Maria, conduttrice degli eserciti (parte I)

Un approccio alternativo al tema mariano, nato da unโ€™analisi ragionata della dicotomia guerra-pace nella tradizione cristiana.

di Antonio Bonifacio

Parte I di II โ€” CONTINUA ALLA PARTE II

Santo, santo, santo รจ il signore degli eserciti
Tutta la terra รจ piena della sua gloria.

Isaia 6,5

Presso i rivi di Ruben grandi furono le risoluzioni del cuore!
Perchรฉ tu sei rimasto tra gli ovili ad ascoltare il flauto dei pastori?
Dai cieli si combattรฉ. Combatterono le stelle dai cerchi loro.ย 
Maledite Meroz, dice lโ€™angelo dellโ€™Eterno;ย 
perchรฉ non vennero in soccorso dellโ€™eterno,
in soccorso dellโ€™Eterno insieme coi prodi.

Canto di Deborร h

Di recente hanno suscitato un certo sgomento le immagini, proposte in mondovisione, che colgono lโ€™attuale pontefice Francesco I mentre si getta ai piedi dei tre capi politici riuniti in sede di trattative per la risoluzione dei problemi determinati dalla endemica conflittualitร  nel Sud Sudan, invocando egli, con questo suo gesto estremo e plateale, la fine di ogni ostilitร . Estraiamo da un giornale lโ€™inizio della cronaca dellโ€™evento:

In ginocchio Papa Francesco ha baciato i piedi al presidente della Repubblica del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, e ai vice presidenti designati presenti, tra cui Riek Machar e Rebecca Nyandeng De Mabio. Un gesto inatteso e commovente per chiedere la pace nel Paese al termine dei due giorni di ritiro spirituale per le autoritร  civili ed ecclesiastiche.

Qualunque cosa si pensi del sorprendente comportamento del vicario di Pietro o di Cristo โ€” sorprendente perchรฉ nel corso della storia รจ accaduto che fossero i regnanti a buttarsi ai piedi del papa e non il contrario โ€” lโ€™impressione che ne ricava รจ che il cristianesimo sia una religione non solo pacifica (il che potrebbe essere ovvio) ma pacifica a tal punto da potersi definire pacifista, contrariamente allโ€™Islam, ad esempio, in cui allโ€™uomo che muore in battaglia per il suo ideale di fede spetta di diritto lo status di martire.

Questo supposto pacifismo concepito quasi come se esso fosse coessenziale al cristianesimo praticamente non รจ mai esistito: la pace di Cristo รจ ontologicamente diversa dalla pace tra gli uomini e non sono solo episodi di belligeranza stranoti, quali la riconquista del Santo Sepolcro, a dar conto dello stato di (quasi) permanente conflitto dellโ€™armata terrena di Dio, specchio riflesso di quella angelica, identicamente intransigentemente combattiva. Si tratta di una tradizione dispiegata in diverse epoche che conferiva allo scontro armato un ruolo speciale nel processo di salvezza, identificando la morte sul campo di battaglia con il martirio e quindi come una via privilegiata per raggiungere la vita eterna.ย 

Tutta lโ€™emblematica vicenda delle crociate รจ, infatti, piuttosto malvista dallโ€™attuale orientamento ecclesiale, come dimostra la stessa dichiarazione del pontefice richiamata in prosieguo nel testo. Infatti la Chiesa contemporanea, quella post-conciliare, vorrebbe costruire ponti per ogni dove in nome del nuovo dogma della โ€œnon divisivitร โ€ e vorrebbe dโ€™altronde risolvere le feroci dispute dโ€™allora riducendo le stesse a mere contingenze temporali, a una sorta di malattia infantile del cristianesimo.ย Giร  da tempo si รจ introdotta come elemento di mitigazione storica la felice definizione di pellegrinaggi armati per โ€œmimetizzareโ€ le crociate, definizione tra lโ€™altro coerentemente applicabile solo alla liberazione del Santo Sepolcro.ย 

Per controvertire tale generalizzazione sembra che basti pensare alla ferocia manifestata dalle truppe assedianti nelle crociate albigesi e in quelle baltiche, o,ย ancora, lo spaventoso massacro e saccheggio perpetrato a Costantinopoli nel 1204 contro i cristiani dโ€™Oriente, una crociata che pressochรฉ distrusse Costantinopoli. Tutti questi episodi, citati alla rinfusa, sono tuttโ€™altro che secondari rispetto alla Storia, anzi ne hanno determinato il corso e non appaiono affatto inquadrabili nellโ€™astratta categoria dei โ€œpellegrinaggiโ€, ancorchรฉ armati, e quindi non sono eventi da archiviare solertemente, quasi fossero errori di una gioventรน definitivamente tramontata.ย 

Durante la seconda guerra mondiale Stalin si chiedeva ironicamente quante divisioni avesse il papa, facendo finta di ignorare, lui che poi avrebbe fatto portare in giro per tutta la Russia assediata dai nazisti lโ€™icona miracolosa della Theotokos del Kazan,ย che nella storia della cristianitร  non era stato il solo elemento umano a partecipare alla battaglia, a dirigerla, a guidarla, ma erano le stesse forze sovrannaturali a intervenire con lo scopo, non di dividere miracolosamente le parti, manifestandosi ai belligeranti nella loro potenza, quanto piuttosto a partecipare, parteggiando, alle ferocissime pugne schierandosi apertamente con i cristiani fino al punto di sovvertire la sorte di battaglie che parevano segnate o comunque compromesse.

Icona della Vergine del Kazan

Vittorio Messori in un suo articolo ricostruisce uno straordinario scenario delle vicende belliche durante lโ€™assalto nazista alla Russia e del ruolo assunto dallโ€™intervento, supposto divino, della Vergine del Kazan. Tutta la storia russa รจ intersecata dallโ€™intercessione mariana nei campi di battaglia. Riproduciamo a tale scopo un brano di Nuccio dโ€™Anna:

Quasi un secolo dopo, nel 1709, in occasione dellโ€™invasione svedese che minacciava di cancellare la tradizione ortodossa russa a favore del protestantesimo rivoluzionario, la zar Pietro il Grande vinse gli occupanti svedesi nella memorabile battaglia di Poltava il cui successo fu unanimemente attribuito alla presenza nel campo di battaglia dellโ€™icona della Madonna di Kazan che ormai i Russi consideravano la custode dellโ€™identitร  spirituale della Nazione. Cosรฌ lโ€™icona fu portata nella cattedrale di San Pietroburgo e ancora un secolo dopo, durante la terribile invasione napoleonica condotta allโ€™insegna del nichilismo rivoluzionario che minacciava di distruggere le basi della loro tradizione spirituale, i Russi continuarono ad attribuire la loro vittoria sugli invasori alla speciale protezione divina mediata dallโ€™icona della Madonna di Kazan.

N. Dโ€™Anna, La straordinaria vicenda dellโ€™icona della Madonna di Kazan

Se si dice, come si dice, che รจ Dio a guidare la Storia โ€“ ciรฒ รจ in sostanza il fondamento della cosiddetta โ€œTeologia della Storiaโ€ โ€“ si deve parimenti accettare che, al di lร  di fatti piรน o meno leggendari o comunque enfatizzati, che la storia umana occidentale รจ dโ€™impronta inequivocabilmente espansiva e colonialista ed รจ cosparsa di eventi sanguinari generato dallโ€™impulso โ€œreligiosoโ€. In questa cornice โ€œsuprematistaโ€ in mille circostanze furono coinvolte in modo massiccio le popolazioni civili in ogni continente e tutto ciรฒ, secondo la sopraevocata teologia, dovrebbe corrispondere a un preordinato piano di salvezza di Dio che giustificherebbe lโ€™esistenza di questo scorrere degli eventi, traendosi infine da essi il bene dal male.

Questa โ€œmilizia in terraโ€ del resto costituirebbe, come accennato, una sorta di riflesso nello specchio di vicende celesti. Lโ€™angelologia รจ improntata alla piรน intransigente belligeranza. Il capo delle armate celesti รจ quel San Michele arcangelo, appena prima presentato, che schiaccia il demonio sotto il suo piede ed egli stesso รจ ritenuto partecipare su un altro piano a un combattimento escatologico che si compie da tempo immemorabile tra i โ€œfigli della luceโ€ e i โ€œfigli delle tenebreโ€, in conformitร  a paralleli riscontrabili in molteplici tradizioni, di cui quella qumranica (vedi infra) รจ lโ€™antecedente โ€œparentaleโ€ piรน evidente.ย 

Se esiste, come verosimilmente esiste, un ecumenismo contemplativo, non รจ meno vero che esiste (o รจ esistito) un ecumenismo cavalleresco di cui la narrazione del Parsifal di Wolfram von Echembach puรฒ rappresentare lo specimen piรน evidente.ย Tale testo perรฒ riguarderebbe il comportamento esemplare di pochi individui (in sintesi degli iniziati che partecipano a una cavalleria trasversalmente iniziatica) mentre gli eventi pugnaci sopra accennati (i c.d. โ€œpellegrinaggi armatiโ€) coinvolsero drammaticamente soprattutto gli inermi che furono oggetto di infiniti supplizi da parte di orde inferocite che di โ€œcavallerescoโ€ e di โ€œspiritualeโ€ non avevano un bel nulla. ย 

La convocazione belligerante coinvolgerebbe piรน piani di cui quello angelico รจ solo quello intermedio e, tuttavia, detti piani sono ritenuti come intercomunicanti, tanto che vi sono molti passaggi dellโ€™Antico Testamento in cui nel testo si narra dellโ€™intervento diretto delle schiere angeliche, armate di tutto punto, che, dal piano sottile nel quale risiedono, intervengono in favore del popolo eletto in situazioni per esso critiche.

Dosso Dossi, San Michele con il demonio e lโ€™Assunta tra gli Angeli

In questo quadro di Dosso Dossi, ambientato in quello che sembra un paesaggio terrestre, si mostra la relazione tra il combattimento di San Michele con Satana mentre in alto รจ raffigurata tra la Vergine regina degli angeli. Lโ€™intervento dellโ€™armata di Dio comunque รจ solo un aspetto di questo combattimento totale perchรฉ, se san Michele รจ un archistratega, โ€œil Generaleโ€, cosรฌ nominato in molte circostanze nelle cronache di queste lontane epoche, รจ proprio quella Regina Pacis, che sembra possedere una caratteristica tra tutte dominanti, ovvero quella del furore bellico e della risolutezza dellโ€™azione.

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La Theotokos โ€“ lo si vedrร  โ€“ era descritta come addirittura presente fisicamente nei combattimenti e si comportava come una dea pagana che infervorava le schiere e rovesciava di sua mano i nemici, tanto da meritarsi sul campo lโ€™appellativo โ€“ che oggi puรฒ apparire non solo insolito ma addirittura blasfemo โ€“ di โ€œcrudeleโ€, appellativo attribuitole da un pio cronista cattolico. ย  ย 

Una parte preponderante di queste riflessioni sarร  dedicata al rapporto stabilitosi tra la Theotokos e il potere imperiale a Bisanzio dove lโ€™imperatore, in qualitร  di rappresentante di Cristo in terra, era considerato persona sovraumana e le sue immagini partecipavano di questa sacralitร , presentandolo nelle varie regioni dellโ€™impero come persona sacra. Lโ€™imperatore dโ€™Oriente era un โ€œuomoโ€ che partecipava di una particolare elezione che lo distingueva e a cui si riconosceva lโ€™omaggio di quella proscinesi โ€” interdetta ai cristiani dโ€™occidente ma in cui in realtร  si faceva omaggio al genio e non allโ€™uomo โ€” come se egli fosse una quasi deitร . In tal modo lโ€™imperatore entrava in uno strettissimo rapporto di sudditanza gerarchica con il suo โ€œgeneraleโ€, ovvero Maria stessa.ย 

La Vergine gode, rispetto alle schiere angeliche, di un status privilegiato che la pone al di sopra degli stessi angeli e arcangeli, che invece sono maggiormente protagonisti nella sfera occidentale dellโ€™influenza celeste sulle battaglie terrestri, unโ€™impostazione che trova scaturigine nel qumranico Rotolo della guerra e che puรฒ essere collocato allโ€™inizio di questa lunga tradizione di angeli guerrieri almeno nellโ€™ambito delle โ€œreligioni del Libroโ€.

La Vergine, la Theotokos, non verrร  mai rappresentata in armi, perchรฉ la sua arma รจ la verginitร , anzi di piรน, รจ la sua prodigiosa maternitร  virginale che le conferisce una potenza dโ€™irresistibile efficacia. Singolarmente, infatti, come Athena, come le Amazzoni, come le Vestali, la verginitร  รจ connessa a un potere sovrannaturale che si dispiega efficacemente in battaglia, una sorta di โ€œvirilitร  femminileโ€. Con ciรฒ si rende possibile un confronto con la stessa Giovanna dโ€™Arco, apparentemente una semplice โ€œcontadinottaโ€ che si trova infusa di questo potere pressochรฉ soprannaturale che la farร  sempre trionfare in battaglia mantenendo Ella la sua illibatezza. ย  ย  ย  ย 

Ci fermiamo qui e attenendoci al nostro titolo affronteremo il delicato tema che ci siamo proposti di trattare in unโ€™ottica piuttosto discorsiva e il piรน possibile equilibrata, consci che sarebbe necessaria piuttosto una piรน vasta pubblicazione per sviscerare adeguatamente lโ€™argomento nelle sue numerose sfaccettature e nelle sue complesse implicazioni.ย 

Ambrogio Lorenzetti, Madonna con il bambino in trono, santi e angeli, 1335 ca.ย 

Il combattimento celeste

La nostra battaglia infatti non รจ contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestร , contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.ย 

Efesini 6,12

Vi รจ un punto dal quale รจ necessario principiare e che si sostanzia nella riflessione che segue: il primo dei combattimenti fra schiere di contrapposta costituzione si svolge in cielo e coinvolge le brulicanti compagini angeliche che si fronteggiano con quelle demoniache in un conflitto, venuto in essere allโ€™origine del tempo e che solo alla fine del tempo si concluderร .ย Un conflitto che, detto guรฉnonianamente, coinvolge piรน piani della manifestazione compreso quello umano che รจ chiamato in causa ed รจ invitato a offrire il suo contributo, anche attraverso il martirio, al fine di condurre a conclusione vittoriosa lโ€™epica lotta contro i figli delle tenebre.

Il mondo arcangelico e angelico รจ fortemente gerarchico ed il suo โ€œcapoโ€ รจ, come detto, lโ€™archistratega Michele. Dei sette arcangeli riconosciuti dalla tradizione biblica il cristianesimo ne ha confermati solo tre (Michele, Gabriele e Raffaele) e malgrado un quarto, Uriele, goda di una sorta di status particolare, essendo posto quasi in un limbo che sta tra ortodossia e eterodossia, questi รจ tuttora escluso dal novero degli arcangeli come parimenti lo sono Sealtiele, Geudiele e Barachiele e ciรฒ nonostante gli sforzi di molti competenti studiosi che si sono spesi per rivitalizzare la tradizione dei โ€œsette spiritiโ€ inspiegabilmente accantonata.

Michele e Gabriele sono arcangeli e congiuntamente santi provvisti di un armamentario da combattimento, la spada lโ€™archistratega Michele, la lancia Gabriele. Uriele a propria volta รจ dotato di una spada fiammeggiante ed รจ riconosciuto da diverse tradizioni come lโ€™arcangelo che protegge lโ€™accesso al Paradiso terrestre ormai precluso alla coppia primordiale e alla sua discendenza. La spada di fuoco, secondo alcune leggende ebraiche raccolte da Arturo Graf sul tema, รจ fatta girare vorticosamente dallโ€™arcangelo davanti lโ€™ingresso al Paradiso, un tema che richiama strettamente quello delle simplegadi, perchรฉ esiste comunque una fessura intemporale in grado di permettere il passaggio โ€œallโ€™elettoโ€ dal โ€œquadratoโ€ al โ€œcerchioโ€. In ogni caso, precisa lo studioso Dalmazio Frau,

I sette grandi arcangeli che abbiamo avuto modo di osservare sono tutti guerrieri e combattenti, ma alcuni di loro come MikaEl, GabriEl, e UriEl,ย  lo sono in misura ancora maggiore.ย  ย 

D. Frau 2014, 108

Discendendo di piani non bisogna dimenticare che anche la gerarchia angelica รจ formata da schiere combattenti, variamente conformate, ma non รจ negli intendimenti questo lavoro procedere a unโ€™indagine particolareggiata su questo esercito celeste: su ciรฒ si consulti il citato testo del Frau in cui lโ€™autore ha preso in esame le schiere degli angeli combattenti (lโ€™armata di Dio), che propone lโ€™emblematica immagine di una classe angelica (i Principati) schierati come pronti al combattimento, tratta da un dipinto di Guariento di Arpo che qui riproduciamo.

Guariento di Arpo, I Principati in schieramento da battaglia

Come in cielo cosรฌ in terra

Non cโ€™รจ legge che vieti al cristiano di colpire con la spada. Il Vangelo raccomanda ai soldati la moderazione e la giustizia. Ma non dice affatto loro: gettate le armi e rinunciate alla milizia.

San Bernardo, Epistole

A specchio del cielo qui sulla terra anche il cristiano si trova quindi a sostenere, in primis per dovere, la personale battaglia spirituale interiore contro le tentazioni diaboliche, e quindi contro il peccato che scaturisce dallโ€™assecondare le inclinazioni perverse che dalle tentazioni scaturiscono. Oltre a questa lotta interiore e quotidiana il male si mostra anche personificato e quindi fisicamente presente nel mondo (di cui il demonio รจ il principe) e quintessenziato da compagini di avversari di Cristo contro le quali, alla fine, รจ necessario confrontarsi sul piano del combattimento materiale, quando la possibilitร  della rettificazione e/o conversione spirituale รจ fallita.ย 

Per questo nei secoli si rese necessaria la creazione di vere e proprie milizie di โ€œmonaci guerrieriโ€ che si opponessero alle schiere avversarie come gli angeli si oppongono ai demoni.ย Andando in ordine sparso e in via assolutamente descrittiva e non esaustiva, richiameremo in questa circostanza lโ€™istituzionalizzazione di alcuni di tali ordini cavallereschi improntati a questo spirito: gli Ospitalieri di San Giovanni (cavalieri di Rodi e di Malta); i Cavalieri Teutonici voluti dal Gran Maestro Alberto di Hoenzollern e, per ultimo, sebbene sia cronologicamente intermedio ai due appena citati, il celeberrimo Ordine dei Templari che ha fatto scorrere, comeย banalmente si dice, i classici fiumi dโ€™inchiostro.

Il sigillo del gran Maestro dei Cavalieri Teutonici rappresenta la Vergine con il bambino in braccio, esprimendo cosรฌ fortemente la saldezza del tema mariano della maternitร  verginale unito allโ€™intransigente comportamento bellico. Maria accetta il sacrificio di Suo figlio per la salvezza del mondo, come la madre del soldato deve accettare la morte del figlio che conduce la sua lotta contro le tenebre su questo piano di esistenza. Si tratta di un ordine fortemente voluto da San Bernardo e ben delineato nei suoi intendimenti e nei suoi scopi nello scritto bernardiano De Laude Novae Militiae. Qui si prescrive la piรน rude disciplina e unโ€™arditezza persino superiore a quella richiesta al comune cavaliere. Si impone, infatti, di attaccare il nemico quandโ€™anche si sia in palese inferioritร  numerica: ยซvivi e morti siamo del Signore; gloriosi i vincitori beati i martiriยป.ย La strategia, come si vede, รจ sottomessa alla fede.

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Con Bernardo (e con Maometto) sโ€™introduce quindi il concetto di โ€œguerra santaโ€, intesa come rito di purificazione congiuntamente esteriore ed interiore; il santo propone il termine โ€œmalicidioโ€ come scopo finale di questa lotta, inteso come opera di eliminazione dei malfattori, portatori del male stesso; difatti il cavaliere se uccide โ€œlavora per Cristoโ€ mentre se muore lavora โ€œper sรฉโ€ e quindi per la propria salvezza.

Qualcuno ha voluto, forse troppo disinvoltamente, accostare il testo del De Laude alla Bhagavad Gita. Personalmente pensiamo che tale avvicinamento sia errato nella sua principialitร . Lโ€™avversario di Arjuna, descritto nella Bhagavad, non reca nessun tratto malefico, anzi tuttโ€™altro, egli รจ un nobile di vasta sapienza, la cui individualitร  perรฒ deve essere percepita come se fosseย pressochรฉ โ€œfantasmicaโ€, e per questo, finalisticamente, la battaglia della Bhagavad costituisce un mezzo per conoscere la Realtร  ultima. Lโ€™individualitร  genera attaccamento al โ€œnome-formaโ€ e questi legami stringono emotivamente Arjuna al suo avversario impedendogli di compiere quello che si prospetta come suo โ€œdovereโ€, ovvero procedere e avanzare oltre i limiti insostanziali del predetto โ€œnome-formaโ€.ย  ย 

Se si รจ spesa qualche parola in piรน per san Bernardo e per i Templari ciรฒ รจ stato fatto per rimarcare come, conformemente al carattere intransigente del โ€œsanto di Danteโ€, parimenti di questi รจ nota la devozione alla Vergine, tanto cheย Dante attribuรฌ a san Bernardo una preghiera alla madre di Dio, i cui versi sono davvero da considerarsi tra i piรน noti, toccanti e sapienti scritti su di Lei.ย Cosรฌ infatti esordisce il Canto XXXIII del paradiso:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta piรน che creatura, termine fisso dโ€™etterno consiglio.

Non diversamente, per conseguenza necessaria, lโ€™Ordine dei Templari fu votato direttamente alla Vergine. Cosรฌ veniva appellata infatti Maria nella liturgia: Regina Militum, Regina Fratrum Templi, Regina Conventi ab albis stolis, Regina Sancti Ordinis Templi, Auxilium Templariorum, come dโ€™altronde si riconnetteva a Maria lโ€™inizio stesso dellโ€™ordine nella storia:

Nostra Signora รจ stata lโ€™inizio del nostro Ordine, e in Lei e in Suo onore sarร , a Dio piacendo, la fine della nostra vita, quando Dio vorrร  che ciรฒ accada.ย 

La sacralitร  attribuita ai cavalieri templari (si รจ parlato di โ€œgnosi templareโ€) e al carattere della loro particolare investitura trova quasi un corrispettivo nella sacralitร  delle loro armi che, come narra Henry Corbin, quando questi primi cavalieri si acquartierarono nel Tempio di Salomone, furono deposte sui suoi altari quasi fossero oggetti liturgici.

ย Pietro Lorenzetti, San Giovanni Battista presenta un cavaliere alla Madonna col Bambino benedicente, affresco, Basilica di San Domenico a Siena.

Inciso

Se tu vai con la tua fede come una bandiera, come le crociate, e vai a fare proselitismo, quello non va. (Papa Francesco)

Nel corso del perenne confronto tra Cristianesimo e Islam accadde che le due fedi si sono scontrate piรน volte in maniera oltremodo pugnace, segnando un percorso piuttosto sanguinoso di rapporti che tuttora perdura (almeno da parte di un โ€œcertoโ€ Islam). Lโ€™Islam รจ stato in diverse circostanze in condizione di invadere lโ€™Occidente e la storiografia cristiana annovera tre tappe fondamentali e topiche del baluardo bellico che appose il cristianesimo a tale invasione: la battaglia di Poitier, la battaglia navale di Lepanto e quella di Vienna.ย In tutti e tre i casi i maomettani, secondo la tradizione storiografica propria della teologia della storia, furono valorosamente fermati con le armi e, congiuntamente, con lโ€™intervento dโ€™un fattore soprannaturale che determinรฒ lโ€™esito dello scontro.ย 

Piรน interessante per i nostri fini รจ quanto accade a Lepanto, battaglia la cui vittoria la storiografia cristiana ascrive al diretto intervento della Vergine schieratasi invisibilmente sul campo di battaglia in favore di uno dei contendenti (ancorchรฉ Ella venga tributata di onori soprannaturali da entrambe le parti, essendo i musulmani devotissimi alla Vergine). In effetti le cronache riportano lโ€™accadere di alcuni eventi cui รจ stato attribuito carattere di soprannaturalitร  come il verificarsi di un improvviso cambio di vento che favorรฌ la coalizione cristiana portandola alla vittoria. Lโ€™annuncio dellโ€™eventoย giungerร  a Roma ventitrรฉ giorni dopo, portato da messaggeri del principe Colonna, ma si narra che il giorno stesso della battaglia san Pio V ne ebbe in visione la percezione proprio nellโ€™ora di mezzogiorno e glorificรฒ la circostanza con questa disposizione, dando cosรฌ congedo agli astanti:

Sono le 12, suonate le campane, abbiamo vinto a Lepanto per intercessione della Vergine Santissima.ย 

Sโ€™instaurรฒ allora la tradizione cattolica di sciogliere le campane di tutte le chiese alle 12 in punto. Papa Pio V, proprio per effetto di tale intercessione, decise significativamente di dedicare il giorno 7 ottobre a Nostra Signora della Vittoria aggiungendo il titolo Auxilium Christianorum (โ€œAiuto dei cristianiโ€) alle Litanie Lauretane, successivamente la festa fu trasformata da Gregorio XIII in Nostra Signora del Rosario, sempre con la motivazioneย di celebrare lโ€™anniversario della vittoria ottenuta per intercessione dellโ€™augusta Madre del Salvatore, Maria. ย 

Dโ€™altronde a ciรฒ si puรฒ aggiungere che chi รจ di Roma o conosce Roma sa dellโ€™esistenza di una chiesa denominata Santa Maria della Vittoria, ovvero di quellโ€™edificio che ospita, tra le altre cose, la stupefacente statua dellโ€™estasi (transverberazione) di Santa Teresa del Bernini. Tale dedicazione รจ successiva a quella originale, conferita a san Paolo, ed รจ stata mutata proprio per celebrare unโ€™altra vittoria militare ottenuta dalle truppe cristiane nella battaglia della montagna bianca (presso Praga) nella Guerra dei Trentโ€™anni che vide appunto una temporanea vittoria delle truppe cattoliche su quelle protestanti.ย 


Prodromiย 

Io non conosco altro compagno di battaglia sulla terra, o protezione nei pericoli, o guerriero invincibile nelle insidie, che te, Theotokos tutta pura! Per questo cado sulle mie ginocchia e grido a te, Signora del mondo: sii sempre la mia custode.

Bissera V. Pentcheva, Icone e potere

Comโ€™รจ noto nella battaglia che segnรฒ praticamente il declino del paganesimo a Ponte Milvio, Costantino ebbe la precisa manifestazione del favore divino di questo nuovo credo venuto dal Medio Oriente con il sogno-visione che precedette la battaglia. Qui vide un segno, ossia il segno della croce che fu interpretato come comunicazione dellโ€™elargizione del favore divino nellโ€™imminente scontro. Questo evento, ancorchรฉ presuntivamente agiografico, segnerร  la coincidenza della croce come strumento del supplizio di Cristo e insieme come strumento di lotta al male che comporta anzi impone anche il supremo sacrificio del milite.


Le crociate baltiche
(Maria sovrana di tutte le terre)ย 

โ€ฆimperversรฒ la nemica disumanitร  al di sopra di ogni misura e senza limitazioni in modo tale che, dimentichi di ogni cristiano ritegno macellarono uomini come bestiame.

Cronaca di Lamperto della battaglia di Homburg

Lโ€™argomento delle crociate baltiche รจ molto meno noto di quello delle crociate in Terrasanta, eppure, oltre a costituire studio appassionate in sรฉ per la densitร  degli eventi che contrassegnarono la circostanza, รจ lโ€™ambito nel quale, forse con maggiore evidenza, sโ€™intrecciaย  il tema che ci si propone di mettere in mostra, ossia la profonda relazione che lega Maria allโ€™azione militare e il suo merito per la vittoria ottenuta su quei popoli europei ancora โ€œpaganiโ€ che, alla fine, furono forzatamente costretti a convertirsi.ย 

Asciuttamente si dirร  che tali impegni militari non scaturirono affatto da esigenze difensive ma da una precisa volontร  aggressiva, allโ€™epoca perfettamente giustificata per esigenze di propagazione della fede in tutta Europa, come lo sarร  successivamente in altri continenti, certamente non disgiunta da inevitabili e conseguenti risvolti โ€œeconomiciโ€ sicuramente non ignoti ai belligeranti, come ha ben mostrato lo storico Eric Christiansen nel suo classico testo dedicato a questa invasione dellโ€™estremo nordย  dellโ€™Europa.ย 

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Nel 1147 papa Eugenio III, emanando la bolla Divina dispensazione,ย autorizzรฒ la โ€œguerra santaโ€ nei confronti dei popoli slavi che abitavano le parti nord ed est della Germania, equiparando questa crociata, nei meriti e nei benefici, a quella che nello stesso periodo si combatteva in Terrasanta contro i musulmani per la liberazione del Santo Sepolcro e a quella che si combatterร  nella stessa Costantinopoli nel 1204. Tali interventi militari, vista la manifesta riottositร  delle locali popolazioni a convertirsi, furono denominati โ€œcrociate del nordโ€ o โ€œcrociate balticheโ€ o, altrimenti, โ€œcrociate livonianeโ€. Esse naturalmente non sono state affatto โ€œpellegrinaggi armatiโ€ per il semplice ed evidente motivo che non cโ€™erano luoghi santi da proteggere. La Livonia รจ una regione geografica che comprende gli attuali stati di Lettonia, Estonia, e Lituania ed altri territori ancora, una superficie tuttโ€™altro che trascurabile dellโ€™Europa continentale nordica.ย 

Queste invasioni durarono diversi decenni, in quanto organizzate tra lo spirare del dodicesimo secolo e lโ€™inizio del tredicesimo coinvolgendo pesantemente, con razzie, decimazioni e deportazioni forzate, le popolazioni che occupavano i territori affacciantisi sul mar Baltico, azioni di estrema crudezza che furono puntualmente annotate, a loro vanto, dai vincitori. Come si diceva nelle decorse pagine, diversamente a quanto avvenuto in quelle di Terra Santa, queste crociate si proposero fin da subito lโ€™obiettivo della conversione coattiva dei conquistati, che vennero quindi battezzatiย  successivamente alla sconfitta militare dei loro eserciti da parte di questi crociati, che erano principalmente tedeschi, danesi e svedesi.ย 

Artefici del successo e protagonisti di queste cruentissimi episodi furono i Cavalieri Portaspada che appartenevano a un ordine appositamente creato nella circostanza a specchio di quello templare. Lโ€™Ordine dei Cavalieri Portaspada โ€” conosciuto in latino sotto il nome di Fratres Militiae Christi ed in tedesco come Schwertbrรผder โ€” venne infatti fondato nellโ€™anno 1202 dal vescovo Alberto di Riga, ovvero dal fondatore stesso della cittร .

Questa miniatura riproduce lโ€™abbigliamento bellico del vescovi guerrieri che ebbero grande influenza nelle vicissitudini guerresche dellโ€™epoca.

Non รจ quindi solo una frase ad effetto quella con cui si afferma che i Portaspada siano stati i Templari del Nord. Tale ordine monastico-cavalleresco si ispirava apertamente ed esplicitamente a quello dei Templari, sia per la simbologia, sia per le regole interne, ed era nato al solo fine di promuovere e proteggere lโ€™opera di cristianizzazione nellโ€™area pagana del mar Baltico. I Portaspada adottarono come distintivo, cucito sopra il loro mantello bianco, una spada rossa sotto una croce rossa. A soli due anni di distanza dalla sua fondazione, ovvero nel 1204, papa Innocenzo III riconobbe ufficialmente lo statuto dellโ€™Ordine.ย 

Sigillo dei Portaspada. Come si vede, spada e croce sono emblematicamente unite in modo tale che lโ€™una (la spada) sembra quasi il riflesso allungato della sovrastante croce.

Si puรฒ affermare che la spada รจ la croce che portano i cavalieri nella loro lotta contro il male, la via attiva del combattimento spirituale, complementare alla via contemplativa con frequenti travasi da una dimensione allโ€™altra, basti pensare alla nota vicenda di San Galgano e della ormai famosissima spada confitta nella roccia.ย La via sufica, per sconfinare in un ambito prossimo, accosta, con ulteriore forza le due vie, lโ€™attiva e la contemplativa, che possono ben essere praticate congiuntamente, cosรฌ come ci si puรฒ riferire a certe linee del buddismo cinese (shaolin). Proprio lโ€™investitura cavalleresca mostra il carattere di suggello ricevuto dal miles Christi che veniva toccato dal dorso della spada dal suo investitore mentre questi pronunciava queste parole:

Sei creato cavaliere in nome di Dio, San Michele e San Giorgio.ย 

Come si vede lโ€™investitura avveniva invocando tre piani: Dio stesso, San Michele quale capo della milizia celeste e, ulteriormente, da S. Giorgio santo militare per eccellenza, dopo ciรฒ ยซseguiva una messa che consacrava il nuovo membro della cavalleria umanaยป.ย Dalmazio Frau richiama un passaggio di uno scritto di Raimondo Lullo in cui lโ€™equipollenza tra spada e croce รจ pienamente confermata da queste parole:

Al cavaliere si da la spada, che nella forma รจ simile alla croce, per significare che, come Gesรน Cristo vinse sulla croce la morte nella quale eravamo incorsi per il peccato di nostro padre Adamo, cosรฌ il cavaliere dovrร  con la spada sterminare i nemici della croce. E poichรฉ la spada ha due tagli e la cavalleria รจ fatta per mantenere la giustizia, che consiste nel dare a ciascuno il suo, per questo la spada vuole dire che, per mezzo di essa, il cavaliere deve mantenere la Cavalleria e la Giustizia.ย  ย  ย 

D. Frau: 2014, 79

Abbandoniamo le interessanti vicende storiche di questi cavalieri per concentrarci sul punto essenziale del discorso.ย Dopo laย sottomissione di queste popolazioni alla fine delle ostilitร , e per precisione il 2 febbraio 1207, nei territori conquistati venne istituito uno โ€œstato ecclesiasticoโ€ detto Terra Mariana che fu assimilato a un principato del Sacro Romano Impero. Taleย principato nel 1205 era stato proclamato possedimento della Santa Sede da papa Innocenzo III. La classe politica precedente fu sostituita da nobili invasori e dalle loro corti, stranieri che nulla avevano a che fare con quegli ampi territori e per conseguenza, de facto, le popolazioni locali furono colonizzate e persero ogni autonomia. Un caso di โ€œquasiโ€ sostituzione etnica.

A questo punto ci si puรฒ domandare: perchรฉ โ€œTerra Marianaโ€? La risposta puรฒ essere semplice e si trova nelle cronache dellโ€™epoca tra cui la principale testimonianza รจ offerta dal cronista ecclesiastico Enrico di Lettonia autore del Cronicon Livoniae. Questo scritto raccoglie la testimonianza diretta degli eventi descritti e quindi รจ di particolare valore per la conoscenza del tema mariano che stiamo esaminando, in quanto proprio lโ€™atteggiamento intransigente di Maria, in quei lidi, costituรฌ, contribuendo in primis alla vittoria il suo presunto diretto intervento, uno strumento assai persuasivo di propaganda per la conversione dei locali e, ulteriormente, per ottenere la sottomissione ai nuovi signori stranieri che li avrebbero dominati in futuro.

Enrico, infatti nei suoi scritti, la invoca come ยซla Maria Stellaยป e la prega affinchรฉ ยซvegli sempre sulla sua Livoniaยป e descrive come essa sia ยซla signora del mondo e sovrana di tutte le terreยป, e per questo sollecita la Vergine affinchรฉ protegga ยซcostantemente il suo paeseยป: dโ€™altronde questa รจย lโ€™investitura che ha la Regina del Cielo. Ad essa spetta il compito di dominare su tutti i re della terra. Il commentatore fa notare come soprattutto la Vergine abbia ยซpunito tanti re che hanno combattuto contro la Livoniaยป.ย Secondo le brutali osservazioni di questo cronista ecclesiastico, Maria uccide e massacra coloro che non piegano il ginocchio e si sottomettono al giogo di Cristo e per meglio esaltarne le caratteristiche scrive:

Vedi la madre di Dio comโ€™รจ mite verso i suoi, che in Livonia lโ€™hanno servita con fedeltร  e come protegge sempre da tutti i nemici, e come รจ crudele verso coloro che invadono il suo paese, o coloro che in questo paese cercano di ostacolare la fede e lโ€™onore di suo figlio. Vedi quanti potenti re ha punito. Vedi quanti principi e anziani dei popoli infedeli ha cancellato dalla terra, quanto spesso ha concesso ai suoi la vittoria suo nemici ! [โ€ฆ] Guardate e ricordate voi principi russi, pagani danesi, e voi anziani di qualunque popolo, temetela, la mite madre misericordiosa, onorate la Madre di Dio, riconciliatevi con lei che si vendica in modo cosรฌ crudele dei suoi nemici, non attaccate piรน il suo paese, affinchรฉ sia per voi una madre colei che finora รจ stata sempre la nemica dei suoi nemici e ha sempre recatoย  a coloro che danneggiano i suoi in Livonia un danno ancor piรน grande. ย 

K. Deschner: 2006, 126

Come ognuno puรฒ constatare dalle parole di Padre Enrico, risulta evidente come Maria Fnon si limiti semplicemente a sostenere le sue truppe infondendo a esse un coraggio e un valore superiore al comune, quanto piuttosto intervenga direttamente nellโ€™azione bellica risultando determinante per lโ€™esito positivo dello scontro.ย Questi spunti, in estrema sintesi, mostrano che tipo di legame affettivo stringe il cristiano in armi, alias il crociato, con la Regina del Cielo, di cui egli รจ figlio piรน dโ€™ogni altro, in quanto il crociato รจ disposto al sacrificio in similitudine con il sacrificio del Cristo.

Nella seconda parte di questo studio โ€” di prossima uscita su queste pagine โ€” si esaminerร  come viene vissuta la figura mariana nellโ€™oriente cristiano in rapporto al tema bellico.ย 

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