La spada di Uriele e le Porte della percezione: ritrovare l’accesso al paradiso perduto

Cristianesimo psichedelico parte II / Segue dalla parte I.

di Antonio Bonifacio

copertina: william blake, beatrice addressing dante

Dopo questa โ€œdeviazioneโ€ nellโ€™arte sacra occidentale, riprendiamo il filo del discorso sempre mantenendoci perรฒ nel vecchio continente in cui deflagrรฒ il fenomeno estatico fatto involontariamente conoscere da Maria Sabina. Il destino aveva preparato una sorpresa davvero epocale a questa ignota sciamana mazateca, ovvero il suo incontro con Gordon Wasson e la di lui consorte Valentina Pavlovna Guercken, entrambi estranei alla chimica e alla ricerca antropologica. Il primo, infatti, era banchiere, mente la moglie era un medico pediatra. Tuttavia, nonostante la totale estraneitร  professionale a tematiche latamente botaniche, la coppia si era totalmente vocata alla ricerca estesa a tutto il globo sulle proprietร  โ€œpsichedelicheโ€ dei miceti e ai loro collegamenti mitologici, al punto che i due spesero ogni loro energia in questa loro disinteressata ricerca (in realtร  cโ€™รจ un aspetto oscuro e assai ingombrante della vicenda, in quanto il banchiere parrebbe sia stato finanziato dalla CIA). 

In ogni caso ai due appassionati lโ€™etnomicologia deve molto, se non tutto. Per farla necessariamente breve sulla vicenda di cui ci si occupa, si ricorda che i coniugi Wasson si presentarono a Maria Sabina davvero in punta di piedi e chiesero e ottennero di presenziare a una seduta in cui si doveva necessariamente porre un dilemma โ€œesistenzialeโ€ per essere ammessi alla consumazione del fungo. Lโ€™aspetto ludico o meramente esperienziale volto a esaudire una curiositร  estemporanea e transiente era evidentemente del tutto estraneo e inconcepibile al rito cui la sciamana presiedeva. In queste circostanze i due europei sperimentarono gli effetti del fungo ritualmente assunto nel corpo umano e percepirono quanto era davvero profonda la tana del bianconiglio, creando una sinergia tra la loro mente e il fungo che ne moltiplicava la capacitร  di percezione, facendo penetrare cosรฌ la coscienza in regni psichici totalmente sconosciuti alla dimensione di veglia, modificandosi radicalmente lโ€™esperienza del tempo e dello spazio. 

In poco tempo le ricerche dei coniugi Wasson, molto amplificate dalla stampa, arrivarono alle orecchie di Albert Hofmann. Questo scienziato, riconosciuto dalla comunitร  dโ€™appartenenza come tra i piรน grandi chimici dello scorso secolo, sintetizzรฒ per primo (altri prima di lui non vi riuscirono), il principio attivo del fungo utilizzato da Maria Sabina, la molecola dello psilocibe e, dopo aver raggiunto questo risultato clamoroso e averne provato i singolarissimi effetti su di sรฉ (si percepรฌ come un nativo messicano che si muoveva in un paesaggio preispanico), decise dโ€™incontrare la sciamana per avere una sorta di approvazione del suo operato di scienziato chimico. Si puรฒ immaginare la scena di questo incontro dei contorni davvero surreali. Il piรน grande chimico europeo dellโ€™epoca sosta in attesa davanti alla capannuccia di fango di una sciamana agrafa (non conosce la scrittura ma non รจ analfabeta), quasi a questuare un responso intorno a un tema spirituale, per confrontare l’efficacia della sua โ€œpillola rossaโ€ con quella del fungo-bambino nato dal sangue di Cristo, sparso dal suo corpo crocefisso. La comunicazione, con queste premesse, sembra davvero inconcepibile. In ogni caso lโ€™incontro andรฒ benissimo e Maria Sabina, assunta sperimentalmente come cavia assunse la predetta โ€œpillola rossaโ€ e constatane una similitudine di effetti con i suoi funghi bambino, โ€œapprovรฒโ€ il prodotto sintetico, quasi come fa lโ€™apposito ente certificatore (in Europa AIFA) di fronte a farmaci di nuova composizione. 

Hofmann รจ ovviamente celebre in primis per la sintetizzazione di un’altra molecola enteogena, quella dell’LSD avvenuta nel 1938, esattamente vent’anni prima del suo incontro con Maria Sabina, datato 1958. L’LSD diventerร  per il suo creatore โ€œil mio bambino difficileโ€, per tutta una serie di conseguenze cui, nella circostanza, non si puรฒ neanche accennare e che somigliano agli effetti causati da una palla di neve, che scendendo a valle, si tramuta in valanga e tutto travolge. Tali eventi significativi, ma estranei a questo tema, sono corroborati da un’abbondante letteratura cui si rimanda; piuttosto, in questo passaggio รจ interessante focalizzare il passaggio tra la materia vivente pulsante del fungo (che viene cannibalizzato come un corpo divino) e la sua riduzione-reificazione attraverso un procedimento puramente chimico, sintetizzato in una โ€œpillolaโ€. Per questo assai perspicua appare una considerazione di Ezio Albrile, intorno a questa operazione, per cosรฌ dire, trasmutativa.

Si puรฒ affermare infatti che, con questa procedura chimica โ€œoccidentaleโ€, si vedrebbe riassunta la โ€œquintessenzaโ€ del fungo sacro e quindi si sarebbe reso disponibile ciรฒ che รจ stato definito, qui come altrove, come lo “spirito della piantaโ€. Non sfugga che questa operazione รจ comunque connotata da forti tratti alchemici e non puramente chimici, come potrebbe apparire a una prima impressione. Albrile, in termini generali e non specificamente attinenti lโ€™episodio di cui ci si sta occupando, ne delinea i tratti, appoggiandosi a uno dei piรน antichi scritti alchemici, il testo conosciuto con il titolo Phisika kay mystika, attribuito a Democriro di Abdera. In esso si descrive la salvezza dellโ€™anima, la sua liberazione dalle avversitร  mondane seguendo i parametri di una manipolazione chimica. Scrive il ricercatore:

“Termini come distillazione, sublimazione, calcinazione rendono evidente come i filosofi noti come ยซalchimistiยป sperimentassero con elementi materiali quali piante, minerali e metalli, stati di perfezionamento e di evoluzione della materia che avevano un diretto riscontro con la vita dellโ€™anima e del suo destino nel mondo.โ€

Ezio Albrile, Lโ€™illusione infinita, pag. 112

Evidentemente Albrile sottolinea una sorta di presenza di โ€œaffinitร  elettiveโ€ tra il mondo โ€œinanimatoโ€, che inanimato non รจ affatto (anzi il contrario), e lโ€™anima dello โ€œsperimentatoreโ€, che possono entrare in un rapporto simbiotico a prescindere dagli โ€œaccidentiโ€ che veicolano la reciproca interazione. Di conseguenza, secondo una certa e non scorretta ottica, Hofmann avrebbe davvero catturato lo spirito della pianta, come gli fu riconosciuto direttamente da Maria Sabina, con una investitura a tal proposito davvero singolare. 

Albert Hofmann e Stanislav Grof

Ciรฒ che ci interessa in queste note รจ perรฒ anche lโ€™aspetto dellโ€™esperienza personale che ebbe Hofmann con il suo โ€œbambino difficileโ€, cosรฌ comโ€™รจ stata raccontata in unโ€˜intervista con un altro ricercatore sugli stati di coscienza, per cosรฌ dire problematico, ovvero Stalislav Grof. Il significativo incontro si svolse โ€œnon a casoโ€ allโ€™Istituto Esalen, la patria delle ricerche sulle interazioni mente/corpo. Per gli scopi di questo articolo ci interessa precipuamente evidenziare alcuni passaggi di questa lunga intervista, tuttavia una cosa รจ da porre a cappello di tutto, come chiave interpretativa del pensiero hofmanniano, ovvero la contrarietร  assoluta che il grande chimico ha costantemente manifestato circo lโ€™uso dellโ€™LSD in un un contesto ludico-profano (come dโ€™altronde รจ largamente avvenuto spesso con conseguenze tragiche). Hofmann, difatti, sosteneva che lโ€™uso dellโ€™LSD in un setting improprio puรฒ essere considerato come la profanazione di una sostanza sacra

In una prospettiva del tutto utopistica il โ€œsuo bambinoโ€ avrebbe dovuto ispirare la stessa venerazione che gli indigeni nutrivano per questo genere di sostanze, il che, francamente, ci rende un poco perplessi, vista la totale difformitร  culturale tra i due ambienti, che escludono la possibilitร  di permettere un semplice e innocuo travaso tra di loro. Premesso ciรฒ si puรฒ prendere nota di alcuni significativi stralci dellโ€™intervista contenenti le domande poste da Stanislav Grof a Albert Hofmann e le di lui risposte, segnalando che essa รจ tratta dalla rivista ยซAltrove n.15ยป (anno 2013) dove la si puรฒ integralmente leggere. Nel corpo dellโ€™intervista sono presenti, intercalate, e quindi riconoscibili, alcune nostre osservazioni a modesto corredo interpretativo.  

Grof: Se intendo bene, lei ritiene, come del resto anchโ€™io, che anche riuscendo a spiegare tutte le modificazioni biochimiche e neuropsicologiche nei neuroni, ci dovremmo comunque confrontare con lโ€™enorme divario tra i processi chimici ed elettrici e la coscienza, che sembra incolmabile.

Hofmann: Si, รจ il problema fondamentale della realtร . Possiamo studiare varie funzioni psichiche e anche le funzioni sensoriali piรน basilari, come la vista o lโ€™udito, che costituiscono la nostra immagine quotidiana del mondo. Esse presentano un lato materiale e un lato psichico. Questo รจ il divario che non si puรฒ spiegare. Possiamo seguirne il metabolismo nel cervello, possiamo misurare le modificazioni biochimiche e neurofisiologiche, i potenziali elettrici, e cosรฌ via. Questi sono processi materiali ed energetici. Ma la sostanza e la corrente elettrica sono una cosa molto diversa, un piano molto diverso, dallโ€™esperienza psichica. Persino la vista e le nostre altre funzioni sensoriali sollevano lo stesso problema. Dobbiamo renderci conto che esiste un divario che probabilmente non potrร  mai essere colmato o spiegato. Possiamo studiare i processi materiali e vari processi a livello energetico: questo e ciรฒ che possiamo fare come scienziati. Poi perรฒ sopraggiunge qualcosa di molto diverso, lโ€™esperienza psichica, che rimane un mistero.

Grof: Sembrano esistere due impostazioni nettamente diverse riguardo al problema della relazione cervello-coscienza che si manifesta nelle sedute psichedeliche. La prima รจ lโ€™impostazione scientifica tradizionale, che spiega lo spettro dellโ€™esperienza con lโ€™LSD come unโ€™emissione di informazioni che vengono immagazzinate nei nostri recettori cerebrali. Ipotizza che lโ€™intero processo sia racchiuso nel nostro cranio e le esperienze siano create da combinazioni e interazioni degli engrammi accumulatisi nella nostra memoria nel corso della vita. Unโ€™alternativa radicale a questa visione materialistica e monistica e stata proposta da Aldous Huxley. In seguito ad alcune esperienze personali con lโ€™LSD e la mescalina, cominciรฒ a considerare il cervello come una โ€œvalvola di sicurezzaโ€, che normalmente ci protegge contro lโ€™ingresso di unโ€™enorme massa di informazioni cosmiche, per impedire che queste inondino e sovraccarichino la nostra coscienza ordinaria. Secondo questa ipotesi, il cervello avrebbe la funzione di ridurre il numero di informazioni disponibili e circoscrivere la nostra esperienza del mondo. Lโ€™LSD ci libererebbe da questa restrizione, aprendo le porte a esperienze molto piรน ampie.

Hofmann: Concordo con la tesi di Huxley secondo cui nelle sedute psichedeliche le funzioni cerebrali si ampliano. In genere, disponiamo di una capacitร  limitata di elaborare gii stimoli che riceviamo dal mondo esterno sotto forma di impulsi ottici, acustici, tattili e cosรฌ via. Abbiamo una capacitร  limitata di trasferire queste informazioni in modo che possano raggiungere la coscienza. Sotto lโ€™influenza di sostanze psichedeliche, la valvola si apre e unโ€™enorme quantitร  di impulsi esterni riesce a entrare e stimolare il cervello. Questo dร  luogo a unโ€™esperienza travolgente.

Walt Disney ha spesso inserito il tema fungino nei suoi fumetti e nei suoi film, come mostrano queste immagini tratte da Alice nel paese delle meraviglie. Un caso abbastanza eloquente รจ una lunga e โ€œsfacciataโ€ sequenza presente ne Il ritorno di Mary Poppins dove la tata โ€œpraticamente perfettaโ€ fa un lungo discorso ai ragazzi nella loro camera, avendo alla spalle la riproduzione in un grande poster di un fungo. Ma non fu solo Walt Disney a legare i miceti allโ€™infanzia. Nel libro tedesco per bambini Mecki e i nani si mostra nelle eloquenti illustrazioni che lo corredano come gli spiriti dei funghi si rivelino al sognatore che โ€œha aperto le porte della percezioneโ€. Attenzione, perรฒ: un conto รจ una sbirciatina furtiva allโ€™oltremondo, assumendo che esso abbia identitร  ontologica, un conto รจ una radicale trasformazione dellโ€™esperiente dopo una iniziazione.

A questo punto appare utile far notare come lโ€™esperienza di Huxley รจ stata menzionata, sostanzialmente negli stessi termini, nello scritto dโ€™introduzione del noto ricercatore e scienziato Mariano Bizzarri nel lavoro caposaldo della tematica, ovvero โ€œLe piante degli dรฉiโ€, di cui sono congiuntamente autori, oltre al citato Hofmann, Richard Evans Schultes e Christian Ratsch. รˆ da rilevare un passaggio importantissimo di commento allโ€™opera huxleyana che qui si riproduce integralmente e che sta nellโ€™introduzione del predetto testo: โ€œIl cardine della sua tesi รจ che รจ che la coscienza normale โ€“ lo stato di veglia consuetudinario โ€“ รจ solo una pallida rappresentazione delle possibilitร  cognitive ed estetiche che possono essere raggiunte per il tramite della transizione che consente di accedere a stati altri della coscienzaโ€. Si sottolinea lโ€™impiego dellโ€™aggettivo โ€œaltriโ€ in luogo di โ€œalteratiโ€, impiego raro in questa letteratura e utilizzato anche da un altro noto ricercatore Mario Polia, che si occupa di antropologia religiosa, sul campo e, prevalentemente nel contesto sudamericano, Bizzarri, altresรฌ, impiega la locuzione altri stati della coscienza e non di coscienza evidenziando cosรฌ che questa รจ una sola, e che, di norma, รจ โ€œsottoutilizzataโ€. Parimenti รจ altresรฌ evidente che tali stati โ€œaltriโ€ non comportano la stortura della coscienza, come gli orologi โ€œliquidiโ€ di Dalรฌ rappresentati nel suo celebre quadro, quanto piuttosto la penetrazione in altri ambienti presenti nella medesima costruzione, compiuta varcando porte di cui si sono smarrite le chiavi. 

Lo sciamano potrebbe essere cosรฌ definito come una sorta di โ€œmaestro di chiaviโ€, in quanto detiene lโ€™accesso (ciรฒ rimandando a un personaggio e allโ€™ambientazione โ€œcondominialeโ€ del ciclo cinematografico di Matrix) alla totalitร  della coscienza, che รจ ben piรน vasta di quella ordinariamente esperibile. Detto ciรฒ, appena in avanti, ci si soffermerร  sulle ragioni di questa possibile โ€œmutazione antropologicaโ€ che ha determinato la costituzione di una gabbia coscienziale, ipotizzando la possibilitร  che la causa possa essere rintracciata in un processo catabasico, di ordine storico, che abbia abbia โ€œoscurato il cieloโ€ (sempre come avviene in Matrix) impedito con ciรฒ a queste โ€œinformazioniโ€ (qualunque cosa si voglia intendere con tale termine) di giungere nella nostra coscienza, separando infine โ€œlโ€™egoโ€ dal โ€œtuttoโ€.

Grof: Vorrei ora chiederle una cosa molto personale. Sono certo che questa domanda le sia giร  stata posta diverse volte. Nel corso della sua vita ha fatto diverse esperienze psichedeliche, di cui oggi ne ha descritte alcune. Inizio con le esperienze lisergiche associate alla scoperta dellโ€™LSD, poi vennero quelle connesse al lavoro relativo allโ€™isolamento dei principi attivi dei funghi magici e dellโ€™ololiuqui, il rituale dei funghi con Marรญa Sabina, le sedute da lei descritte nel suo libro LSD, il mio bambino difficile, e alcune altre. Quale influenza hanno avuto tutte queste esperienze su di lei, sul suo modo di stare al mondo, sui suoi valori, la sua filosofia personale, e sulla sua visione scientifica del mondo?

Hofmann: Hanno cambiato la mia vita, in quanto mi hanno presentato un nuovo concetto di realtร . Dopo lโ€™esperienza con lโ€™LSD, la realtร  cominciรฒ a diventare un problema per me. Prima, avevo sempre creduto che esistesse una sola realtร , la realtร  della vita quotidiana. Unโ€™unica vera realtร , mentre il resto era pura immaginazione โ€“ non era reale. Sotto lโ€™influenza dellโ€™LSD, sono invece entrato in realtร  che erano altrettanto reali e persino piรน reali di quella ordinaria. Ho riflettuto sulla natura della realtร  e ho avuto profonde intuizioni. Ho analizzato i meccanismi che contribuiscono a creare la visione ordinaria del mondo, quella che chiamiamo โ€œrealtร  quotidianaโ€. Quali sono i fattori che la costituiscono? Che cosa รจ interno e che cosa รจ esterno? Per questo processo uso la metafora del mittente e del destinatario. Il mittente produttivo รจ il mondo esterno, la realtร  esterna compreso il nostro corpo. Il destinatario รจ il nostro io profondo, lโ€™ego conscio, che trasforma gli stimoli esterni in esperienze psicologiche. รˆ stato molto utile per me distinguere ciรฒ che รจ effettivamente e oggettivamente esterno, qualcosa che non si puรฒ cambiare, che e uguale per tutti, e ciรฒ che e prodotto da me, fatto in casa, ciรฒ che sono io, ciรฒ che posso cambiare, qual e il mio intimo spirituale che puรฒ essere modificato. Questa possibilitร  di modificare la realtร , che esiste in ognuno, rappresenta la libertร  reale di ogni individuo. Ogni individuo ha la possibilitร  enorme di modificare la sua visione del mondo. Mi ha enormemente aiutato nella vita rendermi conto di ciรฒ che effettivamente esiste allโ€™esterno e ciรฒ che รจ prodotto da me, nel mio intimo.


In ordine alla possibilitร  delineata di โ€œmodificare la visione del mondoโ€ รจ opportuno, nella circostanza, proporre un inciso un poco โ€œquantisticoโ€ sul tema e cosรฌ porgere unโ€™osservazione della neuropsichiatra Rosanna Cerbo, tratta dalla parte finale della sua relazione tenuta al Convegno SISSC โ€œMedicina Proibitaโ€, Torino 31 Luglio – 2 Agosto 2015 dal titolo DOLORE E SOFFERENZA NELLโ€™EVENTO MORTE: UN PERCORSO OBBLIGATO?. Si fa precedere lโ€™estratto della relazione della ricercatrice da un โ€˜importante osservazione dello storico delle religioni Mario Toti, perchรฉ la modalitร  in cui si partecipa con la coscienza allโ€™โ€evento morteโ€ assume unโ€™importanza soteriologica assolutamente determinante. Scrive Toti:

Tuttavia, รจ lecito leggere cogliere nella dottrina tibetana, una certa analogia con la tesi cattolica della puntualitร , fatto salvo lโ€™accento alla meditazione: ยซsu quale che sia forma dโ€™essere uno medita, sul punto di abbandonare il corpo, verso quella solo egli fluisce perchรฉ da quella sempre la sua natura sarร  influenzataยป; e, quindi, ยซognuno otterrร  quella forma di esistenza sulla quale il suo cuore รจ concentrato quando muoreยป.”

Ciรฒ puรฒ saldarsi a quanto conclude la ricercatrice intorno al tema trattato:

โ€œTutto ciรฒ riapre il dilemma tra fisica tradizionale e filosofia realista di provenienza greca: tutto ciรฒ che percepisci del mondo non puรฒ esistere senza la tua coscienza, per cui la coscienza รจ alla base della realtร  e la realtร  esiste a prescindere dall’osservatore; mentre per la fisica quantistica la realtร  รจ creata dall’osservatore che รจ determinante nella formazione della realtร , che esiste solo se cโ€™รจ chi lโ€™osserva.”

Per la fisica quantistica sarร  senzโ€™altro cosรฌ, ma molti se nโ€™erano accorti di ciรฒ molto prima, anche in Occidente. Cosรฌ il pittore visionario William Blake, nella sua opera Jerusalem, descrive lโ€™invito perentorio rivolto al gigante Albione, rappresentante lโ€™umanitร  dopo la caduta, di prendere coscienza:

โ€œSvegliati! Tu che dormi nella terra delle ombre, sveglia! Stira le tue membra! Io sono in te e tu in me, lโ€™uno accanto allโ€™altro nellโ€™amore divino… Cristo รจ lโ€™immagine o il corpo divino presente in ogni uomo, lโ€™unica forma universale in cui sono racchiuse tutte le cose nella loro forma universale.โ€

William Blake, Jerusalem

Albione diviene ciรฒ che percepisce e Blake si rifร  qui a una dottrina paracelsiana: โ€œLโ€™uomo รจ ciรฒ che pensa, e una cosa, anche, cosรฌ egli come la pensa. Se egli pensa un fuoco, รจ fuoco, se pensa la guerra รจ guerraโ€ (De virtute imaginativa, 1526, cit. da Alexander Robb. 523). Anche queste espressioni potrebbero essere tranquillamente qualificate come cristianesimo psichedelico, vista lโ€™adesione di Blake alla dottrina cattolica pur in una sua espressione โ€œesotericaโ€.

Dopo questo inciso proseguiamo con le parole della ricercatrice: โ€œMa se la coscienza o mente o anima รจ in grado di esistere a prescindere dal funzionamento del cervello, per chi รจ credente,come chi scrive, o per chi non lo รจ, si aprono confini senza fine. In questo scenario, che ruolo potrebbero avere lโ€™utilizzo di LSD o di altre sostanze psichedeliche (psilocibina) nella fase finale della vita? Sarebbero in grado di interferire con OBE e NDE? Sarebbero utili per rafforzare i meccanismi difensivi o potrebbero alterarli in modo negativo, creando un โ€œbad tripโ€ (un brutto viaggio) in alcuni soggetti? Vale la pena indagare? Quale sono i rischi, in un momento cruciale e non ripetibile della vita dellโ€™individuo? Queste domande rappresentano il futuro della ricerca nel campo delle neuroscienze riguardo allโ€™evento morteโ€. Di certo Aldous Huxley ebbe garantita una morte estremamente serena โ€“ e quindi probabilmente un โ€œbuon viaggioโ€ โ€“, attraverso lโ€™utilizzo di una sostanza psichedelica, perchรฉ, verosimilmente, potรฉ concentrare i suoi sforzi lucidi, operando una costruzione pacificata della realtร  durante lโ€™exitus.

Ora, a parte il congruo e significativo inciso proposto, sottolineante la relativitร  della realtร  nellโ€™ottica della interpretazione quantistica, ecco che il punto dellโ€™intervista sopra riportato si rivela come un contributo di ulteriore basilare importanza a favore di quella concezione, anche paracelsiana si รจ visto, secondo la quale lโ€™osservatore concorre alla formazione della realtร . Hofmann compie infatti anchโ€™egli una lucidissima riflessione sullโ€™esperienza della realtร , che viene oggettivata dal soggetto in una interazione accordante tra loro gli stimoli che riceve e la traduzione degli stessi nella coscienza. Questo รจ un fatto che egli constata per esperienza diretta e non indirettamente per altrui narrazione. Ebbene, a conforto della cogitazione hofmanniana, circa la necessitร  di rompere lโ€™argine e aprire le porte della percezione, giunge opportuno un ulteriore contributo, di ordine pressochรฉ storico, cui si accennava appena in precedenza a proposito della catabasi storica. 

Questo contributo entra nel pieno del tema della progressiva chiusura dellโ€™io in una gabbia percettiva, socialmente predeterminata che, progressivamente, assume toni soffocanti e che spinge il soggetto a tentare di evadere dalle mura di questa prigione (tolkienianamente: la santa fuga del prigioniero, che coincide con lo โ€œSvegliati!โ€ di Blake rivolto ad Albione), in obbedienza a una persistente istintiva nostalgia spirituale, volta a ripristinare quella comunicazione (le informazioni prima richiamate che poi si potrebbero ritenere le โ€œparoleโ€ percepite da Maria Sabina) che in illo tempore si aveva con gli stati di coscienza โ€œaltriโ€, il che si potrebbe rendere con lโ€™espressione religiosa di: vedere le cose in divinis. 

รˆ forse questo il tappo โ€œontologicoโ€ che, come si narra in una leggenda ebraica raccolta da Arturo Graf, รจ stato posto a tutela del Paradiso terrestre ed รจ rappresentato dallโ€™angelo guardiano Uriele che difende lโ€™accesso ai non qualificati con il vorticoso movimento della sua spada di fuoco? Non vโ€™รจ infatti un โ€œmuroโ€ tra il โ€œparadisoโ€ e il โ€œmondoโ€ ma una simplegade ignea che lascia passare solo gli ardimentosi qualificati. 

Scrive Raffaele K. Salinari:

“Verso la fine del secondo millennio a.C., almeno in Occidente  in corrispondenza dellโ€™utilizzo della scrittura (โ€œparadossalmenteโ€ Maria Sabina รจ agrafa) come strumento anche accessibile ai profani… si verificรฒ un progressivo affievolirsi di queste suggestioni allucinatorie che portรฒ progressivamente alla formazione della coscienza intesa come ristrutturazione individuale dellโ€™insieme di percezioni che determinano lโ€™immagine del mondo.โ€

Per Julian Jaynes, autore del testo Il tramonto della mente bicamerale e lโ€™origine della coscienza, questo evento, interiormente cataclismatico, ha determinato un significativo passo evolutivo, contrariamente nella lettura di Salinari, la perdita della funzione allucinatoria, lโ€™audizione delle voci divine, la percezione del numinoso ha comportato come prima conseguenza il silenzio degli oracoli e, in sostanza, la fine della percezione olistica arcaica.

โ€œLโ€™uomo antico che si orientava con queste voci, sembrava non avere una sua visione del mondo, bensรฌ una relazione mediata delle forze che da esso, e di esso, gli parlavano. Tutto ciรฒ รจ ancora attuale in alcune culture marginali nella modernitร  legate a luoghi e ipostasi sacre che continuano a orientare le scelte della comunitร  nei momenti topici.โ€

Raffaele K. Salinari, In cammino verso Eleusi

Eppure, tanto appare incomprensibile agli occhi dei contemporanei la possibilitร  di questa doppia percezione che Holger Kalweit, etnologo e psicologo, ha potuto cosรฌ manifestare il suo, anche professionale, disagio:

โ€œPoichรฉ la nostra cultura non ammette lโ€™esistenza di stati piรน elevati di coscienza, sia gli psichiatri che la societร  โ€“ e in seguito persino i pazienti stessi โ€“ riportano questi stati allโ€™Io, la misura di tutte le cose. Quanti saggi, quanti sciamani, guaritori, veggenti, sapienti, santi sono stati  stretti nelle spire della psichiatria con la sua alienazione dal mondo e la sua falsa ossessione per lโ€™Io.โ€

H. Kalweit: 1996,193

Purtroppo le โ€œscienze occidentaliโ€ pare non abbiano tenuto in nessun conto la differenza basilare che intercorre tra chiamata sciamanica e malattie mentale allโ€™apparenza nosologicamente cosรฌ affini. Interessante รจ lโ€™approccio della psichiatria transculturale agli stati di estasi proposta dalla giร  menzionata Rosanna Cerbo:

โ€œLe pratiche sciamaniche ad esempio sono paragonabili a fenomeni psicopatologi e la cosiddetta iniziazione, denominata anche ยซmalattia iniziaticaยป รจ un momento determinante nella vita di uno sciamano. I tratti distintivi della personalitร  dello sciamano essenziali per il raggiungimento dello stato estatico, con un distacco dalla realtร ,emozioni profonde ed esperienze percettive abnormi, con o senza depersonalizzazione. La cultura occidentale ha considerato per lungo tempo le pratiche sciamaniche espressioni di patologia mentale, in quanto la definizione di normale e anormale in psicologia utilizza criteri che derivano dalla pratica clinica della psicopatologia occidentale. Inoltre questi criteri valutativi sono stati considerati categorie di valore universale, e non applicati al diverso ambiente culturale in modo da interpretare in modo diverso queste esperienze psichiche. Ed รจ piรน difficile, in una visione occidentale, distinguere lโ€™estasi psicotica, anche se รจ ovvio che individui psicotici possono essere anche tra gli sciamani. Ma come nella psicopatologia occidentale, ciรฒ che conta in questi stati, รจ il significato attribuito da chi vive tali esperienze e dallo specifico universo culturale e sociale di cui fanno parte.”

Invece il portare allโ€™ammasso questi due continenti separati dallโ€™esperienza del sacro, accostandoli illegittimamente tra loro rivela il tratto delittuoso dellโ€™approccio livellante occidentale in quanto, come scrive ancora la ricercatrice:

โ€œNelle estasi mistiche persiste una personalitร  pressochรฉ intatta, mentre negli psicotici quasi sempre la personalitร  si disgrega. Elemento che distingue in modo assoluto le visioni dei mistici dalle allucinazioni psicotiche o epilettiche, sono gli effetti che ne derivano per la condotta di vita della persona che le sperimenta e le conseguenze sociali che comportano. Lโ€™esperienza dellโ€™estasi psicotica o epilettica non conduce risultati concreti sulla comunitร  dei credenti, rimane chiuso nellโ€™ambito della propria soggettivitร  e non determina sviluppi culturali e storico-sociali. Da ciรฒ si puรฒ concludere che: ยซCiรฒ che distingue in modo assoluto le visioni dei mistici dalle allucinazioni patologiche, sono gli effetti che ne derivano per la condotta di vitaยป. [โ€ฆ] Dobbiamo soltanto domandarci se, fisiologicamente o psicologicamente, le visioni non siano delle azioni umane messe in moto da una potenza che ci oltrepassa e che chiamiamo Dio.โ€ 

Per questo, contrariamente a quanto pensava โ€œingenuamenteโ€ Hofmann, lโ€™esperienza di Maria Sabina non รจ esportabile e non puรฒ vivere al di fuori di una ferrea coscienza religiosa che sa tradurre in immagini simbolo la percezione dellโ€™Altrove, cosa cui ai nostri lidi siamo evidentemente divenuti incapaci. Il successivo passaggio, che riveste in unโ€™importanza straordinaria in questโ€™epoca dominata dallโ€™elementaritร  mediatica del Greta-pensiero contemporaneo, di sola materialistica composizione, รจ lโ€™approccio spirituale che si ha con la โ€œnaturaโ€ nello stato di coscienza โ€œaltroโ€ ed รจ quello contenuto nelle righe successive. Riprendiamo lโ€™intervista:

Grof: Lei ha una consapevolezza e una sensibilitร  straordinarie riguardo alle questioni ecologiche, per esempio lโ€™inquinamento industriale dellโ€™acqua e dellโ€™aria, il depauperamento della natura, lโ€™estinzione delle foreste europee, ecc. Le attribuirebbe alle sue sedute psichedeliche, nelle quali ha provato lโ€™esperienza di essere un tuttโ€™uno con la natura e di come lโ€™intero universo sia correlato? Pensa di aver sviluppato, attraverso queste esperienze, una maggiore sensibilitร  ecologica, una percezione piรน acuta di ciรฒ che stiamo facendo alla natura?

Hofmann: Sรฌ, attraverso la mia esperienza con lโ€™LSD e la mia nuova visione della realtร , sono diventato consapevole delle meraviglie del creato, della magnificenza della natura e del regno animale e vegetale. Sono diventato molto sensibile a ciรฒ che accadrร  a tutto questo e a tutti noi. Ho pubblicato articoli e tenuto conferenze sui principali problemi ambientali che abbiamo in Europa e nel mio paese.

Si conferma, con queste parole, che Hofmann non riceve immagini irreali ma il suo contrario, la realtร  come si presenta, spogliata dalla sua superfluitร , sottratta alla sottomissione dellโ€™alchemico piombo e quindi, infine, aurificata, percepita in divinis appunto, attraverso quel processo che appare come lโ€™auspicato ripristino delle facoltร  proprie alla mente โ€œbicameraleโ€. Non รจ un metaverso, piuttosto il suo contrario. Hofmann infatti pare precisamente descrivere il passaggio proprio dโ€™ogni estasi, un percorso che conduce dallโ€™apparenza allโ€™apparizione e in cui si svela la realtร  immaginale, scorgendo davvero quanto puรฒ  essere profonda e splendidamente reale la tana del bianconiglio… 

A moโ€™ di epitaffio vogliamo aggiungere questa riflessione:

โ€œMa la bicameralitร  della mente non per questo scompare: tutta la storia รจ traversata da una nostalgia verso unโ€™altra mente, tutta la nostra vita psichica testimonia numerosi fenomeni, dalla possessione alla schizofrenia, che a quellโ€™altra mente rinviano. Ciรฒ che noi chiamiamo storia รจ ยซil lento ritrarsi della marea delle voci e delle presenze divineยป. Ma la nostra mente a quelle voci e presenze continua a riferirsi, anche se non sa piรน come nominarle e ascoltarle.โ€

Sarร  forse per questo che Maria Sabina, esprimeva la sua raggiunta condizione spirituale con queste limpide parole:

โ€œEsiste un mondo al di lร  del nostro, lontano e vicino al tempo stesso, e invisibile  Ed รจ qui che vivono Dio, i morti, gli spiriti dei santi un mondo dove ogni cosa รจ giร  accaduta e tutto รจ conosciuto. Questo mondo parla ed ha un linguaggio tutto suo: io riferisco quello che dice. Il fungo sacro mi prende per mano e mi porta lร , in quel mondo dove ogni cosa รจ conosciuta. Sono loro, i funghi sacri, a parlare in modo per me comprensibile. Io pongo loro delle domande ed essi mi rispondono. Al ritorni del viaggio che ho intrapreso con loro io racconto ciรฒ che essi mi hanno riferito e mostrato.โ€ 

Richard Evans Schultes, Albert Hoffman, Gregory Ratsch: 2021, 156

In altro tempo e in altro luogo, Enoch ha chiamato questa percezione come ยซVisione delle Tavole celestiยป: alla fine lโ€™universo รจ… piccolo.


Bibliografia:

Intervista di Stanislav Grof ad Albert Hofmann, Altrove n. 15, SISSC Societร  Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza 

Albrile Enzo: Lโ€™illusione infinita, vie gnostiche di salvezza, Mimesis 2017, Milano

Raffaele K. Salinari: In cammino verso Eleusi, in  AAVV: Eleusi cuore sapienziale dโ€™Europa, Padova University press 

Kalweit Roger: Guaritori sciamani e stregoni, Ubaldini editore, Roma, 1996 

Richard Evans Schultes, Albert Hoffman Gregory Ratsch. Piante degli dรจi, Venexia Roma 2021

Un commento su “La spada di Uriele e le Porte della percezione: ritrovare l’accesso al paradiso perduto

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