Venere in pelliccia: l’antimorale medusea di Sacher-Masoch

Il 9 marzo del 1895 moriva il barone austriaco Leopold von Sacher-Masoch, famigerato esegeta di un’antimorale di derivazione sadiana e medusea, fondata sulla commistione tra piacere e dolore e volta alla ricerca di un’elevazione priva di elementi escatologici.

di Paolo Mathlouthi

Attenti, i corpi tesi come bestie inquiete nei boschi,
quando si avvicina la notte della caccia.

(Irรจne Nรฉmirovsky)

I pregiudizi, si sa, sono estremamente coriacei, specie in ambienti come quelli della cultura cosiddetta ufficiale assai poco adusi a mettere in discussione i dogmi, soprattutto quando questi garantiscono rendite, professionali o di prestigio personale e, non da ultimo, solleticano la vanitร , che รจ il piรน naturale degli oppiacei. Tra quanti partecipano a quel ballo tra pescecani comunemente noto come critica letteraria รจ opinione oltremodo radicata quella secondo cui il fumetto sarebbe una forma dโ€™arte minore. I virtuosi delle โ€œstrisceโ€ vengono apostrofati dagli addetti ai lavori come fossero dei ladri dโ€™idee, dei volgari falsari perchรฉ, in virtรน della compresenza obbligata di immagini e testo e della inevitabile preponderanza del disegno nei confronti della parola scritta, la graphic novel si trova ad assumere, a loro insindacabile giudizio, una posizione subalterna rispetto alla grande tradizione letteraria alla quale pure attinge a piene mani, finendo per limitarsi a reinventare ciรฒ che altri hanno giร  raccontato. Ma cosโ€™altro รจ la letteratura, mi domando, se non una vicenda di testi che, nel riferire una storia, poco importa se reale o fantastica, ne richiamano alla memoria altri?

Se Moliรจre, difendendosi dagli strali dei suoi critici che lo accusano di saccheggiare a mani basse le opere dei predecessori, con velenosa noncuranza tutta parigina risponde: โ€œJe prend le mieux oรน je le trouveโ€, Ariosto e Cervantes sanno di non essere innocenti, nรฉ pensano che lo siano i lettori, quando nei loro poemi raccontano le imprese di eroi crociati o moreschi giร  vissuti nelle pagine di altri. Dโ€™altro canto, allโ€™annosa questione del โ€œfalso dโ€™autoreโ€, sulla quale tanto si accalorano gli esperti, ha posto fine a suo tempo Gottfried Benn, il quale lapidario chiosa che โ€œogni cosa รจ stata giร  detta, tutto il resto รจ esegesiโ€.  La narrativa, anche e forse soprattutto quella per immagini, ha sempre vissuto allโ€™insegna dellโ€™intertestualitร  e Guido Crepax, nel corso della sua lunga e onorata carriera, ha preso parte a questo gioco ad incastro con unโ€™eleganza non comune, segnata da una sotterranea vena di morbositร  che ne ha reso inconfondibile il tratto. Non sarebbe possibile godere appieno della colta raffinatezza e dellโ€™imponderabile, rarefatta complessitร  della sua arte se non si tenesse conto del fatto che essa presuppone un lettore aduso a scorgere riferimenti a vicende giร  narrate ed echi di situazioni altrimenti accadute.

La sua matita, insieme virtuosa ed indiscreta, ha infuso vita nuova ai capolavori di scrittori in odor di zolfo, da Bram Stoker e Mary Shelley fino a Robert Louis Stevenson e Franz Kafka, senza dimenticare il divino Marchese de Sade, a testimonianza di una sensibilitร  estetica alimentata da fascinazioni di ascendenza psicanalitica, incline ad esplorare con spirito vorace e occhio indagatore le piรน oscure pulsioni dellโ€™animo umano, quelle che normalmente in societร  non si nominano, perchรฉ ritenute sconvenienti, politicamente scorrette come si direbbe oggi, e vengono quindi affidate alla complicitร  garbata, segreta e silenziosa delle tenebre. Un girone dantesco quello evocato dal fumettista milanese nei suoi albi, un asilo di pazzia affollato di incubi, ossessioni, sogni inconfessabili, una casa di correzione stipata di ospiti di rango, tra i quali un posto dโ€™onore non puรฒ che essere riservato a Leopold von Sacher Masoch (1836 โ€“ 1895), esecrato autore di uno dei piรน controversi classici dellโ€™erotismo punitivo, Venere in pelliccia, di cui Crepax ha realizzato la sontuosa rivisitazione grafica che contrappunta queste note [1].

Pubblicato nel 1878 come secondo momento di un piรน vasto affresco narrativo poi rimasto incompiuto, il romanzo racconta i particolari scabrosi del rapporto di assoluta soggezione fisica e psicologica che lega (รจ proprio il caso di dirloโ€ฆ) Wanda von Dunajew, sprezzante nobildonna polacca autoritaria, algida ed anaffettiva, al protagonista Severin von Kusiemski, un intellettuale decadente in cerca di nuovi stimoli che possano ravvivare la sua vena artistica ormai insterilita il quale, nel perseguire il sublime attraverso esperienze ricercatissime e comunemente negate ai mortali, secondo la logica estetizzante della vita inimitabile, finisce per perdersi e si ritrova ad essere totalmente asservito al dispotico e criminale capriccio amoroso della sua sussiegosa carnefice. Una vicenda dalle fortissime connotazioni autobiografiche, una discesa agli Inferi nella quale รจ fin troppo facile ravvisare una trasposizione romanzesca, appena dissimulata dietro la finzione letteraria, della burrascosa relazione intrattenuta da Sacher Masoch con la seconda moglie Aurora Rumelin, che ha contribuito non poco, per parte sua, ad alimentare la leggenda nera germogliata intorno alla figura del marito, registrando con puntigliosa (e divertita) dedizione lโ€™elaborato florilegio di torture e privazioni inflittegli nelle pagine di quel fantasioso suppliziario gotico che sono le sue Confessioni [2].

Leopold von Sacher-Masoch (1836-1905)

La cifra piรน autentica di questo capolavoro letteralmente vergato nel sangue, tuttavia, si colloca ben al di lร  dellโ€™irresistibile, voyeuristica attrazione esercitata sul lettore dalle licenziose pratiche che descrive. Dal mito wagneriano di Thannauser con cui il racconto si apre, passando per lโ€™elemento elegiaco di matrice schilleriana sulla dipartita degli Dรจi e la conseguente perdita della felicitร  con lโ€™avvento del Cristianesimo, dalla riflessione crudelmente realistica e disincantata sulle recondite inclinazioni dellโ€™anima umana con lโ€™inevitabile ricaduta nefasta che queste hanno sulle dinamiche sociali, fino al tema centrale, naturalmente faustiano, del patto con una forza demoniaca, molti sono gli elementi che concorrono a fare di questo libro โ€œmaledettoโ€, consegnato ad imperitura fama dallo psichiatra Krafft Ebing, un piccolo gioiello, di sicuro meritevole di qualche considerazione accessoria.

Il famigerato scrittore galiziano che ne รจ stato lโ€™artefice รจ tornato di recente agli onori della cronaca grazie ad una rabdomantica intuizione di Roberto Calasso. Celebre per la consumata abilitร  da bibliomane incallito grazie alla quale รจ capace di strappare allโ€™oblio testi da troppo tempo dimenticati, il sulfureo e mefistofelico demiurgo della casa editrice Adelphi non ha tradito le aspettative dellโ€™elitaria platea dei suoi esigenti lettori quando, nel maggio di un paio di anni fa, ha dato alle stampe la nuova edizione di un libro dalla tenebrosa reputazione, Uomo diventa lupo, dellโ€™antropologo austriaco Robert Eisler (1882 โ€“ 1949). Partendo dalle argomentazioni svolte durante una conferenza tenuta nel 1948 presso la Royal Society of Medicine di Londra, il saggio, pubblicato postumo, sviluppa in pagine fittissime di richiami interdisciplinari, citazioni e suggerimenti eruditi la riflessione dellโ€™Autore sul tema della violenza che ruota intorno allโ€™idea, derivata in tutta evidenza da Rousseau, secondo la quale la tendenza dellโ€™uomo a prevaricare i propri simili non sarebbe innata, ma frutto di una degenerazione di matrice psichiatrica dovuta ai condizionamenti ambientali. Costretti a vivere in una Natura ostile e a contendere la propria vita ai predatori, gli esseri umani avrebbero sviluppato, ad imitazione delle altre specie, una propensione allโ€™assassinio che, da pacifici primati frugiferi, li avrebbe trasformati nel tempo in belve assetate di sangue, le sole capaci di attentare allโ€™esistenza dei propri congiunti.

Nellโ€™ambito della dialettica marcusiana (e pertanto freudiana in prima istanza) tra Eros e Civiltร , lโ€™irruzione della violenza nel divenire storico rappresenterebbe quindi, secondo questa spericolata congettura, una Caduta rispetto alla vagheggiata condizione edenica, che troverebbe appunto nel sadismo e nel masochismo il suo approdo ultimo in epoca moderna, il venefico frutto proibito dove lโ€™algofilia, ovvero il piacere provato nellโ€™esercizio del dolore, inflitto e subito, viene reificata ed eretta ad architrave dei rapporti sociali [3]. Quello che ad Eisler sembra sfuggire รจ che in Sacher Masoch non vi รจ alcuna traccia di quel macerante senso di colpa di radice veterotestamentaria che sottende alla sua apodittica argomentazione: per lo scrittore galiziano, largamente debitore in questo nei confronti della grande tradizione letteraria libertina del secolo che lo ha preceduto, la violenza non ha una connotazione morale, non rappresenta il marchio dโ€™infamia che testimonia la cacciata dal Paradiso, ma semplicemente esiste, รจ levatrice della Storia, viene cioรจ vissuta come un dato di fatto, un impulso vitale collocato oltre i confini di un orizzonte simbolico e di senso che, attraverso la contrizione e il perdono auspichi, come pare suggerire Eisler, un impossibile ritorno a presunte armonie antelucane.

Lโ€™edonismo cinico che รจ alla base della Venere in pelliccia esclude ogni prospettiva escatologica, non implica nessuna scappatoia salvifica e si fa apertamente beffe dei diritti universali, dellโ€™altruismo delle anime candide, dei riguardi e delle reprimende morali che sono il tessuto connettivo del vivere civile. Assisa sul trono della sua raggelante imperturbabilitร , la dark lady protagonista di queste pagine rivendica a se stessa lโ€™esercizio di una sovranitร  che — forza del paradosso — si afferma attraverso una suprema negazione, quella della dignitร  altrui. Nellโ€™instaurare il suo dominio incontrastato sulla mente e sulla carne di colui che le si consacra anima e corpo, Wanda dispiega una libertร  che spalanca le porte di un abisso in cui ogni possibilitร  รจ contemplata e dinnanzi al quale le fisime umanitarie con le quali si baloccano oggi i tutori del disordine democratico diventano dettagli ininfluenti.

Aurora Rumelin, la vera Wanda von Dunajew

Sacher Masoch si prefigge lโ€™intento ambizioso di fondare unโ€™antimorale, ma la portata del suo messaggio รจ a tal punto diacronica rispetto ai valori condivisi dalla societร  nella quale nasce e si sviluppa che, nel passaggio dalla teoria alla prassi, la carica potenzialmente eversiva del suo pensiero muta inevitabilmente nel proprio opposto, assumendo i tratti di unโ€™utopia regressiva e reazionaria. Il masochismo diventa cosรฌ una pratica riservata a pochi iniziati, un divertissement esclusivo e pericoloso necessariamente circoscritto, dato il carattere di eccezionalitร  delle liturgie che ne costituiscono il cerimoniale, ad una ristrettissima cerchia di adepti, vincolati al silenzio per proteggere se stessi dal giudizio degli zeloti e votati ad unโ€™esistenza claustrale nella quale ciascuno, non importa se vittima o carnefice, recita, come in un dramma, un ruolo prestabilito funzionale, sul piano dialettico, allโ€™esistenza della controparte. Scrive Wanda a Severin nel momento in cui accetta di prestarsi al โ€œgiocoโ€ che lui le propone:

Non avrร  altra volontร  allโ€™infuori della mia. Sarร  uno strumento cieco nelle mie mani, ed eseguirร  ogni mio ordine senza replicare. Qualora [โ€ฆ] non mi obbedisse in tutto e per tutto, avrรฒ il diritto di punirla e castigarla a mia assoluta discrezione senza che lei possa osare lamentarsene. Ogni gioia, ogni felicitร  che vorrรฒ concederle sarร  un mio atto di grazia e come tale dovrร  accoglierlo [โ€ฆ]; io non riconosco colpe nรฉ doveri nei suoi confronti. Lei non sarร  per me nรฉ figlio nรฉ fratello ne amico, ma solo il mio schiavo prostrato nella polvere. Sarรฒ padrona sia del suo corpo che della sua anima e, per quanto possa soffrirne, dovrร  sottomettere alla mia autoritร  le sue sensazioni e i suoi sentimenti. I piรน grandi atti di crudeltร  mi saranno concessi, e se anche la mutilassi dovrร  sopportarlo senza un lamento [โ€ฆ], quando io nuoterรฒ nellโ€™abbondanza e lascerรฒ lei negli stenti e la calpesterรฒ, dovrร  baciare in silenzio il piede che lโ€™avrร  calpestata [โ€ฆ]. Non avrร  nulla allโ€™infuori di me, sarรฒ per lei tutto, vita, futuro, felicitร , sciagura, tormento e piacere. Qualsiasi cosa le chiederรฒ [โ€ฆ], dovrร  eseguirla, e se anche esigessi da lei un delitto, dovrร  trasformarsi in criminale, per obbedire al mio volere. [โ€ฆ] sarรฒ la sua padrona per la vita e per la morte. Quando non sarร  piรน in grado di sopportare il mio dominio, e troverร  le catene troppo pesanti, allora lei dovrร  uccidersi, io non le renderรฒ mai piรน la libertร . [4]

Disegno di Sacher-Masoch su una sua lettera a Fanny

Belle dame sans mercรฌ la cui medusea bellezza sfolgora tra queste pagine in tutto il suo lugubre splendore, Wanda si erge maestosa al pari di una divinitร  egizia, nella scultorea rigiditร  dei tratti del suo volto, nella ferrea freddezza del suo sguardo, misteriosa e seducente scintilla una volontร  implacabile, che tutto piega e nulla teme. Come le streghe del Medioevo, accusate di commettere infanticidio, libera la seduzione da ogni finalitร  procreativa, la depaupera di qualsivoglia connotazione affettiva e la usa come unโ€™arma contundente attraverso la quale infantilizza il partner, complice entusiasta delle sue tortuose macchinazioni, fino ad asservirlo: lo imprigiona in una rete inestricabile di condizionamenti fisici e psicologici dai richiami morbosamente incestuosi, riducendolo ad un bambino totalmente dipendente dalla sua persona. Senza farsene legare, lo incatena; umiliandolo, se lo assicura e lo trascina con sรฉ nellโ€™Oscuritร .

Severin, per contro, รจ una vittima che agogna la sua carnefice: la lusinga, la vezzeggia, la circuisce, la esaspera, ha bisogno di blandirla, di soggiogarla, di persuaderla a firmare al fine di sottoscrivere con lei un โ€œpattoโ€ per la realizzazione della piรน strana e scellerata delle unioni amorose. A suo modo รจ un educatore, quasi un pedagogo. Il raggio dโ€™azione dellโ€™eroina omicida che prende vita dalle ossessioni di Sacher Masoch, formalmente senza limiti, si rivela quindi, in ultima istanza, necessitato, in quanto lโ€™arbitrio sul quale si regge affonda le proprie radici nella volontaria sottomissione del prigioniero designato, che partecipa attivamente al corretto funzionamento di questo microcosmo artificiale, offrendosi spontaneamente al martirio, secondo un contrattualismo non passibile di rescissione. Chi รจ la preda tra i due, in realtร ? Chi il predatore? Difficile trovare una via dโ€™uscita dallโ€™intricato labirinto di questa fiaba hobbesiana costruita sulla costante inversione dei ruoli.                   


E non si creda, come pure รจ stato detto da piรน parti, che la torbida vicenda descritta da Sacher Masoch rappresenti unโ€™aberrazione propria della Modernitร : Atena, bellicosa Dรจa della sapienza munita di lancia che protegge Achille e parteggia per i Greci nella guerra di Troia, la sua controparte umana Pentesilea, ardimentosa regina delle Amazzoni che accorre in difesa di Priamo dopo la morte di Ettore, come pure Medea, la quale non esita a sacrificare i propri figli per vendicarsi di Giasone o Giuditta, che seduce Oloferne per poi decapitarlo, sono solo alcuni dei segni che il Mito ci ha tramandato, con il suo linguaggio intessuto di metafore, a testimonianza di quanto profondamente radicato sia, nellโ€™immaginario simbolico della cultura occidentale, lโ€™archetipo di una femminilitร  androgina, svincolata dalla propria funzione biologica che, rovesciando la normale dialettica tra i sessi, con furiosa determinazione reclama per se stessa lโ€™esercizio di un ruolo, quello del potere, tradizionalmente attribuito alla controparte maschile, con la conseguente libertร  di giudizio e di azione ad esso connaturato e, proprio per questo, ritenuta pericolosa, destabilizzante se non addirittura sovversiva.

Wanda รจ solo lโ€™ultima paladina, in ordine di tempo, della stirpe di Elena, alla quale, come ha scritto Dorothy Parker, รจ bastato appena un cenno perchรฉ la Storia trasalisse. Un esclusivo parterre de rois che tra le sue fila annovera figure leggendarie come Cleopatra, Elisabetta Bathory, Sydonia von Bork e Lucrezia Borgia, solo per limitarci a quelle che hanno conosciuto fortuna letteraria e avrebbero di sicuro avuto โ€“ ne sono certo –  tutte le carte in regola per offrire in sacrificio visi, sguardi, corpi, forme alate e azioni delittuose sullโ€™altare della portentosa immaginazione erotica di Guido Crepax.

Leopold von Sacher-Masoch (1836-1905)

Note:

[1] Guido Crepax, Venere in pelliccia, Studio Editoriale, Milano, 2015

[2] Wanda von Sacher Masoch, Le mie confessioni, Adelphi, Milano, 1977

[3] Robert Eisler, Uomo diventa lupo, Adelphi, Milano, 2019

[4] Leopold von Sacher Masoch, Venere in pelliccia, Studio Editoriale, Milano, 2004; pag. 148

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