Viracocha e i miti delle origini: creazione del mondo, antropogenesi, miti di fondazione

di Marco Maculotti


Ci siamo prefissati in questo ciclo di saggi classificati come ยซQuaderni Andiniยปย di mettere a fuoco gli aspetti piรน significativi dellaย tradizione dellโ€™antico Perรน, che si presentava molto piรน esteso dellโ€™attuale, comprendendo anche parte dellโ€™Ecuador, del Cile settentrionale e della Bolivia. Dopo aver trattato in precedenza la dottrina dei ยซCinque Soliยป e del Pachacuti [cfr. Pachacuti: cicli di creazione e distruzione del mondo nella tradizione andina] passiamo ora ad analizzare la principale figura numinosaย del pantheon andino: il dio creatore Viracocha (o Wiracocha o Huiracocha). Ai fini diย questa indagine, faremo soprattutto ricorsoย alle cronache antiche (Garcilaso Inca de la Vega, Sarmiento de Gamboa, Cristobal de Molina, Bernabรฉ Cobo, Guaman Poma, Juan de Betanzos, etc.) e al manoscritto di Huaru Chiri, tradotto solo di recente, che integreremo di volta in volta con i racconti del folklore rurale (collazionati dallโ€™antropologo Mario Polia) e con alcune delle ipotesi piรน recenti, qualoraย degne di nota.

Cโ€™รจ da dire, innanzitutto, che Viracocha veniva considerato giร ย dalle popolazioni preincas il creatore del mondo e della razza umana: la sua figura era,ย con tutta probabilitร , una rielaborazione della prima divinitร  degli antichi abitanti diย Tiahuanaco,ย il c.d. โ€œDio dei Bastoniโ€, o degli scettri (impugnava infatti due scettri dโ€™oro, come si puรฒ vedere ancora oggi nella sua raffigurazione sulla Porta del Sole di Tiahuanaco). Sulla costa ci si riferiva a lui come Pachacamac (โ€œcreatore della terra e del tempoโ€); tra i suoi epiteti registriamo inoltre quelli di โ€œSplendore Originarioโ€ e diย โ€œSignore (Maestro) del Mondoโ€, che lo pongono senza ombra di dubbio nellโ€™ร mbito funzionale degli dรจi primordiali [cfr. Il dio primordiale e triplice: corrispondenze esoteriche ed iconografiche nelle tradizioni antiche]. A tal riguardo, possiamo aggiungere che secondo Juan Santa Cruz Pachacutiย Viracocha era raffigurato con un disco ovale dโ€™oro che simboleggiava lโ€™uovo primordiale, alla stessa maniera dellโ€™egizio Ra, mentre a quanto scriveย Cristรณbal de Molina la sua immagine era riprodotta in una statua dโ€™oro con le sembianze di un bambino di dieci anni che teneva un braccio alzato in una posa benedicente, immagine che ricorda il Puer divino dei Misteri di Eleusi, nonchรฉ il successivo Gesรน bambino anchโ€™egli benedicente.

รˆ interessante ricordare che ilย culto di Viracocha non di rado entrรฒ in conflitto con quello di Inti, dio del Sole; ciรฒ causรฒ non pochiย dissapori, anche violenti, tra i sovrani Inca (quindi il potere regale) e la casta sacerdotale. Da ciรฒ si puรฒ comprendere come Viracocha dovette essere, nella cultura preincaica di Tiahuanaco, ben piรน di un dio solare, probabilmente un dio collegato a un polo immutabile superiore anche allo stesso astro eliaco, forse la Croce del Sud, anche se alcuni studiosi lo fanno corrispondereย anche, come Quetzalcรณatl in Messico, al pianeta Venere. E dโ€™altra parte si narra che fu proprio Viracocha a creare il Sole,ย dopo essereย sorto dalle acque tenebrose che esistevano allโ€™inizio dei tempi; creรฒ anche il cielo intero, con la Luna, le stelle, i pianeti e la terra. In seguito fu sempre lui a plasmare, nelle varie รจre del mondo, le diverseย umanitร , tra cui quella attuale, ultima sua creazione che seguรฌ lโ€™annientamento dei giganti del ยซQuarto Soleยป.

Per concludere questa introduzione, non รจ forse privo di interesse annotare comeโ€”similmente a Garuda che funge da veicolo aย Viล›nu nella tradizione indianaโ€” Viracochaย avesse un compagno alato, lโ€™uccello Inti, conoscitore del presente e del futuro (in questo ricordando anche Huginn e Muninn, i due corvi inviati da Odino/Wotanย in giro per il mondo allโ€™uopo di narrargli qualsiasiย fatto accaduto in ogni angolo del mondo). Non puรฒ essere comunque un caso il fatto che il nome del messaggero di Viracocha sia il medesimoย di quello del dio del sole: Inti. Evidentemente, questo mito veicola un concetto che abbiamo giร  ipotizzato sopra, vale a dire che Inti (il Sole) originariamente fosse considerato una sorta di messaggero di un dio superiore e primigenio, a lui sovraordinato gerarchicamente nel pantheon andino: Viracocha, appunto, il ยซpolo immutabileยป da cui si dipana la creazione intera del cosmo, e che dopo la creazione umana si ritira nel mondo invisibile, diventandoย un Deus otiosus. Nel corso dei secoli il suo culto verrร  ovunqueย soppiantato da quello del dio solare, soprattutto in seguito alla venuta dei primi mitici sovrani Inca.

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La โ€œPorta del Soleโ€ di Tiahuanaco, Bolivia.

Cosmogoniaย andina: la creazione del mondo

Allโ€™inizio del tempo tutto era immerso nellโ€™oscuritร , pianeti eย stelle non erano ancora venuti in esistenza: da questa tenebra primordiale, oceano indifferenziato, emerse il dio creatore Viracocha (il cui nome รจ traducibile anche come โ€œschiuma marinaโ€, forse a indicare il dinamismo dellโ€™onda sulla superficie calma del mare come simbolo di moto originario, di movimento primordiale che mette in atto la creazione).ย Nel cap. 15 del manoscritto di Huaru Chiri, consultabile in lingua italiana grazie ad una recente edizione a cura di Liliana Rosati (La storia vera di Huaru Chiri), si legge:

โ€œDicono che Cuniraya Huiracocha esisteva da tempi antichissimi. Prima di lui non cโ€™era nientโ€™altro in questo mondo. Fu lui che per primo animรฒ le montagne, gli alberi, i fiumi, ogni sorta di animali e anche i campi da coltivare perchรฉ lโ€™uomo potesse vivereโ€.

Sappiamo che gli uomini lo adoravano dicendo: โ€œTu che animi lโ€™uomo e la terra, tutte le cose sono tue, tuoi sono i campi, tuoi sono gli uominiโ€ [cap.1].

Di questo Viracocha primordiale parlรฒ il cronista Juan de Betanzos, il quale lo descrisse come:

โ€œil dio creatore che, emergendo dal Lago Titicaca allโ€™inizio del tempo, creรฒ la prima razza umana, identificata dalle cronache come una razza di giganti che, dopo aver vissuto per un certo periodo nellโ€™oscuritร , provocรฒ lโ€™ira del proprio creatore che mise fine alla loro civiltร  con un diluvio e trasformรฒ i sopravvissuti in statue di rocciaโ€,

come quelle che si possono vedere ancora oggi nel sito sacro di Tiahuanaco, sul lago Titicaca, nellโ€™attuale territorio boliviano [Urton, Op.cit., p. 35].ย In relazione a questa tradizione leggendaria, vari cronisti dei secoli XVI e XVII narrano che i monoliti esistenti a Pucara e Tiahuanaco furono โ€œsegnalati dai loro informatori come i testimoni pietrificati dellโ€™esistenza di queste prime epocheโ€ [Salazar,ย Cusco y el Valle Sagrado de losย Incas,ย p. 20]. Nella celebre relazione di padre Arriaga โ€œLโ€™estirpazione dellโ€™idolatria del Perรนโ€ (1621) si legge: โ€œAdorano anche i picchi, le rocce, e alcune pietre pure assai grandi e le pregano, chiamandole con nomi particolari; e hanno su queste mille favole e metamorfosi, chรฉ prima di convertirsi in pietra erano uominiโ€œ.

Dopo aver eliminato lโ€™umanitร  precedente,ย Viracocha diede inizio a una successiva creazione chiamando in esistenza i luminari celesti eโ€”solo in seguito a questa azioneโ€”creรฒ una seconda razza umana, modellando le rocce presenti sulle sponde del lago Titicaca.ย Si rende qui necessario un appunto di carattere mitico di cui sarร  bene tener conto durante laย lettura dei ยซQuaderni Andiniยปย (specialmente quando prossimamente parleremo del sito sacro di Tiahuanaco) [cfr. Lโ€™enigma di Tiahuanaco, culla degli Inca e โ€œIsola della Creazioneโ€ nella mitologia andina]: il lago Titicaca costituiva nella spazialitร  sacraย andina la fine del mondo conosciuto, oltre cui nulla esisteva. Nel cap. 22 del manoscritto di Huaru Chiri viene detto:

โ€œGli Inca probabilmente credevano che il mondo finisse nel Titicaca e nella laguna inferiore, nei luoghi chiamati Pachacamac. Oltre, non cโ€™era piรน neanche un solo villaggio e, forse, non esisteva alcunchรฉโ€.

In questo manoscritto,ย la figura del dio creatore si confonde con quella di Pariacaca, letteralmente โ€œroccia riscaldataโ€ [Rosati,ย Op. cit.,ย p. 59], che sembra essere di volta in volta un โ€˜doppioโ€™, un โ€˜figlioโ€™, un โ€˜messaggeroโ€™ e soprattutto unโ€™โ€˜emanazioneโ€™ del Viracocha/Huiracocha primordiale. Se la cosa al momento puรฒ apparire bizzarra, contiamo di dare maggiori chiarificazioni nei prossimi paragrafi.

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Tre Viracocha, tre funzioni

Dobbiamo infattiย notare che, analizzandoย con attenzione le cronache e le leggendeย antiche, sembrerebbe invero che per โ€œViracochaโ€ si intendano almeno tre tipi di figure (piรน o meno) mitiche:

  1. Uno divino, il Viracocha dio creatore della cosmogonia andina;
  2. Uno leggendario, il Viracocha eroe culturale dalle caratteristiche fisiche caucasiche,ย  di cui i nativi attendevano il ritorno, che alcuni studiosi moderni (cfr. Pierre Honorรฉ) hanno denominato il Dio Bianco; e, infine,
  3. Uno storico, lโ€™Inca Viracocha, ottavo sovrano del Tahuantinsuyu, soprannominato โ€œlโ€™Inca biancoโ€ perchรฉ anchโ€™egli di pelle eย capelli chiarissimi (secondo Garcilaso Inca, che ebbe modo di vederne la mummia, โ€œbianchi come la neveโ€œ).

Ad essi, la tradizione riconosce le rispettive funzioni:

  1. Il Viracocha divino, dio creatore, allโ€™inizio del tempo avrebbe dato vita al Sole, alla Luna, a tutti i luminari celesti e a diverse umanitร  (una per ogni โ€œSoleโ€, ovvero per ogni ciclo) tra cui lโ€™ultima รจ la razza umana attuale;
  2. Il Viracocha leggendarioย sarebbe giunto in tempi remoti da Oriente, avrebbe civilizzato unโ€™umanitร  primitiva e selvaggia, insegnandole tutte le arti, le scienze e le cognizioni tecniche, infine se ne sarebbe andato con la promessa di fare ritorno;ย 
  3. Il Viracocha storico, lโ€™ottavo Inca dellโ€™impero, fu in tempi storici un abilissimo stratega militare e un importante riformatore religioso dotato di veggenza: suo fu il sogno profetico sullโ€™arrivo futuro degli Spagnoli [cfr. Storia segreta della conquista del Perรน: il sogno profetico dellโ€™Inca Viracocha e la venuta degli Spagnoli].

Un confronto con Quetzalcรณatl

Ci viene da notare che anche nella tradizione messicana [cfr. Una lettura cosmogonica del pantheon della tradizione mexica, in unโ€™ottica di sincretismo religioso] (prima tolteca e in seguitoย azteca) si puรฒ trovare nei miti riguardanti Quetzalcรณatl la tripartizione di cui sopra. Troviamo infatti:

  1. Un Quetzalcรณatlย divino,ย il โ€œSerpente Piumatoโ€, creatore delย  mondo;ย 
  2. Un Quetzalcรณatl leggendario,ย un eroe civilizzatore dalla carnagione bianca e dalla lunga barba; e, infine,ย 
  3. Un Quetzalcรณatlย storico, il sesto sovrano dellโ€™impero tolteco, anchโ€™egli di pelle bianca e barbuto.

In Yucatan, poi, presso i Maya, la figura leggendaria del โ€œDio Biancoโ€ Quetzalcรณatl si sdoppia, consegnando al pantheon locale da una parte un mitico riformatore religioso, insegnante delle cose divine (Itzanna), dallโ€™altra un altrettanto mitico sovrano e invincibile guerriero (Kukulcan).

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Una rappresentazione del Quetzalcรณatl โ€œstoricoโ€.

Mito di antropogenesi

La tripartizione funzionale che abbiamo appena operato fra i tre โ€˜tipiโ€™ di Viracocha ci aiuterร  a capire meglio il mito riguardante la creazione dei primi antenati andiniย e, in seguito, la loro civilizzazione da parte di figure mitiche che appaiono come โ€˜emanazioniโ€™ del Viracocha originario. Infatti,ย secondo la tradizione, รจ il Viracocha primordiale (divino) a plasmare nella rocciaย (o nellโ€™argilla)ย i prototipi dellโ€™umanitร  attuale e a infondere in essi il โ€œsoffioโ€ (equivalente al pneuma ellenico, lo spirito vitale), ma sarร /saranno il/i Viracocha leggendari (suoi messaggeri/emanazioni) a chiamare in esistenza i ยซmembri-semeยป cosรฌ formati, durante il viaggio mitico di fondazione del Tahuantinsuyu. Ad essi, a nostro parere, va legata la figura di Pariacaca (o, meglio dei cinque Pariacacas) di cui abbiamo fatto menzione pocโ€™anzi e che tratteremo meglio oltre. Per il momento, basti questa frase estratta dal cap. 16 del manoscritto:

โ€œPariacaca, nato da cinque uova, era figlio di Cunirayaย [altro nome di Viracocha, nda]ย ed era in veritร  formato da cinque fratelliโ€.

Sono stati questi โ€œcinque fratelliโ€, nati da cinque uova, i misteriosi โ€˜messaggeriโ€™ del dio che indottrinarono e โ€˜iniziaronoโ€™ la razza umana degli albori alle arti, alle istituzioni religiose e civili e via dicendo. Il Viracocha supremo, creatore del mondo, dopo aver plasmato la forma umana si ritira nellโ€™etere, come รจ solito fare il dio supremo e primordiale di ogni cosmogonia antica (si pensi a Urano per lโ€™ambito europeo, a Varuna per quello indiano, a Wakan-Tanka per i nativi americani, etc.): diventa, con la terminologia dellโ€™Eliade, un Deus otiosus, lasciando operare da questo momento in poi gli agenti spirituali a lui subordinati. Questi ultimi, comunque, operano a seconda dei suoi ordini e delle sue direttive, oltre a portare il suo stesso nome, dal momento che la loro autoritร  (ovvero, funzione) deriva dalla sorgente primigenia del ยซpotere sacroยป, il Viracocha dio primordiale: per questo essi sono inquadrabili (piรน che come messaggeri o figli del dio) come sue emanazioni.

Devesiย comunque sottolineare come in pressochรฉ tutte le versioni del mitoย di antropogenesi permane la credenza secondo cui la (attuale) razza umana fu creata nei pressi del lago Titicaca e piรน precisamente a Tiahuanaco [cfr.ย Lโ€™enigma di Tiahuanaco, culla degli Inca e โ€œIsola della Creazioneโ€ nella mitologia andina], per poi essere chiamata in superficie, in un secondo momento, nei quattro angoli del Tahuantinsuyu: le cronache di Martรญn de Murรบa e Guaman Poma, cosรฌ come quelle di Betanzos, riferiscono che i ยซmembri-semiยป dellโ€™umanitร  del ยซQuinto Soleยป viaggiarono sottoterra dal lago Titicaca, ovvero il luogo dove vennero plasmati da Viracocha, fino alle grotte di Pacaritambo, dove infine emersero [Ibidem].

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A sn.: le tre pacarinas in unโ€™illustrazione dโ€™epoca di Guaman Poma; a dx.: il Pacaritambo.

Lโ€™emersione dai pacarinas

Una delle versioni piรน complete del mito รจ quella riportata da Cristobal de Molina. La sua narrazione dei fatti inizia in un tempo in cui la terra era popolata dalla prima razza, quella di giganti; poi venne uno spaventoso diluvio, le cui acque coprirono ogni cosa sulla terra fuorchรฉ le vette dei monti piรน alti. Gli unici sopravvissuti furono un uomo e una donna che, dopo che le acque si ritirarono, vennero posti da Viracocha sul lago Titicaca, presso Tiahuanaco.ย Successivamente, i membri originari della nuova umanitร  vennero piantati come semi sottoterra (in anfratti naturali come caverne e fonti) per un certo periodo di tempo, per poi essere in seguito chiamati in superficie (dallโ€™esistenza potenziale allโ€™esistenza effettiva) e suddivisi nelle quattro regioni del Tahuantinsuyu [Urton, Op. cit., p. 36]. Secondo altri cronisti, i membri della nuova umanitร  sono stati fatti in pietra (e non di mais come quelli dellโ€™America centrale); cosรฌ Betanzos:

โ€œ[Dicono che Huiracocha] fece di pietra un certo numero di individui [i membri-seme, nda], e un capo che li governava e li comandava [i Pariacacas, nda] e molte donne incinte e altre che avevano giร  partorito (โ€ฆ) tutto fatto di pietra (โ€ฆ) e cosรฌ fece tutta la gente del Perรน e delle sue province lรฌ in Tiahuanaco (โ€ฆ) e quando ebbe finito di formarli, ordinรฒ a tutti quelli che erano con lui di andarsene via.โ€

Da qui, i bultos in pietra costruiti dal dio โ€œviaggiano attraverso lโ€™interno della terra ed escono dalle fonti o sorgenti delle province dove erano stati destinatiโ€ [Rosati, Op. cit., p. 32]. Ad ogni modo, tutti concordano nellโ€™affermare che lโ€™umanitร  andina era sorta dai pacarinas (dal verbo pacariy, โ€œsorgere, apparire, spuntareโ€), vale a dire da fonti dโ€™acqua, montagne, lagune, grazie a unโ€™unica divinitร  creatrice [Ibidem, p. 30], ora (prevalentemente a sud) chiamata Viracocha/Huiracocha/Cuniraya, ora (sulla costa pacifica) denominata Pachacamac.ย Cosรฌ scrive Mario Polia, antropologo che vanta decenni di studi sul campo sul territorio andino [Polia, Il sangue del condor, p. 149]:

โ€œLe stirpi primeve degli uomini nacquero da quattro [secondo altri miti tre, nda] grotte abissali, le Caverne dellโ€™Aurora (paqarina), dopo che le forme di ognuna delle stirpi furono plasmate nel fango o scolpite nel sasso da Wiracocha, il Formatore, che infuse in esse il suo soffio.โ€

Le grotte da cui emersero gli antenati dellโ€™umanitร  del ยซQuinto Soleยป sono localizzate a circa 33 km. a sud di Cusco, in un luogo denominato Pacaritambo (โ€œcasa dellโ€™albaโ€ o โ€œluogo di origineโ€), presso la montagna Tambo Tโ€™oco (โ€œcasa finestraโ€). Qui, come narra il mito (Sarmiento de Gamboa, 1572), vi sono tre anfratti: gli antenati degli Inca, in numero di otto (quattro fratelli e quattro sorelle) uscirono dalla caverna centrale, Capac Toco (โ€œfinestra riccaโ€). Dalle due caverne laterali, chiamate Maras Toco e Sutic Toco, nacquero altre due umanitร  che poi divennero alleati (sottoposti) degli Inca. Le tre stirpi, come abbiamo giร  accennato, vennero chiamate in superficie da Con Tiki Viracocha.ย In tali credenze scorgiamo fondamenti mitologici comuni alle narrazioni tradizionali dellโ€™intero ร mbito americano, e segnatamente a quel particolare corpus di racconti mitici che vengono catalogati sotto la denominazione di ยซmiti di emersioneยป [cfr. I ยซmiti di emersioneยป nelle tradizioni dei Nativi Americani].

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Gli antenati primordiali: gli Orejones

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Statuetta dโ€™oro raffigurante un Orejone, cultura Inca.

I nomi degli otto fratelli e sorelle ยซsemeยป degli Inca, come li riportano le cronache di Sarmiento de Gamboa sono: Ayar Manco (Capac), Ayar Auca, Ayar Cachi, Ayar Uchu; Mama Ocllo, Mama Huaco, Mama Ipacura/Cura, Mamam Raua. Ayarย รจ un termine quechua che deriva da aya (โ€œcadavereโ€) e che ci permette di stabilire una connessione logica tra gli antenati mitici della stirpe inca e le credenze riguardanti la sacralitร  dei resti mummificati degli antenati reali, custoditi e venerati in una sala speciale del tempio del Sole a Cusco [Urton, Op. cit., p. 47], consuetudine sacra che lega la culturaย Inca ad altre civiltร  โ€˜solariโ€™ quali quelle dellโ€™antico Egitto e della Roma imperiale, ove era ben vivo il culto dellโ€™imperatore (sia vita natural durante, che dopo la dipartita).

Questi membri-seme della novella razza umana, che emergeranno dal sottosuolo solo in seguito alla dipartita di Viracocha dal piano terrestre, sarebbero i cosiddetti Orejones (โ€œgrandi orecchiโ€), i primi mitici inca da cui discenderanno poi tutti i sovrani dellโ€™impero andinoย [Ibidem, p. 39]. Tale denominazione deriva dalla consuetudine, comune agli appartenenti della casta piรน elevata, di conferirsi un segno di dignitร  regale bucandosi le orecchie e contemporaneamente stirandole.ย Anche le statue di Rapa Nui (vale a dire di quella che oggi viene denominata Isola di Pasqua) presentano questa caratteristica fisica, il cui scopo sarebbe indicare gli esseri rappresentanti come figure potenti, sovrane, forse divine. Curiosamente, questa usanza sembra essere testimoniata anche dallโ€™altra parte del mondo, nellโ€™iconografia buddhista di India e Cina, dove i Lojan (santi) hanno anchโ€™essi grandi orecchie allungate, probabilmente con un metodo simile a quello degli Inca.

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Mito diย fondazione di Qosqo

Secondo le narrazioni mitiche, presto tra i quattro antenati primordiali (e le loro quattro sorelle) nacque la discordia: alcuni di loro vennero eliminati dagli altri. Sebbene le lotte intestine si verifichino secondo la tradizione a pochi chilometri da Cusco, alla Qosqoย vera e propria giungerannoย solo Ayar Manco e Ayar Anca; tra le sorelle, la sola Mama Occlo รจ destinata a divenire la progenitrice della dinastia degli Inca, sposando il fratello Manco. Ayar Anca, da parte sua, deve soccombere in quanto ยซantenato ribelleยป, esattamente allo stesso modo in cui Remo, dopo aver violatoย i confini sacri dellโ€™Urbe, venne ucciso dal fratello Romolo.ย Come nel mito romano,ย ci troviamo in un racconto mitico di fondazione,ย fondato sulla competizione fraย due fratelli per il conseguimento dellaย sovranitร .ย Manco e Anca, infatti, avevano ricevuto dal Sole, loro padre, una barra (o uno scettro) dโ€™oro: laddove essa si fosse conficcata nel suolo, lรฌ sarebbeย dovuta sorgere Qosqo, lโ€™omphalos del futuro impero Inca. Diversi tentativi vanno a vuoto, finchรฉ finalmente Ayar Manco riesce a far penetrare il bastone dorato nella terra fertile, nella qualeย da quel momento sarร  possibile coltivare il mais. Ayar Anca, reo di aver deriso il fratello durante i tentativi infruttuosi, viene punito da Manco che, dopo aver issato lo scettro nel suolo, lo estrae per sfracellare il cranio al fratello.

Lo scettro e lโ€™Axis Mundi

Archetipicamenteย possiamo individuareย nel mito di fondazione di Qosqo una peculiaritร  tipica di questo genere di racconti sacri: lo scettro/barra come simbolo dellโ€™Axis Mundi, perno del cosmo, che viene issato ritualmente nel luogo prescelto dal capo designato (Ayar Manco). A questo proposito dobbiamo notare come, nei miti incaici delle cronache, Ayar Manco diventi Manco Capac: la sua nuova denominazione derivaย dal verbo quechua capayย (โ€œmisurare con i palmiโ€) e quindi egli sarebbeย โ€œcolui che misuraย coi palmiโ€: in altre parole, una riattualizzazione della funzione del dio primordiale Viracocha, il quale pure con i suoi scettri, rappresentazioneย dellโ€™asse cosmico, ordinรฒ il Mondo. Il punto in cui Manco pianta il suo scettroย diventa il centro dellโ€™impero, e infatti questo fu esattamente il ruolo storico della Valle Sacra di Cusco, punto di incrocioย delle quattro regioni del Tahuantinsuyu, ยซombelico del mondoยป incaico. Ayar Manco, issando il bastone dorato (principio sacro virile, verticale) nella fertile terra peruvianaย (Pachamama, la dea ctonio-tellurica della mitologia andina, principio sacro femminile, orizzontale), conduce il mondo a un ordine nuovo: lโ€™incrocio tra il sacro mascolino e il sacro femmineo รจ compiuto e il ribelle Anca, simbolo dellโ€™entropia e delle tenebre dellโ€™indifferenziazione come Remo, soccombe proprio quando questo nuovo ordine, tramite lโ€™esecuzione del gesto rituale prescritto dal padre Sole, viene adempiuto.

Unโ€™analisi approfondita di altri miti di tal guisa ci condurrebbeย troppo lontano; quiย basti, per farsi unโ€™idea, portareย come esempio quello riguardanteย Re Artรน, cheย conquista la sovranitร  medianteย lโ€™estrazione di una spada, la mitica Excalibur (anchโ€™essa, come la barra/scettro dorato di Manco, simbolo verticale dellโ€™Axis Mundi) conficcata in una rocciaย (simboleggiante la materia โ€˜femminileโ€™; epperรฒ laddove la terra del mito andino era fertile, trattandosi di un mito di fondazione, qui il principio tellurico sotto forma di roccia si denota al contrario come arido, quasi a voler veicolare lโ€™idea che, fino alla venuta di Artรน, la sovranitร  giaceva come โ€œcongelataโ€). Dโ€™altronde, fin dal nome, Artรน stesso si presenta come rappresentazioneย del ยซpolo immobileยป, dal momento che il suo nome deriva da Arktos, termine greco traducibile come โ€œorsoโ€ e miticamente connesso alle costellazioni dellโ€™Orsa Maggiore e dellโ€™Orsa Minore, che anticamente compivano la loro rivoluzione intorno al Polo Nord Celeste,ย laย primordiale stella polare, alpha-drakonis. Artรน dunque, in altre parole, altri non sarebbe se non la rappresentazione mitica, nelle saghe bretoni, del โ€œSignore del Poloโ€, allo stesso modo del Chakravarati, il โ€œSignore della Ruotaโ€ indo-tibetano, di Ayar Manco nel raccontoย di fondazione incaico e di Romolo nellโ€™equivalente mito romano.

Infine, devesi notare come Ayar Manco in fondo si limiti a riattualizzare un gesto esemplare che in illo tempore fu compiuto dagli dรจi; in altre parole nella tradizione andina qualunque personaggio mitico abbia svolto un ruolo ordinatore oย di fondazione viene rappresentato con uno scettro dโ€™oro in mano. Ricordiamo infatti che lo stesso Viracocha veniva chiamato โ€œDio dei Bastoniโ€ e che gli stessi Viracochas del mito di fondazione dei Tahuantinsuyu venivano descritti come reggitori di scettro, a un tempo stesso simbolo di sovranitร  e, come abbiamo visto, di assialitร . Una delle denominazioni di Viracocha era Tunapa, cheย in quechua significa โ€œportatore di bastoneโ€. Considerando Viracocha come divinitร  assiale dellโ€™Axis Mundi che unisce i tre mondi della cosmologia andina,ย alcuni propongono per ilย nome Viracocha la traduzione diย โ€œpiano inclinato del mareโ€ e vedono nella sua figura ilย โ€œSignore del Mulino Celesteโ€ che macina le etร  del mondo attraverso i cicli cosmici, egli solo immobile e imperturbabile nella sua assialitร  polare, egli solo immune al movimento, al mutamento e allo scorrereย del tempoย da lui governato [cfr. Santillana/Dechend, Il mulino di Amleto]. Da questo punto di vista, Viracocha ricorda anche lโ€™Aion ellenico e il Saturno del mito celto-romano, sovrano dellโ€™ยซIsola dei Beatiยป o Ogigia o Avallon,ย oasi paradisiacaย fuori dal tempo e dallo spazio dove il divinire non esiste [cfr. Apollo/Kronos in esilio: Ogigia, il Drago, la โ€œcadutaโ€].

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Mappa del Tahuantinsuyu (Urton, Inca Myths).

Viaggioย diย fondazione del Tahuantinsuyu

Questo per quanto riguarda la fondazione della cittร  di Cusco. Invece il mito diย fondazione dei quattro Suyu, o per meglio dire diย suddivisione del territorio andino in quattro parti (Suyu), al cui centro stava la capitale Qosqo, riconosce come fondatori gli stessi Viracochas, emanazioni del dio primordiale cui si riconosce anche il merito di aver civilizzato i primi antenati.ย Abbiamo giร  accennato a come,ย in seguito alla creazione della nuova umanitร  (i cui semi giacevano ora nel sottosuolo), Viracocha inviรฒ dei suoi โ€˜messaggeriโ€™ (o delle emanazioni da se stesso) nei quattro angoli del territorio.ย Questi ultimi intrapreso inizialmenteย il loro viaggio dal lago Titicaca in direzione nord-est, puntando verso Qosqo dove chiamarono in esistenza Ayar Manco e i suoi fratelli e sorelle, per poi proseguire il viaggio per mezzo del quale essi posero ritualmente in esistenza le quattro regioni del Tahuantinsuyu durante una sorta di viaggio primordiale di fondazione.ย I viracochas, approdando di volta in volta ai vari angoli del territorio, ordinarono ai ยซmembri-semeยป delle nuove stirpi di emergere dal sottosuolo, popolando cosรฌ il territorio del futuro impero con gli antenati primordiali precedentemente plasmati dalla divinitร  suprema [Urton, Op. cit., p. 37].ย 

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A volte le figure mitiche dei Viracochas e degli antenati primordiali si confondono. Nei suoi Commentari, Garcilaso cosรฌ riporta il mito dellโ€™inizio del nostro โ€œSoleโ€: dopo che le acque del diluvio si ritirarono (e quindi dopo la distruzione del mondo dellโ€™etaฬ€ precedente a quella della creazione dellโ€™uomo, vale a dire lโ€™etaฬ€ dei giganti), un โ€œuomo senza nomeโ€ apparve a Tiahuanaco: egli era cosรฌ potente che divise il territorio in quattro parti, assegnando ad ognuna di esse un sovrano: a Manco Capac toccรฒ la regione settentrionale, a Colla quella meridionale, a Tocay lโ€™est e a Pinahua lโ€™ovest. Questo โ€œcreatore di Tiahuanacoโ€ poi ordinรฒ ai suoi quattro sottoposti di estendere il proprio dominio nelle quattro direzioni loro assegnate, sottomettendo le popolazioni che vi vivevano [Urton, Op. cit., p. 40]. In realtร  qui Garcilaso sembra confondere il mito di fondazione del Tahuantinsuyu con quello di Qosqo: รจ infatti il nord della capitale che spetta al dominio di Manco Capac, cosรฌ come alla moglie Colla (o Mama Occlo) spetta il sud. Di ciรฒ forse avremo modo di parlareย in futuro, trattando piรน da vicino la ยซcosmovisione dualeยป degli Inca, cosรฌ come lโ€™ha definita il prof. peruviano Aurelio Carmona Cruz (cfr.ย La cosmovisiรณn dual de los Inkas).

Ugualmente โ€˜nebulosaโ€™ รจ laย versione riportata dal cronista gesuita Bernabรฉ Cobo, secondo cui Viracocha, dopo aver creato i primi membri della nuova razza a Tiahuanaco, li suddivise nei quattro gruppi originali che formeranno poi il Tahuaintinsuyu, assegnando ad ognuno di loro abiti differenti, una lingua propria, dei canti sacri e diverse sementi e vegetali con cui sfamarsi [Ibidem, p. 36]. Se dellโ€™errore di Garcilaso abbiamo detto, Cobo probabilmenteย confuse il Viracocha primordiale, dio creatore e cosmocrate, con i suoi ยซmessaggeri/emanazioniยป inviati a Tiahuanaco allโ€™inizio dellโ€™attuale โ€œSoleโ€, dal momento che abbiamo visto che fu il primo a procedere allโ€™antropogenesi e alla delocalizzazione dei ยซmembri-semeยป nei pacarinas, mentre furono i secondi ad occuparsi della civilizzazione dei โ€œquattro gruppi originaliโ€ di antenati mitici. Ancheย Cieza de Leรณn, dal canto suo, commise lโ€™errore di Cobo, in quanto descrisse Viracochaย come โ€œun uomo bianco e dalla lunga barba canuta che apparve sul lago Titicaca molto tempo prima della comparsa degli incaโ€; importante eroe civilizzatore, istruรฌ gli indigeni in ogni campo della cultura e della civiltร . Era il creatore di tutte le cose e ordinรฒ agli uomini di vivere in pace [Honorรฉ, Ho trovato il Dio Bianco, p. 9].

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Ceramica raffigurante Viracocha, cultura Mochica (preinca).

Due tipi di primordialitร 

Si puรฒ notare, in tutte queste versioni del mito, come sovente i confini tra il Viracocha dio creatore e il Viracocha eroe culturale si facciano molto labili; invero, come ben scrive Liliana Rosati [pp. 32-3] โ€œil nome Huiracocha designava una serie di esseri, divisi in padri e figli, collegati al dio creatoreโ€. Nel manoscritto di Huaru Chiri [cap.8] si possono leggere frasi quali โ€œquando Pariacaca [=Viracocha], tutti e cinque quanti eranoโ€ e โ€œPariacaca, che in realtร  era formato da cinque personeโ€; parrebbe, dunque, che in questa seconda fase della creazione (quella di antropogenesi e di fondazione) la divinitร  Viracocha/Pariacaca si articoli in una serie di emanazioniย o, per meglio dire, di diversi aspetti della medesima potenza numinosa, precedentemente indivisa.ย Ad ogni modo, รจ evidente che i miti di fondazione e di civilizzazione riguardino i viracochas-figli, essendo la creazione in illo tempore prerogativa delย  Viracocha-padre. A tal riguardo, possiamo distinguere, secondo lโ€™insegnamento di Eliade [La nostalgia delle origini,ย p. 102]:

โ€œdue tipi di primordialitร : 1) una primordialitร  precosmica e astorica, 2) ed una primordialitร  cosmogonica o storicaโ€.ย 

Quando analizziamo i miti di fondazione, nella tradizione andina come in qualunque altra, ci rendiamo conto non ci troviamo piรน nellโ€™ambito โ€œprecosmico e astoricoโ€ della creazione primordiale, ma in una situazioneโ€”sebbene ugualmente mitica ed โ€œesemplareโ€โ€” necessariamente successiva, che non avviene in illo tempore, โ€œallโ€™inizio del tempoโ€, ma allโ€™inizio di questo โ€œSoleโ€. Sebbene questa indicazione temporale sembri a prima vista riferirsi agli albori del tempo, invero essa ci permette di inquadrare il mito in un tempo storico, allโ€™inizio cioรจ della storia (o meglio, della storia dellโ€™umanitร  attuale), al principio in altri termini della nostra รจra: ci troviamo, precisamente, nel pachakuti tra il quarto e il quinto โ€œSoleโ€.ย Se, dunque, al Viracocha che abbiamo definito divino sono connessi i miti dei primordi โ€œprecosmici e astoriciโ€ (quali quelli di cosmogenesi), a quello leggendario spetta, invece, il corpus dei miti che si riferiscono ad una primordialitร  di tipo storico, quali ad es. i miti di fondazione e di civilizzazione dellโ€™umanitร  ai suoi inizi di questo โ€œSoleโ€.

Viracocha, lโ€™eroe culturale

Da quanto detto precedentemente, consegue che ai Viracochas/Pariacacasย che nel mito fondano ritualmente i quattro spazi del Tahuantinsuyu, chiamando poi in superficieย i ยซmembri-semeยป plasmati dal Viracocha dio creatore, sembra essere connessa la figura del secondo Viracocha, ovvero quello che abbiamo definito leggendario, lโ€™eroe culturale di cui alcuni autori hanno parlato come del โ€œDio Biancoโ€ dellโ€™America precolombiana, il quale appare in numerose mitologie del โ€˜Nuovo Mondoโ€™ con i nomi piรน disparati (Viracocha, Quetzalcรณatl, Kukulkรกn, Huitziton, Bochica, Votan, Guatan, etc).ย Operando unโ€™analisi comparata dei miti delle varie popolazioni amerindie, il ricercatore francese Pierre Honorรฉ giunse alla conclusione che โ€œViracocha rappresenta per le Ande, il Perรบ e per tutta lโ€™America Meridionale, ciรฒ che Quetzalcรณatl รจ per il Messico: lโ€™eroe divinizzato, venuto dal mare o sorto dalle acque, che creรฒ ogni cosa ed emanรฒ savie leggi. Hyustus, lo chiamavano gli Aymara, e ancora oggi raccontano che era biondo e con gli occhi azzurriโ€ [Honorรฉ, Op. cit., p. 10].ย Ugualmente, tra i Toltechi รจ stato documentato il culto di Huitziton, che poi sarebbe diventato il Quetzalcรณatl degli Aztechi: egli sarebbe โ€œvenuto da un paese orientale e da lontano, condotto da un raggio di sole da una terra denominata Terra Rossa (โ€ฆ) Viene presentato dalle antiche tradizioni tolteche come un uomo bianco con lunga barba e vestito di bianco (โ€ฆ) Insegnรฒ lโ€™agricoltura, la fusione dei metalli e la lavorazione delle pietre. Unโ€™epoca serena e di pace si estese in tutti i campiโ€ [Leonardi, Le origini dellโ€™uomo,ย p. 115].


Bibliografia:

  1. Aurelio Carmona Cruz,ย La cosmovisiรณn dual de los Inkasย (Ministerio de Cultura Cusco, Lima, 2013).
  2. Mircea Eliade, La nostalgia delle Originiย (Morcelliana, Brescia, 2000).
  3. Pierre Honorรฉ, Ho trovato il Dio Biancoย (Garzanti, Milano,ย 1963).
  4. Garcilaso Inca de la Vega,ย The Royal Commentaries of the Incaย (El Lector, Arequipa, 2008).
  5. Evelino Leonardi, Le origini dellโ€™uomo (1937).
  6. Mario Polia, Il sangue del condor.ย Sciamani delle Andeย (Xenia, Milano, 1997).
  7. Liliana Rosati,ย La storia vera diย Huaru Chiri (Sellerio, Palermo,ย 2002).
  8. Fernando E. Elorrieta Salazarย e Edgar Elorrieta Salazar,ย Cusco y el Valle Sagrado de losย Incas (Tankar, Cusco, 2005).
  9. Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, Il mulino di Amleto (Adelphi, Milano, 1983).
  10. Gary Urton, Inca Mythsย (British Museum Press, London, 1999).

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