Ipnosi e psiche: intervista al prof. Giuseppe Vercelli

L’inconscio, come fondo oscuro, viene a coincidere con il destino ed è allora necessario modificare l’inconscio per modificare il destino. A questo proposito la dimensione della trance può rappresentare una particolare modalità di confronto e di dialogo con l’inconscio, in grado di far emergere alcune capacità spesso nascoste della nostra mente e anche di modificare i copioni attraverso cui costruiamo inconsciamente la realtà.

“Oltre il reale”

La dimensione del fantastico è sempre esistita. Nell’antichità, attraverso il ricorso a miti, saghe, leggende e cosmogonie, gli esseri umani hanno plasmato le proprie convinzioni e motivato le loro azioni. Oggi il fantastico continua a permeare la vita e l’inconscio collettivo dell’uomo, esprimendosi con mezzi certamente diversi ma sempre capaci di magnetizzare le nostre bussole interiori. Lovecraft, Machen, Meyrink, Smith e Tolkien sono cinque autori paradigmatici di questo genere, finalmente presentati in tutta la loro dignità letteraria e filosofica nel nuovo saggio edito da GOG edizioni.

René Guénon: “Il simbolismo del teatro”

Si può dire che il teatro sia un simbolo della manifestazione, della quale esprime nel modo più perfetto possibile il carattere illusorio; e questo simbolismo può essere considerato vuoi dal punto di vista dell’attore, vuoi da quello del teatro stesso. L’attore è un simbolo del «Sé», ovvero della personalità, che si manifesta attraverso una serie indefinita di stati e di modalità, i quali possono essere riguardati come altrettante parti diverse; ed è da rilevare l’importanza che aveva l’antico uso della maschera per la perfetta esattezza di questo simbolismo.

Hieronymus Bosch e le drôleries

Estraneo alla rappresentazione idealizzante della natura, Bosch si impose nell’immaginario collettivo come pittore di visioni oniriche, e così è stato in effetti definito nel corso dei secoli fino ai nostri giorni: come pittore del fantastico e del sogno, o anche dell’incubo, pittore del demoniaco e dell’inferno per eccellenza. Eppure le sue opere rimandano sempre ad una realtà altra, in cui le categorie tradizionali di Bellezza, Eternità e Senso sono (ancora) presenti, seppur in forma rinnovata.


I rapimenti dei Fairies e il mistero dei “Missing 411”

Ogni anno decine di persone scompaiono improvvisamente nei Parchi Nazionali statunitensi, in situazioni inspiegabili e senza lasciare alcuna traccia; il detective David Paulides, che da decenni studia questi casi misteriosi da lui definiti “Missing 411”, ha individuato alcuni pattern ricorrenti che, analizzati con un occhio alle antiche tradizioni (sia europee che dei nativi americani), ci riportano alle credenze del folklore riguardanti i “water-babies” e altre entità feriche dimoranti nel “mondo invisibile”, cui talvolta si ritiene che l’essere umano, volente o nolente, riesca ad accedere, talvolta per non fare mai più ritorno nel nostro mondo.

Il rito iraniano dell’Ashura, tra religione e politica

Durante la cerimonia dell’ashura gli sciiti si richiamano miticamente all’autosacrificio esemplare del terzo imam Husayn inserendolo nell’ambito cosmologico della guerra cosmica, di derivazione madzeista, tra i principi del bene contro il male; in un continuo connubio tra sfera politica e religiosa, i confini tra le due si fanno sempre più confusi, e la dimensione religiosa giustifica il sentimento politico, mentre il sentimento locale sfocia in un dramma di portata globale.


Iside germanica

Sull’identità della Iside “navale” menzionata da Tacito nella «Germania» si è aperta una vera e propria querelle tra chi la considera un’importazione romana –– che avrebbe il suo riflesso nella pratica del “Navigium Isidis” — e chi, come Georges Dumézil, la ritiene connessa ad una originaria dea germanica, Freyja o Nerthus. Ma, al di là delle denominazioni, la categoria a cui la dea può essere ascritta è quella più ampia delle Grandi Dee del periodo arcaico, comprese anche Rea e Cibele.

L’iniziazione sciamanica e le vie dell’Aldilà nella tradizione nordamericana

Similmente alla tradizione europea, anche quella nordamericana riconosce nel periodo del solstizio d’inverno la “porta” d’accesso al mondo dei morti e degli spiriti e, quindi, il tempo adatto alle iniziazioni giovanili e alle cerimonie mascherate, tra cui quella irochese delle “Facce False” e quella kwakiutl dello “Spirito Cannibale”. Queste credenze e pratiche, nonché l’analisi dei viaggi sciamanici al “Villaggio degli Spiriti”, ci consentono di comprendere le dottrine dei popoli nativi del Nordamerica sulle varie anime che compongono l’essere umano e sul rapporto intrattenuto dai vivi con il mondo degli spiriti.