Torturatore dell’inconscio e degli anfratti oscuri dell’individuo e della realtà, David Lynch ha saputo dare vita negli anni a un suo personalissimo modo di fare cinema, pieno di segreti, lati nascosti, altissime e vastissime conoscenze, dalla psicanalisi alle dottrine orientali.
Una riflessione antropologica sulla fruizione collettiva della musica elettronica e sul fenomeno dei “rave”: dal tribalismo ritualistico di gruppo all’ “invasamento”, dalla “morte dell’ego” alla possibilità estatica.
Come il visionario regista di Toronto ha saputo cogliere e (far) visualizzare nelle sue pellicole gli elementi più oscuri e “titanici” dell’era post-moderna