Per oltre 50 anni, JΓΌnger e Hofmann furono legati da una profonda amicizia che, nelle loro lettere, assume i connotati di un legame spirituale dettato dal fato. Ripercorriamo le tappe del loro cammino, che li portΓ² a condividere viaggi, letture, conoscenza ed esperienze psichedeliche.
Il primo contatto tra i due avvenne a distanza di anni, il 29 marzo del 1947, quando Hofmann, allβepoca quarantunenne, da βsempliceβ lettore scrive la sua prima lettera a JΓΌnger, in occasione del suo cinquantaduesimo compleanno:
Da questa prima lettera, nascerΓ un carteggio che attraverserΓ un cinquantennio, dal 1947 al 1997, un arco di tempo che permette di osservare come, nel corso degli anni, il loro rapporto sia evoluto da una formalitΓ intellettuale a una amicizia sempre piΓΉ intima. Scorrendo le lettere, Γ¨ possibile notare come la stessa intestazione si trasformi da βCaro Albert Hofmannβ, βCaro Ernst JΓΌngerβ o βCaro Signor JΓΌngerβ al piΓΉ intimo βCaro Albertβ e βCaro Ernstβ dopo che lo stesso JΓΌnger, nel 30 gennaio del 1972, scrive a Hofmann: βcredo che nel corso del nostro reciproco avvicinamento dovremmo risparmiarci il βsignoreβ [3]. E sappiamo, dal nostro precedente articolo, quanto pregno e ricco di significato sia il termine avvicinamento per JΓΌnger.Β Come scrive Donato Novellini nella prefazione allβedizione italiana del carteggio:
Nellβincalzante dialogo postale emerge chiaramente il progressivo avvicinamento tra i due, lo si nota banalmente anche dallβapproccio formale sempre piΓΉ amicale e franco, tanto da contemplare, tra le svariate argomentazioni inchiostrate, argute osservazioni domestiche, umori reconditi, note di viaggi, resoconti di onorificenze ricevute, talvolta pure cronache private, lite o meno comβΓ¨ affare della vita. Piccole attenzioni e premure, puntuali omaggi per gli anniversari e alle gentili consorti, testimoniano cosΓ¬ un rapido mutamento, tra contubernali di fiali e collezioni di farfalle; speleologhi e astronauti. [4]
In questi cinquantβanni di amicizia, JΓΌnger e Hofmann condividono, sia in forma epistolare sia dal vivo, idee, riflessioni, sogni, visioni psichedeliche, esperienze di viaggio, letture. Interessante analizzare anche lo scambio di doni tra i due, in concomitanza di compleanni, feste natalizie o occasioni speciali. Oltre ai libri, Hofmann e JΓΌnger si inviano campioni botanici, entomologici, libri e, ovviamente, sostanze psichedeliche. Fa sorridere, oggi, la lettera con cui Hofmann comunica a JΓΌnger di avergli inviato per posta un intero pacco di LSD. Non mancano, tuttavia, le riflessioni filosofiche e spirituali sulla vita, e anche momenti piΓΉ intimi e drammatici, come testimonia la lettera di condoglianze che Hofmann dedicΓ² a JΓΌnger per la morte di suo figlio Alexander.
Anche in lΓ con gli anni, si evince lβimmensa stima che Hofmann nutriva per JΓΌnger, a tal punto che, quasi cinquantβanni dopo la sua prima lettera, il chimico svizzero ancora si rivolge a lui con queste parole reverenziali:Β
Caro Ernst,
per il tuo 99Β° compleanno ti invio i miei piΓΉ sentiti auguri. Che ti sia concesso arrivare al 100Β° in salute e con buona vista. Per me la tua festa Γ¨ unβulteriore occasione per ripensare con grande riconoscenza a quanto la mia vita sia stata arricchita dalla tua amicizia e dalla tua incomparabile opera letteraria. Cosa puΓ² capitare di meglio a una persona che poter aprire gli occhi sullβimmenso miracolo della creazione? Tu sei stato colui che me li ha aperti. Con lβaumentare dellβetΓ il nostro corpo si indebolisce. Tuttavia cresce lo stupore per il mistero dellβessere eterno, che si mostra allβocchio interiore colmandoci di una gioia sempre piΓΉ profonda. Questo giustifica e ricompensa il fatto di invecchiare. [5]
In JΓΌnger, Hofmann aveva trovato una visione complementare alla sua conoscenza chimica del mondo. Come abbiamo analizzato negli articoli precedenti, infatti, lo scrittore tedesco Γ¨ in grado di conciliare magistralmente una visione allo stesso tempo materiale e spirituale della realtΓ ; nei suoi discorsi, la metafisica si fa concreta, tangibile. La conoscenza scientifica, lungi dallβallontanare la mente dallo spirito, consente allβocchio di guardare ancora piΓΉ in profonditΓ nella materia per vedere lβinvisibile. Per Hofmann, abituato a lavorare con il mondo invisibile ma, allo stesso tempo, estremamente concreto, delle molecole chimiche, la visione jΓΌngeriana del mondo rappresenta il perfetto punto di incontro tra il piano materiale e il piano sottile. Come scrisse Hofmann allo scrittore tedesco:Β
In allegato il testo della relazione, una produzione di confine in cui ho cercato di spiegare che la concezione del mondo delle scienze naturali e quella mistico religiosa non si contraddicono, ma che sono due aspetti complementari di una realtΓ trascendentale. Per questa mia visione del mondo sono state essenziali le tue opere, nelle quali tramite la descrizione dellaΒ superficie e della profonditΓ dei fenomeni, la realtΓ ci appare in modo stereoscopico in una veritΓ piΓΉ grande.[6]
Dietro il muro del tempo
In Al muro del tempo, JΓΌnger riflette sulla capacitΓ dellβessere umano di stratificare il tempo, scandendolo da un punto di vista culturale. Lβuomo Γ¨ lβunico essere vivente in grado di creare degli strati geologici sotterranei che siano espressione di una determinata epoca storica, che va a sedimentarsi, nel profondo, insieme alle formazioni geologiche naturali della terra, imprimendo cosΓ¬ un altro tipo di tempo. Le rovine del passato altro non sono che uno squarcio della cultura umana nel tempo cosmico.Β
Scavando a ritroso nellβamicizia di JΓΌnger e Hofmann si vive la stessa sensazione. Estendendosi per cinquanta anni, il carteggio tra Hofmann e JΓΌnger Γ¨ uno squarcio attraverso il muro del tempo che permette di leggere, tra le righe, i grandi mutamenti storici del dopoguerra e lβevoluzione del panorama culturale. Nelle lettere riecheggiano i grandi nomi del movimento psichedelico, come Shulgin, Huxley, Leary. La loro vicinanza sia temporale sia umana con Hofmann e JΓΌnger li rende, nelle loro parole, ancora piΓΉ vivi. Leggendo lo scritto di un autore, infatti, soprattutto se questi ha ormai consegnato le sue spoglie mortali allβeternitΓ , si ha sempre lβimpressione di trovarsi di fronte a unβentitΓ lontana, impalpabile. Se invece a parlare di quellβautore Γ¨ un suo amico, un suo familiare o un intellettuale che, con questi, ha scambiato opinioni e critiche, improvvisamente lo scrittore diventa piΓΉ vicino, piΓΉ umano. Γ quello che accade leggendo le conversazioni private di Hofmann e JΓΌnger in merito, ad esempio, a Timothy Leary, Aldous Huxley, Gordon Wasson, quando parlano dei loro testi, dei loro incontri e convegni a cui hanno partecipato.Β Ancora piΓΉ straniante assistere al momento esatto in cui sono nate opere cardine della letteratura psichedelica; si vive la sensazione di scavare nelle stratigrafie della cultura umana.Β
Come accennato in precedenza, JΓΌnger e Hofmann erano soliti inviarsi i dattiloscritti inediti delle loro reciproche produzione, per poi scambiarsi opinioni e commenti. Leggendo le loro lettere, veniamo catapultati in momenti creativi epocali come il 17 maggio 1970, data in cui JΓΌnger comunica a Hofmann di aver terminato il manoscritto di Avvicinamenti, dedicandogli, in anteprima, il passaggio finale del testo. O come lβ11 marzo 1978, data in cui Hofmann ipotizza, per la prima volta, il titolo del suo scritto piΓΉ famoso:
Attraverso le loro lettere, cosΓ¬ come nei diari privati di JΓΌnger,Β vediamo anche mutare, sullo sfondo, le condizioni storiche e sociali. Dalle lettere del dopoguerra a quelle del β97, dunque allβalba del nuovo secolo, assistiamo al sorgere della societΓ contemporanea. Sia JΓΌnger sia Hofmann, oltre che intellettuali, erano anche grandi amanti dei piaceri della vita, e dopo i duri anni del conflitto passeranno la seconda parte della loro esistenza a viaggiare in Europa, Asia, America. Tra le loro mete preferite, la Sardegna, Ibiza, i laghi lombardi. Da un lato si fanno entrambi sedurre dal fascino degli spostamenti veloci, dallβaltro sono testimoni critici dellβascesa del volgare turismo di massa, delle conseguenze nefaste della cementificazione selvaggia, dei viaggiatori superficiali, del caos provocato dalle automobili, dalla vita cittadina sempre piΓΉ frenetica, dalle infrastrutture sempre piΓΉ invasive. Aspetti che ritornano anche nei diari personali di JΓΌnger, in cui si lamenta di come le automobili abbiano cambiato lβaspetto e lβacustica del paesaggio, deturpando la quiete della natura. Dettagli tra le righe che riflettono il seppellimento della vecchia stratigrafia pre-bellica e del mondo naturale sotto i fiumi di cemento, rotaie, strade, stazioni, porti, areoporti e infrastrutture volte a creare una interconnessione globale. Il tutto, mediante lβestrazione di una sostanza chimica figlia di stratificazioni antiche milioni di anni: il petrolio. A questo riguardo, risultano quantomai profetiche e attuali le inquietudini che Hofmann esprimeva a JΓΌnger nel 1983:Β
Mi preme rivolgermi a te giΓ adesso, per iscritto, per parlarti di problemi che mi angustiano in modo particolare. Nutro perΓ² la flebile e vana speranza che tu non condivida il mio pessimismo, e che possa farmi intravedere un barlume di speranza. Il primo riguarda il bosco. Prima ritornavo dalle mie passeggiate nel bosco sempre rinvigorito. Ora succede il contrario. I tristi scheletri degli abeti, il cui numero cresce di continuo, destano pensieri apocalittici. Prima cercavo conforto nel bosco, fiducioso che la sua realtΓ sopravvivesse a tutte le brutture della civiltΓ industrializzata, che un giorno avrebbe fatto sparire. Ma ora che anche il verde grembo di Gea, che si credeva indistruttibile, mostra le sue prime ferite, la situazione si fa seria. [β¦] ,La domanda Γ¨ se siamo ancora in tempo per sostituire il consumo di petrolio e carbone con la tecnologia dellβidrogeno e dellβenergia solare, prima che i boschi riportino danni cosΓ¬ ingenti da non riuscire piΓΉ a trasformare abbastanza luce in energia per continuare a garantire il ciclo vitale sulla terra. [8]
Ernst JΓΌnger
(Ri)avvicinamenti
Fino ad ora abbiamo sottolineato il ruolo da maestro che JΓΌnger ha rivestito per Hofmann ma, come in tutte le grandi amicizie spirituali, lo scambio Γ¨ stato biunivoco. Se JΓΌnger ha βirradiatoβ Hofmann con le sue parole, aprendogli una nuova prospettiva sul mondo, Hofmann ha rintrodotto JΓΌnger allβesperienza dellβAvvicinamento.Β
Abbiamo visto come Hofmann abbia scritto a JΓΌnger nel 1947, soltanto 4 anni dopo la scoperta dellβLSD. La sostanza non era ancora nota al grande pubblico e, per quasi un anno, il chimico svizzero non tratterΓ con lo scrittore tedesco il tema delle sostanze psicoattive.Β Il tutto fino al marzo del 1948, quando Hofmann invia a JΓΌnger i suoi studi sullβLSD, ricevendo questa risposta:
La ringrazio infinitamente per la dettagliata lettera con i due allegati sul suo allucinogeno. In effetti sembra essersi addentrato in territori misteriosi e tentatori. [β¦] Per quanto mi riguarda, mi sono lasciato alle spalle la sperimentazione diretta da molto tempo. Di fatto si tratta di esperimenti con i quali prima o poi si entra in camere davvero pericolose e cβΓ¨ da essere contenti se ce la si cava per il rotto della cuffia.
Gli stati alterati di coscienza sembrano, per JΓΌnger, qualcosa di relegato al passato. Tuttavia, lβincontro con Hofmann ridesta nello scrittore tedesco un richiamo fatalistico; riemergono i ricordi degli avvicinamenti del passato. Forse comprende che Γ¨ il momento di ri-avvicinarsi al mistero che si nasconde al di lΓ della coscienza.Β
Ci vollero circa tre anni per convincere JΓΌnger a reintraprendere le vie della psiconautica, e nel 1951, come raccontato anche in LSD. Il mio bambino difficile, Hofmann e JΓΌnger si rimettono in viaggio insieme, sotto la supervisione del farmacologo Heribert Konzett. Questa prima esperienza, tuttavia, non soddisfa del tutto le aspettative di JΓΌnger, a causa di un dosaggio troppo basso, che definisce lβLSD un semplice βgattinoβ nei confronti della βtigre mescalinaβ.
Con le esperienze successive, tuttavia, ebbe modo di cambiare opinione. Come sottolinea Hofmann in LSD. Il mio bambino difficile, le esplorazioni psiconautiche cementificarono la la loro amicizia. Le esperienze trascendenti segnarono lβanima di entrambi, creando una connessione indissolubile. Il termine del viaggio, ma non dellβamicizia, fu il 21 febbraio 1974, quando JΓΌnger, in seguito a una forte sperimentazione, scrisse a Hofmann:Β
Finalmente a gennaio ha avuto luogo lβesperimento in programma da tempo, ed Γ¨ stato violento. Ho perciΓ² solo il ricordo di un totale capovolgimento, come delle doglie. Di conseguenza il mio programma Γ¨ esaurito. Ora potrebbero seguire solo degli esperimenti con dosi omeopatiche, alla maniera di un buon sigaro, soltanto per piacere. Un giorno dovremmo parlare del peso; Γ¨ sorprendente quello che provoca una quantitΓ che non Γ¨ piΓΉ di un pizzico appena percettibile di polline, e per giunta allungata con lo zucchero. Cosa succederebbe se ne venisse sparsa una tonnellata sopra una cittΓ o in un lago?[9]
Ottenendo come risposta dal chimico svizzero:
Γ difficile rispondere nel dettaglio allaΒ sua domanda su cosa succederebbe se si spargesse una tonnellata di LSD sopra una cittΓ (produrre una quantitΓ simile ora non sarebbe piΓΉ un problema). Di sicuro, in considerazione degli effetti piΓΉ disparati di questa sostanza, si creerebbe un caos indescrivibile. Piani simili sono esistiti, ed Γ¨ probabile che esistano ancora, negli ambienti militare. Bisogna pensare che una tonnellata di LSD frutterebbe 5 miliardi di dosi pesanti, basterebbe dunque per tutta lβumanitΓ . [10]
Il tema delle sostanze psicoattive solleva perΓ² tra i due anche altri discorsi, oltre alla condivisione delle reciproche esperienze. Le esperienze individuali lasciano nuovamente spazio alle stratigrafie storiche che emergono dalle righe del loro carteggio. Assistiamo al racconto della repentina diffusione dellβLSD, in ampie fasce della popolazione e per scopi ludici, che esulano la visione spirituale del suo creatore. Scrive Hofmann, a tal riguardo, con parole molto critiche, il 15 maggio 1966: Β
Che le droghe magiche siano diventate un problema nazionale proprio negli Stati Uniti Γ¨ da ricondurre al fatto che lΓ¬ Γ¨ dominante una concezione del mondo razionale e materialistica, che per reazione ha risvegliato la nostalgia di una realtΓ piΓΉ profonda e piΓΉ soggettiva. Oltre al buddismo zen, sempre piΓΉ diffuso, uno dei modi per evadere e affermarsi Γ¨ provare la droga magica. Nutro dei dubbi sul fato che profanando una droga sacra per i suoi effetti, proprio negli Stati Uniti, dove non sembrano preparati nemmeno per il piΓΉ innocuo alcol, possano essere sfruttate le sue possibilitΓ positive. CβΓ¨ da temere invece che attraverso un uso improprio lβLSD finisca per acquistare fama di droga terribile. Di recente questa sostanza Γ¨ giΓ stata tacciata di tale qualifica nella prima pagina di un rotocalco.[11]
Dello stesso parere era, dβaltronde, lo stesso JΓΌnger, che giΓ nel 1961 aveva espresso alcune riserve sullβapproccio Huxley e la sua idea, piΓΉ moderata rispetto a quella di Leary ma pur sempre βdemocraticaβ, di introdurre le sostanze psichedeliche in fasce piΓΉ ampie della popolazione per indurre lβesperienza dellβilluminazione.
Riprendo, qui, quanto giΓ sostenuto nellβarticolo precedente circa lo scuotimento provocato da una profonda esperienza psichedelica. Essa si contraddistingue per un contatto profondo, immediato e libero da ogni filtro con un mistero invisibile dellβuniverso. Questo contatto richiede lβabbandono della coscienza ordinaria e questo sradicamento di uno dei capisaldi della nostra esperienza quotidiana del mondo puΓ² risultare estremamente traumatico, senza la dovuta preparazione. Gran parte dei cosiddetti bad trip, citati anche da Hofmann, sono dovuti proprio a errori di valutazioni legati al set e al setting con cui compiere lβesperienza. Una mente che non si Γ¨ prima fortificata e preparata a ricevere una potente rivelazione, finirΓ per strabordare sotto il penso dellβonda cosmica. La visione della divinitΓ accieca, come Paolo sulla via di Damasco. E non tutti sono in grado di rialzarsi, dopo la caduta da cavallo.
Scandita dallβavanzare ciclico delle case astrologiche, che donano il ritmo agli anni e i cicli cosmici, la lunga amicizia tra Hofmann e JΓΌnger fu destinata a interrompersi soltanto con il sopravvento della morte di Ernst, alla veneranda etΓ di 103 anni.Β
Le ultime lettere tra i due risalgono al 1997, un anno prima della morte di JΓΌnger. Riflettono unβamicizia ormai matura, consolidata, meditata, una relazione in grado di abbattere il muro del tempo e di assumere una connotazione divina. Scrive Hofmann, sul finire del 1996:
La sensazione di un legame fatale durante i molti anni della nostra amicizia continua a crescere con lβavanzare dellβetΓ e contribuisce a far sperimentare lβatemporalitΓ redentrice.[14]
dove il 16 ottobre 1994 hai passeggiato filosofeggiando ai piedi del bosco variopinto di rimatte (come Γ¨ documentato nel film per i tuoi 100 anni), lo scorso autunno, proprio sulle tue tracce, sono cresciuti dei funghi, delle splendide clitocybe, a testimonianza del tuo legame fecondo con Gaia.
Con affetto,
Albert[15]
NOTE:
[1] A. Hofmann, LSD. Il mio bambino difficile, Urra, Milano 2013, p. 127
[2] A. Hofmann, LSD. Il mio bambino difficile, Urra, Milano 2013, p. 128
[3] E. JΓΌnger, A. Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, Giometti e Antonello Editore, Macerata 2017 p. 102
[4] Dalla prefazione di D. Novellini a E. JΓΌnger, A. Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, Giometti e Antonello Editore, Macerata 2017, p.Β 6.
[5] E. JΓΌnger, A. Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, Giometti e Antonello Editore, Macerata 2017, p. 140
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