Disponibile sul nostro canale YouTube la diretta con la prof.essa Emanuela Chiavarelli dedicata al suo nuovo saggio di prossima uscita per Effigi.
ABSTRACT
Da sempre il patrimonio delle memorie collettive si ripropone inconsciamente per orientare l’umanità, soprattutto nelle crisi epocali. In una fase liminale, in cui la dimensione virtuale sta prendendo progressivamente il posto della realtà e la corsa al futuro implica, per la “legge degli opposti”, l’attrazione verso un passato ancestrale, come confermano le mode “primitivistiche” dei piercing e dei tatuaggi, l’irruzione del Drago – quell’ambiguo, atavico emblema delle forze inconsce, l’Uroboro ben noto alla psicoanalisi – può risultare incontrollabile se non se ne comprendono le originarie motivazioni e le ambivalenze simboliche, se, soprattutto, non si interviene concretamente per evitare che la violenza e il senso di morte prevalgano sulla vita, unico, autentico “valore” antropologico. Un’educazione priva di modelli coerenti favorisce inevitabilmente il caos emotivo. La crisi epocale che stiamo attraversando dopo il transito del III Millennio, per le situazioni paradossali dovute alla coesistenza di riferimenti conflittuali e addirittura opposti, che favoriscono un apprendimento “a doppio vincolo”, sembra riproporre il dramma delle origini, allorché, nel Giardino dell’Eden, il drago guardiano che avrebbe dovuto tutelare i pomi del Melo Cosmico, contrappose al divino divieto – “se ne mangerete morrete” – l’esortazione a trasgredire l’ordine per “diventare come dèi”. Ma l’avvenuta caduta che attiverà il divenire insieme al dualismo tipico della logica e delle Origini della Coscienza, si rivelerà altrettanto drammatica per l’Umanità. Divenuto consapevole della propria egoicità, l’individuo recepirà come unica certezza l’inevitabilità della morte. Sarà questo terrore incombente – definito “terrificante interno” dagli psicoanalisti – ad attivare, nell’instabilità della crisi odierna, la violenza verso quei “capri espiatori” su cui, nel gioco mistificatorio delle dinamiche inconsce, viene proiettata la colpa del proprio disagio insieme allo stesso senso di morte invece che rintracciarne le motivazioni nella propria interiorità. L’irrompere inconsapevole dei riferimenti arcaici si palesa in certi comportamenti giovanili apparentemente inspiegabili. I gesti di violenza immotivata, le aggressioni di gruppo verso i più deboli ricordano, ad esempio, i “riti di inversione” e le trasgressioni rituali celebrate nelle fasi critiche come sortilegi magico-analogici finalizzati a riportare l’ordine tramite il “rovesciamento” delle norme consuete. Ma gli atti di violenza riferiti alla sacralità che caratterizzava le fasi di crescita sotto il controllo socio-religioso non possono che risultare, oggi, drammaticamente insulsi ed effimeri perché, smarritasene la sacralità e il senso profondamente significativo, finiscono per ripetersi in un folle crescendo tragicamente distruttivo.
EMANUELA CHIAVARELLI
Studiosa del sacro, Emanuela Chiavarelli ricerca nelle attestazioni dei riti, dei miti, delle fiabe, delle tradizioni popolari il retaggio di eventi realmente accaduti che ispirarono i cerimoniali, i Misteri e la religiosità dei diversi popoli. Autrice di saggi antropologici, come “Sulle tracce della scarpina perduta” (Roma, Il Calamaio 2005-6), o “Il dio Asino: il mistero di un’antica divinità” (Roma, Tiellemedia 2006), ha pubblicato per Bulzoni “Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo sciamanismo alla “caccia selvaggia” (2007); “Intarsi: momenti di Antropologia” (2009); “La maschera e il Graal. Indagine sull’archetipo della «coppa»” (2012) e “Il mistero del labirinto: alla ricerca della «parola perduta»” (2016). Ha scritto tre saggi insieme a Luigi Pellini, due pubblicati per ASEQ – “Arlecchino: dio, demone e re. Origini sciamaniche di un culto arcaico” (2016), “L’albero, la grotta, i santuari. Sulle tracce della religione delle stelle” (2022) – e uno, “Dee e cavalli nei riti misterici del calendario” (2019), per Edizioni della Vita Nova. Scrive e ha scritto per le riviste “Tema”, “Psicoanalisi Forense”, “Psicoanalisi corporea”, “Studi sull’Oriente Cristiano” e “Arthos”. Ha collaborato con la Cattedra di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma, La Sapienza.

