons in prima persona, alla fine del 1942 la loggia contava ben quaranta membri. La casa, dove l’Ordine teneva anche diversi eventi pubblici divenne scherzosamente nota come il Parsonage (la Canonica). Parsons iniziò a pubblicare annunci sui giornali in cui offriva alloggio a musicisti, artisti, atei, anarchici e anticonformisti assortiti. Lo scrittore di fantascienza Alva Rogers che ebbe modo di vivere al Parsonage per diverso tempo ricorda così la variegata umanità che lo abitava:

C’era un’ottima selezione di inquilini, tutti dei personaggi. Alcuni esempi: l’indovina e veggente professionista che portava sempre i vestiti appropriati e che decorava il suo appartamento con simboli e artefatti arcani; una signora ben oltre la mezza età ma ancora bellissima che sosteneva di essere stata l’amante di oltre metà degli uomini più famosi di Francia; un uomo che era stato uno dei più rinomati organisti per molti dei più grandi movie palace dell’era del muto.”

Sempre Rogers ci descrive la biblioteca del Parsonage e ci dice qualcosa sui rapporti tra Parsons e Crowley:

La Biblioteca di Jack […] era colma di libri dedicati quasi esclusivamente all’occulto e ai lavori pubblicati di Aleister Crowley. Un grande ritratto di Crowley dominava la stanza, affettuosamente dedicato “a Jack”. Aveva anche una voluminosa corrispondenza con Crowley che mi fece vedere. Ricordo in particolare una lettera da parte di Crowley che lo lodava e incoraggiava per il lavoro che stava facendo in America e in cui lo ringraziava per la recente donazione e gli suggeriva che presto ne sarebbero servite altre. Jack ammise che era una delle principali fonti di denaro per Crowley in America.”

A riprova della stima che il mago inglese nutriva per Parsons l’anno seguente per volere dello stesso Crowley egli prese il posto di Smith alla guida della loggia Agape. Nel frattempo il mondo della scienza stava diventando ostile a personalità come Parsons. Le richieste dei militari al GALCIT erano sempre più pressanti e quella struttura, nata come progetto di ricerca all’interno di un università non era idonea a soddisfarle. Così l’Air Corps Jet Propulsion Research Project (così si chiamava il progetto) venne riorganizzato nel Jet Propulsion Laboratory. In questo nuovo mondo, dove la scienza missilistica era una materia seria e di vitale importanza, non c’era più posto per dilettanti e autodidatti come Parsons, per quanto brillanti.

Nel frattempo le voci sul suo stile di vita e sui suoi interessi non ortodossi erano arrivate alle orecchie dei colleghi e delle autorità. Pur senza alcuna notizia di reato l’FBI stilò un dossier di oltre duecento pagine su Parsons e il suo “culto dell’amore”. Sul luogo di lavoro Jack si contraddistingueva per comportamenti bizzarri come l’intonare l’Inno a Pan di Crowley prima della partenza dei razzi. Messo sempre più ai margini nel Dicembre 1944 Parsons vendette tutte le sue azioni dell’Aerojet, si distaccò e sempre più dall’ambiente del JPL, stessa sorte che seguirono presto i restanti membri della Suicide Squad. Grazie ai proventi dell’operazione Parsons poté dedicarsi a tempo pieno alla sua ricerca magica presso il Parsonage.

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Un’ordinaria giornata di relax presso il Parsonage.

L’Operazione Babalon

Nel periodo successivo alla fine della guerra un personaggio destinato a sconvolgere la vita di Jack Parsons si stabilì al Parsonage. Il suo nome era L. Ron Hubbard, all’epoca non era ancora il controverso fondatore di Scientology ma “soltanto” un acclamato scrittore di racconti per riviste pulp. Hubbard era noto per la sua maestria di narratore che non impiegava solo sulla carta stampata, infatti durante i pasti comuni al Parsonage, intratteneva i commensali con racconti molto romanzati se non del tutto inventati delle sue imprese belliche e delle sue esplorazioni intorno al mondo. Parsons era affascinato dal nuovo arrivato e vedeva in lui un prezioso aiutante nella sua ricerca magica. In una lettera a Crowley scrive:

Circa tre mesi fa ho incontrato il Capitano L. Ron Hubbard, uno scrittore ed esploratore […] Nonostante non abbia alcun addestramento formale in fatto di Magia egli ha una straordinaria quantità di esperienza e comprensione del campo… è la persona più thelemica che abbia mai conosciuto ed egli è in perfetto accordo con i nostri principi”.

In quel periodo Parsons aveva iniziato già da tempo a sperimentare con le droghe e a praticare forme di magia più oscure e perverse nel suo tentativo di entrare in contatto con entità soprannaturali. Crowley non condivideva questi nuovi interessi del suo discepolo e lo metteva in guardia sui rischi e gli inganni della “magia nera”. Scriveva già nel 1943 Crowley a Parsons: “Non mi piace per niente ciò che dici a proposito della stregoneria. Tutta la magia nera è al 75% senza senso e il resto pura immondizia. Non c’è alcuna utilità in essa”. Parsons gli rispondeva però di essere “nauseato dalle cretinate Cristiane e Teosofiche sul ‘buono e il giusto’”.

Nelle memorie degli inquilini del Parsonage emerge come fosse calata un’atmosfera tetra e angosciante sulla villa in quel periodo; gli inquilini officiavano di continuo rituali di purificazione per proteggersi; Ed Forman, che dopo aver affiancato Parsons nella Suicide Squad adesso lo affiancava nelle sue sperimentazioni occulte, racconterà addirittura di un incontro con entità spettrali che lo segnerà tutta la vita. Che fosse una forma di isteria collettiva o un effetto collaterale dei riti di Parsons, questi fenomeni non erano che il preambolo a quello sarebbe successo di li a poco.

Nel Gennaio 1946, scrive Parsons, “decisi di realizzare un’operazione Magica progettata per ottenere l’aiuto di una compagna elementale”. Parsons si avvalse dell’aiuto di Hubbard, nel ruolo di scriba, per mettere in atto un lungo rituale che attingeva dalla Magia Enochiana, il sistema magico concepito dall’astrologo della regina Elisabetta John Dee. Nonostante a Hubbard fosse stato assegnato il compito di trascrivere eventuali comunicazioni soprannaturali presto iniziò a comportarsi come una sorta di medium, cadendo frequentemente in trance. In quei giorni di lavoro febbrile Parsons annotò in un diario in grande dettaglio tutti i complessi passaggi del rituale. Il 18 Gennaio, dopo due settimane di lavoro continuo Parsons e Hubbard si diressero verso il deserto del Mojave, lì Parsons ebbe un’improvvisa epifania:

Mi voltai verso di lui e dissi: è compiuto. Provavo l’assoluta certezza che l’operazione si fosse conclusa. Tornai a casa, e vi trovai una giovane donna che corrispondeva ai parametri. Mi attendeva.”

La donna si chiamava Marjorie Cameron, una giovane artista il cui arrivo al Parsonage aveva coinciso con il ritorno di Parsons e Hubbard. Marjorie divenne la partner (e più tardi la sua seconda moglie) di Parsons per l’operazione magica che stava preparando. Conosciuta come “Operazione Babalon” (Babalon Working), il suo scopo era incarnare la divinità femminile Babalon in una bambina. Parsons scrive che la scelta di intraprendere questa operazione magica senza precedenti è dovuta al fatto che:

L’epoca presente è sotto l’influenza di una forza chiamata, nella terminologia magica, Horus. È connessa al fuoco, a Marte e al Sole, ovvero al potere, alla violenza e all’energia. È anche concettualmente legata al bambino e alla sua innocenza (ergo: indifferenziazione). Le sue manifestazioni si possono notare nella distruzione delle vecchie idee ed istituzioni, nella scoperta e nella liberazione di nuove energie, nonché nella tendenza all’instaurazione di governi brutali, della guerra, dell’omosessualità, dell’infantilismo e della schizofrenia. Questa forza è completamente cieca: dipende dagli uomini e le donne nei quali si manifesta e che la guidano. Com’è palese, finora l’hanno guidata verso la catastrofe.

Il buon esito dell’operazione può salvare l’umanità da questo destino poiché:

Tale impasse è infranto dall’incarnazione di una forza di tipo diverso, chiamata BABALON. La natura di questa forza è connessa all’amore, alla comprensione e alla libertà dionisiaca, ed è necessaria a controbilanciare o corrispondere la manifestazione di Horus.”

La creazione di questo “figlio magico” (o come lo avrebbe chiamato Crowley, un Moonchild, un figlio della Luna) doveva avvenire attraverso un altro rituale lungo e complesso che comprendeva atti di magia sessuale. Al culmine dell’operazione, durante un altro soggiorno nel deserto del Mojave, Parsons udì una voce disincarnata che gli dettò un testo chiamato Liber 49 che conteneva le ultime parti del rituale. 

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Eseguiti gli ultimi riti Parsons considerò, dopo due mesi interi, l’operazione conclusa: secondo le sue prime impressioni, l’operazione era stata un successo (“Ci sono indizi che questa forza sia effettivamente incarnata in una donna vivente”). A dire di Jack, Babalon si era incarnata chissà in chi: da questo momento egli aveva da qualche parte nel mondo una figlia magica che al momento opportuno si sarebbe manifestata per aprire una nuova era.

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Jack Parsons con Marjorie Cameron.

Gli ultimi anni

Il completamento dell’Operazione Babalon agì come una cesura tra due periodi della vita di Parsons e l’inizio di quella che si può definire senza dubbio una spirale discendente. Il 16 Marzo 1946 inviò a tutti i membri della Loggia Agape una lettera in cui, dopo aver esortato i confratelli in vista di una crisi globale all’orizzonte, Jack annunciava la sua intenzione di vendere il Parsonage. Sempre in quel periodo delegò ad un suo sottoposto la guida della loggia per tutto il tempo che gli sarebbe servito per riprendersi dalla sua impresa magica.

Hubbard e Betty, che nel frattempo avevano iniziato una relazione, convinsero Parsons ad investire la quasi totalità dei suoi risparmi in una società che si sarebbe occupata nel comprare yatch nella costa orientale degli USA per poi rivenderli a prezzo maggiorato nella costa occidentale. Betty e Hubbard si sarebbero occupati del trasporto delle imbarcazioni ma presto Parsons realizzò che i due erano fuggiti con i suoi risparmi. La faccenda finì in tribunale e Jack riuscì a recuperare solo una minima parte della somma investita. Il tradimento di Betty e sopratutto di Hubbard lascerà un segno indelebile nell’animo di Parsons. Dopo questa vicenda dette le sue dimissioni dall’OTO. La sua ricerca magica proseguì in solitudine, concentrandosi sulla realizzazione di un rituale lungo quaranta giorni chiamato “Giuramento dell’Abisso”, che Parsons descriverà in seguito come “follia e orrore”.

In quegli stessi anni l’isteria anticomunista fomentata dal senatore Robert McCarthy stava raggiungendo il suo punto di massima intensità. Anche Parsons fu lambito dalle indagini sulle attività anti-americane, specie in merito alle sue frequentazioni di simpatizzanti marxisti ai tempi del Caltech. Ciò causo il ritiro temporaneo del suo nulla osta di sicurezza, prerequisito necessario per lavorare nell’ambito dei progetti segreti della missilistica. In seguito a questo episodio Parsons divenne sempre più disilluso nei confronti del suo paese. Agli occhi di Parsons gli Stati Uniti avevano tradito i valori su cui erano stati fondati e si avviavano a diventare una tirannide liberticida. Nei confusi e frammentari scritti di questo periodo, in cui si mischiano senza soluzione di continuità tesi politiche libertarie, lirismo poetico ed esoterismo, vede come unica cura per la nazione e per il mondo l’avvento di Babalon.

Parsons sentiva il bisogno di fuggire lontano dall’America puritana e paranoica e così, tramite il suo vecchio mentore Theodore Von Karaman, iniziò a lavorare ad uno studio di fattibilità per uno stabilimento per la fabbricazione di esplosivi da costruire in Israele. Parsons sperava di trasferirvisi e magari avere un ruolo nel programma missilistico israeliano. Le sue speranze furono infrante quando l’FBI indagò su di lui con l’accusa di cedere ad una nazione straniera segreti tecnologici. Questa indagine portò alla revoca definitiva del suo nulla osta di sicurezza. Tagliato fuori dalla ricerca scientifica di alto livello, Parsons andò a vivere con la moglie Marjorie Cameron e trovò lavoro presso una ditta che si occupava di esplosivi per l’industria cinematografica.

Sicuramente un appassionato lettore dei classici come Parsons avrà letto nella sequela di sventure che avevano seguito l’Operazione Babalon una punizione per la sua hybris, ma nonostante tutto aveva ancora la certezza adamantina di aver posto le basi per una nuova era. In un breve scritto intitolato Lettera a una Figlia Parsons si rivolge direttamente alla bambina magica che aveva generato:

Figlia mia, ormai sono passati quattro anni, da quando sono entrato in questa cappella infernale ed ho preso parte al sacramento della tua incarnazione. Da allora molto di ciò che fu profetizzato in quei giorni è accaduto: sono stato privato della mia ricchezza, dell’onore e dell’amore: ho partecipato non una, ma due volte al mio stesso tradimento come fu predetto. […] Sebbene io abbia avuto qualche indicazione sulla tua identità, loro non ne sono certi. Non so chi tu sia, né dove tu sia mentre scrivo queste parole, né ho mai voluto scoprirlo. Questo so: che tu sei incarnata, che ti manifesterai, che devo proseguire l’opera che porto avanti fin dall’inizio: ciò che sarà finché tutti non saremo entrati nella Città delle Piramidi.

Parsons non avrà mai occasione di conoscere la sua figlia magica: morirà nell’esplosione del suo laboratorio il 17 Giugno del 1952.

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L. Ron Hubbard.

Epilogo

Durante la sua vita Jack Parsons pose davvero le basi per una nuova era. Grazie alle sue intuizioni l’uomo ha potuto lasciare l’atmosfera terrestre e iniziare l’esplorazione dello spazio. Il Jet Propulsion Laboratory che ha contribuito a fondare oggi conta alle sue dipendenze oltre 5,500 scienziati e ha un budget annuale di oltre 1,4 miliardi di dollari. Lì sono stati costruiti i lander lunari, le sonde Voyager 1 e 2. A Parsons è stato dedicato anche un cratere sulla faccia oscura della Luna. Se il suo intento era quello far reclamare all’uomo “la sua antica eredità, le stelle”, allora Parsons c’è riuscito.

E l’altra nuova era, quella che doveva essere annunciata da Babalon? Questa operazione magica è scivolata nel corso dei decenni nel reame della mitologia delle “realtà alternative”, come del resto la stessa figura di Jack Parsons. Alcuni autori hanno voluto vedere nel rituale messo in atto da Parsons e Hubbard la vera causa dell’esplosione di avvistamenti UFO iniziata con l’avvistamento da parte dell’aviatore Kenneth Arnold nel 1947. Altri ancora vi hanno visto il “seme magico” del movimento hippie e della contestazione che sarebbero esplose quasi vent’anni dopo.

Sullo stesso Parsons abbondano le speculazioni più fantasiose: da chi pensa che sia esploso con il suo laboratorio mentre stava creando un homonculus, a chi è convinto sia stato assassinato, passando per quelli che pensano che abbia finto la morte per poter lavorare ad un progetto segreto sui viaggi nel tempo. Con un personaggio come Parsons, un precursore sotto molti aspetti, questi voli di fantasia sono quasi inevitabili, e allora concedetene uno anche a noi: e se una giovane donna avesse attraversato la storia degli ultimi settant’anni, rimanendo nell’ombra ma ponendo discretamente le basi per un nuovo mondo? E Se Babalon si manifestasse saremmo sicuri di saperla riconoscere?


Bibliografia

  • John CARTER, Sex and Rockets; The Occult World of Jack Parsons
  • George PENDLE, Strange Angel: The Otherworldly Life of Rocket Scientist John Whiteside Parsons
  • Jack PARSONS, Libertà
  • Jack PARSONS, Il Libro dell’Anticristo e altri scritti

3 commenti su “Il “Figlio della Luna”: i due volti di Jack Parsons

  1. in realtà fu Von Braun a gettare le basi per l esplorazione spaziale. Fu il tedesco a capo delle missioni spaziali e fu il missile v2 la base per arrivare al missile saturn

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