OGNI ANIMA È UNA STELLA — 3) Franco Battiato

In questo nuovo appuntamento della rubrica “Ogni anima è una stella” analizziamo astrologicamente il tema natale di Franco Battiato (1945 – 2021) attraverso i suoi elementi biografici e i versi della sua poesia sapienziale.

di Flavio Margotti

revisione: marco maculotti

“E mi svegliai in primavera.”

“Spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco.”

Nato il 23 marzo 1945 alle ore 14 a Catania, Franco Battiato è Ariete ascendente Leone: un carattere regale (generoso e feroce), un essere attivi rispetto la vita, un’impulsività e un’espansività passionale legata a un io percepito come coraggioso, fiducioso di sé e delle proprie capacità. I nati sotto questi astri hanno molti obiettivi e ambizioni radicali: il nativo si presenta come un individuo solare, centrale. Infatti il Sole in Ariete è esaltato, e il Leone è il segno associato al Sole: entrambi segni di fuoco, essi concepiscono una personalità vitale che affronta le esperienze con volontà e gioia.

Questa prima prima osservazione sulla personalità generale dà modo, congiuntamente ad altri aspetti, di denotare un forte carattere igneo. Battiato ha infatti un Sole in IX casa: qui l’io cerca di confrontarsi con una realtà filosofica, un cercare di essere presenti alle domande esistenziali. La casa cadente più propizia è una casa detta metacosmion, “tra i mondi”, associata alla ricerca dell’ispirazione e aggancio a principi più vasti, al viaggiare. Il simbolo del viaggio fisico e culturale è infatti centrale nella vita di Battiato, “da Venezia a Istanbul”, dalle terra d’Arabia con i Sufi all’Oriente con i suoi guru:

“Carichi i treni che dall’Albania
Portano tanti stranieri in Siberia
Tappeti antichi mercanti indiani
Mettono su case tra Russia e Cina
Strade dell’Est.
Spinto da i Turchi e dagli Iracheni
Qui fece campo Mustafà Mullah Barazani
Strade dell’Est d’immensi orizzonti
Città nascoste di lingua persiana
Da qui la Fine.
Dicono storie di Principesse
Chiuse in castelli per troppa bellezza
Fiori di Loto giardini stupendi
E Leningrado oggi
Strade dell’Est.
Di notte ancora ti può capitare
Di udire suoni di armonium sfiatati
E vecchi curdi che da mille anni
Offrono il petto a Novene…”

Franco Battiato è stato un grande studioso di tematiche religiose, filosofiche, artistico-letterarie, un compositore musicale che ha canalizzato varie componenti sapienziali e riferimenti culturali all’interno delle sue canzoni, quasi a creare associazioni di pensiero che viste nell’insieme formano un unico corpo sonoro e che fanno emergere nell’ascoltatore un significato piuttosto che un altro a seconda della transizione evolutiva in cui si trova in quel determinato frangente temporale.

Questo a meno che l’ascolto di Battiato non abbia asfaltato la barriera della mente per giungere alla miccia dell’illuminazione: infatti la casa IX ci parla di ispirare, esaltare gli altri, guidarli attraverso il proprio sapere e la propria figura percepita come investita da un compito, fedele alle proprie idee. Per questo è associato a livello più immediato a studi, cultura, religione e alla fiducia nella propria carica individuale. Il riconoscimento di questa “missione” fa insorgere attorno a sé l’ispirazione, riscalda di luce propria chi si incontra in vita, e questo ci porta a connettere questo fuoco con la voce, e soprattutto con il canto, il saper emozionare gli altri attraverso la propria anima:

“Il Canto è Potere.
Si bagna come un prato,
si arrampica sugli alberi,
fa muovere il giroscopio,
spezza ogni inganno,
ha la forza di undici aquile,
fa smuovere il cuore al faraone.“

“Nella voce di un cantante si rispecchia il sole, ogni amata ogni amante.“

Tutto ciò è sottolineato dalla presenza in IX casa oltre che del Sole anche di un Mercurio in Ariete, ossia una comunicazione, un intelletto, un ingegno impulsivo, audace, dirompente, che si rende adatto a rendere comunicabile la passione e la volontà di un nativo così connesso all’elemento fuoco.

A disinibire ancora di più questa volontà e ad accrescere questa tendenza espansiva dell’io vi è Nettuno opposto al Sole: un aspetto che rende visionari. Le azioni anche sociali sono alternate da aspirazioni idealiste, la persona si alterna tra momenti in cui non si sente compresa a momenti in cui si riscatta da ciò facendosi carico delle carenze collettive, diventando il martire, il senza tetto, il fondatore di beneficienze e soprattuto in questo caso l’artista. Si può dire che l’opposizione di questi due corpi porti ad alternare l’andamento personale con visioni alterate della realtà, un surrealismo pratico molto visibile nella persona di Battiato.

Per di più questo Nettuno, essendo in III casa, è connesso a un immaginario pieno di idee, capace di rendersi leggero e comune ai molti, e alla capacità di rendere profonda la risata e la comunicazione cosi come la performance professionale. Ricordiamoci che l’uomo Battiato è un maestro di ironia, di umiltà nonostante la grande esperienza, e capace di rendere fruibili certe osservazioni radicali sulla vita anche attraverso la battuta. Battiato è noto per aver attraversato le “profondità” con le leggerezza delle sonorità pop e allo stesso tempo per il coraggio di aver mostrato con molte sue produzioni vedute distopiche e in alcuni casi (tipico degli artisti) essere stato in grado di contenere un’inconsapevole finalità profetica attraverso le sue accattivanti gesta e parole: “Venti di profezia parlano di dèi che avanzano.“

Evitando di tirare in ballo inutili discussioni politiche (che lo stesso Battiato ha sempre rifiutato) riferiamo un verso di dostoevskiana memoria che può invece far insorgere un amaro sorriso: “Stiamo diventando come degli insetti; simili agli insetti”. Si parla di un innovatore che è entrato nel vuoto dei tempi moderni come un faro tra le voragini della tormenta per guidare le zattere dei naufragi che avanzano verso il proprio destino, abbagliati dai lampi minacciosi di una tempesta sociale che nel mondo moderno si scatena tra il consumo più sfrenato e la mortificazione nichilista incombente.

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Infatti sappiamo che Battiato è uno che si è fatto da solo, e ci appare come un veicolo di forze silenziose scatenate nella cultura borghese attraverso gli azzardi di un giovane diciannovenne siciliano appena arrivato a Milano, lasciando come un lupo di mare le meridionali oasi ancora immischiate con valori antichi, riverberi della tradizione, per affrontare le onde della nebbia di un’Italia industriale e al tempo importante alveo sperimentale progressivo e giovanile. Aveva soldi solo per vivere un mese ed è riuscito inizialmente a sostenersi cantando in un club canzoni siciliane, facendole passare ai provini per barocchi. Questo riferimento biografico ci può riportare a Nettuno, connesso alla capacità di saper lasciarsi andare alla sorte, lo sciogliersi nell’attimo dell’azione.


Proprio la natura di questa opposizione ci mostra la complementare dualità di questo tema natale: una componente luminosa, visibile, centrale, positiva e attiva tipica del cantautore pop da successi record e dalla scelta di sonorità decise, vincenti e un’altra componente, decisamente più complessa, profonda e viscerale, tipica invece del compositore dai “caotici” riferimenti e dai contenuti criptati, maggiormente osservabile nel periodo sperimentale, prog ed elettronico, dagli elementi sonori trasmutatori che ha sempre integrato anche negli album più splendenti. Questa interpolazione tra parti interiori e fasi stilistiche ci mostra il personaggio iconico e storico al di là dell’ambiguità, un eroe che sottomette i miti contemporanei attraverso una sorta di dadaismo mistico.

Questa componente abissale cui abbiamo sopra accennato, oltre a essere conferita dalla tensione personale data dall’opposizione di Nettuno al Sole, è più intimamente connessa ad altri aspetti, primo tra i quali la Luna, che anche se è in Leone (il che a livello più immediato dovrebbe rafforzare l’elemento igneo nel nativo) si trova nella casa XII e per di più congiunta a Plutone, aspetti che la rendono radicalmente meno luminosa per essere in Leone. La Luna in Leone attraverso la sua sensibilità incita la volontà e la forza personale, portando orgogliosamente all’affermazione della propria positività. La mente è attivamente connessa alla persona, alla sua immagine e al suo potere, ma in XII casa le condizioni a ciò non sono delle più favorevoli. Una Luna in XII casa è un aspetto molto segnante per l’individuo.

La Luna più di tutti i corpi celesti è la nostra parte più personale, essendo la nostra mente e le nostre emozioni, l’acqua che compone il nostro stesso corpo e permette la sperimentazione della vita e addirittura dei sogni, e in questa casa porta a avere una mente sconnessa all’io che soddisfa le sue emozioni attraverso qualcosa che esuli dalla persona, motivo per cui questo aspetto porta una forte dose di dissociazione, conferendo però contemporaneamente un’elevata immaginazione. Si avverte forte il bisogno di solitudine, di mantenere rapporti frequenti con la propria introversione naturale e spontanea. La casa XII come l’arcano XII è “il mai-nato”, l’Osiride morente i cui pezzi del corpo sono dispersi nel Nilo. La stabilità e il funzionamento emotivo sono legati a cose per lo più sconnesse con la realtà: ciò che si cerca è diverso e molte volte non si può comunicare, o non lo si vuole comunicare.

Può esserci un’insoddisfazione vissuta durante l’infanzia e c’è ambiguità e complessità, addirittura disinteresse per la madre e la famiglia. Ricordiamoci che il nativo è uscito ben presto dalla famiglia e dunque dalla terra d’origine, patria a cui è ritornato definitivamente dopo una consolidata carriera come a indicare un confronto intangibile e intimo con la patria ossia con la Luna, archetipo che determina radicalmente il subconscio del nativo:

“Nel 1998 ritornai in Sicilia. Devo dire che questa terra mi ha letteralmente trascinato, è stato giusto ritornare con una esperienza abbastanza forte. Ritornare alle radici sembra un luogo comune ma è una cosa reale. L’atmosfera della mia terra mi ha determinato facendomi partire per altri nidi.”

Queste dinamiche portano spesso alla desolazione e a maturare la consapevolezza di non poter colmare veramente questo vuoto emotivo. Ciò in moltissimi casi porta il nativo a confrontarsi con interessi spirituali e spesso esoterici perché queste sensazioni che tormentano il nativo più che essere dedotte razionalmente, da avvenimenti o questioni psicologiche personali, sono sentite come “marchi di nascita”, condanne o iniziazioni (anche da un punto di vista filosofico e tradizionale le cose non si escludono, anzi). Questo perché è una casa d’acqua (ossia di dissoluzione e reintegrazione) e la casa dove la personalità (ascendente) è cieca, come la fronte opposta di un Giano, come una percezione che si origina non dalla personalità cosciente ma da fattori dislocati dalla razionalità.

Questa casa è una sorta di super-io, anticamera della personalità, e per questo si evita l’elemento solare per orbitare in temi connessi con Saturno (infatti la XII casa è detta cacodaimon) e non a Giove, associando la casa al segno dei Pesci (l’associazione delle case ai segni corrispondenti è limitante e questa casa è tra quelle che più dimostrano i limiti di queste associazioni): infatti la XII casa è connessa alla solitudine, alla restrizione, alla “prigionia”, all’incubatio nel grembo di Binah:

“Non dimentichiamoci che anche le prigioni sono interessanti, non quando ci sei costretto dentro da un’istituzione, ma quando tu decidi che una sola stanza è l’universo per te.”

È come se effettivamente la mente si sconnettesse dall’io per percepire più realtà e per dimorare in più mondi paralleli:

“Non dormivo da tre notti, ero forse in un viaggio astrale, ma soprattutto in una storia come a cavallo di cose che ti riportano nel futuro, nel passato… mi sentivo un greco, un latino, come se andassi a ritroso.”

“A certe cose ci sono arrivato dopo tanti anni di studi e ricerche, ho avuto delle esperienze. Dopo, reintrodurmi non è stato semplice, facevo fatica a riconoscere gli esseri umani, mentre ero in strada, o sul tram… era strano: non capivo se ero pazzo o un mistico. Ma ho capito che il viaggio su questo pianeta è determinante. Bisogna evadere le regole dell’universo.“

C’è da dire che le condizioni “abissali” di questa Luna non finiscono qui: come si diceva prima, infatti, la Luna in Leone è congiunta a Plutone (non come in Cuccurucu dove aveva “la luna e Urano nelle ore”) e l’ossessivo cinico stratega Plutone trattiene molte delle emozioni del nativo, tende a estirpare molti sentimenti ritenuti inutili, a svilire ciò che non serve per raggiungere i propri obiettivi. Questo in positivo porta magnetismo alla sensibilità del nativo (tant’é che riesce a decriptare a suo modo la realtà, “fisiognomicamente”) e in negativo porta un paradossale alternarsi di pessimismo e vulcanica volontà esplosiva.

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Questa tensione trasmutatoria porta il nativo a “distruggersi” più volte attraverso cambiamenti sempre più radicali pur di emergere sempre più fortificato, indipendente, libero. Questo aspetto porta ribellione e conduce a ridimensionare i valori sociali, politici, etici e familiari e sentimentali (questioni lunari) e farsene di propri (individualismo plutoniano), a distruggerli per plasmarne di più autentici: una tensione evolutiva che nella stessa produzione si osserva attraverso la sperimentazione di idee nuove e la reintegrazione di quelle passate, in nome di un nucleo primordiale da estrarre una volta rimossi tutti i gusci della personalità, un voler “trovare l’alba dentro l’imbrunire” e “l’ombra della luce”. Meglio testimoniano la vita di Battiato le sue stesse parole:

“La crisi nell’essere umano è determinante, altrimenti è un’esistenza inutile. Mi sono rifugiato in quella che sia chiama metafisica perché sono uno che crede che gli esseri umani siano immortali.“

“Peccato che io non sappia volare,
ma le oscure cadute nel buio
mi hanno insegnato a risalire.“

“Nei ritmi ossessivi la chiave
Dei riti tribali
Regni di sciamani
E suonatori zingari ribelli.”

Si può estrapolare da questo aspetto anche un grande magnetismo esercitato dalla figura materna (quando essa morì Battiato ne risenti molto) e poi proiettato nella figura della donna (si vedano le moltissime collaborazioni con cantanti e artiste donne) con cui ha avuto rapporti spietati, crudi, reali, viscerali e profondi questo però senza mai ledere l’autonomia della persona. Infatti Battiato ha sempre “plutonizzato” il suo amore non dichiarando pubbliche relazioni e affrontando la questione dell’amore in modo radicale, diretto, senza moralismi, idealismi o superficialità:

“Calmi a parlare di amore, perché amare significa non aspettarsi nulla indietro. Se uno si aspetta una cosa non è più amore. Amore è quel dare senza neanche accorgersene.”

“Ho avuto molte donne in vita mia,
e in ogni camera ho lasciato qualche mia energia.
Quanti figli dell’amore ho sprecato io,
racchiusi in quattro mura,
ormai saranno spazzatura.
Se un figlio si accorgesse che per caso,
è nato fra migliaia di occasioni,
capirebbe tutti i sogni che la vita dà,
con gioia ne vivrebbe tutte quante le illusioni.“

“Faccio un auto da fé
Dei miei innamoramenti (oh)
Un auto da fé
Voglio praticare il sesso senza sentimenti,
Senza sentimenti.”

E infine da Fetus, opera che simbolicamente più di tutte si connette a questa congiunzione tra la Luna infante e il morente Plutone:

“Non ero ancora nato
Che già sentivo il cuore
Che la mia vita
Nasceva senza amore
Mi trascinavo adagio
Dentro il corpo umano
Già per le vene
Verso il mio destino.”


Terminata la trattazione sui luminari procediamo ora affrontando la questione dei pianeti, tra tutti la meglio ubicata, a partire da una Venere domiciliata (Toro) che svetta congiunta al MC. Qui il corpo connesso agli intrattenimenti sociali ci parla di conoscenze personali legate a un grande sviluppo professionale (oltre alla grande fama ha avuto all’inizio della sua carriera conoscenze decisive per il suo esordio, conoscenze si direbbe provvidenziali) e spirituale (l’aver affrontato interiormente temi molto elevati attraverso pensatori altrettanto degni, e le conoscenze di maestri e veri colleghi, giuste collaborazioni, si veda la conoscenza con l’artista Alejandro Jodorowsky e il filosofo Manlio Sgalambro); inoltre si incontreranno grandi donne donne nel proprio percorso realizzativo, collaborazioni con cantanti straordinarie come Giuni Russo, Maria Ilva Biolcati (Milva), Carla Bissi (Alice):

“Mi sono limitato a fare il sarto: prendevo le misure.”

Essendo Venere in Toro, il nativo sperimenterà una forte connessione con la natura, gli animali, con l’idea di una pace bucolica aurea, tutti elementi tipici del Toro:

“Sono un contemplativo di natura, mi piace osservare la natura, sentire i suoi ritmi.”

“Ogni mattina nel luogo in cui vivo, il profumo già delle rose coi gelsomini, per me sono il linguaggio dell’esistenza, del primordiale.”

Un rispetto verso la natura che lo ha portato a essere vegetariano:

“Sono vegetariano convinto da tanti anni, nemmeno ricordo quanti. Già da piccolo rifiutavo la carne, non mi piaceva proprio. […] Col passare del tempo essere vegetariani è diventata una necessità esistenziale. Non posso più nutrirmi di qualcosa che è vicino alla sensibilità umana. E un giorno ormai lontano ho capito che la mia era una scelta irreversibile. […] Anche perché vedo i risultati sulla mia salute e sul mio stato mentale. Da quando ho bandito carne e pesce, faccio sogni più belli e so per certo che dipende dal cibo che mangio.“

Una Venere in Toro essendo in domicilio favorisce tutte le arti, e l’elemento artistico nel tema natale di Battiato è rafforzato da un Marte in Aquario in VII casa, che unisce l’arte con i contratti e con la società, e porta il nativo al tentativo di incarnare una figura dirompente e allo stesso tempo universale e positiva, portando anche un contenuto di giustizia e di etica nella sua arte. Questo aspetto accresce il senso di autonomia, soprattutto verso il matrimonio. Inoltre questo Marte è connesso alla ribellione nel campo artistico attraverso la sperimentazione: infatti l’Aquario è il segno più connesso con l’innovazione e si può associare allo stesso progresso scientifico e ai funzionamenti elettronici:

“Una volta un concerto è stato feroce: il pubblico spaccava le sedie, fuori restavano un migliaio di persone, non si era mai vista una potenza simile, avendo comprato due sintetizzatori la musica era frastornante, e la gente impazziva come fosse liberata da demoni.”

Questo Marte nel campo dell’arte conferisce la carica esplosiva a molte sue canzoni, come Shock in my town, nel cui testo Battiato si presenta vestito da samurai:

“Ho sentito (ho sentito, shock in my town) urla di furore
Di generazioni, senza più passato (Velvet Underground)
Di neo-primitivi
Rozzi cibernetici, signori degli anelli
Orgoglio dei manicomi.”

Un altro aspetto molto connesso alla sua arte è un Saturno con aspetti favorevoli, in Cancro (maturazione emotiva e maestria nell’utilizzo delle emozioni) in XI casa. Con questo aspetto il nativo sente una forte responsabilità nell’interazione con la realtà sociale (definita “casa degli amici”) e ad incarnare all’interno di essa un ruolo profondo, serio, radicale e allo stesso tempo distaccato. Questo aspetto porta a incarnare nella società l’archetipo di Saturno, il che è osservabile anche solo dalla serietà austera con cui Battiato parla nelle interviste, programmi, documentari, e questo nonostante l’empatia e la le pose disinibite tipiche di un cantante pop — il distacco con il suo pubblico nonostante la compassione o anche solo alcune scelte simboliche di vestiario, le giacche addirittura l’impermeabile in TV:

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“C’è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero”: il nativo infatti si concentra nel comprendere la realtà storica in cui vive e, in base ai valori che si considerano individualmente più giusti, cerca di compiere una rettifica della stessa società attraverso la propria figura e le proprie iniziative:

“La falce non fa più pensare al grano
e il grano invece fa pensare ai soldi.”

“Le barricate in piazza le fai per conto della borghesia,
che crea falsi miti di progresso.“

“Più diventa tutto inutile
e più credi che sia vero.
E il giorno della fine,
non ti servirà l’inglese.”

“In quest’epoca di scarsa intelligenza ed alta involuzione,
qualche scemo crede ancora che veniamo dalle scimmie,
ed il sole è soltanto una palla di fuoco,
e non si sono accorti che è una tappa di una forma di energia,
Adamo colse della frutta dall’Albero della Conoscenza,
poi l’ultima mela cadde sulla testa procurando un ematoma a Newton.“

In questo processo di trasvalutazione personale del mondo è la verità esoterica (Saturno) a emergere nel proprio percorso personale. Questi processi collimano con la spiritualità indipendente e autonoma del nativo, osservabile attraverso Giove che essendo senza aspetti non è trattenuto, accrescendo il suo potere (in negativo può essere imprevedibile e ambiguo, ma ricordiamoci che Giove è il più grande “benefico”). Per di più Giove si trova in II casa (“casa gioviale”) che è la casa dei “possedimenti” non semplicemente materiali, ossia ciò che si ha, che ci determina, ciò che riusciamo a creare, a rendere bello (sono anche i talenti). Qui Giove gioisce, perché Giove è il corpo associato alla voce, e porta il nativo ad affrontare molti studi di natura filosofico-religiosa. Il nativo può per esempio avere molti libri o, perché no, addirittura un tempio o un altare, perché in questa casa Giove ha caratteri sacerdotali:

“Quasi a voler rivelare qualche antenato ottomano, Franco Battiato confonde e trasforma la sua natura mediterranea in quella di un sacerdote votato all’esoterismo.”

Con questo aspetto si ha un forte connessione con la spiritualità, trasmessa anche attraverso il talento artistico. Si vedano per esempio alcuni titoli: Il re del mondo (ispirata alla Shambala di Guénon), Centro di gravità permanente (ispirata alla “Quarta Via” di Gurdjieff), Magic shop (il suo personale Maschere e volto dello spiritualismo contemporaneo). Per finire la trattazione si riportano queste parole estratte da un documentario degli anni 80:

“Si sa, spesso i musicisti sono sensibili magari al denaro, alla propria storia personale, qualche volta alle donne… ma alcuni come questo strano sopravvissuto di una stirpe incantata hanno una malattia incurabile: sono sensibili a se stessi, ossia alle cose misteriose di questo strano pianeta.”

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