Analisi simbolica dello Zodiaco dell’Abbazia di Santa Fede a Chivasso (TO) edificata verso la metΓ del XII secolo per volere dei monaci Benedettini di Saint-Foy-de-Conques (Alvernia-Francia), in cui la zoologia fantastica si fonde agli insegnamenti ermetici e la figura del Cristo Pantokrator a quella di Eracle e le sue 12 fatiche.
di Ezio Albrile
Β«Giuseppe Acerbi in memoriamΒ»
Il piΓΉ antico testo ermetico trasmesso alla latinitΓ non appartiene propriamente alla letteratura magica e divinatoria, ma costituisce una delle sue potenziali fonti grazie alle sue implicazioni filosofico-religiose [1]. Si tratta dellβAsclepio, una libera traduzione di un testo greco perduto, il Teleios logos, il Β«Discorso finaleΒ» o Β«Discorso perfettoΒ», documentato a partire dal IV sec. d.C. Una versione copta di una parte di esso fu ritrovata nel 1945 in uno dei tredici codici gnostici affiorati dalle sabbie di Nag Hammadi, nellβAlto Egitto [2]. Il frammento traduce una lezione del Teleios logos talmente genuina, da superare in completezza lβAsclepio latino [3]. Esso racconta, con dovizia di particolari, il destino delle anime nellβaldilΓ . Una visione nitida: nel viaggio attraverso le pianure celesti, le anime incontrano un grande Demone, il Demoniarca, il Β«Principe dei DemoniΒ» (Lact. Div. Inst. 2, 14, 6) [4] collocato dal Dio sommo quale Β«guidaΒ» (episkopos) e Β«giudiceΒ» (dikastΔs)Β nello spazio atmosferico (aΔr) fra terra e paradiso. Qualche anima Γ¨ salvata, altre necessitavano di purificazione e si reincarnavano, altre ancora sono dannate per sempre [5].Β

Anatemi
Sappiamo da tutta una letteratura patristica dellβassimilazione e della Β«cristianizzazioneΒ» della figura di Ermete Trismegisto: unβimpresa difficile, perΓ². Secondo lβAsclepio, come Dio creΓ² gli dΓ¨i celesti, cosΓ¬ lβuomo creΓ² gli dΓ¨i terreni [6]. Lβuomo foggiΓ² gli dΓ¨i in una duplice natura, divina nellβessenza, umana nella forma [7]. Comprensibile, quindi, la violenta reprimenda di un padre come santβAgostino (Civ. Dei 8, 23-27), il quale dopo aver letto lβAsclepio arriverΓ a definire Ermete Trismegisto araldo del demonio [8].
Γ uso suddividere lβermetismo in due correnti principali: lβermetismo cosiddetto Β«filosoficoΒ» e quello piΓΉ propriamente Β«popolareΒ» e ritualistico; questβultima corrente puΓ² inoltre essere scomposta in due ulteriori rami: ermetismo alchimico ed ermetismo a base astrologica/astromagica. Logico, quindi, anche in questo caso, aspettarsi una violenta reprimenda da parte dei Padri delle Chiesa.

Santa Fede
Situata in una piccola valle tra vigneti e boschi accanto allβabitato di Cavagnolo, nei pressi di Chivasso (provincia di Torino), lβAbbazia di Santa Fede fu voluta dai monaci Benedettini di Saint-Foy-de-Conques (Alvernia-Francia). Venne edificata verso la metΓ del XII secolo in prossimitΓ del santuario dedicato a Santa Fede, la fanciulla martirizzata sotto Diocleziano nel 303 ad Agen in Francia. Oggi Γ¨ uno dei piΓΉ originali ed enigmatici monumenti romanici non solo del Piemonte.Β
La facciata ha uno splendido portale con colonnine e capitelli scolpiti, archivolto strombato con motivi simbolici, architrave e lunetta ornata di un rilievo con GesΓΉ pantokrator fra due angeli, e ai due lati due semicolonne. Nellβinterno, a tre navate, si puΓ² ancora ammirare lβabside centrale. Ma lβelemento piΓΉ interessante e suggestivo della costruzione sono i motivi che ornano lβarco del portale. Si tratta di uno Zodiaco simbolico, un esempio quasi unico nellβarte romanica, che riflette una fase arcaica nello sviluppo dellβiconografia astrologica mista a una deliberata intenzione di mascherare, da occhi indiscreti, contenuti ideologici in cui la zoologia fantastica Γ¨ fusa ad insegnamenti ermetici.Β
Il termine Zodiaco deriva dal greco zΕdiakos, derivato a sua volta da zΕdion, diminutivo di zΕon, Β«animaleΒ»; zΕdion significa letteralmente Β«animalettoΒ», ma anche Β«figurina che rappresenta un animalettoΒ». Quindi zΕdiakos, cui si sottintende il kyklos, Β«cerchio, ruotaΒ», sarebbe il Β«circolo delle figure animaliΒ», con esplicito riferimento a quelle costellazioni la cui forma suggerisce lβimmagine di un animale e che nel contesto dello Zodiaco sono da ritenersi la maggioranza [9].

La Rosa e la Croce
Allβinizio dello Zodiaco di Santa Fede (in basso a sinistra di chi guarda) cβΓ¨ unaΒ Rosa. Esiste unβetimologia antica che lega il greco rhodon Β«rosaΒ» con il verbo aporrhein Β«scorrere, fluire, emanareΒ» e allβaggettivo rhoΕdΔs Β«agitato dalle onde, solcato dalle correntiΒ» [10]. Il depotenziarsi del profumo emanato dal fiore Γ¨ immagine, figurazione dello scorrere e del mutare di ogni cosa sottoposta a dissoluzione, in balΓ¬a dei flussi mareali. Origine e cangiamento del tutto Γ¨ quindi simbolo dellβΒ«inizioΒ». La Rosa, spesso associata al Compasso, Γ¨ uno degli emblemi dei maestri costruttori medievali, qui sta a significare lβinizio dellβopera e quindi del percorso del Sole nello Zodiaco, collocato nel segno del Toro. Il simbolo seguente, i due animali sovrapposti, permette di riconoscere il segno dei Gemelli, che lβastrologia classica identifica in una coppia (Arat. Phain. 147), sovente identificata nei Dioscuri oppure in Eracle-Apollo.
Questi aspetti simbolici sono rafforzati dallβAriete che quindi si colloca allβaltro estremo dellβarco, sicchΓ© lβincipit zodiacale, cioΓ¨ il punto vernale nella lettura astrologica, si pone in basso a destra di chi guarda, determinando cosΓ¬ un senso antiorario alla ghiera. Moto che Γ¨ poi quello siderale in chi osservi il cielo avendo per obiettivo laΒ Stella Polare. PoichΓ© lβasse delle chieseΒ romaniche era quello equinoziale con lβabside a Oriente e, sul terreno,Β tale disposizione era appunto stabilita il giorno dellβEquinozio, cui seguivano il tracciamento del perimetro e lo scavo delle trincee di fondazione, puΓ² ben darsi che, trascorrendo circa un mese nellβesecuzione di quei lavori, la posa della prima pietra, sempre nellβangolo di Nord-Est, fosse nel Toro; da ciΓ² la Rosa in corrispondenza di quellβasterismo. Tutto molto coerente: del resto la posa della prima pietra segnava lβinizio della costruzione vera e propria, mentre la fase precedente oggi la definiremmo Β«geomanticaΒ».Β

La coincidenza della suddettaΒ posa col Toro sβincontra con unβaltra importante ricorrenza, le cui origini si rintracciano nella terra da cui provenivano i monaci di Santa Fede: il calendario liturgico di Cluny dava grande rilievo al culto della Santa Croce; sia lβExaltatioΒ il 14 Settembre (Vergine), sia lβInventioΒ il 3 Maggio (Toro)Β ed Γ¨ quindi probabilmente proprio questβultima data quella che, nella nostra abbazia, vide svolgersi quello specifico rito. Altra caratteristica di Cluny era il rilievo che avevano leΒ fraternitates, sia laiche, sia monacali, le stesse a cui probabilmente appartenevano i mastri costruttori di Santa Fede.Β
Queste maestranze codificarono nei simboli sul portale un libro di astrologia ermetica che raccontava le vicende del GesΓΉ-Eracle nelle stazioni zodiacali. Successivo ai Gemelli Γ¨ il segno del Cancro qui effigiato da una Lepre. La disciplina astrologica identifica nella costellazione del Cancro la dea Hera/Giunone (Eratosth. Cat. 11); Γ¨ un segno liquido e lunare. La numismatica antica lo rappresenta spesso congiunto alla Luna [11]. La lepre Γ¨ un animale lunare, Β«oscuroΒ», perchΓ© dorme di giorno e si muove di notte. La mitologia egizia dΓ sembianze di lepre al dio risorgente Osiride, smembrato e gettato nelle acque del Nilo [12]. Ancora oggi, nellβIslΔm, gli sciβiti di area iranica spiegano lβinterdizione alimentare relativa alla lepre sostenendo che questo animale Γ¨ la reincarnazione di βAlΔ«, cugino e genero di MuαΈ₯ammad, una delle prime persone a riconoscerne la missione profetica, oppure di altra figura eminente della storia religiosa [13]. Il retaggio di queste concezioni Γ¨ molto antico: un animale incarna lβidea di durevolezza e di eternitΓ , cosΓ¬ in alcuni miti greci la lepre che bruca lβerba di immortalitΓ Γ¨ legata alla dea cacciatrice Artemide, epifania di Demetra [14].Β

Zoologie fantastiche
Una tra le opere piΓΉ significative per la storia naturale dellβAlto Medioevo sono le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, composte attorno al VI-VII sec.; il dodicesimo libro Γ¨ interamente dedicato al mondo animale (De animantibus) [15], preziosa fonte di zoologia fantastica. Da questo testo apprendiamo infatti come la definizione di genere animale sia molto fluida e segua una logica associativa, piΓΉ che un rigore empirico. CosΓ¬ risulta piΓΉ agevole comprendere alcune figurazioni del nostro Zodiaco.Β
Un enigmatico animale ibrido Γ¨ posto nel segno del Leone, la costellazione che la disciplina astrologica classica riconosce nel Leone di Nemea (Eratosth. Cat. 12; Hyg. Astr. 2, 24, 1): GesΓΉ sposa qui la vicenda di Eracle. Le Etymologiae collocano il Leone fra le Β«BestieΒ», una definizione molto variabile da cui apprendiamo come il Leone sia anche una sorta di drago [16]. Un animale abbastanza coerente con la nostra figurazione. Anche il segno successivo, la Vergine, Γ¨ un ibrido: testa dβuccello, coda leonina e zampe artigliate, una Sfinge. Nella letteratura antica la Parthenou koras, la Β«giovane VergineΒ» Γ¨ un motto che designa la Sfinge (Eur. Phoen. 1730) [17]. Lβastrologia classica riconosce nella Vergine la Tyche/Fortuna (Hyg. Astr. 2, 25, 2), anchβessa come la Sfinge legata alla sorte e al destino dellβuomo.
Al sommo dellβarco cβΓ¨ laΒ Croce, la costellazione della Bilancia, che dΓ un significato di equilibrio e di congruitΓ allβintera rappresentazione. Il segno della Bilancia Γ¨ una tarda acquisizione della disciplina astrologica, in origine sono le chele dello Scorpione, laΒ costellazione successiva, (Hyg. Astr. 2, 26; 4, 5). Gli ammaestramenti ermetici ne fanno la porta di Ade, la soglia oltrepassata dal Sole nella sua discesa agli inferi, verso lβoccultamento vernale. Da questo punto in poi lo Zodiaco di Santa Fede lega i simboli astrologici con la catabasi, la discesa di Eracle-GesΓΉ agli inferi.Β
Non a caso, quindi, il segno successivo, lo Scorpione, Γ¨ figurato nelle fattezze di un Grifone, lβanimale che secondo Isidoro di Siviglia nasce sui picchi Iperborei [18]. Secondo la cosmografia antica, i Grifoni (Grypes) erano uccelli favolosi con la testa fornita dβun becco dβaquila, ali potenti e corpo leonino, nati nella terra Iperborea; erano consacrati ad Apollo, del quale custodivano i tesori contro gli attacchi di unβavida popolazione mitologica, gli Arimaspi (Herod. 3, 116, 1-2; Paus. 1, 24, 6). Tradizioni piΓΉ recenti narravano che i Grifoni si opponevano ai cercatori dβoro nei deserti a nord dellβIndia, sia perchΓ© erano incaricati di sorvegliare il metallo, sia perchΓ© nidificando sulle montagne da cui si estraeva il minerale difendevano i loro piccoli da ogni possibile pericolo (Aelian. Nat. anim. 4, 27). Grifoni si trovano spesso, come a Santa Fede,Β nellβarte romanica sui portali, soglie e architravi degli edifici di culto, confermando questa loro funzione di custodi e testimoniando la diffusione di un simbolo le cui origini rimandano alle remote antichitΓ iranico-mesopotamiche [19].

Sol invictus
Nel percorso agli inferi il Sole entra nellβultima soglia, la Bocca che inghiotte il fanciullo, la costellazione del Sagittario, usualmente rappresentata come una creatura metΓ uomo e metΓ cavallo, un Centauro nellβatto di scoccare una freccia, Chirone (Hyg. Astr. 2, 27; 3, 26). La porta Γ¨ quella del Solstizio invernale, punto di massimo occultamento del Sole ma anche momento di rinascita e di vittoria contro le tenebre. CosΓ¬ la costellazione successiva, il Capricorno Γ¨ rappresentata nel Gallo, animale il cui canto annunzia il nuovo giorno sconfiggendo lβoscuritΓ della notte.Β
Un serpente Γ¨ il segno successivo, corrispondente alla costellazione dellβAquario. Il significato Γ¨ duplice, nuovo e antico al medesimo tempo. Γ GesΓΉ innalzato sulla croce (Giov. 3, 14) come lo fu il Serpente di bronzo [20] di MosΓ¨ in Numeri 21, 8-9; ma secondo lβastrologia classica Γ¨ anche Cecrope, primo leggendario re di Atene rappresentato metΓ uomo e metΓ serpente (ps.-Apoll. Bibl. 3, 177 ss.; Paus. 1, 5, 3).
La costellazione dei Pesci Γ¨ un quadrupede: la testa riconducibile alla forma dβun pesce. La zoologia altomedievale ha unβidea abbastanza ampia della fauna ittica e immagina le creature del mondo acquatico una replica della fauna terrestre (ex similitudine terrestrium) [21]; non solo, ma sono ascritti al genere dei Β«pesciΒ» anche animali come lβippopotamo, il coccodrillo e altri rettili anfibi [22].Β

Apoteosi
Lo Zodiaco di Santa Fede si chiude con il primo segno dellβastrologia classica, lβAriete, qui figurato in unβAquila che stringe nel becco un rametto di ulivo, simbolo di rinascita. LβAquila Γ¨ il messaggero di Zeus, reca negli artigli fulmini e saette; simbolo, come lβAriete, di forza e resistenza, lβapoteosi del nostro Zodiaco, il Cristo risorto, Eracle vittorioso sugli inferi.
Lβimportanza dello Zodiaco nella cultura e nellβarte cristiane consiste essenzialmente nel fatto che esse divennero una sorta di paradigma sulla base del quale organizzare le conoscenze del mondo. Sebbene in un primo tempo anatemizzata dal Concilio di Laodicea nel 320 d.C., lβastrologia entrΓ² a far parte del retaggio culturale della cristianitΓ antica, tanto che i segni zodiacali vennero assimilati agli angeli, come rivela una nota miniatura della Topographia christiana di Cosma Indicopleuste (IX sec.) [23]. Nel caso del portale dellβAbbazia di Santa Fede, i materiali astrologici arcaici sono stati rielaborati e βmimetizzatiβ in chiave ermetica per raccontare la vicenda di GesΓΉ come un cammino che dalla luce porta verso le tenebre e le sconfigge per sempre, come in un tempo mitico era capitato ad Eracle.


NOTE:
[1]Β J.-P. Boudet, Entre science et nigromance. Astrologie, divination et magie dans lβOccident mΓ©diΓ©val (XIIe-XVe siΓ¨cle), Γditions de la Sorbonne, Paris 2006, pp. 149-150.
[2]Β J.P. MahΓ©, Β«Le fragment du βDiscours parfaitβ dans la bibliothΓ¨que de Nag HammadiΒ», in B. Barc (Γ©d.), Colloque international sur les textes de Nag Hammadi. QuΓ©bec 22-25 aoΓ»t 1978 (BibliothΓ¨que Copte de Nag Hammadi/Section Β«ΓtudesΒ», 1), Les Presses de lβUniversitΓ© Laval, QuΓ©bec (Canada)-Louvain-Paris 1981, pp. 304-327.
[3]Β J.P. MahΓ©, Β«Le βDiscours parfaitβ dβaprΓ¨s lβ βAsclΓ©piusβ latinΒ», in Barc (Γ©d), Colloque international sur les textes de Nag Hammadi, pp. 405-434.
[4]Β C. Moreschini, Storia dellβermetismo cristiano, Morcelliana, Brescia 2000, pp. 75-76; Id., Hermes Christianus. The Intermingling of Hermetic Piety and Christian Thought (Cursor Mundi, 8), Brepols, Turnhout 2012, pp. 62-63; Id., Storia del pensiero cristiano tardo-antico, Bompiani, Milano 2013, pp. 591-592.
[5]Β G. Quispel, Β«Reincarnation and Magic in the AsclepiusΒ», in Van den Broek- Van Heertum (eds.), From Poimandres to Jacob BΓΆhme,pp. 182-183; M. Krause-P. Labib (Hrsg.), Gnostische und hermetische Schriften aus Codex II und Codex VI (Abhandlungen des Deutschen ArchΓ€ologischen Instituts Kairo-Koptische Reihe, Band 2), J.J. Augustin, GlΓΌckstadt 1971, p. 203; J.P. MahΓ© (ed.), HermΓ¨s en Haute-Egypte, II. Le fragment du Β«Discours ParfaitΒ» et les Β«DΓ©finitionsΒ» hermΓ©tiques armΓ©niennes (NH VI, 8.8a) (BibliothΓ¨que Copte de Nag Hammadi/Section Β«TextesΒ», 7), Les Presses de lβUniversitΓ© Laval, QuΓ©bec (Canada)-Louvain-Paris 1982, pp. 196-197; cfr. A. Camplani (cur.), Scritti ermetici in copto (Testi del Vicino Oriente antico-8. Letteratura egiziana gnostica e cristiana, 3), Paideia, Brescia 2000, p. 167.
[6]Β Cfr. S. Iles Johnston, Β«Homo fictor deorum est. Envisioning the Divine in Late Antique Divinatory SpellsΒ», in J. Bremmer-A. Erskine (eds.), The Gods of Ancient Greece. Identities and Transformations (Edinburgh Leventis Studies, 5), Edinburgh University Press, Edinburgh 2010, pp. 406-421.
[7]Β Asclep. 8, 23-24 (= I. Ramelli [cur.], Corpus Hermeticum, Bompiani, Milano 2005, pp. 556-559; trad. it. di A.-D. NockβA. J. FestugiΓ¨re [Γ©ds.], Corpus Hermeticum, I-IV, Les Belles Lettres, Paris 1945-1954).
[8]Β C. Gilly, Β«Scheda 19. Il biasimo di Agostino: βErmete diretto portavoce del demonioβΒ», in Gentile-Gilly, Marsilio Ficino e il ritorno di Ermete Trismegisto, p. 171.
[9]Β M. Bussagli, s.v. Β«ZodiacoΒ»,Β in Enciclopedia dellβArte Medievale, XI, Istituto della Enciclopedia Italiana-Treccani, Roma 2000, p. 849 a.
[10]Β Schol. in Theocr. Idyl. 5, 93a (Wendel, p. 174, 13-15); cfr. anche Clem. Alex. Paed. 2, 71.
[11]Β F. Gury, s.v. Β«ZodiacusΒ», in LIMC, VIII/2, Artemis, ZΓΌrich-DΓΌsseldorf 1997, p. 322, fig. 4.
[12]Β A. Gheerbrant, s.v. Β«LepreΒ», in J. Chevalier-A. Gheerbrant (cur.), Dizionario dei Simboli, II, trad. it. a cura di I. Sordi, Rizzoli, BUR, Milano 19895 (ed. or. Paris 1969), p. 18 a.
[13]Β Cfr. A. Krasnowolska, s.v. Β«BΔbΔ-ye DehqΔnΒ», in E.Yarshater (ed.), Encyclopaedia Iranica, www.iranicaonline.org/articles/baba-ye-dehqan-mythological (versione elettronica).
[14]Β Cfr. L. Kahil, s.v. Β«ArtemisΒ», in LIMC, II/2, Artemis, ZΓΌrich-MΓΌnchen 1984, pp. 619-620.
[15]Β Z. KΓ‘dΓ‘r, s.v. Β«AnimaliΒ», in Enciclopedia dellβArte Medievale, II, Istituto della Enciclopedia Italiana-Treccani, Roma 1991, p. 1 a.
[16]Β Etym. 12, 2, 5 (PL 82, 454); esiste anche un altro strano animale chiamato Leontophonos (12, 2, 54 [PL 82, 54]).
[17]Β P. Chantraine, Dictionnaire Γ©tymologique de la langue grecque, III, Klincksieck, Paris 1968, p. 858 a.
[18]Β Etym. 12, 2, 17 (PL 82, 436).
[19]Β Cfr. A. M. Bisi, Il Grifone. Storia di un motivo iconografico nellβAntico Oriente mediterraneo (Studi Semitici, 13), Centro di Studi Semitici-Istituto di Studi del Vicino Oriente-UniversitΓ di Roma, Roma 1965.
[20]Β Il passo fa parte dellβesegesi gnostica dei Perati, che descrivono la funzione soteriologica del Serpente originario Β«vero e perfettoΒ», identificato con il Logos del Vangelo di Giovanni, con una notevole profusione di allegorie, menzionando anche Caino, Β«giustoΒ» assassino di un fratello contaminato dai sacrifici cruenti(Hipp. Ref. V, 16, 8 [Wendland, II, p. 112, 18 ss.]).
[21]Β Etym. 12, 6 (PL 82, 450-459).
[22]Β Basilio di Cesarea, In Hex. 7, 148 D (SC 26, 395).
[23]Β Bussagli, Β«ZodiacoΒ»,Β pp. 851 b-852 a.

Un commento su “Metamorfosi romaniche: lo Zodiaco ermetico dell’Abbazia di Santa Fede a Chivasso”