Apollo/Kronos in esilio: Ogigia, il Drago, la “caduta”

di Marco Maculotti
copertina: Ferdinand Keller

Ci prefiggiamo in questa sede di portare a un punto di congiunzione alcuni cicli di articoli finora pubblicati in questo primo anno di attività di AXIS mundi: il ciclo riguardante i Culti cosmico-agrari dell’antica Eurasia, quello incentrato sulla questione di Tempo e cicli cosmici e infine la serie di conferenze a cura di M. Ruzzai sul Mito dell’origine polare e iperborea dell’umanità.

Il dio primordiale e triplice: corrispondenze esoteriche ed iconografiche nelle tradizioni antiche

di Marco Maculotti

Nelle tradizioni antiche di tutto il mondo si trova riferimento a un dio delle origini, venuto in esistenza prima di ogni altra cosa, creatore di tutto ciò che è manifesto e ugualmente di tutto ciò che è immanifesto. Le più disparate tradizioni mitiche dipingono il dio primordiale come contenente tutte le potenzialità e le polarità dell’universo, luce e tenebre, spirito e materia, e così via. Per questo, viene spesso rappresentato con due volti (Giano bifronte) se non addirittura con tre (Trimurti indù). Tuttavia, il più delle volte egli è considerato invisibile, nascosto, difficilmente rappresentabile se non in una forma allegorica, esoterica, che fa sovente riferimento all’unione del principio luminoso e igneo, ‘maschile’, con quello oscuro e acqueo, ‘femminile’. Nelle tradizioni di tutto il mondo, tale dio primordiale non viene onorato con un culto proprio, dal momento che si ritiene che ormai viva troppo lontano dall’uomo e gli affari umani non lo riguardano: per questo, si parla spesso di questa divinità massima come di un deus otiosus.