Per quanto ne dicano alcuni “critici della domenica”, al presunto odio razziale Lovecraft sempre antepose l’orrore visceralmente provato in prima persona nei confronti dell’avvento del mondo moderno, l’impero delle macchine e della spersonalizzazione totale, in cui ogni individuo e le sue visioni più alte sono fagocitate e inserite in un quadro cosmico di tragedia universale, priva di alcuno sbocco superiore. E New York fu, ovviamente, innalzata a immagine della Nuova Babele, che fagocita le antiche tradizioni e le differenziazioni umane in un continuo, abietto rituale di spersonalizzazione, standardizzazione e disumanizzazione collettiva.
La fisica più avanzata ormai dà ragione a scienziati ‘eretici’ come Brouwer, che nella sua opera tentò di conciliare matematica e mistica, ciò conducendolo a prospettive a dir poco insolite, per quanto influenzate dalla Scuola Pitagorica dell’antica Ellade e dai mistici orientali.