Pubblichiamo in questa sede, dietro l’invito dei tipi di Venexia editrice, un estratto del saggio Magia del Caos per scettici di Carlos Atanes.
di Carlos Atanes
Lโinevitabilitร dei postulati scientifici deriva dalla diffusa ma errata teoria del progresso cumulativo basata sulle confutazioni successive e, diciamo, sullโauto-perfezionamento lineare. Come ha dimostrato Thomas S. Kuhn in The Structure of Scientific Revolutions, ciรฒ che accade realmente รจ un viaggio erratico lungo un itinerario contingente fatto di sostituzioni di certi paradigmi con altri. Solo a posteriori la riscrittura dei libri di testo crea lโimpressione di un progresso lineare. I nuovi paradigmi non si basano tanto su perfezionamenti empirici cosรฌ evidenti, quanto su intuizioni, a volte di natura puramente estetica, come la bellezza di unโequazione e il desiderio platonico che la bellezza corrisponda alla veritร .
In prima genesi i nuovi paradigmi sono sostenuti da atti di fede. ร il loro consolidamento successivo โ piรน per il ricambio generazionale della comunitร scientifica che per conversione dei suoi membri โ a fornire il quadro metodologico in cui si innesteranno i nuovi contributi teorici che si riveleranno piรน utili per descrivere la realtร e che maschereranno la conoscenza precedente; fino allโavvento di una nuova crisi e al conseguente cambio di paradigma.
Come abbiamo detto, anche la magia รจ una questione di fede. Ma non solo una. La magia รจ molto lontana dallโessere un pensiero monolitico e uniforme nel tempo. Attraverso i secoli ha proiettato i suoi modelli e ha generato diverse visioni del mondo, o meglio, le ha generate nello stesso tempo in cui si รจ nutrita di esse.
La classificazione di Frater UโธซDโธซ โ nome magico di Ralph Tegtmeier, che รจ stato un praticante di Magia del caos e oggi di quella che si chiama โmagia pragmaticaโ โ consiste di quattro paradigmi magici: spirituale, energetico, psicologico e informazionale. Questo schema รจ accolto da molti ed รจ riportato anche da Patrick Dunn nel suo libro Postmodern Magic: the Art of Magic in the Information Age. Io lo esporrรฒ in forma abbreviata.

Il paradigma spirituale
Presuppone lโesistenza di divinitร ed entitร spirituali ai quali il mago ordina, attraverso elaborate cerimonie di invocazione ed evocazione, la realizzazione dei suoi propositi.
ร il piรน antico paradigma magico, quello che รจ durato piรน a lungo โ fino ai giorni nostri, il piรน diffuso nella cultura popolare, grazie agli sciamani, ai maghi elisabettiani come John Dee, al supereroe dei fumetti Doctor Strange, e ai โdruidiโ come Merlino โ il cui incantesimo della โmagia del fareโ รจ il mio preferito:
Anรกl nathrach, orthโ bhรกisโs bethad, do chรฉl dรฉnmha.
(Anche se non fosse un vero incantesimo gallese del VI secolo ma unโinvenzione del film Excalibur, rimane magnifico).
Il paradigma energetico
Postula lโesistenza di energie o poteri di tipo diverso da quelli conoscibili dalla scienza, manipolabili dal mago per causare cambiamenti nella realtร fisica.
ร il tipo di magia che sin dal XVIII secolo, gli illusionisti e i maghi da palcoscenico fingono di poter dominare per lo stupore del loro pubblico. Questo include il magnetismo animale di Mesmer, lโenergia vitale universale del Reiki e lโorgone di Wilhelm Reich. Eliphas Levi โ pseudonimo di Alphonse Louis Constant โ il piรน famoso occultista del XIX secolo, nel 1854 scrisse dellโesistenza della โluce astraleโ, che รจ proiettata dallo sguardo, dalla voce, dai pollici e dai palmi delle mani.
Il paradigma psicologico
Assegna alle entitร e alle energie menzionate prima unโesistenza puramente psichica, non esterna al mago, un prodotto della sua mente. Anche se, una volta generate, possono assumere una certa autonomia che resta percepibile.
Aleister Crowley, che nel suo insaziabile sfruttamento dei paradigmi โ forse dovremmo iniziare a riferirci a lui come un โmetamagoโ โ aveva un piede nel paradigma spirituale e lโaltro in quello psicologico e negli anni โ20 ha contribuito a diffondere questโultimo, rivelando uno straordinario senso pratico quando affermรฒ che โdobbiamo considerare tutti gli esseri come parti di noi stessi ma รจ piรน conveniente immaginarli come indipendenti. La massima convenienza รจ il nostro canone di Veritร โ.
Il paradigma informazionale
O modello cibernetico, nella terminologia proposta da Phil Hine.
Concepisce la realtร come una rete semiotica, una rete di simboli non soggetta al dominio della materia, dellโenergia e dello spazio-tempo, nonostante sia ad essi strettamente legata. Agendo simbolicamente, il mago opera in quella rete โ o software โ causando cambiamenti nella sua struttura che a loro volta alterano la realtร fisica โ o hardware.
Patrick Dunn, autore del libro che raccoglie la classificazione di questi paradigmi, scrive: โIo credo che la rete semiotica sia la sostanza della Realtร Ultima. [Se la realtร ] รจ simbolica in natura, allora manipolare i sistemi simbolici altera la rete semiotica, e dunque manipola la realtร . Le spiegazioni scientifiche si fermano prima di tentare di trovare il significato. Solo lโarte e la magia possono esplorare il significato e credo che il motivo sia che entrambe manipolano, costringono, plasmano, inducono il significato fuori dal miscuglio intricato e senza speranza della Menteโ.
Ho datato le associazioni ai quattro paradigmi โ VI secolo, metร del XIX, periodo fra le due guerre mondiali nel XX e inizio del XXI secolo โ per sottolineare la correlazione sintomatica che la fioritura di ogni paradigma magico โ spirituale, energetico, psicologico e informazionale โ mantiene con il suo rispettivo Zeitgeist, lo spirito del tempo.
Non ci sono dubbi che durante lโera antica, il Medioevo e il Rinascimento, secoli di fede incontestabile negli esseri disincarnati, in angeli e demoni, e nella loro influenza sugli eventi mondani, il paradigma della magia fosse di tipo spirituale. Dopo la rivoluzione industriale e la scoperta dellโelettromagnetismo, quando il mondo abbracciรฒ il positivismo, il paradigma magico si orientรฒ verso le energie. Come risultato dello shock causato dallโavvento della psicanalisi nei confronti delle idee che si erano presunte fino ad allora sulla mente umana, il paradigma divenne psicologico. E nellโera di internet, degli smartphone, dellโintelligenza artificiale e dei big data, la magia comprende la realtร come una rete interconnessa di dati e diventa una via, forse a volte un poโ stravagante, di confronto con quelle informazioni.
Questa correlazione potrebbe essere interpretata come il tentativo della magia di legittimare se stessa allโinterno del sistema egemonico di credenze di ogni periodo storico. Piรน probabilmente, perรฒ, รจ anche la conferma che la magia non รจ e non รจ mai stata una pagina bianca in relazione al resto dei campi di conoscenza umani ma, come loro, รจ soggetta ai cambiamenti del campo epistemologico generale; e anche che, a sua volta e in una certa misura, ha contribuito a questi cambiamenti. Neanche lโarte รจ aliena ai cambiamenti sociali o al progresso scientifico. Tutta la conoscenza umana รจ correlata.
Dunque, abbiamo quattro paradigmi magici. A volte si mostrano allo stato puro, in certi casi si sovrappongono. Non sono necessariamente esclusivi; lโeclettismo di Crowley รจ probabilmente un esempio importante. Ma vediamo ora รจ ciรฒ che hanno in comune, aldilร delle differenze notevoli, ovvero le credenze assiomatiche essenziali su cui si basa tutta la magia. E ce ne sono tre.
Primo assioma
La realtร non รจ cosรฌ reale.
Ciรฒ che consideriamo realtร รจ un regno di illusioni. Esiste una realtร piรน reale di quella che percepiamo, nascosta dietro di essa. La descrizione della natura di questโaltra realtร dipende, come abbiamo visto, dalla nostra adesione a uno o a un altro paradigma.
Secondo assioma
La coscienza รจ un freno.
Una rumorosa caffettiera piena di pregiudizi e condizionamenti, il cui rumore ci impedisce di vedere sia cosa cโรจ dallโaltra parte del velo delle illusioni โ una tela di ragno che gli Indรน chiamano il Velo di Maya โ sia dentro noi stessi. Tutte le correnti magiche propongono metodi per silenziare quel rumore e raggiungere uno stato di coscienza superiore. Unโestasi, uno stato metafisico. Per i maghi del caos, una gnosi.
Terzo assioma
ร possibile alterare la realtร apparente utilizzando una scorciatoia. Cioรจ, muovere i fili della realtร nascosta oltre le apparenze. Solo accedendo allo stato alterato di coscienza a cui si riferisce il secondo assioma, saremo in grado di manovrare quei fili.
Questo riassunto dei fondamenti teorici della magia serve, almeno, a dimostrare lโinfondatezza di uno dei pregiudizi che pesano su di essa, la presunta a-causalitร . Tutta la magia รจ causale per definizione. Ogni tipo di magia immagina un certo tipo di meccanismo causale che connette la volontร del mago con lโeffetto prodotto. In magia, in qualunque tipo di magia, le cose non capitano. Accadono perchรฉ il mago ordina lโesecuzione di un lavoro a unโentitร dotata del potere di eseguirlo o perchรฉ manipola energie, poteri o simboli che causano quella trasformazione. Ovvero, il mago estende la sua volontร allโazione, e quellโazione produce conseguenze. Certo, agli occhi di un osservatore profano, questa causalitร non troverebbe riscontro in un contesto empirico di prove e dunque i risultati eventuali sarebbero attribuiti al caso. Ma, come concetto, lโa-causalitร รจ del tutto inappropriata se accostata alla pratica magica.
Ma oltre alla pratica, il paradigma psicologico e il paradigma informazionale sono ben consapevoli delle nuove nozioni che abbiamo sullโa-causalitร provenienti dallโesterno del mondo della magia durante lโultimo secolo. Concetti come la sincronicitร junghiana, la meccanica quantistica e la teoria del caos hanno messo in discussione, piรน o meno radicalmente, la nostra visione deterministica di causa ed effetto. Ci hanno rivelato che la realtร non รจ semplice come pensavamo e ci hanno proposto nuove forme di determinismo.
La linea che separa il causale dallโa-causale quando ci confrontiamo con sincronicitร , particelle subatomiche o sistemi complessi non รจ disegnata chiaramente come crediamo. E non sappiamo se lo sarร mai. Ovvero, a dispetto dei tentativi della scienza di scoprire le cause primarie di certi fenomeni, il sospetto di indeterminabilitร e di imprevedibilitร potrebbe essere concreto โ non la conseguenza di unโeventuale limite tecnologico, unโindeterminazione epistemica โ ovvero queste potrebbero essere intrinseche alla sua natura โ indeterminazione ontologica โ ed รจ un sospetto che se non finirร per imporsi come certezza, รจ destinato comunque a durare a lungo.
Potremmo affermare, dunque, che a-causalitร , indeterminazione e caos siano nel mondo, non nella magia. La magia pretende di fornire significati, causalitร e ordine in un mondo presumibilmente caotico. Come fa lโarte. Nel mondo trasparente e deterministico, perfettamente delineato dal disegno divino o dalle leggi di Newton, il caos entrava nellโequazione solo come mito primordiale. Ma col nuovo stato delle cose, la magia doveva raccogliere la sfida.
E la sfida fu colta da Peter J. Carroll e Ray Sherwin nel 1976, quando, secondo la leggenda, crearono la Magia del caos.
Sia Carroll che Sherwin erano refrattari al dogmatismo e alla gerarchia tradizionale delle organizzazioni occulte e si dichiararono eredi del culto di Zos Kia. Nel 1978 pubblicarono un annuncio su The New Equinox, la rivista di magia thelemica che curavano, con lo scopo di reclutare membri per una nuova organizzazione non gerarchica che avrebbe fuso la magia thelemica con il Tantra, il culto Zos e il Tao. Il risultato fu lโordine degli Illuminati di Thanateros (IOT), che in seguito fu influenzato dal Discordianesimo e a cui si unirono figure come William S. Burroughs, Timothy Leary and Robert Anton Wilson.
Come spesso succede nelle organizzazioni, che si proclamino non gerarchiche o meno โ la storia continua a disilluderci, mostrandoci lโimpossibilitร che, in un modo o in un altro, non finisca ogni volta nella stessa maniera โ anche lo IOT subรฌ delle scissioni e sia Sherwin (per primo) che Carroll (piรน tardi) lasciarono il gruppo. Tuttavia, ciรฒ che ci interessa non รจ la cronaca incidentale delle avventure umane ma i contributi concettuali, veramente nuovi, della Magia del caos.
Il piรน importante di tutti, il piรน dirompente, รจ il meta-paradigma.
Ma prima di avvicinarci a questo, dobbiamo chiarificare alcune cose o rischiamo di finire invischiati in una rete di false omonimie. Appena ci approcciamo a un libro di Magia del caos ci accorgiamo che lโutilizzo del termine โparadigmaโ sfiora lโabusivo.
Facciamo un breve riassunto. Da una parte abbiamo un paradigma primario sul quale si basa tutta la magia, o Grande Paradigma, che io perรฒ vi ho presentato diviso in tre assiomi:
- La realtร non รจ reale.
- La coscienza รจ un freno.
- Alterando la coscienza (B) possiamo generare cambiamenti nella realtร (A).
Dallโaltra parte abbiamo una lista di paradigmi magici che include tutti i tipi di magia in successione, necessariamente inquadrati allโinterno del Grande Paradigma e che, di fatto, descrivono lo Zeitgeist dei differenti stadi di civiltร :
- Spirituale.
- Energetico.
- Psicologico.
- Informazionale.
Poi, abbiamo il famoso meta-paradigma, caratteristico della Magia del caos e che non vi ho ancora illustrato. Svilupperรฒ questo argomento poco piรน avanti.
Infine โ ma dobbiamo essere prudenti, questo โinfineโ รจ provvisorio โ abbiamo una lista di paradigmi magici in cui la Magia del caos รจ specificamente inquadrata. Esposta e spiegata da Peter J. Carroll nel suo Liber Null & Psychonaut, consiste dei seguenti sei modelli:
- Il paradigma caos-eterico.
- La manipolazione delle probabilitร .
- La teoria dei campi morfici.
- Lโuniverso creato dallโosservatore.
- Lโuniverso olografico.
- La dimensionalitร superiore.
Questโultima lista consiste, approssimativamente e senza che ci si debba limitare solo ad essa, nellโestensione e nel dettaglio del paradigma informazionale. Andiamo a esaminare ogni punto. A seguire, sintetizzo e commento ogni punto.
Il paradigma caos-eterico
La nostra realtร รจ unโisola di ordine circondata da un oceano caotico e indeterminato, non dominato da regole causali. Noi, gli esseri umani, anche se siamo le strutture meglio organizzate in questo disordine, siamo anche infiltrati dallo stesso caos che permea ogni cosa e che ci consente di scorgerlo e operare come potenziali agenti di trasformazione.
Oltre a proporre unโeloquente descrizione dellโuniverso โ la cui sintesi per un titolo di giornale potrebbe essere: โIl caos primordiale รจ ancora al comando!โ โ e a suggerire un legame simpatico fra caos e coscienza in base a una specie di โconsanguineitร โ, Carroll non fornisce, per il momento, alcun indizio su come un mago potrebbe o dovrebbe interagire con quellโetere per causare cambiamenti nella realtร .
Manipolazione delle probabilitร
Carroll ci rimanda al principio di indeterminazione di Heisenberg, che descrive la natura incerta e probabilistica della materia a livello subatomico: lo stato di una particella si configura nel momento in cui viene osservata.
Carroll stesso ci informa che questo paradigma รจ una versione piรน modesta del principio di indeterminazione. Di fatto, รจ una sua riformulazione in termini quantistici. Lo descriverei come la sua versione funzionale โ e scientifica โ perchรฉ se il paradigma caos-eterico ci mostra il โcosaโ, la manipolazione delle probabilitร ci dice il โcomeโ.
Anche se รจ ancora un โcomeโ molto generico. Innanzitutto, non รจ chiaro che la nostra interazione con la materia a livello quantistico deve produrre manifestazioni su un piano superiore ma percepibili nella sfera ordinaria. Secondo, non รจ nemmeno chiaro che si debba stabilire unโinterazione cosciente, deliberata e utilitaristica con le particelle subatomiche โ con le quali non cโรจ dubbio che interagiamo continuamente, ma inconsciamente, non intenzionalmente e, di sicuro, non produttivamente. E terzo, se potessimo, non รจ di nuovo chiaro se la nostra interazione sarebbe molto diversa da quella di chi entrasse bendato nella sala di controllo di un acceleratore di particelle brandendo una bacchetta come un piumino per togliere la polvere, cercando di spingere gli interruttori giusti e attivare unโinteressante reazione atomica. In altre parole, il signor Carroll forse lo sa, ma noi di sicuro non sapremmo bene cosa fare con una manciata di elettroni sciolti.
Teoria dei campi morfici
Questa teoria controversa, formulata dal biologo Rupert Sheldrake, ipotizza la possibilitร che tutti gli eventi dellโuniverso, sia quelli che riguardano gli esseri viventi sia quelli correlati alla materia inanimata, siano associati a campi intangibili di โpura informazioneโ che, grazie alla loro risonanza, stendono intorno allโintero universo una rete informazionale che agevola il formarsi di eventi successivi. Ovvero, quando un evento accade per la prima volta โ la cristallizzazione di un minerale, un comportamento animale ecc. โ questo genera necessariamente un campo morfogenetico che contribuisce, senza limiti di tempo o distanza, a una maggiore facilitร di riproduzione dello stesso evento.
Vi faccio un esempio: un infreddolito Homo erectus, preso da una specie di ispirazione provvidenziale, strofina due bastoncini di legno su un letto di foglie asciutte e, con tenacia e sforzo, impara ad accendere il fuoco. Immediatamente si genera un campo morfico โ โil campo morfico del fare il fuoco strofinando due bastonciniโ โ che informa il comportamento di un altro. Dopo un certo tempo, abbiamo ominidi che non si sono mai incontrati fra di loro che fanno il fuoco in tutto il pianeta e mano a mano sempre con maggior perizia, avendo assorbito dalla scienza infusa lโabilitร di unโesperienza che non apparteneva loro. Alcuni esperimenti suggeriscono che questa teoria potrebbe non essere del tutto errata.
Questo flusso di informazioni, tipico della risonanza morfica, immediata e aliena ai canali consueti di trasmissione, ricorda certi fenomeni paranormali di tipo ESP (percezione extrasensoriale), come la chiaroveggenza, in cui lโintelligenza di eventi distanti รจ ottenuta per incanto. E in effetti, secondo Carroll, la teoria dei campi morfici รจ una spiegazione perfetta di questi fenomeni, escludendo la precognizione.
La mia visione degli eventi di Achacachi, ad esempio, potrebbe essere spiegata molto bene come la ricezione di una risonanza morfica.
Abbiamo un disturboche stava giร cavalcando lโonda โ il linciaggio di Achacachi era il nono avvenuto in Bolivia quellโanno, e la ripetizione potrebbe, forse, averne accresciuto il potere โ una ricettivitร particolarmente sensibile come lo stato di sonno, libero dal filtro della coscienza e un flusso straordinariamente chiaro e coerente di informazioni, troppo pulito ed esatto โ e coincidente nellโorario โ per essere attribuibile al caso o allโeventuale riverbero quantico di pochi protoni vaganti, ma che suggerisce anche, per via di una distorsione significativa โ lโincongruenza del sole notturno โ che la mia visione non era il risultato di un accesso diretto ai fatti, anche se questo fosse possibile, bensรฌ mediato, perchรฉ ciรฒ a cui aveva avuto accesso era la traccia degli eventi nel campo morfico. Quindi, la ricomposizione del mio sogno ha completato lโinformazione ricevuta con le tracce di luce della mia locazione reale, proprio come facciamo abitualmente includendo rumori dโambiente o sensazioni somatiche alla trama dei nostri sogni.
Universo creato dallโosservatore
Solo ciรฒ che percepiamo esiste mentre ciรฒ che non percepiamo, no. La nostra Volontร genera la realtร , quella che percepiamo โ lโunica che, in ogni caso e indipendentemente dal fatto che gli altri esistano o meno, ci riguarda perchรฉ รจ nostra. Dunque, Volontร e Percezione sono due parole che indicano la stessa cosa. Se qualcosa che vogliamo non si materializza, รจ perchรฉ si tratta di un desiderio che non proviene dalla nostra Vera Volontร . Carroll, inoltre, collega questo paradigma allโindeterminazione quantistica ricordandoci che โรจ lโatto reale di percezione e misurazione volontaria che crea effettivamente degli eventiโ. La misurazione precede lโesistenza.
Cโรจ il sospetto che il paradigma dellโuniverso creato dallโosservatore abbia un approccio solipsistico e tautologico โ se non ottengo ciรฒ che desidero รจ perchรฉ non lo voglio davvero, allora io voglio soltanto ciรฒ che desidero realmente โ e, con tutto il rispetto per il sig. Carroll, un poโ puerile. A parte il mio rifiuto categorico delle insinuazioni sul fatto che siamo responsabili dei linciaggi e di tutte le altre calamitร per il solo fatto di immaginarne lโesistenza โ lโincontestabile inclinazione umana al sadismo va oltre la mia fantasia โ questo paradigma รจ non solo una mera ripetizione della manipolazione delle probabilitร e, conseguentemente, anche del paradigma caos-eterico, giacchรฉ ribadisce il concetto dellโinfluenza che lโosservatore esercita sulla realtร quantistica โ il ben noto collasso della funzione dโonda โ ma, in aggiunta, il suo approccio solipsistico finisce inevitabilmente per essere incongruente. Poichรฉ, diversamente dai paradigmi quantistici, non ammette neanche la realtร oggettiva delle particelle subatomiche โ sarebbero anchโesse il prodotto della nostra Volontร /Percezione โ allora non ha senso voler esercitare influenza su di loro, determinandone lo stato successivo come se fossero oggetti influenzabili ma indipendenti e forse persino preesistenti. Non avevamo detto che la misurazione precede lโesistenza?
Lโuniverso olografico
Lโuniverso รจ un ologramma e la nostra realtร una proiezione. Ogni cosa, dalla piรน grande alla piรน piccola รจ connessa a ogni cosa. E inoltre, come suggerisce lโentaglement quantistico, รจ una connessione simultanea immediatamente emancipata dalla distanza. La trasmissione dellโenergia ha dei limiti di velocitร imposti dalla fisica di Einstein. Ma non la pura informazione, perchรฉ non รจ nรฉ materia nรฉ energia. La sincronicitร โ non la causalitร โ รจ il modo in cui questa realtร superiore olografica mette in ordine la materia e lโenergia del nostro mondo virtuale.
Dimensionalitร superiore
Il paradigma preferito di Carroll. Niente indica che il nostro universo sia limitato alle quattro dimensioni che noi percepiamo โ tre spaziali piรน il tempo. Lโesistenza di una singola dimensione aggiuntiva risolverebbe non pochi problemi ancora imperscrutabili da una prospettiva quadridimensionale: interazione debole, violazione della simmetria CP, certe proprietร del vacuum, la psicocinesiโฆ
Secondo questa visione del mondo, lo spazio tridimensionale รจ solo una parte inconcepibilmente sottile di un universo molto piรน grande, dove lโenergia, la materia e le informazioni possono muoversi in modo imprevedibile attraverso dimensioni a cui i nostri sensi non hanno accesso e riappaiono ed esercitano unโinfluenza in aree distanti del nostro spazio-tempo. Dunque, i casi di indeterminazione e a-causalitร che osserviamo non sarebbero che manifestazioni astratte di una causalitร che accade in altre dimensioni.
Nonostante abbia considerato opportuno riferire queste sei visioni, personalmente, e come รจ chiaro dal mio commento al quarto paradigma, non sono molto convinto dalla classificazione di Carroll. Penso che sia ridondante e inutilmente verbosa. I sei modelli sono troppo coincidenti. O almeno complementari, raggruppabili in uno solo o al massimo in due paradigmi. Per farla breve, prendiamo la lista dei sei modelli e raschiamola fino a lasciare solo ciรฒ che รจ essenziale e utile alla chiarezza.
Come ho giร detto, Carroll stesso riconosce che non รจ essenziale separare il secondo paradigma โ manipolazione delle probabilitร โ dal primo โ universo caos-eterico. Insieme al sesto โ dimensionalitร superiore โ potrebbero formare un unico modello. Un paradigma quantistico.
Il quarto โ universo creato dallโosservatore โ รจ inutile. Il solipsismo รจ un alibi per spiegare tutto senza spiegare nulla. E inevitabilmente, conduce alla sua stessa negazione. Quindi, la cosa piรน saggia รจ camminarci intorno in punta di piedi.
Prima, perรฒ, chiariamo una cosa: un metodo di autosuggestione รจ tanto utile quanto รจ usato con moderazione. Per esempio, potremmo fare una passeggiata dopo esserci convinti che ogni cosa che vedremo per strada โ marciapiedi, palazzi, automobili, nuvole, uccelli, gente e animali โ sia il prodotto del prodigioso potere creativo della nostra immaginazione. Sarร piacevole spadroneggiare come un demiurgo di un piccolo universo appena creato. Il nostro atteggiamento orgoglioso non passerร inosservato e presto vedremo qualche passante rivolgersi a noi con uno strano e insolito tono servile. Ma dobbiamo fare attenzione, perchรฉ come ho giร detto, non bisogna esagerare. Superata una certa linea, le collisioni spiacevoli diventano inevitabili e qualcuno potrebbe prenderci a sberle. Cerchiamo di prendere questa avvertenza seriamente: abbandoniamo il solipsismo al primo colpo, altrimenti la psicosi ci aspetta a braccia aperte.
Non dobbiamo dimenticare che i disturbi mentali associati alla perdita di contatto con la realtร profana costituiscono un rischio non di poco conto a cui i praticanti di magia sono indubbiamente esposti. Da qui lโimportanza dei rituali di bando, con lo scopo di ripulire lo spazio da entitร , influenze o residui indesiderabili, prima e dopo โ apertura e chiusura โ di ogni lavoro magico. Un contributo innovativo in questโambito da parte della Magia del caos รจ la pratica di esplodere in una fragorosa risata, solvente universale contro la gravositร , una risposta salutare allโeccesso di solennitร e un alleato dellโAnticristo secondo lโaffascinante bibliotecario Jorge da Burgos. Hawkins dice che i membri degli Illuminati di Thanateros ne avevano diffuso la pratica come bando di conclusione dei rituali, notando come purificasse molto bene lโatmosfera.
I rituali di bando, che i maghi spiritualisti intendono come protezione dalle influenze di entitร nefaste, da un punto di vista psicologico o semplicemente razionalista puรฒ essere interpretato come una procedura di igiene mentale che opera delimitando e specificando i limiti di ogni esperienza magica.

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