Un viaggio dalla Cina primordiale dei sovrani leggendari ai meandri del palazzo di Cnosso alla sovranità di Saturno, nel tentativo di dipanare un intreccio che — come una danza — si rivela fondato su regole animate da una perduta scienza del ritmo le cui vestigia si manifestano in diagrammi cosmologici informati dall’osservazione del più alto dei cieli: la regione circumpolare quale doveva apparire nel 3000 a.C., diversa dall’attuale per effetto del ciclo precessionale.
Uno studio sul simbolismo dell’ascia bipenne (Labrys), la spirale, la clessidra, il toro e il labirinto, e il loro rapporto con il cammino annuale del sole e in particolar modo con i solstizi.
Stasera tornerà ospite sul nostro canale YouTube Antonio Bonifacio per la presentazione del suo libro I Dogon. Maschere e anime verso le stelle, pubblicato da Venexia Editrice nel 2015. Appuntamento a partire dalle 21:30.
Stasera a partire dalle 21:30 andrà in onda, sul canale YouTube degli amici de La Società dello Zolfo, la seconda presentazione del nuovo paperback in uscita per Axis Mundi Edizioni: La Macchina del Tempo. Saggio sulla Cosmoteologia Arcaica di Andrea Casella [AXS002].
Traduzione integrale del celebre articolo dell’orientalista Morris Jastrow Jr. sulla cosmoteologia assiro-babilonese, finora inedito in italiano, pubblicato sul Revue d’Assyriologie et d’Archeólogie Orientale nel 1910.
Mercoledì prossimo 18 gennaio, a partire dalle 21:30, presenteremo sul nostro canale YouTube il secondo paperback della nostra collana “Hèsperos: Tradizioni & Miti Europei“, di cui abbiamo aperto le prevendite al Solstizio d’Inverno e che sarà disponibile da febbraio: La Macchina del Tempo. Saggio sulla Cosmoteologia Arcaicadi Andrea Casella.
Il 30 maggio 1902 nacque a Roma Giorgio De Santillana, autore insieme alla studiosa tedesca Hertha von Dechend dell’opera-base dell’astroteologia moderna: “Il mulino di Amleto: saggio sul mito e sulla struttura del tempo”, pubblicato alla fine degli anni Sessanta. Per l’occasione, ne riportiamo integralmente l’introduzione.
Emergente da ogni angolo del globo, il mitologhema del riso divino nasconde un segreto ancestrale e terribile. Perché bisogna far ridere gli dei crucciati? Da Demetra ad Amaterasu, la risposta addita ancora una volta al tempo e alla palingenesi cosmica.
Il megalitismo europeo, inteso come manifestazione cultuale uranica del passaggio alla sfera celeste dello spirito del defunto, e dunque come casa terrena e portale per il trapassato, ha un’origine remota che accomuna tutti i popoli indoeuropei sparsi in tutta l’Europa sin dalla più remota preistoria del continente.
Sul simbolismo delle porte solstiziali nell’antica tradizione ellenica e vedica: il Cancro e il Capricorno, la «porta degli dèi» e la «porta degli uomini», il dêva-loka e il pitri-loka della tradizione induista. Così le dottrine tradizionali inquadrarono il simbolismo zodiacale al processo di migrazione delle anime dal piano celeste a quello sublunare, e viceversa.
Nel 2009 Plutone, «signore del seme» — il cui ciclo della durata di circa 248 anni favorisce il «diversificarsi delle generazioni» —, è ritornato in Capricorno, posizione che ricopriva nella seconda metà del Settecento quando si verificò l’avvento dell’Illuminismo. Cerchiamo qui di analizzare come le influenze plutoniche abbiano influito sulla storia degli ultimi secoli, mettendone in risalto tutti i transiti zodiacali avvenuti dal 1763 ad oggi, segno per segno.
Dalla tradizione frigia riguardante Cibele, «dea della montagna e delle fiere», a quella indiana di Aditi, «inesauribile sorgente dell’abbondanza», fino alle differenti divinità elleniche quali Rea, Demetra, Temi, Meti (senza dimenticare le varie deità collettive, sempre femminili, del destino), emerge una lettura astroteologica che può fare luce sulle suddette «Dee Madri della Terra», a patto che quest’ultima venga intesa, seguendo gli studi di Santillana, Dechend e Richer (oltre che gli indizi platonici), nel significato di eclittica.
Le antiche tradizioni dell’America centrale e meridionale ritenevano che il Sole, così come l’acqua, la terra e gli stessi dèi, per prosperare e garantire la continuazione del mondo, doveva essere regolarmente alimentato con sangue umano, un concetto che proprio presso gli Aztechi divenne di un’importanza assoluta, se non propriamente ossessiva; nondimeno, la medesima concezione si ritrovava anche presso i Maya, i Toltechi, gli Olmechi e gli Inca, come dimostrano le fonti storiche che ci sono giunte.
Nella nostra psiche, soprattutto nell’inconscio, il tempo non è solo scandito da intervalli misurabili numericamente, come quelli di un cronometro, né dalle relazioni di causa ed effetto, ma anche da tanti istanti qualitativi che riverberano l’un con l’altro con ritmi propri.
Le cronosfere sono vissuti psichici ed eventi spaziotemporali dinamici, come cerchi concentrici nell’acqua, sono diverse frequenze dello scorrere dei tempi che ci coinvolgono; se lo spaziotempo è come l’oceano, i cerchi nell’acqua sono le tracce e i diversi tempi che si dipanano e dilatano, miscelandosi e sovrapponendosi in continuazione
Indagine antropologica e psicologica sul Totemismo, interpretandolo alla luce della teoria degli oggetti transizionali di D.W. Winnicott applicata all’ambito astrologico.
Il ritorno in auge nel secolo scorso della disciplina astrologica ha destato l’attenzione di alcuni dei più grandi pensatori del Novecento, che analizzarono il fenomeno filosoficamente e da un punto di vista mitico-tradizionale: da Ernst Jünger a Mircea Eliade, fino ad arrivare al “fatalismo” di Giorgio de Santillana.
Secoli prima di Galileo e Newton alcuni studiosi indiani come Brahmagupta e Bhāskara Acārya, eredi della conoscenza millenaria dei Veda, avevano già teorizzato il modello eliocentrico e la forza di gravità; e ancora, il calcolo infinitesimale, le equazioni di secondo grado e il numero zero.
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