Odhinn e Tรฝr: guerra, diritto e magia nella tradizione germanica

Appunti sulla Sovranitร  mitica nella tradizione germanica: un confronto fra le due divinitร  (Odhinn e Tรฝr) adibite allโ€™ambito, nellโ€™ottica della ยซtripartizione funzionale indoeuropeaยป, della cosiddetta ยซPrima funzioneยป โ€” alla luce delle testimonianze storiche che emergono dalla โ€œGermaniaโ€ di Tacito e degli studi comparatistici (con la tradizione vedica e quella romana) dello storico delle religioni francese Georges Dumรฉzil.


di Federica Zigarelli
copertina: โ€œLo scontro tra Tyr e Fenrirโ€, illustrazione tratta da un codice medievale

La religione germanica รจ una delle religioni antiche di cui si hanno meno notizie a causa della scarsitร  delle fonti a nostra disposizione. I principali testi sulla mitologia norrena โ€” considerata discendente di quella germanico-continentale โ€” risalgono infatti soltanto alla piena etร  cristiana [1], unโ€™epoca molto tarda se si considera che le tribรน germaniche erano conosciute dai Romani fin dal periodo tardorepubblicano. La prima grande opera che riferisce, anche se in maniera non sistematica, informazioni sulla religione dei Germani รจ il De origine et situ Germanorumย di Tacito, a cui si attribuisce il merito di aver raccolto, sintetizzato e in certi casi corretto le notizie che i Romani avevano appreso sugli usi e costumi dei popoli del Nord [2].

Lo storico latino menziona tre divinitร  che sarebbero state oggetto di culto da parte dei Germani in maniera particolare: Mercurio, Ercole e Marte, oltre a una divinitร  femminile identificata da Tacito in Isideย [3]. Lโ€™operazione verificatasi รจ chiara: attraverso la pratica dellโ€™interpretatio i Romani associano divinitร  autoctone a divinitร  giร  note in base alla somiglianza dellโ€™iconografia o delle prerogative di ciascuna di esse (del resto anche lโ€™uso dellโ€™espressione interpretatio romana รจ attestato per la prima volta nella medesima opera tacitiana) [4].

Il sistema religioso germanico รจ stato oggetto di interesse di uno studioso del calibro di Georges Dumรฉzil, che ha rivoluzionato il campo della storia delle religioni attraverso la formulazione del trifunzionalismo indoeuropeo, principio secondo cui ogni pantheon di origine indoeuropea sarebbe fondato sulla specializzazione di tre funzioni: la Prima funzione legata alla sovranitร , alla spiritualitร  e alla magia; la Seconda funzione alla guerra; la Terza allโ€™abbondanza, alla fertilitร  e alla pace. Ne Gli dรจi dei Germani questo รจ il metodo con cui si tenta di ricostruire e decodificare le linee fondamentali della religione di questi popoli.

Il Mercurio ricordato da Tacito รจ probabilmente da identificare in Odhinn, unโ€™associazione a cui i Romani potrebbero essere stati portati dalla rilevazione di un tratto comune a entrambe le divinitร , ovvero la funzione psicopompa: come Mercurio, anche Odhinn ha il compito di trasportare le anime dei defunti nellโ€™aldilร , il Valhรถll, un luogo in cui i guerrieri potranno passare il resto della loro esistenza duellando e banchettando [5]. Questa aldilร  non รจ tuttavia accessibile a chiunque: per poter raggiungere il Valhรถll รจ necessario essere caduti in battaglia con onore; chi non ha guadagnato tale destino puรฒ invece simulare una ferita in battaglia prima di morire, ferendosi simbolicamente la testa con la punta di una lancia.

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Distribuzione delle tribรน germaniche nel I secolo della nostra รจra secondo Plinio e Tacito

Odhinn รจ chiaramente il dio della Prima funzione, รจ il sovrano e il padre degli dรจi, tuttavia la sua non รจ una figura esclusivamente ordinatrice, ma che incarna anche il lato oscuro, magico e terribile della sovranitร  [6]: egli รจ anche un mago, un re-stregone in grado di usare la magia contro i suoi nemici in guerra, soprattutto attraverso la metamorfosi che gli permette di trasformarsi in animali come il corvo e mediante lโ€™uso di lacci magici che avvinghiano sul campo di battaglia i suoi avversari. รˆ inoltre un indovino, conoscitore delle arti e della poesia: non a caso la scrittura e le rune sono considerati elementi a lui sottoposti.

Tutto ciรฒ spiega una caratteristica fisica che lo distingue, ovvero la perdita di un occhio, concepita come il sacrificio necessario che il dio avrebbe accettato in cambio dellโ€™acquisizione dellโ€™arte profetica. In questo senso Odhinn costituisce la perfetta personificazione di un topos proprio dellโ€™ideologia indoeuropea: il paradigma secondo cui la creazione poetica sarebbe diretta ispirazione del divino e il poeta, di conseguenza, partecipe della natura divina in quanto dhiras โ€œveggenteโ€ e kavis โ€œsapienteโ€ [7]; si pensi a Tiresia e Omero: la cecitร  รจ un attributo ricorrente per gli indovini e i poeti, che ricevono in compenso una โ€œvista sovrumanaโ€. โ€นโ€นIl poeta, come un dio, non ha bisogno di interrogare perchรฉ in quanto poeta, anzi, come precondizione del suo esser poeta, รจ un dhiras, un veggente che possiede nel cuore, per opera di un dio, la visione dei motivi del suo poetareโ€บโ€บ [8]. Il contrario del poeta dhiras รจ il pakas, che โ€นโ€นnon รจ lo stolto โ€” come talvolta, erroneamente, si intende โ€” bensรฌ il non iniziato, colui che, non sopperendo col proprio intelletto, non essendo, insomma, nรฉ un dio nรฉ un poeta, deve โ€œinterrogareโ€ per trarre il suo sapere da altriโ€บโ€บ [9]. Del resto il nome germanico del dio, Wotan, รจ legato etimologicamente al latino vates, al tedesco Wut โ€นโ€นfuroreโ€บโ€บ, allโ€™anglosassone wรดth โ€นโ€นcantoโ€บโ€บ e al gotico wรดds โ€นโ€นpossedutoโ€บโ€บย [10].

Odhinn รจ anche il dio della rinascita: secondo la tradizione egli si sarebbe sottoposto a una morte rituale mediante impiccagione โ€” dettaglio che Dumรฉzil considera riflesso di pratiche sciamaniche โ€” per poter ottenere lโ€™arte magica delle rune, da qui il suo titolo di โ€œSignore degli Impiccatiโ€; infine, come sottolineato da Tacito, Mercurio/Odhinn รจ lโ€™unico dio che pretenderebbe sacrifici umani, mentre a Marte ed Ercole sono sacrificate vittime animali.

Odhinn sembra insomma associato a uno spettro di prerogative e funzioni molto ampie, non circoscritte a un unico ambito specifico: โ€นโ€นre degli dรจi e grande mago, dio dei guerrieri e dio di una parte dei morti, senza parlare della componente agricola tratta qualche volta dagli usi folklorici della grande festa dโ€™inverno. Non รจ forse troppo per un solo dio, soprattutto se si tiene conto del fatto che nessun altro Ase o Vane dispone di una simile varietร  dโ€™azione?โ€บโ€บ [11]. Questo รจ il motivo per cui cโ€™รจ chi ha ipotizzato che la sua sia una figura divina piรน recente, nata dallโ€™ampliamento di una divinitร  che in origine avrebbe avuto un campo dโ€™azione piรน umile e ristretto [12]. Unโ€™argomentazione usata da alcuni criticiย [13] contro lโ€™antichitร  della figura divina di Odhinn รจ la problematicitร  del suo potere sulle rune, in quanto queste ultime sarebbero comparse solo a partire dallโ€™epoca cristiana [14]: โ€นโ€นda questo fatto risulterebbe per il โ€œdio delle runeโ€, un terminus a quo posteriore allโ€™era cristiana e allโ€™influenza massiccia del mondo romano su quello germanicoโ€บโ€บ [15].

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Georges Dumezil (1898 โ€“ 1986) nella sua libreria personale, nel 1986

Dumรฉzil, distinguendosi da questa linea interpretativa, afferma al contrario lโ€™antichitร  della figura di Odhinn dal momento che โ€นโ€นse Odhinn giร  da prima, anzi da sempre, รจ stato il mago sublime, si capisce bene al contrario che le rune, per quanto recenti si suppongano, siano state riconosciute di sua proprietร : strumento nuovo e particolarmente efficace delle opere magiche, per definizione esse rientravano incontestabilmente nel dominio del dioโ€บโ€บ. Secondo lo storico delle religioni dunque il dominio sulle rune sarebbe una prerogativa piรน recente di Odhinn, ma associata a questโ€™ultimo proprio in virtรน del suo primigenio ruolo di dio della magia.ย 

Questa considerazione mira non solo a rifiutare la serioritร  della figura di Odhinn [16], ma a rivendicare anche la sua discendenza da una divinitร  archetipica della religione indoeuropea, ovvero il โ€นโ€นdio sovrano magoโ€บโ€บ, figura inserita assieme alla sua controparte, il โ€นโ€นdio sovrano giuristaโ€บโ€บ, in un sistema binario considerato fondamento della sovranitร  divina indoeuropea.

Per risolvere lโ€™ambiguitร  del ruolo di Odhinn nel pantheon germanico, Dumรฉzil si serve del confronto con la mitologia vedica, in cui la Prima funzione โ€” il livello della sovranitร  โ€” รจ associata non a un unico dio, bensรฌ a una coppia di divinitร  complementari e antitetiche: Varuแน‡a e Mitra. Varuแน‡a, esattamente come Odhinn

โ€นโ€น da una parte รจ, per eccellenza, il signore della mรขyรข, cioรจ della magia illusionistica, creatrice di forme; dallโ€™altra, materialmente e simbolicamente, fin dal RgVeda e anche nellโ€™epopea, ha per arma i nodi, i lacci, con i quali afferra il peccatore istantaneamente e senza possibilitร  di resistenza; [โ€ฆ] vi sono in lui delle affinitร  demoniache. โ€บโ€บ

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Al dio della magia si oppone il suo complementare, il โ€นโ€นdio sovrano giuristaโ€บโ€บ, ovvero Mitra, dio dei contratti e delle procedure giuridiche; il suo stesso nome ha โ€นโ€นuna radice che significa โ€œscambiare regolarmente, pacificamente, amichevolmenteโ€ (quella del latino munus, communis, come quella dellโ€™ant. slavo mรชna โ€œscambioโ€ e miru โ€œpace, ordineโ€), non ha altro significato che contrattoโ€บโ€บ [17]. Mitra รจ in sostanza la personificazione divinizzata della contrattualitร , รจ โ€นโ€นil Contratto personificatoโ€บโ€บ. La medesima dualitร  della funzione sovrana si riscontra nella religione romana con Iuppiter e il Dius Fidius/Dea Fides e nellโ€™epopea con i primi due sovrani di Roma: la differenza tra โ€นโ€นil semidio Romolo, [โ€ฆ] beneficiario degli auspici e degli interventi spettacolari di Juppiterโ€บโ€บ e โ€นโ€นNuma, del tutto umano, istitutore delle leggi e devoto in special modo alla dea Fides, esprime meglio lโ€™opposizione e la complementaritร  dei due modi, egualmente necessari, della sovranitร โ€บโ€บ.

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Da queste considerazioni Dumรฉzil giunge a una conclusione fondamentale: se la bipartizione del modo di esercitare la sovranitร  รจ un tratto individuabile sia nella cultura indoiranica che in quella romana, ciรฒ porta a ipotizzare che si tratti di un aspetto del divino ereditato da un antenato comune, ovvero la religione indoeuropea. Ma se il โ€œdio sovrano giuristaโ€ della religione indoiranica รจ Mitra e quello della religione romana รจ il Dius Fidius/Dea Fides, nel pantheon germanico a quale figura si ascrive la funzione complementare rispetto a quella del dio-mago Odhinn? รˆ qui che entra in gioco unโ€™altra divinitร  giร  nota a Tacito. Questโ€™ultimo, dopo Mercurio/Odhinn ed Ercole/Thorr, menziona Marte tra gli dรจi piรน venerati presso i Germani.

รˆ chiaro che Marte sia il termine di confronto con cui i Romani lessero una figura estranea al loro pantheon, Tรฝr [18]. Tรฝr รจ una divinitร  di cui le saghe tramandano poche informazioni, ma il fatto che egli fosse considerato simile a Marte potrebbe spingere superficialmente a classificarlo come un dio della Seconda funzione, un dio della guerra. In realtร  egli, piรน che dio del conflitto guerriero, sembra essere stato il dio del conflitto giuridico: non a caso la principale storia che ha per protagonista Tรฝr riguarda un imbroglio ai danni di un figlio di Loki, il lupo Fenrir. Gli dรจi infatti, temendo questโ€™ultimo [19], decisero di legarlo per lโ€™eternitร  con un laccio magico, facendo credere a Fenrir che si trattasse di una sfida per mettere alla prova la sua forza. Il lupo, diffidente, chiese come garanzia che uno degli dรจi mettesse la mano nelle sue fauci: solo Tรฝr si propose volontario, perdendo cosรฌ la mano destra.

In questo modo il dio ascese al ruolo di garante nei processi, di divinitร  preposta alla sfera giuridica in una visione tuttavia totalmente negativa della giustizia e del diritto, โ€นโ€นvolto non alla giusta conciliazione degli uni con gli altri ma allโ€™annientamento degli uni da parte degli altriโ€บโ€บ [20]. Fenrir poco prima di cadere nellโ€™inganno organizzato dagli dรจi dice [21]:

โ€นโ€น Non ho voglia di farmi legare. Tuttavia, piuttosto che mi accusiate di scarso coraggio, uno di voi ponga la sua mano nella mia bocca come garanzia del fatto che agite correttamente. โ€บโ€บ

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Emil Doepler, โ€œGli Aesir legano Fenrirโ€

Del resto proprio per questo motivo non sorprende che Snorri, parlando di Tรฝr, affermi che โ€นโ€นcerto non puรฒ dirsi un pacificatore di uominiโ€บโ€บ [22]: la sfera giuridica รจ visceralmente connessa al conflitto e per estensione alla guerra stessa, inoltre โ€นโ€นbisogna tener conto del fatto che, dal punto di vista germanico, non vi รจ contraddizione tra il concetto di โ€œdio delle battaglieโ€ e quello di โ€œdio del dirittoโ€โ€บโ€บย [23] dal momento che โ€นโ€นben utilizzato, il diritto garantisce lโ€™equivalente di una vittoria, elimina lโ€™avversario meno vigile o piรน deboleโ€บโ€บ. Il dominio su cui Tรฝr esercita il suo potere di dio sovrano non รจ dunque la guerra stricto sensu, ma piรน latamente lโ€™assemblea, ovvero il campo di battaglia in cui si affrontano due avversari, un campo a cui appartiene anche lo scontro giuridico [24]. Tรฝr รจ sicuramente la divinitร  che presiedeva allโ€™assemblea [25]:

โ€นโ€น due iscrizioni, presso Housesteads sul vallo di Adriano in Gran Bretagna, sono dedicate al dio Mars Thingsus (III secolo). Questo appellativo va senza dubbio collegato al termine nordico thing, โ€œassembleaโ€. Inoltre va ricordato il toponimo danese Tislund โ€œbosco di Tรฝrโ€, che indicava il luogo dove si svolgeva lโ€™assemblea. โ€บโ€บ

Il legame tra duello giudiziale e conflitto bellico รจ dimostrato da un passo tacitiano [26], in cui lo storico latino ricorda che i Germani sarebbero stati soliti esprimere il proprio assenso nelle assemblee comuni battendo e scuotendo le loro armi, le framee. โ€นโ€นNon รจ dunque sorprendente che il dio al centro di queste riunioni giuridico-guerriere, erede del dio giurista indoeuropeo rivestisse lโ€™uniforme dei suoi ministri e li accompagnasse nel loro passaggio, facile e costante, dalla giustizia alla battaglia e che gli osservatori romani lo avessero considerato come un Marteโ€บโ€บ [27]. Giร  Tacito nota infatti che la guerra รจ talmente prioritaria per le popolazioni germaniche da pervadere ogni aspetto della loro quotidianitร : โ€นโ€นnihil autem neque publicae neque privatae rei nisi armati aguntโ€บโ€บ, โ€นโ€นnon trattano alcun affare nรฉ pubblico nรฉ privato senza essere armatiโ€บโ€บ.

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A differenza dei Romani essi si sarebbero cinti delle armi anche in contesti non bellici, come appunto nelle assemblee comuni che esercitavano una funzione di natura legislativa e giudiziaria, proprio perchรฉ la loro cultura sarebbe stata priva di una netta distinzione tra la sfera guerriera e quella politica, civica o religiosa [28]. Dalla testimonianza tacitiana sembrerebbe che persino i sacerdoti non fossero estranei alla guerra: essi partecipavano alle assemblee in armi (โ€นโ€น[โ€ฆ] si siedono tenendo con sรฉ le armi. I sacerdoti, ai quali in quel momento spetta anche il diritto di punire, impongono il silenzioโ€บโ€บ) e godevano di poteri a Roma concessi solo ai comandanti, in particolare il diritto di punire e percuotere persone colpevoli di qualche crimine (โ€นโ€นDel resto non รจ permesso nรฉ condannare a morte, nรฉ porre in ceppi, nรฉ percuotere qualcuno fuorchรฉ ai sacerdotiโ€บโ€บ).

Lโ€™infiltrazione della guerra in ogni aspetto della vita dei Germani si riscontra dunque anche nellโ€™apparato sacrale e religioso, come dimostra la stessa figura di Odhinn. Nonostante infatti le numerose analogie tra il dio germanico e Varuแน‡a, una grande differenza tra i due รจ proprio il loro diverso rapporto con lโ€™ambito bellico: nella religione indoiranica Varuแน‡a, pur essendo a volte evocato in battaglia, รจ quasi esclusivamente il dio-mago, solitamente estraneo allโ€™arte guerriera (il dio ivi preposto รจ invece Indra), mentre essa costituisce una sfera di competenza fondamentale per Odhinn.

Nel pantheon germanico dunque anche la divinitร  della magia, della divinazione e del genio poetico acquisisce connotazioni guerriere, anzi si assiste a un vero e proprio sincretismo tra le due aree di competenza dal momento che Odhinn, non esitando a scendere in prima persona sul campo di battaglia, adopera la magia anche per stordire e terrorizzare i propri nemici [29]:

โ€นโ€น La spiegazione di questa peculiaritร  di Odhinn รจ evidente: nellโ€™ideologia e nella pratica dei Germani, la guerra ha invaso tutto, colorato tutto. Quando non si battono [โ€ฆ] non pensano che ai combattimenti futuri. [โ€ฆ] Come poteva il dio sovrano [โ€ฆ] non subire, nel suo equilibrio interno, lโ€™effetto di questa ipertrofia della preoccupazione guerresca? โ€บโ€บ

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Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson, โ€œThe Spirits of French Heroes Welcomed by Ossian Into Odinโ€™s Paradiseโ€, 1801

Esiste un sotteso parallelismo tra Odhinn e Tรฝr innanzitutto in quanto entrambi dรจi del conflitto, di quello guerriero e magico il primo, di quello civico e giuridico il secondo. Entrambi inoltre sono dรจi menomati volontariamente e che esibiscono un marchio di iniziazione [30]: Odhinn ha sacrificato il suo occhio per ottenere la โ€œvista sovrumanaโ€ dei profeti e degli indovini, si รจ sottoposto a una pratica di morte e rinascita rituale per acquisire il dominio sulle rune, tutti elementi con cui assurge al ruolo di โ€นโ€นdio sovrano magoโ€บโ€บ; Tรฝr dโ€™altra parte ha ceduto la mano destra โ€นโ€นin una procedura fraudolenta di garanzia, di pegno, che lo qualifica come โ€œdio sovrano giuristaโ€โ€บโ€บ.

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La mano destra (e per estensione la stretta di mano) รจ in effetti lo strumento mediante il quale si suggellano gli accordi, i contratti, le alleanze [31], quindi probabilmente non รจ un caso che il mito norreno segnali il ruolo di โ€œdio giuristaโ€ di Tรฝr proprio ricorrendo a tale simbologia [32]: โ€นโ€นla mano offerta รจ garanzia di sinceritร , atto di disponibilitร  e sottomissione. La cerimonia del giuramento del patto di fratellanza di sangue prevedeva ad esempio che durante la pronuncia del voto i contraenti di prendessero per manoโ€บโ€บ [33].

Come Odhinn รจ il dio dei lacci magici che avvinghiano i nemici, allo stesso modo i cavilli giuridici sottoposti al dominio di Tรฝr svolgono una funzione analoga. Il diritto crea infatti dei โ€œlacci giuridiciโ€ che obbligano un individuo ad adempiere a degli obblighi nei confronti di un altro: da notare che nella tradizione norrena lโ€™episodio che meglio esplica il ruolo originario di Tรฝr โ€“โ€“ lโ€™imbroglio ai danni del lupo Fenrir โ€” ha come emblema dellโ€™inganno proprio un laccio, con cui Fenrir รจ imprigionato.

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Wagner Tegetmeyer, โ€œFenrir legato dagli Aesirโ€

รˆ chiaro che le popolazioni germaniche non avessero un apparato giuridico complesso come quello romano. Il sistema attraverso cui venivano creati legami tra contraenti si fondava sulla pratica del dono e dellโ€™ospitalitร : giร  Tacitoย [34]ย nota il grande valore assegnato dai Germani allโ€™ospitalitร  e allo scambio di doni, attraverso cui singoli individui, famiglie o addirittura interi villaggi suggellavano rapporti di amicizia e alleanza. Il dono era quindi il mezzo attraverso cui questa civiltร  regolava i propri rapporti, in assenza di un sistema giuridico evoluto; ma a causa della visione negativa del diritto che esisteva presso i Germani (come sottolinea Dumรฉzil) il dono ha un doppio valore: puรฒ essere strumento di alleanza tra due contraenti, ma esso รจ anche un vincolo, appunto un laccio, che comporta al tempo stesso degli obblighi. Il dono, esattamente come un laccio, incatena una persona a unโ€™altra; accettare un dono significa creare un vincolo con il donatore e presso le civiltร  antiche non solo era obbligatorio accettare i doni offerti, ma ciรฒ comportava anche lโ€™obbligo di ricambiarli [35]:

โ€นโ€น [โ€ฆ] il pegno accettato consente ai contraenti del diritto germanico di agire lโ€™uno sullโ€™altro, perchรฉ lโ€™uno possiede qualche cosa dellโ€™altro, perchรฉ lโ€™altro, essendo stato proprietario della cosa, puรฒ averla incantata, e perchรฉ, spesso, il pegno, tagliato in due, veniva conservato per metร  da ciascuno dei due contraenti. Ma a questa spiegazione รจ possibile sovrapporne unโ€™altra piรน appropriata. La sanzione magica puรฒ intervenire, ma non costituisce lโ€™unico vincolo. La cosa stessa, data e impegnata nel pegno, costituisce, per virtรน propria, un vincolo. Il pegno รจ obbligatorio. โ€บโ€บย [36]

Nella visione negativa del diritto, cosรฌ come si presenta nella cultura germanico-norrena, il dono ha una pericolositร  intrinseca in quanto creatore di vincoli e obblighi che, se violati, possono condurre al conflitto e alla guerra: โ€นโ€นil pericolo rappresentato dalla cosa data o trasmessa non รจ avvertito certamente in nessun luogo in maggior misura che nellโ€™antichissimo diritto e nelle antichissime lingue germaniche. Ciรฒ spiega il duplice significato della parolaย gift nellโ€™insieme di queste lingue, e cioรจ dono, da una parte, e veleno, dallโ€™altra. [โ€ฆ] Il tema del dono funesto, del regalo o del bene che si muta in veleno รจ fondamentale nel folklore germanicoโ€บโ€บ. Significativi per Marcel Mauss sono questi versi dellโ€™Edda poetica, in cui lโ€™eroe Hreidmar risponde alla maledizione di Loki [37]:

โ€นโ€น Tu hai dato dei doni,
Ma non hai dato doni dโ€™amore,
Non hai dato con cuore benevolo,
Della vostra vita, sareste giร  privati,
Se avessi saputo del pericolo. โ€บโ€บ

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Tyr cede la mano destra al lupo Fenrir

Tutto ciรฒ spiega il motivo per cui Tรฝr, il โ€œdio sovrano giuristaโ€ del pantheon germanico, sia ricordato come โ€œnon pacificatore di uominiโ€ e sia stato cosรฌ tanto collegato al conflitto e alla guerra, cosรฌ tanto militarizzato da essere letto dai Romani come un Marte: โ€นโ€นsembra che, meno ipocriti di altri popoli, gli antichi Germani abbiano cosรฌ riconosciuto lโ€™analogia profonda tra la procedura del diritto โ€” con le sue manovre e le sue astuzie, con le sue ingiustizie senza appello โ€” e il combattimento armatoโ€บโ€บ [38].ย 

Nonostante giร  Tacito faccia intendere una subordinazione di Tรฝr rispetto a Odhinnย [39] (Tรฝr/Marte infatti non รจ associato a Odhinn/Mercurio, ma si trova su un livello inferiore assieme a Thorr/Ercole), Dumรฉzil ritiene al contrario che in origine fossero entrambi dรจi sovrani legati alla Prima funzione, proprio in virtรน della bipartizione complementare che costituisce il primo livello della religione indoeuropea. Lโ€™evoluzione e lโ€™affermazione di Odhinn nella mitologia germanica avrebbero provocato con il tempo il ridimensionamento e la subordinazione di Tรฝr [40], in origine estensione del โ€œdio giuristaโ€ indoeuropeo e quindi parimenti necessario al corretto governo dellโ€™umanitร ; il medesimo fenomeno รจ riscontrabile nella teologia romana, dove arcaicamente Iuppiter e il Dius Fidius costituivano entitร  separate, sino a quando la funzione e la personalitร  del secondo vennero assorbite e inglobate nella figura predominante del primo. Del resto questo fenomeno รจ spiegato da Dumรฉzil attraverso la consapevolezza secondo cui โ€นโ€นgli dรจi rassicuranti interessano meno agli uomini che gli dรจi inquietantiโ€บโ€บ.

Lโ€™ideologia religiosa indoeuropea sarebbe in definitiva fondata โ€” nel livello della Prima funzione โ€” su una bipartizione complementare di due figure divine, una rappresentante ciรฒ che รจ fuori dalla portata dellโ€™umano, ciรฒ che รจ sovrumano, segreto e oscuro; lโ€™altra invece personificazione e divinizzazione di una dialettica ben conosciuta dagli uomini โ€” e anzi propriamente umana โ€“, la contrattualitร  che puรฒ trasformarsi in conflitto. Il mondo, per poter raggiungere un proprio equilibrio, necessiterebbe di una collaborazione tra le due figure, tra la sovranitร  magica e la sovranitร  giuridica, tra un โ€นโ€นtermine varunicoโ€บโ€บ e un โ€นโ€นtermine mitriacoโ€บโ€บ: โ€นโ€นlโ€™amministrazione sovrana del mondoโ€บโ€บ รจ in ultima analisi divisa โ€นโ€นin due grandi province, quella dellโ€™ispirazione e del sortilegio, quella del contratto e del cavillo procedurale, in altri termini la magia e il dirittoโ€บโ€บ.

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Emil Doepler, โ€œWalhallโ€

Note:

[1] Lโ€™Edda poetica (XIII secolo) e lโ€™Edda in prosa (redatta tra il 1222 e il 1225) di Snorri Sturluson, per approfondire vd. Chiesa Isnardi, I miti nordici, pp. 677-685. Trattandosi di testi recenziori รจ probabile che il materiale ivi raccolto sia manipolato e influenzato da altre culture, come la celtica, la latina e la cristiana.

[2] In realtร  giร  nel De bello gallico Cesare aveva avuto la possibilitร  di accennare alla religione dei Germani, affermando che essi sarebbero stati devoti a tre divinitร  principali: Sole, Luna e Vulcano; inoltre secondo Cesare i Germani non avrebbero avuto veri e propri sacerdoti. Queste informazioni saranno corrette e ampliate da Tacito.

[3] Germania IX 1-2.

[4] Germania XLIII 4: โ€นโ€นPraesidet sacerdos muliebri ornatu, sed deos interpretatione Romana Castorem Pollucemque memorant. Ea vis numini, nomen Alcisโ€บโ€บ.

[5] Odhinn porterebbe con sรฉ nellโ€™aldilร  le anime degli uomini nobili, Frejya quelle delle donne e Thor quelle dei non notabili, vd. Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani, pp. 18-19.

[6] Chiesa Isnardi, op. cit., p. 218.

[7] Nel RgVeda il poeta รจ detto proprio dhiras โ€œveggenteโ€ e kavis โ€œsapienteโ€; vd. RV I 145 e RV I 164,6.

[8] Lazzeroni, p. 99.

[9] Ibidem, pp. 96-97. Per approfondire vd. Lazzeroni, pp. 96-103: โ€นโ€นDhiras รจ colui che non chiede perchรฉ, come un dio, deriva da sรฉ stesso il proprio sapere con un processo autonomo di conoscenza. [โ€ฆ] La comparazione col poeta-veggente del dio che รจ egli stesso veggente significa che il poeta partecipa della natura divina. [โ€ฆ] I poeti possiedono un occhio interiore che consente questa visione: a ciรฒ allude, con trasparenza etimologica, la designazione del poeta come โ€œveggenteโ€: dhiras. Le visioni sorgono nel cuore e si convertono in poesia per mezzo dellโ€™intellettoโ€บโ€บ. Del resVd. anche nota successiva.

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[10] Vd. Scarpi, pp. 92-104.

[11] Dumรฉzil, op. cit., p. 67. Vd. anche Scardigli, Filologia germanica. Introduzione alla storia delle comunitร  di lingue germaniche, p. 69: โ€นโ€นOdino รจ la divinitร  maggiore, la stessa sua denominazione โ€œpadre di tuttiโ€ (norr. al-fรถdhr) nel mondo nordico ce ne dร  una prova. Egli stesso sapiente (se lโ€™etimologia coglie il giusto, il significato da dare al nome del dio sarebbe โ€œlโ€™invasatoโ€ [โ€ฆ]) rende sapienti gli altri e ispira loro la poesia. Ma รจ anche dio bellicoso: valfรถdhr โ€œpadre dei guerrieri morti in battagliaโ€ e herfรถdhr โ€œpadre dellโ€™esercitoโ€ รจ chiamato nellโ€™Eddaโ€บโ€บ.

[12] โ€นโ€นSecondo alcuni il dio sarebbe stato dapprima solo un piccolo dio domestico, o un piccolo dio stregone; secondo altri, un dio dei morti; secondo altri ancora, un dio della feconditร โ€บโ€บ, Dumรฉzil, op. cit., pp. 67-68.

[13] Dumรฉzil menziona lโ€™archeologo svedese Oscar Montelius (1843 โ€“ 1921).

[14] Nonostante qui Dumรฉzil sia abbastanza generico, รจ probabile che con โ€œera cristianaโ€ egli intenda il periodo tardo-imperiale romano, dal momento che le prime attestazioni runiche risalgono al II-III secolo d.C.; quando il Cristianesimo giungerร  presso le regioni del Nord, si diffonderร  lโ€™alfabeto latino, anche se le rune verranno ancora conservate in ambienti di culto pagano. Si ritiene plausibile che il sistema runico affondi le sue origini in unโ€™epoca anteriore al II-III secolo d. C. dal momento che esso deriva da alfabeti piรน antichi come lโ€™etrusco (vedi lโ€™elmo di Negau). Inoltre lo stesso Tacito (Germania X) accenna allโ€™esistenza di particolari โ€œsegniโ€ usati dai Germani per pratiche di divinazione, ma รจ dibattuto se questi segni siano da intendere come unโ€™allusione a vere e proprie rune o come simboli iconografici meno complessi. Vd. Scardigli, op. cit., pp. 61-65.

[15] Dumรฉzil, op. cit.,ย p. 66.

[16] La questione รจ ancora oggi aperta. Anche Chiesa Isnardi sembra protendere verso lโ€™idea di una introduzione piรน recente di Odhinn nel pantheon germanico: โ€นโ€นsebbene paia probabile che il suo culto (di Odhinn) si sia diffuso in epoca relativamente tarda, egli si guadagnรฒ tuttavia ben presto la posizione di dio supremo e come tale sopraffece altre divinitร  del cielo un tempo assai importanti come Tyr e Ullrโ€บโ€บ, Chiesa Isnardi, op. cit., p. 199.

[17] โ€นโ€นSi tratta, come diceva A. Meillet in un articolo che ha fatto epoca (1907), non di un fenomeno naturale, ma di un fenomeno sociale divinizzato; piรน precisamente รจ divinizzato un tipo di atto giuridico insieme con gli effetti che produce, lo stato dโ€™animo e di fatto che instaura tra gli uominiโ€บโ€บ.

[18] Da notare che โ€œmartedรฌโ€ in antico nordico รจ โ€œtysdagrโ€, vd. Chiesa Isnardi, op. cit., p. 217. Tรฝr รจ โ€นโ€นuna divinitร  che etimologicamente corrisponde al dio-luce indoeuropeo Zeus, Giove, Dyauh. Essa appare come Teiw- nellโ€™iscrizione dellโ€™elmo di Negau [โ€ฆ]. Tracce della tendenza indoeuropea a fare del dio-luce il dio per eccellenza sono rispecchiate dal sostantivo norr. tรฌvi, usato per lo piรน al plurale tรฌvar nel senso appunto di โ€œdeiโ€โ€บโ€บ, Scarpigli, op. cit., p. 70.

[19] Era infatti stato predetto che alla fine del mondo, nel tempo del ragnarรถk, Fenrir avrebbe sconfitto e ucciso Odhinn.

[20] Dumรฉzil, op. cit., p. 86.

[21] Snorri, Edda in prosa XXXIV. Nel crepuscolo degli dรจi, alla fine del mondo, รจ scritto che Tรฝr combatta contro il cane Garmr, che probabilmente rappresenta una forma di Fenrir, il quale invece รจ destinato a sconfiggere e uccidere Odhinn. Ciรฒ โ€นโ€นnon sarebbe dunque che lโ€™esito finale di una inimicizia nata quando il lupo Fenrir aveva mozzato la mano del dioโ€บโ€บ, Chiesa Isnardi, op. cit., p. 191.

[22] Snorri, Edda in prosa XXV.

[23] J. De Vries, Altgermanische Religionsgeschichte, I, 1935, pp. 173-174.

[24] โ€นโ€นLโ€™identificazione con il Marte romano รจ probabilmente frutto di uno slittamento di Tรฝr verso la dimensione della guerra. Tuttavia egli non รจ il dio che combatte, ma colui che garantisce lโ€™ordine nella guerra, le regole del gioco e della forzaโ€บโ€บ, Scarpi, p. 101.

[25] Chiesa Isnardi, op. cit., p. 217.

[26] Germania XI-XIII. โ€นโ€นQualche secolo piรน tardi lโ€™antichitร  scandinava non ci mostra un diverso spettacolo: anche lร  ci si riunisce in armi, si approva alzando la spada o lโ€™ascia o battendo la spada sullo scudoโ€บโ€บ, Dumรฉzil, Lโ€™ideologia tripartita degli Indoeuropei, p. 92.

[27] Dumรฉzil, ibidem.

[28] โ€นโ€นA Roma lโ€™exercitus urbanus che costituiva lโ€™assemblea legislativa, si riuniva al Campo di Marte ma senza armiโ€บโ€บ, Dumรฉzil, ibidem. Anzi nel mondo romano non era possibile attraversare il pomerium ed entrare nella Capitale armati, in caso contrario si diventava automaticamente nemici dello Stato. Si deve tener conto perรฒ anche delle eventuali deformazioni e manipolazioni tacitiane: in diversi casi รจ probabile che lo storico latino si sia rifatto al modello della simmetria inversa, attraverso cui venivano spesso letti popoli barbari nella tradizione etnografica sin da Erodoto. รˆ verosimile quindi che Tacito abbia volontariamente amplificato differenze riscontrate tra lo stile di vita dei Germani e quello dei Romani.

[29] Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani,ย pp. 80-81.

[30] โ€นโ€นLa mutilazione รจ marchio di iniziazione, segno di possesso dei segreti celesti, di sacrificio di un attributo materiale in cambio di una conoscenza superiore o di un beneficio cosmicoโ€บโ€บ, Chiesa Isnardi, op. cit., p. 444.

[31] Vd. le ricorrenti espressioni latine: iungere dextras โ€œdarsi la mano in segno di amiciziaโ€, dextras renovare โ€œrinnovare lโ€™alleanzaโ€, alicui manum adire โ€œingannare qualcunoโ€.

[32] Scarpi vede unโ€™affinitร  tra la storia di Tรฝr e quella del romano Muzio Scevola, โ€นโ€นil mancinoโ€บโ€บ, che bruciรฒ la propria mano destra dopo aver fallito nel suo tentativo di assassinare Porsenna (si pensi allโ€™espressione โ€œmettere la mano sul fuocoโ€). Anche nella leggenda di Muzio Scevola cโ€™รจ traccia di un inganno operato da questo personaggio ai danni del re etrusco, che fu spinto da Scevola a intavolare le trattative di pace con i Romani.

[33] Chiesa Isnardi, op. cit., p. 608.

[34] Germania XIII, 5: i membri di un comitatus particolarmente prestigioso erano richiesti da altri popoli germanici mediante lโ€™offerta di doni per risolvere i propri conflitti; XIV, 4: anche il rapporto allโ€™interno dello stesso comitatus tra il princeps e i comites era regolato sulla base della liberalitร  del primo, attraverso doni e pasti offerti ai propri compagni; XXI, 2-4: si descrive qui in generale lโ€™importanza assegnata allโ€™ospitalitร  e allo scambio di doni.

[35] โ€นโ€นQueste prestazioni e contro-prestazioni si intrecciano sotto una forma, a preferenza volontaria, con doni e regali, benchรฉ esse siano, in fondo, rigorosamente obbligatorie, sotto pena di guerra privata o pubblica. [โ€ฆ] Lโ€™obbligo di ricevereย non รจ meno forte. Non si ha il diritto di respingere un dono, di rifiutare il potlร c. Agire in tal modo equivale ad ammettere che si ha paura di dover ricambiare, significa temere di venire โ€œannientatiโ€ fino a che non ci sia stata restituzioneโ€บโ€บ, Mauss, Saggio sul dono.

[36] Ibidem.

[37] Edda poetica, Reginsmal 7.

[38] Dumรฉzil, Lโ€™ideologia tripartita degli Indoeuropei, p. 92.

[39] Vd. nota 12.

[40] โ€นโ€นAttenuando, smorzando ciรฒ che costituiva la sua originalitร  e la sua ragion dโ€™essere accanto al โ€œdio magoโ€ e sviluppando allโ€™eccesso un aspetto militare, il โ€œdio giuristaโ€ ha quasi perduto il suo posto al primo livello e anche molto prestoโ€บโ€บ, Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani, p. 90.


Bibliografia:

G. Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi 2008.

G. Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani, Adelphi 1974.

G. Dumรฉzil, Lโ€™ideologia tripartita degli Indoeuropei, Il Cerchio 2015.

R. Lazzeroni, โ€œLa cultura indoeuropeaโ€, Laterza, Bari 1998.

M. Mauss, Saggio sul dono, Einaudi 2002.

P. Scardigli, Filologia germanica. Introduzione alla storia delle comunitร  di lingue germaniche, Sansoni 1964.

P. Scarpi, โ€œCelti e Germaniโ€, in โ€œManuale di storia delle religioniโ€ (a cura di C. Filoramo, M. Massenzio, M. Raveri, P. Scarpi), Laterza, Bari 2011.

Snorri Sturluson, Edda in prosa, Adelphi 1975.

Tacito, La vita di Agricola. La Germania, Bur 1990.


6 commenti su โ€œOdhinn e Tรฝr: guerra, diritto e magia nella tradizione germanicaโ€

  1. Buongiorno,
    riguardo ai collegamenti etimologici legati a Wotan, esiste una documentazione che prenda in considerazione la forte assonanza con la forma originaria del perfetto con funzione di presente ฮฟแผถฮดฮฑ, ossia * ฯœฮฟแผถฮดฮฑ?
    Corrispondenza che si nota specie nella seconda persona singolare dove รจ permasta la desinenza arcaica โ€œ-ฮธฮฑโ€ , dunque, *ฯœฮฟแผถฮดฮธฮฑ e che richiama non solo il nome del dio, ma anche le sue caratteristiche di veggente e sapiente (โ€œio so, perchรจ ho vistoโ€).?
    Lโ€™ipotesi รจ forse un poโ€™ ardita, ma parzialmente sostenuta anche dalla chiara matrice indoeuropea del verbo che conserva ben intatta lโ€™apofonia .

  2. Buon pomeriggio,
    la sua osservazione mi sembra plausibile. Ho consultato vari dizionari etimologici: Etymological Dictionary of Greek, Chantraine, Ernout Meillet, Pokorny e Lehmann. Sembra che il perfetto ฮฟแผถฮดฮฑ sia collegato alla radice indoeuropea *w(e)id, da cui deriverebbe anche il sanscrito vรฉda, il latino video e il gotico wait โ€˜sapereโ€™ e witan โ€˜osservareโ€™. Al participio ฮตแผฐฮดแฝฝฯ‚ viene collegato inoltre il gotico weitwoths โ€˜testimoneโ€™. Si tratta quindi di una sfera di termini riferiti alla vista e per estensione alla conoscenza. Tuttavia Pokorny e Lehmann collegano i nomi Woden, Wuotan e Odhinn alla radice indoeuropea *wat/*wot โ€˜spiritualmente eccitatoโ€™, da cui deriverebbe anche il latino vates e il gotico wods โ€˜possedutoโ€™ e woth โ€˜canto, suono, voceโ€™.
    Si tratterebbe quindi di due radici diverse, ma che sembrano semanticamente affini, proprio in virtรน dellโ€™ideologia indoeuropea per cui il poeta รจ anche veggente, sapiente e partecipe della natura divina. Inoltre lโ€™iniziazione di Odhinn fondata sulla perdita di un occhio lo connette strettamente alla sfera del โ€˜vedere e quindi conoscereโ€™. Non credo quindi sia un accostamento ardito da ipotizzare.

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