Il cammino solitario del cinabro

ยซFrainteso da amici e nemici, lottรฒ da solo contro il mondo modernoยป: questo necrologio a Julius Evola mette bene in luce il daimon โ€˜prometeico-luciferinoโ€™ che lo accompagnรฒ durante lโ€™intero cammino terreno, facendone un pensatore unico nel panorama del โ€˜900, come emerge limpidamente dalla sua opera piรน autobiografica, โ€œIl cammino del cinabroโ€, recentemente ristampata dalle Edizioni Mediterranee.


di Marco Maculotti

ยซ โ€œSaggi sullโ€™Idealismo magicoโ€; โ€œLโ€™uomo come potenzaโ€; โ€œTeoria dellโ€™Individuo assolutoโ€โ€ฆ; libri che il frequentatore di biblioteche osserva di sfuggita, presentendo dietro le apparenze stravaganti una forza temibile, un fuoco dal quale รจ facile essere investiti e travolti. Ricordo ancora lo sgomento suscitato, sia pure in ristrette cerchie di studiosi, dalle prime enunciazioni della preoccupante teoria. โ€œPazzescoโ€, โ€œinauditoโ€, โ€œformidabileโ€, โ€œdegno del rogoโ€โ€ฆ ยปย [1]

In un celebre discorso, Pierre Drieu La Rochelle affermรฒ che ยซla funzione degli intellettuali, o almeno di un certo tipo di intellettuali, รจ di andare al di lร  dellโ€™avvenimento, di tentare cammini rischiosi, di percorrere tutte le strade possibili della storiaยป. Pochi ritratti di โ€œintellettualiโ€ combaciano con tale identikit, che potremmo in un certo senso definire prometeico-luciferino, quanto una delle menti piรน controverse (e mal comprese) della cultura italiana del Novecento: il filosofo e โ€œtradizionalistaโ€ romano Julius Evola (1898 โ€“ 1974).

Lโ€™aspetto biografico della sua opera (sia letteraria che โ€œalchemicaโ€) e le tappe di unโ€™esistenza che ben prima della sua morte assunse caratteristiche โ€œmitologicheโ€ furono narrati in prima persona da Evola stesso nel libro-documento intitolatoย Il cammino del cinabroย [2], pubblicato per la prima volta nel 1963. La recente ristampa (2018) da parte delle Edizioni Mediterranee di Roma, per la collana โ€œOpere di Julius Evolaโ€ a cura di Gianfranco de Turris, costituisce la quarta edizione corretta, riveduta e aumentata considerevolmente con molteplici note, appendici, bibliografie, fotografie, documenti inediti e saggi di Geminello Alvi (โ€œLโ€™ebbrezza del vuotoโ€) e Andrea Scarabelli (โ€œIl cammino editoriale de โ€˜Il cammino del cinabro'โ€), per un totale di quasi 500 pagine. Unโ€™edizione, dunque, imperdibile per gli ammiratori di Evola e per coloro che volessero conoscerlo โ€œpiรน da vicinoโ€, con riguardo allโ€™ambito piรน prettamente storico-biografico del suo solitario cammino terreno.

Siamo consapevoli dellโ€™impossibilitร  di fornire, in questo breve articolo-recensione, un quadro generale esaustivo della vita di Evola; su ciรฒ, rimandiamo alla lettura integrale del libro in questione. Da parte nostra, in questa sede ci limiteremo a definire a grandi linee la vita del filosofo ed esoterista romano, sottolineando qua e lร  certi episodi particolarmente degni di nota e alcune posizioni ideologiche che egli maturรฒ negli anni; a tal fine, suddivideremo la biografia di Evola in tre โ€œmacro-fasiโ€ย (della durata di circa 25 anni lโ€™una)ย che ricondurremo idealmente, non senza un significato recondito, alle fasi dellโ€™Ars alchemica: quella giovanile o della Nigredoย (fino al 1922), quella matura o dellโ€™Albedoย (dal โ€™23 alla fine degli anni Quaranta) e infine quella della vecchiaia o della Rubedo(dagli anni Cinquanta alla morte avvenuta nel 1974).

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La giovinezza: Nigredo

Chi fu Julius Evola prima di diventare Julius Evola?ย Fin dagli anni giovanili, egli afferma nellโ€™incipit de Il cammino, due โ€œdisposizioniโ€ sembrano aver plasmato la sua natura: da una parte, un ยซimpulso alla trascendenzaยป, da cui dovette conseguire un ยซcerto distacco dallโ€™umanoยป e una ยซcerta insensibilitร  e freddezza dโ€™animoยป; dallโ€™altra, unโ€™attitudine ยซda kshatriyaยป, termine che in sanscrito denomina ยซun tipo umano incline allโ€™azione e allโ€™affermazione, โ€œguerrieroโ€ in senso latoยป. E tuttavia, continua il filosofo romanoย [3]:

ยซ Non posso ricondurre le disposizioni di cui ho parlato ad influenze dโ€™ambiente nรฉ a fattori ereditari (nel senso corrente, biologico). Debbo pochissimo allโ€™ambiente, allโ€™educazione, alla linea del mio sangue. In larga misura, mi sono trovato in contrasto sia con la tradizione predominante in Occidente โ€” il cristianesimo e il cattolicesimo โ€” sia con la civiltร  attuale, col โ€œmondo modernoโ€ democratico e materialista, sia con la cultura e la mentalitร  prevalenti nella nazione in cui sono nato, lโ€™Italia, sia, infine, col mio ambiente familiare. Se mai, lโ€™influenza di tutto ciรฒ รจ stata indiretta, negativa: in me ha favorito solo delle reazioni. ยป

Tornato nella capitale dopo la Grande Guerra, il giovane Julius si trovรฒ catapultato in un periodo di crisi che segnรฒ per lui una vera e propria catarsi: un momento topico della sua esistenza, inquadrabile nel senso di una necessaria fase iniziale di Nigredo, senza la quale sarebbe stato impossibile mirare alle altezze piรน vertiginose dellโ€™Albedo e della Rubedo. Non รจ un caso, a nostro parere, che tale tappa importantissima nella formazione dellโ€™Evola โ€œfilosofoโ€ si risolse โ€” tra le altre cose โ€” in una serie di sperimentazioni con sostanze psicotrope, tra cui probabilmente la psilocibina. Ecco come ricorda Evola questa tragica ma ineludibile fase di Nigredoย [4]:

ยซ โ€ฆsi acutizzarono in me lโ€™insofferenza per la vita normale alla quale ero tornato, il senso dellโ€™inconsistenza e della vanitร  degli scopi che normalmente impegnavano le attivitร  umane. In modo confuso ma intenso, si manifestava il congenito alla trascendenza. In questo contesto, vi รจ anche da accennare allโ€™effetto di alcune esperienze interiori da me affrontate a tutta prima senza unaย  precisa tecnica e coscienza del fine, con lโ€™aiuto di certe sostanze che non sono gli stupefacenti piรน in uso, e lโ€™impiego delle quali richiede anzi, nei piรน, il superamento di una naturale rivolta dellโ€™organismo e un particolare controllo di esso. Mi portai, per tal via, verso forme di coscienza in parte staccate dai sensi fisici. Passai non di rado vicino allโ€™area delle allucinazioni visionarie e forsโ€™anche della pazzia. Ma una costituzione fondamentalmente sana, il carattere autentico dellโ€™impulso che mi aveva condotto verso queste avventure e una intrepidezza dello spirito mi portarono oltre. ยป

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Julius Evola, โ€œLa libra sโ€™infiamma e le piramidiโ€, 1920-21.

I frutti maggiori di tali esperienze si possono rintracciare nellโ€™avergli fornito, per dirla con le sue parole, ยซpunti di riferimento a cui altrimenti forse con difficoltร  [sarebbe] giuntoยป, prospettive e intuizioni inadeguate a cogliersi coi soli mezzi della mente razionale. Evola mise in relazione questo periodo di travagliata crescita interiore con un concetto orientale, ยซlโ€™essere morsi dalla serpeยปย [5], che definisce precisamenteย ยซun bisogno di intensitร  e di assoluto, a cui nessun oggetto normale appare adeguatoโ€ฆ donde, anche, una specie di cupio dissolvi, un impulso a disperdersi e a perdersiยป.ย Se gli studiosi dellโ€™Ars alchemica e i lettori de La Tradizione ermetica dello stesso Evola non avranno particolari problemi a mettere in relazione tali concetti con la fase iniziale della โ€œGrande Operaโ€ da noi summenzionata, ci limiteremo a notare come tale impulso a disperdersi e perdersi sia idealmente, nella tradizione induista, da connettersi alla guแน‡a tamas, il cui โ€œpotereโ€ รจ straripante proprio nelle fasi di Nigredo (laddove la guแน‡a sattva รจ propria della fase Albedo e la guแน‡a rajas dellaย Rubedo).

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Nondimeno si puรฒ notare che, persino in questa prima fase di presa di coscienza estrema, le sue disposizioni genetiche โ€” termine che vorremmo qui intendere, seguendo le indicazioni dellโ€™autore, piรน in connessione con il Genius che con la gens โ€” orientarono โ€œeroicamenteโ€ una tale esperienza potenzialmente annichilente. Il carattere autentico dellโ€™impulso che lo aveva guidato in queste โ€œscorribande psichedelicheโ€ e cosรฌ pure lโ€™intrepidezza dello spirito giร  dimostrano il crisma evoliano, presente fin dalla gioventรน, di โ€œguerrieroโ€ โ€” o di kshatriya, direbbe lui. Attitudini che dโ€™altronde sono pienamente realizzate nella guแน‡a rajas, equivalente allโ€™impulso di movimento, allโ€™instabilitร , allโ€™attivitร  e allโ€™ardente desiderio di cambiamento; guแน‡a che non a caso si riteneva pienamente realizzata, nellโ€™India antica, dalla casta dei kshatriya. Un impulso, per citare ancora il Nostro, ยซa portare sino in fondo, verso il limite, ogni esperienza, per quindi andar oltreยปย [6].ย Qui si ebbe a formare (o meglio, a manifestare prepotentemente) il daimon-Evola prima ancora del pensatore e del filosofo; da queste esperienze lโ€™Evola-persona trasse le direttive su cui avrebbe orientato, da quel momento in poi, la propria vitaย [7]:

ยซ โ€ฆlโ€™orientamento, da allora, fu essenzialmente questo: cercar di giustificare la mia esistenza con compiti e attivitร  che non avessero un carattere puramente individuale o, almeno, che a me non sembrassero tali; poi, dovunque fosse possibile, interrogare ciรฒ che viene chiamato comunemente destino, saggiandolo, in ordine a quanto si riferiva al continuarsi della mia esistenza presa nel suo complesso. ยป

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Otto Dix, โ€œSelf-Portait as Marsโ€, 1915.

La maturitร : Albedo

Dopo le โ€œconfessioniโ€ del capitolo introduttivo, il Cammino prosegue trattando lโ€™esperienza in prima persona nel mondo dadaista ed esponendo considerazioni personali sullโ€™arte astratta (cap. 2); quindi lโ€™esposizione entra nel vivo della produzione evoliana, il cosiddetto ยซperiodo speculativoยป o filosofico (cap. 3).ย Si tratta degli anni intercorrenti dal 1923 al โ€™27, che vedono la redazione (sebbene la pubblicazione avvenga talvolta diversi anni dopo) di Saggi sullโ€™idealismo magico (prima pubbl. 1925), Lโ€™individuo e il divenire del mondo (1926), Lโ€™uomo come potenza (1927) e Teoria dellโ€™Individuo Assoluto (1927) e Fenomenologia dellโ€™individuo assoluto (1930). Sono i testi piรน prettamente filosofici di Evola che โ€” pur pescando a piene mani dalle tradizioni classiche quali il taoismo, lโ€™induismo, e lโ€™ellenismo โ€” non manca di unire qui i suoi interessi filosofici stricto sensuย (tra i menzionati, Nietzsche, Hegel e Michelstaedter) con le sue passioni โ€œmetafisicheโ€ e โ€œtradizionalisteโ€. รˆ anche il periodo del Gruppo di Ur, sodalizio esoterico da cui prese vita la pubblicazione dellโ€™omonima rivista (di cui Evola fu il primo direttore), fondato nel โ€™26 da Arturo Reghini e Giovanni Colazza.

Il capitolo 4, โ€œLโ€™approccio allโ€™Oriente e il mito paganoโ€, tratta degli scritti del medesimo periodo (sebbene pubblicati a distanza di decenni) che si differenziano dai precedenti perchรฉ del tutto incentrati sulla tradizione orientale, in special modo induista: La dottrina del risveglio (1943) e Lo Yoga della potenza (1949). Ma in questo capitolo Evola parla anche della gestazione di uno dei suoi lavori piรน noti che, sebbene cโ€™entri solo marginalmente con gli studi orientalistici, entra a pieno diretto nellโ€™alveo degli studi โ€œpaganiโ€ del filosofo romano negli anni โ€™20 e โ€™30 del Novecento, sin dallโ€™altisonante titolo: Imperialismo pagano (1928). In questo lungo periodo che inizia negli anni Venti e prosegue grossomodo fino alla fine degli anni Quaranta (periodo che comprende anche il celeberrimo Rivolta contro il mondo moderno, a cui si accennerร  sotto)ย si puรฒ, secondo il nostro schema concettuale, ricondurre la faseย Albedo del pensiero evoliano, quella che potremmo definireย pars construensย del suo pensiero, da porre idealmente in contrapposizione dicotomica con la successivaย pars destruensย legata allaย Rubedo, fase di espansione marzialmente โ€œprometeicaโ€, collocabile temporalmente dal principio degli anni Cinquanta alla sua dipartita: anni in cui Evola mise nero su bianco le sue pungenti (e alquanto profetiche) critiche alla direzione che ha imboccato lโ€™altrettanto faustiano โ€œmondo modernoโ€ย โ€” vale a dire โ€œoccidentaleโ€.

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Dragos Kalajic, โ€œCardo principaleโ€.

ยซ Era di fronte al mondo della Tradizione che il mondo moderno appariva come una civiltร  anomala e regressiva, nata da una crisi e da una deviazione profonda dellโ€™umanitร โ€ฆ ยปย [8]

Sin dal principio degli anni Trenta si acuisce sempre piรน nel pensiero del filosofo lโ€™ossessione della dicotomia ยซmondo tradizionaleยป/ยซmondo modernoยป, non priva di contatti con lโ€™equivalente eliadiana ยซsacroยป/ยซprofanoยป. Alcune osservazioni โ€” o forse sarebbe meglio dire vaticini โ€” contenute nel libro summenzionato sembrano investite di una potenza espressiva che ricorda ora Nietzsche ora gli scritti degli anni โ€™60/โ€™70 di Giorgio Colli sulla tradizione greca, dando non di rado lโ€™impressione di evolvere fino al parossismo (allโ€™eschaton dellโ€™esprimibile, si potrebbe dire); quasi che quelle di Evola siano metastasi sintattiche da seguire fino in fondo, per uscire dalla labirintica trappola del โ€œmondo modernoโ€.ย 

Le visioni di Evola anticipano di qualche decennio quelle del suo (quasi) omologo tedesco Ernst Jรผnger, soprattutto quello di Al muro del tempo (1959) [9], e al tempo stesso riecheggiano le intuizioni esposte da questโ€™ultimo inย Der Arbeiterย (1932), su cui peraltro il Nostro redasse un corposo commento (Lโ€™ยซOperaioยป nel pensiero di Ernst Jรผnger,ย 1959). Ecco, a titolo di esempio, unโ€™invettiva particolarmente pregnante, carica di pathos,ย riportata pure nel Camminoย [10]:ย 

ยซ Lโ€™attuale โ€œcivilizzazioneโ€ dโ€™Occidente รจ in attesa di un rivolgimento sostanziale senza il quale รจ destinata, prima o dopo, a crollare. Essa ha realizzato la perversione piรน completa di ogni ordine razionale delle cose. Regno della materia, dellโ€™oro, della macchina, del numero, in essa non vi รจ piรน respiro nรฉ libertร  nรฉ luce. Lโ€™Occidenteโ€ฆ non conosce piรน la naturaโ€ฆ la natura รจ decaduta in una esterioritร  opaca e fatale di cui le scienze profane cercano di ignorare il mistero con piccole leggi e piccole ipotesi. Non conosce piรน la Sapienzaโ€ฆ la superba realtร  di coloro in cui lโ€™idea si รจ fatta sangue, vita, potenzaโ€ฆ Non conosce piรน lo Statoโ€ฆ Che cosa sia la guerra โ€” la guerra voluta in sรฉ come un valore superiore e una via di realizzazione spiritualeโ€ฆ non lo sanno piรน, questi formidabili โ€˜attivistiโ€™ dโ€™Europaโ€ฆ che non conoscono guerrieri ma soltanto soldatiโ€ฆ รˆ un gran corpo anodino, che si getta or qua or lร  spinto da forze oscure e imprevedibili le quali schiacciano inesorabilmente chiunque voglia opporsi o soltanto sottrarsi allโ€™ingranaggio. Tutto ciรฒ ha potuto la โ€œcivilizzazioneโ€ dโ€™Occidenteโ€ฆ E il cerchio si serra ognor di piรน intorno ai pochi che siano capaci del grande disgusto e della grande rivolta. ยป

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Julius Evola, โ€œFucina, studio di rumoriโ€, 1918.

La vecchiaia: Rubedo

Temi che riemergono anche nel secondo dopoguerra, sebbene in questa terza fase della sua vita Julius Evola si volga piรน verso un tipo di analisi filosofico-sociologica che meramente mitico-tradizionale (eccezion fatta per Metafisica del sesso, uno dei suoi lavori migliori, pubblicato nel 1958), tanto imperturbabile e distaccata quanto fervente e drammaticamente profetica. รˆ il periodo di Orientamenti (1950), Gli uomini e le rovine (1953) e, in seguito, Cavalcare la tigre (1961), nonchรฉ dei saggi contenuti ne Lโ€™arco e la clava (1968), che verrร  pubblicato un lustro dopo Il cammino del cinabro.ย Anche qui lโ€™impressione รจ quella di avvertire echi jรผngeriani โ€” in special modo per quanto riguarda la visione escatologica de Al muro del tempo, con le sue tenebrose ยซpotenze miticheยป, risvegliate dallโ€™isteria trionfante del ยซmondo delle macchineยป, e lโ€™indicibile sensazione di appropinquarsi a velocitร  sempre piรน folle, nei meandri del Timewave Zeroย [11], verso lโ€™eschaton conclusivoย โ€” e considerazioni che riecheggiano lo Spengler e il Guรฉnon de La crisi del mondo moderno (1927) e Il regno della quantitร  e i segni dei tempi (1939), come la seguente (tratta dal cap. 9 del Cammino, โ€œLa โ€˜Rivolta contro il mondo modernoโ€™ e il mistero del Graalโ€), in cui viene esposta unโ€™immagine per niente rassicurante del caos che pervade lโ€™Occidente contemporaneoย [12]:

ยซ Sconsacrazione generale dellโ€™esistenza, dapprima individualismo e razionalismo, poi collettivismo, materialismo e meccanicismo, infine aperture a forze appartenenti non piรน a ciรฒ che al disopra dellโ€™uomo ma a ciรฒ che sta al disotto di lui, a determinare le forme, gli interessi e la sinistra potenza di una civilizzazione generale planetaria nel moto accelerato che porta verso il chiudersi di un grande ciclo, in termini ben piรน vasti dello spengleriano โ€œtramonto dellโ€™Occidenteโ€. ยป

Ancora una volta, per evadere dallโ€™impasse ideologico ed esistenzialeย รจ essenziale ritornare agli Antichi, al modo di pensare tradizionale, mediante il quale ogni societร  โ€œsanaโ€ mai esistita ha da sempre decodificato e plasmato il โ€œmondo del realeโ€. Da questa prospettiva, una reminiscenza del Viล›nu Purana o dei classici latini puรฒ essere di lezione anche con riguardo ai meccanismi arimanici di questo snaturato โ€œmondo modernoโ€, persino in questi โ€œtempi ultimiโ€ in cui sembra che โ€œtutto sia ormai perdutoโ€ย [13]:

ยซ โ€ฆricordai che una frase di Tacito aveva giร  indicato con esattezza il processo che doveva realizzarsi su vasta scala nei tempi ultimi: โ€œPer rovesciare lo Stato [lo Stato vero, organico, tradizionale] mettono avanti la libertร ; una volta giunti a tanto, attaccheranno anche questaโ€. ยป

La visione ciclico-tradizionale e involutiva della storia del cosmo โ€” dottrina esoterica che fu โ€œcavallo di battagliaโ€ evoliano sin almeno dallโ€™indispensabile โ€œtrattato di morfologia della storia delle civiltร โ€ Rivolta contro il mondo moderno (1934), corroborata dalla Sapienza Sacra di Induisti, Persiani, Ellenici, Estremo-Orientali e Precolombiani โ€” viene in questo periodo vissuta dal filosofo alla stregua di unโ€™amara quanto ineludibile profezia, foriera di un evento catastrofico che sโ€™ha da realizzarsi immancabilmente. Da qui, il forte pessimismo delle sue analisi degli anni โ€™60 e lโ€™impressione sempre piรน stringente che ormai ยซnon sia rimasto piรน nulla da tentareยป se non cercare di rimanere, stoicamente, in piedi tra le rovine.

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Sascha Schneider, โ€œDer Anarchistโ€, 1894.

Fu proprio la professione coerente e reiterata di un ordine di idee a tal punto inattualiย eย anti-moderne, oltre alla pubblicazione del giร  menzionato Orientamenti e la redazione di un paio di articoli per la rivista Imperium, a far piombare il filosofo in quella che si puรฒ a buon diritto definire una tragicommedia kafkiana. La farsa ebbe inizio il 24 maggio 1951, giorno in cui Evola venne arrestato con lโ€™imputazione di costituire lโ€™โ€œispiratoreโ€ (il โ€œmandante moraleโ€, si direbbe oggi) di una presunta ยซcongiura intesa nรฉ piรน nรฉ meno che a restaurare il regime fascistaยป [14]. A dimostrazione dellโ€™inconsistenza dellโ€™accusa quasi tutti gli imputati furono assolti, il processo finรฌ in una bolla di sapone e ยซvalse solo a coprire di ridicolo gli zelanti funzionari della polizia politica della nuova Repubblicaยป.ย Tra lโ€™imbarazzo generale, due guardie condussero in aula il convalescente Evola, ormai invalido a causa dallโ€™esplosione viennese di cui era stato vittima qualche anno prima, il quale, nonostante lo stato di salute in cui giaceva, scelse di difendersi in prima persona dalle imputazioni che versavano sulla sua persona. Il succo della sua arringa difensiva (peraltro tuttโ€™oggi estremamente attuale, nonostante siano passati quasi settantโ€™anni) รจ riportata nel capitolo 12 del Cammino, in cui si puรฒ leggereย [15]:

ยซ Dissi che attribuirmi idee โ€œfascisteโ€ era un assurdo. Non in quanto erano โ€œfascisteโ€, ma solo in quanto rappresentavano, nel fascismo, la riapparizione di principi della grande tradizione europea di Destra in genere, io potevo aver difeso e potevo continuare a difendere certe concezioni in fatto di dottrina dello Stato. Si era liberi di fare il processo a tali concezioni. Ma in tal caso si dovevano far sedere sullo stesso banco degli accusati il Platone de Lo Stato, un Metternich, un Bismarck, Dante del De Monarchia e via dicendo. Ma, evidentemente, nelle bassure attuali, pei piรน altro non esisteva che lโ€™antitesi fascismo-antifascismo, e non essere democratici, socialisti o comunisti equivaleva automaticamente ad essere โ€œfascistaโ€. ยป

In queste pagine del Cammino, Evola enuncia per lโ€™ennesima volta il suo anelito ideale a uno Stato di tipo โ€œorganicoโ€ e โ€œtradizionaleโ€, simile a quello che ha retto per millenni il consorzio umano, dallโ€™Egitto faraonico alla Mezzaluna Fertile, dai Greci allโ€™antica Roma e quindi, sebbene in maniera giร  piรน flebile, nel Medioevo, e che terminรฒ con lโ€™Era dei Lumi, per degenerare infine nel cosiddetto โ€œmondo moderno delle macchineโ€. Un ideale, come si puรฒ ben comprendere, in forte contrasto con il paradigma occidentale, democratico e progressista, materialista e meccanicista, ateo e scientista, e in cui non trova spazio la cosรฌ temuta quanto insensata ยซdemonรฌa dellโ€™economiaยป, nel cui ยซcircolo chiuso e buioโ€ฆ si muovono sia marxismo che capitalismo, una identica concezione materialistica della vita e dei valori stando alla base dellโ€™uno e dellโ€™altroยป [16].

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Per concludere questo nostro approfondimento sulla figura di Julius Evola devesi infine sottolineare il fatto che, come spesso accade nelle biografie di personaggi cosรฌ peculiari, la morte ebbe una coerenza assoluta con la vita. Sul punto di morte, il filosofo chiese ai presenti di sorreggerlo, per poter spirare in piedi, guardando il Gianicolo al di fuori della finestra del suo appartamento romano al settimo piano. Cremato alla maniera degli antichi cavalieri indoeuropei e dei patrizi romani, le sue ceneri furono in seguito, dietro sua esplicita richiesta testamentaria, disperse ai venti del Monte Rosa, le cui pendici Evola in vita scalรฒ; meravigliosa metafora di unโ€™esistenza sempre affrontata controcorrente, in salita perenne e in ascetica solitudine, e di uno spirito realmente libero che, anche dopo il fisico dipartir, seguirรฒ a ergersi a inesplorate altezze, laddove solo pochissimi osano giungere, lontano dalle chiassose moltitudiniย [17].

ยซ Frainteso da amici e nemici,
lottรฒ da solo contro il mondo moderno. ยป

(Necrologio apparso sul Corriere della Sera del 13 giugno 1974)

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Lโ€™ultima foto di Julius Evola, 1974.

Note:

[1]ย E. Servadio, Evola, o il mago; in J. Evola, Il cammino del cinabro. Mediterranee, Roma, 2018, p. 179.

[2] Il cinabro o cinnabrite o cinnabarite o solfuro di mercurio รจ un mineraleย appartenente alla classe dei solfuri, dallโ€™aspetto rossiccio,ย chimicamente unโ€™unione di zolfo e mercurio. Per la sua capacitร  di trasformarsi in mercurio, il cinabro รจ alla base di tutto il pensiero alchemico cinese dellโ€™antichitร , e riveste un ruolo di primaria importanza anche nelle tecniche di longevitร  e di ricerca dellโ€™immortalitร , proprie del Taoismo. Secondo Mircea Eliade [Arti del metallo e alchimia, Bollati Boringhieri, Torino 2018, pp. 103 โ€“ 104) ยซil cinabro nasconde [โ€ฆ] il mistero della rigenerazione attraverso la morte [โ€ฆ] Ne consegue che esso puรฒ assicurare la rigenerazione perpetua del corpo umano e, in definitiva, procurare lโ€™immortalitร ยป.

[3]ย Cammino, p. 48.

[4]ย Ivi, pp. 53-54.

[5]ย Il romanziere austriaco Gustav Meyrink, noto ai piรน per Il Golem (1915), ebbe modo di scrivere, in un suo saggio, sullโ€™esperienza del โ€œmorso del serpenteโ€, in questi termini che ben rispecchiano da una parte le โ€œconfessioniโ€ di Evola, dallโ€™altra le nostre precisazioni aggiuntive: ยซUomini di ogni popolo e di ogni epoca portano i segni del morso di questo serpente, e dalle loro schiere โ€” divenute sterminate nel corso dei tempi โ€” รจ nato quellโ€™esercito, tormentato dalla sete per il trascendente, che, attribuendosi mete occulte, costituisce per gli altri un enigma irresolubile. โ€œDegeneratiโ€, ha definito Max Nordeau questi esseri morsi dal serpente, ma Gesรน Cristo li ha chiamati โ€œil sale della Terraโ€. Il veleno del serpente provoca in alcuni un impulso oscuroย  e incomprensibile allโ€™autopunizione e allโ€™ascesi, mentre in altri si manifesta come anelito struggente verso una forza sovrasensibile, verso il sapere e la conoscenza metafisica, o come sete religiosa del divinoยป (G. Meyrink, La via del fachiro, in Alle frontiere dellโ€™occulto, a cura di G. de Turris e A. Scarabelli, Arktos 2018, p. 64). Su Meyrink, cfr. M. Maculotti,ย Gustav Meyrink alle frontiere dellโ€™occulto, su AXIS mundi.

[6]ย Cammino, p. 55.

[7]ย Ivi, p. 56.

[8]ย Ivi, p. 182.

[9]ย Un articolo-recensione di Evola suย Al muro del tempoย di Jรผnger รจ collazionata nella raccolta di saggiย Ricognizioni. Uomini e problemiย (1974).

[10]ย Cammino, p. 150.

[11]ย Per usare una terminologia di Terence McKenna, un altro indimenticato โ€œesploratore dellโ€™astraleโ€ (sebbene appartenente a una corrente culturale completamente diversa da quella di Evola) del secolo scorso; cfr. M. Maculotti,ย Verso il โ€œTimeWave Zeroโ€: Psichedelia ed Escatologia in Terence McKenna, su AXIS mundi.

[12]ย Cammino, p. 265

[13]ย Ivi, p. 357.

[14]ย Ivi, p. 351.

[15]ย Ivi, p. 353.

[16]ย Ivi, p. 358. Questa peculiare concezione di Evola riguardo il capitalismo statunitense e il comunismo sovietico come due facce della stessa medaglia emerge sin da Rivoltaย e in molte opere ed รจ presente in molti articoli scritti nelle decadi โ€™50/โ€™60; al lettore che desideri indagarla a fondo, si consiglia, a titolo di esempio, la lettura della raccolta di saggiย Civiltร  americana. Scritti sugli Stati Uniti 1930-1968ย (a cura di Alberto Lombardo; Controcorrente Edizioni, Napoli 2010).

[17]ย Si puรฒ considerare la passione di Evola per lโ€™alpinismo, come emerge dalle sue Meditazioni sulle vette: scritti sulla montagna 1927-1959ย (pubblicato con un tempismo perfetto nel 1973, appena prima della sua dipartita fisica), alla stregua di una โ€œestensione fisico-praticaโ€ delle sue concezioni filosofico-metafisiche. Si puรฒ affermare cheย Evola intendesse lโ€™alpinismo come pratica ascetica e meditativa: lo scopo che egli si prefiggeva era, anche qui, il superamento dei limiti della condizione umana attraverso lโ€™azione e la contemplazione, al punto che essi divengono, in taleย coniunctio oppositorum, i due elementi inseparabili di ยซunโ€™ascesa che si trasforma in ascesiยป (F.ย Demattรจ, โ€œJulius Evola, Meditazioni delle vetteโ€, in Secolo dโ€™Italia, 26 agosto 2003).


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