Umanità antidiluviane, giganti, “gentili”

Continuiamo in questa sede il discorso sulla tradizione andina, precedentemente affrontato nei quattro articoli che abbiamo già pubblicato su A X I S m u n d i [cfr. «Quaderni Andini», in Antica America]. In chiusura, avremo modo anche di operare qualche confronto con altre tradizioni, tra cui quella messicana, ellenica, celtica e norrena).

di Marco Maculotti
copertina: Machu Picchu, foto dell’Autore

Strettamente connessa alla dottrina dei cicli e del pachacuti [cfr. Pachacuti: cicli di creazione e distruzione del mondo nella tradizione andina] è la credenza nell’esistenza di antiche razze proto-umane che popolarono il nostro pianeta prima dell’avvento del “Quinto Sole”—razze che, come abbiamo visto [cfr. Viracocha e i miti delle origini: creazione del mondo, antropogenesi, miti di fondazione], vengono ciclicamente eliminate, al finire di ogni “Grande Anno”, da un evento catastrofico, per lasciare posto all’umanità del ciclo successivo (similmente al mito esiodeo).

Viracocha e i miti delle origini: creazione del mondo, antropogenesi, miti di fondazione

di Marco Maculotti


Ci siamo prefissati in questo ciclo di saggi classificati come «Quaderni Andini» di mettere a fuoco gli aspetti più significativi della tradizione dell’antico Perù, che si presentava molto più esteso dell’attuale, comprendendo anche parte dell’Ecuador, del Cile settentrionale e della Bolivia. Dopo aver trattato in precedenza la dottrina dei «Cinque Soli» e del Pachacuti [cfr. Pachacuti: cicli di creazione e distruzione del mondo nella tradizione andina] passiamo ora ad analizzare la principale figura numinosa del pantheon andino: il dio creatore Viracocha (o Wiracocha o Huiracocha). Ai fini di questa indagine, faremo soprattutto ricorso alle cronache antiche (Garcilaso Inca de la Vega, Sarmiento de Gamboa, Cristobal de Molina, Bernabé Cobo, Guaman Poma, Juan de Betanzos, etc.) e al manoscritto di Huaru Chiri, tradotto solo di recente, che integreremo di volta in volta con i racconti del folklore rurale (collazionati dall’antropologo Mario Polia) e con alcune delle ipotesi più recenti, qualora degne di nota.