Ernst JΓΌnger e Albert Hofmann: un’amicizia oltre il muro del tempo

: Ernst JΓΌnger e Albert Hofmann: un’amicizia oltre il muro del tempo

Proseguiamo, con questo terzo articolo, la serie di approfondimenti dedicati alla figura di Ernst JΓΌnger e al suo rapporto con il mondo vegetale e gli psichedelici. Dopo aver analizzato il simbolismo vegetale in Sulle scogliere di marmo, descritto le sperimentazioni psiconautiche dell’autore tedesco durante il lungo corso della sua vita, affrontiamo ora un aspetto piΓΉ intimo e biografico dell’esistenza di JΓΌnger: la sua lunga amicizia con Albert Hofmann.Β 

Hofmann Γ¨ stato una delle figure di spicco della rivoluzione psichedelica della prima metΓ  del XX secolo. Conosciuto come β€œil padrino dell’LSD”, la sua opera, sia teorica sia pratica, va al di lΓ  della sintesi di una delle sostanze psicoattive piΓΉ famose degli ultimi 100 anni. Oltre ad aver indagato la natura di questa nuova sostanza da lui sintetizzata, infatti, Albert Hofmann dedicΓ² l’intera sua vita al significato spirituale degli stati alterati di coscienza, indagando altre sostanze psicoattive come i funghi psilocibinici o l’ololiuqui e cercando di trovare una sintesi tra la sua conoscenza scientifica del mondo e le sue visioni trascendenti. Per farlo, intessΓ© attorno a lui una rete di relazioni con intellettuali come Aldous Huxley, Timothy Leary, Rudolf Gelpke, Gordon Wasson e, non ultimo, Ernst JΓΌnger. Fu proprio l’incontro, prima letterario e poi personale, con JΓΌnger, a cambiare radicalmente la sua visione del mondo.

Pensando all’autorevolezza del chimico e scrittore svizzero, nonchΓ© all’impatto che i suoi scritti hanno avuto sulla cultura psichedelica, Γ¨ affascinante addentrarsi negli aspetti piΓΉ umani che si nascondono dietro all’aurea leggendaria che lo circonda. Un caposaldo della letteratura psichedelica come LSD. Il mio bambino difficile di Hofmann ha segnato un’epoca in maniera cosΓ¬ pregnante che risulta quasi irreale l’idea che l’autore, maestro e guida (sebbene involontaria) di un intero movimento abbia, a sua volta, avuto un maestro in grado di destabilizzarne le certezze e spingerlo verso la ricerca.Β 

Il primo incontro tra Hofmann e JΓΌnger Γ¨ narrato dallo stesso Hofmann in LSD. Il mio bambino difficile, dove racconta come abbia iniziato a subire il fascino dell’autore tedesco leggendo Cuore avventuroso. β€œAttraverso l’estensione del suo sguardo” scrive Hofmann β€œche abbraccia in maniera sterescopica le superfici e le profonditΓ  delle cose, il mondo aveva acquistato ai miei occhi un nuovo e diafano splendore […]. Nessun altro scrittore, quanto JΓΌnger, mi ha dischiuso la mente” [1]. All’epoca della lettura, Hofmann non aveva ancora scoperto l’LSD (scoperta che avverrΓ  nel 1943) e il tema delle droghe non aveva ancora sfiorato la sua ricerca chimica nΓ© la sua produzione intellettuale.Β 

Il primo contatto tra i due avvenne a distanza di anni, il 29 marzo del 1947, quando Hofmann, all’epoca quarantunenne, da β€œsemplice” lettore scrive la sua prima lettera a JΓΌnger, in occasione del suo cinquantaduesimo compleanno:

Da questa prima lettera, nascerΓ  un carteggio che attraverserΓ  un cinquantennio, dal 1947 al 1997, un arco di tempo che permette di osservare come, nel corso degli anni, il loro rapporto sia evoluto da una formalitΓ  intellettuale a una amicizia sempre piΓΉ intima. Scorrendo le lettere, Γ¨ possibile notare come la stessa intestazione si trasformi da β€œCaro Albert Hofmann”, β€œCaro Ernst JΓΌnger” o β€œCaro Signor JΓΌnger” al piΓΉ intimo β€œCaro Albert” e β€œCaro Ernst” dopo che lo stesso JΓΌnger, nel 30 gennaio del 1972, scrive a Hofmann: β€œcredo che nel corso del nostro reciproco avvicinamento dovremmo risparmiarci il β€œsignore” [3]. E sappiamo, dal nostro precedente articolo, quanto pregno e ricco di significato sia il termine avvicinamento per JΓΌnger.Β Come scrive Donato Novellini nella prefazione all’edizione italiana del carteggio:

In questi cinquant’anni di amicizia, JΓΌnger e Hofmann condividono, sia in forma epistolare sia dal vivo, idee, riflessioni, sogni, visioni psichedeliche, esperienze di viaggio, letture. Interessante analizzare anche lo scambio di doni tra i due, in concomitanza di compleanni, feste natalizie o occasioni speciali. Oltre ai libri, Hofmann e JΓΌnger si inviano campioni botanici, entomologici, libri e, ovviamente, sostanze psichedeliche. Fa sorridere, oggi, la lettera con cui Hofmann comunica a JΓΌnger di avergli inviato per posta un intero pacco di LSD. Non mancano, tuttavia, le riflessioni filosofiche e spirituali sulla vita, e anche momenti piΓΉ intimi e drammatici, come testimonia la lettera di condoglianze che Hofmann dedicΓ² a JΓΌnger per la morte di suo figlio Alexander.

Anche in lΓ  con gli anni, si evince l’immensa stima che Hofmann nutriva per JΓΌnger, a tal punto che, quasi cinquant’anni dopo la sua prima lettera, il chimico svizzero ancora si rivolge a lui con queste parole reverenziali:Β 

In JΓΌnger, Hofmann aveva trovato una visione complementare alla sua conoscenza chimica del mondo. Come abbiamo analizzato negli articoli precedenti, infatti, lo scrittore tedesco Γ¨ in grado di conciliare magistralmente una visione allo stesso tempo materiale e spirituale della realtΓ ; nei suoi discorsi, la metafisica si fa concreta, tangibile. La conoscenza scientifica, lungi dall’allontanare la mente dallo spirito, consente all’occhio di guardare ancora piΓΉ in profonditΓ  nella materia per vedere l’invisibile. Per Hofmann, abituato a lavorare con il mondo invisibile ma, allo stesso tempo, estremamente concreto, delle molecole chimiche, la visione jΓΌngeriana del mondo rappresenta il perfetto punto di incontro tra il piano materiale e il piano sottile. Come scrisse Hofmann allo scrittore tedesco:Β 


In Al muro del tempo, JΓΌnger riflette sulla capacitΓ  dell’essere umano di stratificare il tempo, scandendolo da un punto di vista culturale. L’uomo Γ¨ l’unico essere vivente in grado di creare degli strati geologici sotterranei che siano espressione di una determinata epoca storica, che va a sedimentarsi, nel profondo, insieme alle formazioni geologiche naturali della terra, imprimendo cosΓ¬ un altro tipo di tempo. Le rovine del passato altro non sono che uno squarcio della cultura umana nel tempo cosmico.Β 

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Scavando a ritroso nell’amicizia di JΓΌnger e Hofmann si vive la stessa sensazione. Estendendosi per cinquanta anni, il carteggio tra Hofmann e JΓΌnger Γ¨ uno squarcio attraverso il muro del tempo che permette di leggere, tra le righe, i grandi mutamenti storici del dopoguerra e l’evoluzione del panorama culturale. Nelle lettere riecheggiano i grandi nomi del movimento psichedelico, come Shulgin, Huxley, Leary. La loro vicinanza sia temporale sia umana con Hofmann e JΓΌnger li rende, nelle loro parole, ancora piΓΉ vivi. Leggendo lo scritto di un autore, infatti, soprattutto se questi ha ormai consegnato le sue spoglie mortali all’eternitΓ , si ha sempre l’impressione di trovarsi di fronte a un’entitΓ  lontana, impalpabile. Se invece a parlare di quell’autore Γ¨ un suo amico, un suo familiare o un intellettuale che, con questi, ha scambiato opinioni e critiche, improvvisamente lo scrittore diventa piΓΉ vicino, piΓΉ umano. È quello che accade leggendo le conversazioni private di Hofmann e JΓΌnger in merito, ad esempio, a Timothy Leary, Aldous Huxley, Gordon Wasson, quando parlano dei loro testi, dei loro incontri e convegni a cui hanno partecipato.Β Ancora piΓΉ straniante assistere al momento esatto in cui sono nate opere cardine della letteratura psichedelica; si vive la sensazione di scavare nelle stratigrafie della cultura umana.Β 

Come accennato in precedenza, JΓΌnger e Hofmann erano soliti inviarsi i dattiloscritti inediti delle loro reciproche produzione, per poi scambiarsi opinioni e commenti. Leggendo le loro lettere, veniamo catapultati in momenti creativi epocali come il 17 maggio 1970, data in cui JΓΌnger comunica a Hofmann di aver terminato il manoscritto di Avvicinamenti, dedicandogli, in anteprima, il passaggio finale del testo. O come l’11 marzo 1978, data in cui Hofmann ipotizza, per la prima volta, il titolo del suo scritto piΓΉ famoso:

Attraverso le loro lettere, cosΓ¬ come nei diari privati di JΓΌnger,Β  vediamo anche mutare, sullo sfondo, le condizioni storiche e sociali. Dalle lettere del dopoguerra a quelle del ’97, dunque all’alba del nuovo secolo, assistiamo al sorgere della societΓ  contemporanea. Sia JΓΌnger sia Hofmann, oltre che intellettuali, erano anche grandi amanti dei piaceri della vita, e dopo i duri anni del conflitto passeranno la seconda parte della loro esistenza a viaggiare in Europa, Asia, America. Tra le loro mete preferite, la Sardegna, Ibiza, i laghi lombardi. Da un lato si fanno entrambi sedurre dal fascino degli spostamenti veloci, dall’altro sono testimoni critici dell’ascesa del volgare turismo di massa, delle conseguenze nefaste della cementificazione selvaggia, dei viaggiatori superficiali, del caos provocato dalle automobili, dalla vita cittadina sempre piΓΉ frenetica, dalle infrastrutture sempre piΓΉ invasive. Aspetti che ritornano anche nei diari personali di JΓΌnger, in cui si lamenta di come le automobili abbiano cambiato l’aspetto e l’acustica del paesaggio, deturpando la quiete della natura. Dettagli tra le righe che riflettono il seppellimento della vecchia stratigrafia pre-bellica e del mondo naturale sotto i fiumi di cemento, rotaie, strade, stazioni, porti, areoporti e infrastrutture volte a creare una interconnessione globale. Il tutto, mediante l’estrazione di una sostanza chimica figlia di stratificazioni antiche milioni di anni: il petrolio. A questo riguardo, risultano quantomai profetiche e attuali le inquietudini che Hofmann esprimeva a JΓΌnger nel 1983:Β 

Ernst JΓΌnger

Fino ad ora abbiamo sottolineato il ruolo da maestro che JΓΌnger ha rivestito per Hofmann ma, come in tutte le grandi amicizie spirituali, lo scambio Γ¨ stato biunivoco. Se JΓΌnger ha β€œirradiato” Hofmann con le sue parole, aprendogli una nuova prospettiva sul mondo, Hofmann ha rintrodotto JΓΌnger all’esperienza dell’Avvicinamento.Β 

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Abbiamo visto come Hofmann abbia scritto a JΓΌnger nel 1947, soltanto 4 anni dopo la scoperta dell’LSD. La sostanza non era ancora nota al grande pubblico e, per quasi un anno, il chimico svizzero non tratterΓ  con lo scrittore tedesco il tema delle sostanze psicoattive.Β Il tutto fino al marzo del 1948, quando Hofmann invia a JΓΌnger i suoi studi sull’LSD, ricevendo questa risposta:

Gli stati alterati di coscienza sembrano, per JΓΌnger, qualcosa di relegato al passato. Tuttavia, l’incontro con Hofmann ridesta nello scrittore tedesco un richiamo fatalistico; riemergono i ricordi degli avvicinamenti del passato. Forse comprende che Γ¨ il momento di ri-avvicinarsi al mistero che si nasconde al di lΓ  della coscienza.Β 

CosΓ¬, pochi mesi dopo il suo diniego nei confronti delle sostanze psicoattive, il 5 luglio 1948: JΓΌngerΒ  scrive a Hofmann β€œQui nel frattempo ho trovato una bottiglia di mandragora che mi ha provocato brutte visioni. […] Sono dell’opinione che la profonditΓ  di ognuno corrisponda alla sua altezza. Ma vale anche il contrario? Penso di no, poichΓ© ci sono abissi assoluti”.Β Dove abbia trovato quella bottiglia di vino di mandragora e quali esperienze abbia vissuto non Γ¨ dato sapere, dato che nemmeno in Avvicinamenti racconta questa esperienza traumatica.

Albert Hofmann ed Ernst JΓΌnger

Ci vollero circa tre anni per convincere JΓΌnger a reintraprendere le vie della psiconautica, e nel 1951, come raccontato anche in LSD. Il mio bambino difficile, Hofmann e JΓΌnger si rimettono in viaggio insieme, sotto la supervisione del farmacologo Heribert Konzett. Questa prima esperienza, tuttavia, non soddisfa del tutto le aspettative di JΓΌnger, a causa di un dosaggio troppo basso, che definisce l’LSD un semplice β€œgattino” nei confronti della β€œtigre mescalina”.

Con le esperienze successive, tuttavia, ebbe modo di cambiare opinione. Come sottolinea Hofmann in LSD. Il mio bambino difficile, le esplorazioni psiconautiche cementificarono la la loro amicizia. Le esperienze trascendenti segnarono l’anima di entrambi, creando una connessione indissolubile. Il termine del viaggio, ma non dell’amicizia, fu il 21 febbraio 1974, quando JΓΌnger, in seguito a una forte sperimentazione, scrisse a Hofmann:Β 

Ottenendo come risposta dal chimico svizzero:

Il tema delle sostanze psicoattive solleva perΓ² tra i due anche altri discorsi, oltre alla condivisione delle reciproche esperienze. Le esperienze individuali lasciano nuovamente spazio alle stratigrafie storiche che emergono dalle righe del loro carteggio. Assistiamo al racconto della repentina diffusione dell’LSD, in ampie fasce della popolazione e per scopi ludici, che esulano la visione spirituale del suo creatore. Scrive Hofmann, a tal riguardo, con parole molto critiche, il 15 maggio 1966: Β 

Ma la situazione Γ¨ ormai fuori controllo, complice anche l’approccio β€œmessianico” di Timothy Leary, spinto dall’idea di diffondere l’LSD tra tutti gli strati della popolazione per dare il via a una rivoluzione culturale e spirituale. Da discreto e anonimo chimico svizzero, Hofmann si trasforma, involontariamente, in un maestro della rivoluzione psichedelica sessantottina, benchΓ© egli stesso sia molto critico con questo approccio sconsiderato della sostanza. Scrive il 7 dicembre 1970, raccontando a JΓΌnger quanto da lui sostenuto durante una conferenza stampa:

Albert Hofmann

Dello stesso parere era, d’altronde, lo stesso JΓΌnger, che giΓ  nel 1961 aveva espresso alcune riserve sull’approccio Huxley e la sua idea, piΓΉ moderata rispetto a quella di Leary ma pur sempre β€œdemocratica”, di introdurre le sostanze psichedeliche in fasce piΓΉ ampie della popolazione per indurre l’esperienza dell’illuminazione.

Riprendo, qui, quanto giΓ  sostenuto nell’articolo precedente circa lo scuotimento provocato da una profonda esperienza psichedelica. Essa si contraddistingue per un contatto profondo, immediato e libero da ogni filtro con un mistero invisibile dell’universo. Questo contatto richiede l’abbandono della coscienza ordinaria e questo sradicamento di uno dei capisaldi della nostra esperienza quotidiana del mondo puΓ² risultare estremamente traumatico, senza la dovuta preparazione. Gran parte dei cosiddetti bad trip, citati anche da Hofmann, sono dovuti proprio a errori di valutazioni legati al set e al setting con cui compiere l’esperienza. Una mente che non si Γ¨ prima fortificata e preparata a ricevere una potente rivelazione, finirΓ  per strabordare sotto il penso dell’onda cosmica. La visione della divinitΓ  accieca, come Paolo sulla via di Damasco. E non tutti sono in grado di rialzarsi, dopo la caduta da cavallo.

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JΓΌnger sottolinea inoltre la concretezza dell’esperienza; le visioni indotte dalle sostanze psichedeliche non sono finzioni: sono cose reali. Vi Γ¨ una chiara differenza fenomenologica tra allucinazione, delirio e visione psichedelica. Delle prime non si ha piΓΉ memoria e quel poco che rimane nella coscienza viene poi riconosciuto come irreale; durante l’esperienza psichedelica, invece, la coscienza rimane vigile. Il ricordo permane, come un marchio, e si ha l’impressione di aver attraversato una realtΓ  ancor piΓΉ reale rispetto al mondo ordinario. Quando l’esperienza termina, si vive l’esperienza di un ritorno da un altro piano di realtΓ , estremamente concreto. Questo mondo, al contempo metafisico e concreto, esige un rispetto reverenziale. La divinitΓ  non accetta ci essere trattata come un’illusione, nΓ© di essere vissuta come un momento di svago.Β 

Tuttavia, nΓ© i moniti di JΓΌnger nΓ© quelli di Hofmann ebbero il dovuto ascolto. Anzi, Γ¨ lo stesso Hofmann a lamentarsi di come i giornali distorcessero le sue interviste pubbliche, con titoli sensazionalistici che eclissavano i suoi discorsi molto piΓΉ complessi, volti nΓ© alla demonizzazione nΓ© all’abuso indiscriminato del suo β€œbambino difficile”. Β 


Scandita dall’avanzare ciclico delle case astrologiche, che donano il ritmo agli anni e i cicli cosmici, la lunga amicizia tra Hofmann e JΓΌnger fu destinata a interrompersi soltanto con il sopravvento della morte di Ernst, alla veneranda etΓ  di 103 anni.Β 

Le ultime lettere tra i due risalgono al 1997, un anno prima della morte di JΓΌnger. Riflettono un’amicizia ormai matura, consolidata, meditata, una relazione in grado di abbattere il muro del tempo e di assumere una connotazione divina. Scrive Hofmann, sul finire del 1996:

A chiudere il carteggio, un’immagine estremamente poetica, che ben riflette lo sguardo poetico sul mondo sia di Hofmann sia di JΓΌnger, nonchΓ© il loro legame tanto con la terra visibile, quanto con il mondo invisibile:Β 


[1] A. Hofmann, LSD. Il mio bambino difficile, Urra, Milano 2013, p. 127

[2] A. Hofmann, LSD. Il mio bambino difficile, Urra, Milano 2013, p. 128

[3] E. JΓΌnger, A. Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, Giometti e Antonello Editore, Macerata 2017 p. 102

[4] Dalla prefazione di D. Novellini a E. JΓΌnger, A. Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, Giometti e Antonello Editore, Macerata 2017, p.Β  6.

[5] E. JΓΌnger, A. Hofmann, LSD. Carteggio 1947-1997, Giometti e Antonello Editore, Macerata 2017, p. 140

[6] Ibidem p. 131

[7] Ibidem p. 117

[8] Ibidem p. 123

[9] Ibidem p. 108

[10] Ibidem p. 109

[11] Ibidem pag. 79

[12] Ibidem p. 95

[13] Ibidem p. 70

[14] Ibidem p. 143

[15] Ibidem p.Β  144.

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