Appunti sulla Sovranitร mitica nella tradizione germanica: un confronto fra le due divinitร (Odhinn e Tรฝr) adibite allโambito, nellโottica della ยซtripartizione funzionale indoeuropeaยป, della cosiddetta ยซPrima funzioneยป โ alla luce delle testimonianze storiche che emergono dalla โGermaniaโ di Tacito e degli studi comparatistici (con la tradizione vedica e quella romana) dello storico delle religioni francese Georges Dumรฉzil.
di Federica Zigarelli
copertina: โLo scontro tra Tyr e Fenrirโ, illustrazione tratta da un codice medievale
La religione germanica รจ una delle religioni antiche di cui si hanno meno notizie a causa della scarsitร delle fonti a nostra disposizione. I principali testi sulla mitologia norrena โ considerata discendente di quella germanico-continentale โ risalgono infatti soltanto alla piena etร cristiana [1], unโepoca molto tarda se si considera che le tribรน germaniche erano conosciute dai Romani fin dal periodo tardorepubblicano. La prima grande opera che riferisce, anche se in maniera non sistematica, informazioni sulla religione dei Germani รจ il De origine et situ Germanorumย di Tacito, a cui si attribuisce il merito di aver raccolto, sintetizzato e in certi casi corretto le notizie che i Romani avevano appreso sugli usi e costumi dei popoli del Nord [2].
Lo storico latino menziona tre divinitร che sarebbero state oggetto di culto da parte dei Germani in maniera particolare: Mercurio, Ercole e Marte, oltre a una divinitร femminile identificata da Tacito in Isideย [3]. Lโoperazione verificatasi รจ chiara: attraverso la pratica dellโinterpretatio i Romani associano divinitร autoctone a divinitร giร note in base alla somiglianza dellโiconografia o delle prerogative di ciascuna di esse (del resto anche lโuso dellโespressione interpretatio romana รจ attestato per la prima volta nella medesima opera tacitiana) [4].
Il sistema religioso germanico รจ stato oggetto di interesse di uno studioso del calibro di Georges Dumรฉzil, che ha rivoluzionato il campo della storia delle religioni attraverso la formulazione del trifunzionalismo indoeuropeo, principio secondo cui ogni pantheon di origine indoeuropea sarebbe fondato sulla specializzazione di tre funzioni: la Prima funzione legata alla sovranitร , alla spiritualitร e alla magia; la Seconda funzione alla guerra; la Terza allโabbondanza, alla fertilitร e alla pace. Ne Gli dรจi dei Germani questo รจ il metodo con cui si tenta di ricostruire e decodificare le linee fondamentali della religione di questi popoli.
Il Mercurio ricordato da Tacito รจ probabilmente da identificare in Odhinn, unโassociazione a cui i Romani potrebbero essere stati portati dalla rilevazione di un tratto comune a entrambe le divinitร , ovvero la funzione psicopompa: come Mercurio, anche Odhinn ha il compito di trasportare le anime dei defunti nellโaldilร , il Valhรถll, un luogo in cui i guerrieri potranno passare il resto della loro esistenza duellando e banchettando [5]. Questa aldilร non รจ tuttavia accessibile a chiunque: per poter raggiungere il Valhรถll รจ necessario essere caduti in battaglia con onore; chi non ha guadagnato tale destino puรฒ invece simulare una ferita in battaglia prima di morire, ferendosi simbolicamente la testa con la punta di una lancia.

Odhinn รจ chiaramente il dio della Prima funzione, รจ il sovrano e il padre degli dรจi, tuttavia la sua non รจ una figura esclusivamente ordinatrice, ma che incarna anche il lato oscuro, magico e terribile della sovranitร [6]: egli รจ anche un mago, un re-stregone in grado di usare la magia contro i suoi nemici in guerra, soprattutto attraverso la metamorfosi che gli permette di trasformarsi in animali come il corvo e mediante lโuso di lacci magici che avvinghiano sul campo di battaglia i suoi avversari. ร inoltre un indovino, conoscitore delle arti e della poesia: non a caso la scrittura e le rune sono considerati elementi a lui sottoposti.
Tutto ciรฒ spiega una caratteristica fisica che lo distingue, ovvero la perdita di un occhio, concepita come il sacrificio necessario che il dio avrebbe accettato in cambio dellโacquisizione dellโarte profetica. In questo senso Odhinn costituisce la perfetta personificazione di un topos proprio dellโideologia indoeuropea: il paradigma secondo cui la creazione poetica sarebbe diretta ispirazione del divino e il poeta, di conseguenza, partecipe della natura divina in quanto dhiras โveggenteโ e kavis โsapienteโ [7]; si pensi a Tiresia e Omero: la cecitร รจ un attributo ricorrente per gli indovini e i poeti, che ricevono in compenso una โvista sovrumanaโ. โนโนIl poeta, come un dio, non ha bisogno di interrogare perchรฉ in quanto poeta, anzi, come precondizione del suo esser poeta, รจ un dhiras, un veggente che possiede nel cuore, per opera di un dio, la visione dei motivi del suo poetareโบโบ [8]. Il contrario del poeta dhiras รจ il pakas, che โนโนnon รจ lo stolto โ come talvolta, erroneamente, si intende โ bensรฌ il non iniziato, colui che, non sopperendo col proprio intelletto, non essendo, insomma, nรฉ un dio nรฉ un poeta, deve โinterrogareโ per trarre il suo sapere da altriโบโบ [9]. Del resto il nome germanico del dio, Wotan, รจ legato etimologicamente al latino vates, al tedesco Wut โนโนfuroreโบโบ, allโanglosassone wรดth โนโนcantoโบโบ e al gotico wรดds โนโนpossedutoโบโบย [10].
Odhinn รจ anche il dio della rinascita: secondo la tradizione egli si sarebbe sottoposto a una morte rituale mediante impiccagione โ dettaglio che Dumรฉzil considera riflesso di pratiche sciamaniche โ per poter ottenere lโarte magica delle rune, da qui il suo titolo di โSignore degli Impiccatiโ; infine, come sottolineato da Tacito, Mercurio/Odhinn รจ lโunico dio che pretenderebbe sacrifici umani, mentre a Marte ed Ercole sono sacrificate vittime animali.
Odhinn sembra insomma associato a uno spettro di prerogative e funzioni molto ampie, non circoscritte a un unico ambito specifico: โนโนre degli dรจi e grande mago, dio dei guerrieri e dio di una parte dei morti, senza parlare della componente agricola tratta qualche volta dagli usi folklorici della grande festa dโinverno. Non รจ forse troppo per un solo dio, soprattutto se si tiene conto del fatto che nessun altro Ase o Vane dispone di una simile varietร dโazione?โบโบ [11]. Questo รจ il motivo per cui cโรจ chi ha ipotizzato che la sua sia una figura divina piรน recente, nata dallโampliamento di una divinitร che in origine avrebbe avuto un campo dโazione piรน umile e ristretto [12]. Unโargomentazione usata da alcuni criticiย [13] contro lโantichitร della figura divina di Odhinn รจ la problematicitร del suo potere sulle rune, in quanto queste ultime sarebbero comparse solo a partire dallโepoca cristiana [14]: โนโนda questo fatto risulterebbe per il โdio delle runeโ, un terminus a quo posteriore allโera cristiana e allโinfluenza massiccia del mondo romano su quello germanicoโบโบ [15].

Dumรฉzil, distinguendosi da questa linea interpretativa, afferma al contrario lโantichitร della figura di Odhinn dal momento che โนโนse Odhinn giร da prima, anzi da sempre, รจ stato il mago sublime, si capisce bene al contrario che le rune, per quanto recenti si suppongano, siano state riconosciute di sua proprietร : strumento nuovo e particolarmente efficace delle opere magiche, per definizione esse rientravano incontestabilmente nel dominio del dioโบโบ. Secondo lo storico delle religioni dunque il dominio sulle rune sarebbe una prerogativa piรน recente di Odhinn, ma associata a questโultimo proprio in virtรน del suo primigenio ruolo di dio della magia.ย
Questa considerazione mira non solo a rifiutare la serioritร della figura di Odhinn [16], ma a rivendicare anche la sua discendenza da una divinitร archetipica della religione indoeuropea, ovvero il โนโนdio sovrano magoโบโบ, figura inserita assieme alla sua controparte, il โนโนdio sovrano giuristaโบโบ, in un sistema binario considerato fondamento della sovranitร divina indoeuropea.
Per risolvere lโambiguitร del ruolo di Odhinn nel pantheon germanico, Dumรฉzil si serve del confronto con la mitologia vedica, in cui la Prima funzione โ il livello della sovranitร โ รจ associata non a un unico dio, bensรฌ a una coppia di divinitร complementari e antitetiche: Varuแนa e Mitra. Varuแนa, esattamente come Odhinn
โนโน da una parte รจ, per eccellenza, il signore della mรขyรข, cioรจ della magia illusionistica, creatrice di forme; dallโaltra, materialmente e simbolicamente, fin dal RgVeda e anche nellโepopea, ha per arma i nodi, i lacci, con i quali afferra il peccatore istantaneamente e senza possibilitร di resistenza; [โฆ] vi sono in lui delle affinitร demoniache. โบโบ
Al dio della magia si oppone il suo complementare, il โนโนdio sovrano giuristaโบโบ, ovvero Mitra, dio dei contratti e delle procedure giuridiche; il suo stesso nome ha โนโนuna radice che significa โscambiare regolarmente, pacificamente, amichevolmenteโ (quella del latino munus, communis, come quella dellโant. slavo mรชna โscambioโ e miru โpace, ordineโ), non ha altro significato che contrattoโบโบ [17]. Mitra รจ in sostanza la personificazione divinizzata della contrattualitร , รจ โนโนil Contratto personificatoโบโบ. La medesima dualitร della funzione sovrana si riscontra nella religione romana con Iuppiter e il Dius Fidius/Dea Fides e nellโepopea con i primi due sovrani di Roma: la differenza tra โนโนil semidio Romolo, [โฆ] beneficiario degli auspici e degli interventi spettacolari di Juppiterโบโบ e โนโนNuma, del tutto umano, istitutore delle leggi e devoto in special modo alla dea Fides, esprime meglio lโopposizione e la complementaritร dei due modi, egualmente necessari, della sovranitร โบโบ.
Da queste considerazioni Dumรฉzil giunge a una conclusione fondamentale: se la bipartizione del modo di esercitare la sovranitร รจ un tratto individuabile sia nella cultura indoiranica che in quella romana, ciรฒ porta a ipotizzare che si tratti di un aspetto del divino ereditato da un antenato comune, ovvero la religione indoeuropea. Ma se il โdio sovrano giuristaโ della religione indoiranica รจ Mitra e quello della religione romana รจ il Dius Fidius/Dea Fides, nel pantheon germanico a quale figura si ascrive la funzione complementare rispetto a quella del dio-mago Odhinn? ร qui che entra in gioco unโaltra divinitร giร nota a Tacito. Questโultimo, dopo Mercurio/Odhinn ed Ercole/Thorr, menziona Marte tra gli dรจi piรน venerati presso i Germani.
ร chiaro che Marte sia il termine di confronto con cui i Romani lessero una figura estranea al loro pantheon, Tรฝr [18]. Tรฝr รจ una divinitร di cui le saghe tramandano poche informazioni, ma il fatto che egli fosse considerato simile a Marte potrebbe spingere superficialmente a classificarlo come un dio della Seconda funzione, un dio della guerra. In realtร egli, piรน che dio del conflitto guerriero, sembra essere stato il dio del conflitto giuridico: non a caso la principale storia che ha per protagonista Tรฝr riguarda un imbroglio ai danni di un figlio di Loki, il lupo Fenrir. Gli dรจi infatti, temendo questโultimo [19], decisero di legarlo per lโeternitร con un laccio magico, facendo credere a Fenrir che si trattasse di una sfida per mettere alla prova la sua forza. Il lupo, diffidente, chiese come garanzia che uno degli dรจi mettesse la mano nelle sue fauci: solo Tรฝr si propose volontario, perdendo cosรฌ la mano destra.
In questo modo il dio ascese al ruolo di garante nei processi, di divinitร preposta alla sfera giuridica in una visione tuttavia totalmente negativa della giustizia e del diritto, โนโนvolto non alla giusta conciliazione degli uni con gli altri ma allโannientamento degli uni da parte degli altriโบโบ [20]. Fenrir poco prima di cadere nellโinganno organizzato dagli dรจi dice [21]:
โนโน Non ho voglia di farmi legare. Tuttavia, piuttosto che mi accusiate di scarso coraggio, uno di voi ponga la sua mano nella mia bocca come garanzia del fatto che agite correttamente. โบโบ

Del resto proprio per questo motivo non sorprende che Snorri, parlando di Tรฝr, affermi che โนโนcerto non puรฒ dirsi un pacificatore di uominiโบโบ [22]: la sfera giuridica รจ visceralmente connessa al conflitto e per estensione alla guerra stessa, inoltre โนโนbisogna tener conto del fatto che, dal punto di vista germanico, non vi รจ contraddizione tra il concetto di โdio delle battaglieโ e quello di โdio del dirittoโโบโบย [23] dal momento che โนโนben utilizzato, il diritto garantisce lโequivalente di una vittoria, elimina lโavversario meno vigile o piรน deboleโบโบ. Il dominio su cui Tรฝr esercita il suo potere di dio sovrano non รจ dunque la guerra stricto sensu, ma piรน latamente lโassemblea, ovvero il campo di battaglia in cui si affrontano due avversari, un campo a cui appartiene anche lo scontro giuridico [24]. Tรฝr รจ sicuramente la divinitร che presiedeva allโassemblea [25]:
โนโน due iscrizioni, presso Housesteads sul vallo di Adriano in Gran Bretagna, sono dedicate al dio Mars Thingsus (III secolo). Questo appellativo va senza dubbio collegato al termine nordico thing, โassembleaโ. Inoltre va ricordato il toponimo danese Tislund โbosco di Tรฝrโ, che indicava il luogo dove si svolgeva lโassemblea. โบโบ
Il legame tra duello giudiziale e conflitto bellico รจ dimostrato da un passo tacitiano [26], in cui lo storico latino ricorda che i Germani sarebbero stati soliti esprimere il proprio assenso nelle assemblee comuni battendo e scuotendo le loro armi, le framee. โนโนNon รจ dunque sorprendente che il dio al centro di queste riunioni giuridico-guerriere, erede del dio giurista indoeuropeo rivestisse lโuniforme dei suoi ministri e li accompagnasse nel loro passaggio, facile e costante, dalla giustizia alla battaglia e che gli osservatori romani lo avessero considerato come un Marteโบโบ [27]. Giร Tacito nota infatti che la guerra รจ talmente prioritaria per le popolazioni germaniche da pervadere ogni aspetto della loro quotidianitร : โนโนnihil autem neque publicae neque privatae rei nisi armati aguntโบโบ, โนโนnon trattano alcun affare nรฉ pubblico nรฉ privato senza essere armatiโบโบ.
A differenza dei Romani essi si sarebbero cinti delle armi anche in contesti non bellici, come appunto nelle assemblee comuni che esercitavano una funzione di natura legislativa e giudiziaria, proprio perchรฉ la loro cultura sarebbe stata priva di una netta distinzione tra la sfera guerriera e quella politica, civica o religiosa [28]. Dalla testimonianza tacitiana sembrerebbe che persino i sacerdoti non fossero estranei alla guerra: essi partecipavano alle assemblee in armi (โนโน[โฆ] si siedono tenendo con sรฉ le armi. I sacerdoti, ai quali in quel momento spetta anche il diritto di punire, impongono il silenzioโบโบ) e godevano di poteri a Roma concessi solo ai comandanti, in particolare il diritto di punire e percuotere persone colpevoli di qualche crimine (โนโนDel resto non รจ permesso nรฉ condannare a morte, nรฉ porre in ceppi, nรฉ percuotere qualcuno fuorchรฉ ai sacerdotiโบโบ).
Lโinfiltrazione della guerra in ogni aspetto della vita dei Germani si riscontra dunque anche nellโapparato sacrale e religioso, come dimostra la stessa figura di Odhinn. Nonostante infatti le numerose analogie tra il dio germanico e Varuแนa, una grande differenza tra i due รจ proprio il loro diverso rapporto con lโambito bellico: nella religione indoiranica Varuแนa, pur essendo a volte evocato in battaglia, รจ quasi esclusivamente il dio-mago, solitamente estraneo allโarte guerriera (il dio ivi preposto รจ invece Indra), mentre essa costituisce una sfera di competenza fondamentale per Odhinn.
Nel pantheon germanico dunque anche la divinitร della magia, della divinazione e del genio poetico acquisisce connotazioni guerriere, anzi si assiste a un vero e proprio sincretismo tra le due aree di competenza dal momento che Odhinn, non esitando a scendere in prima persona sul campo di battaglia, adopera la magia anche per stordire e terrorizzare i propri nemici [29]:
โนโน La spiegazione di questa peculiaritร di Odhinn รจ evidente: nellโideologia e nella pratica dei Germani, la guerra ha invaso tutto, colorato tutto. Quando non si battono [โฆ] non pensano che ai combattimenti futuri. [โฆ] Come poteva il dio sovrano [โฆ] non subire, nel suo equilibrio interno, lโeffetto di questa ipertrofia della preoccupazione guerresca? โบโบ

Esiste un sotteso parallelismo tra Odhinn e Tรฝr innanzitutto in quanto entrambi dรจi del conflitto, di quello guerriero e magico il primo, di quello civico e giuridico il secondo. Entrambi inoltre sono dรจi menomati volontariamente e che esibiscono un marchio di iniziazione [30]: Odhinn ha sacrificato il suo occhio per ottenere la โvista sovrumanaโ dei profeti e degli indovini, si รจ sottoposto a una pratica di morte e rinascita rituale per acquisire il dominio sulle rune, tutti elementi con cui assurge al ruolo di โนโนdio sovrano magoโบโบ; Tรฝr dโaltra parte ha ceduto la mano destra โนโนin una procedura fraudolenta di garanzia, di pegno, che lo qualifica come โdio sovrano giuristaโโบโบ.
La mano destra (e per estensione la stretta di mano) รจ in effetti lo strumento mediante il quale si suggellano gli accordi, i contratti, le alleanze [31], quindi probabilmente non รจ un caso che il mito norreno segnali il ruolo di โdio giuristaโ di Tรฝr proprio ricorrendo a tale simbologia [32]: โนโนla mano offerta รจ garanzia di sinceritร , atto di disponibilitร e sottomissione. La cerimonia del giuramento del patto di fratellanza di sangue prevedeva ad esempio che durante la pronuncia del voto i contraenti di prendessero per manoโบโบ [33].
Come Odhinn รจ il dio dei lacci magici che avvinghiano i nemici, allo stesso modo i cavilli giuridici sottoposti al dominio di Tรฝr svolgono una funzione analoga. Il diritto crea infatti dei โlacci giuridiciโ che obbligano un individuo ad adempiere a degli obblighi nei confronti di un altro: da notare che nella tradizione norrena lโepisodio che meglio esplica il ruolo originario di Tรฝr โโ lโimbroglio ai danni del lupo Fenrir โ ha come emblema dellโinganno proprio un laccio, con cui Fenrir รจ imprigionato.

ร chiaro che le popolazioni germaniche non avessero un apparato giuridico complesso come quello romano. Il sistema attraverso cui venivano creati legami tra contraenti si fondava sulla pratica del dono e dellโospitalitร : giร Tacitoย [34]ย nota il grande valore assegnato dai Germani allโospitalitร e allo scambio di doni, attraverso cui singoli individui, famiglie o addirittura interi villaggi suggellavano rapporti di amicizia e alleanza. Il dono era quindi il mezzo attraverso cui questa civiltร regolava i propri rapporti, in assenza di un sistema giuridico evoluto; ma a causa della visione negativa del diritto che esisteva presso i Germani (come sottolinea Dumรฉzil) il dono ha un doppio valore: puรฒ essere strumento di alleanza tra due contraenti, ma esso รจ anche un vincolo, appunto un laccio, che comporta al tempo stesso degli obblighi. Il dono, esattamente come un laccio, incatena una persona a unโaltra; accettare un dono significa creare un vincolo con il donatore e presso le civiltร antiche non solo era obbligatorio accettare i doni offerti, ma ciรฒ comportava anche lโobbligo di ricambiarli [35]:
โนโน [โฆ] il pegno accettato consente ai contraenti del diritto germanico di agire lโuno sullโaltro, perchรฉ lโuno possiede qualche cosa dellโaltro, perchรฉ lโaltro, essendo stato proprietario della cosa, puรฒ averla incantata, e perchรฉ, spesso, il pegno, tagliato in due, veniva conservato per metร da ciascuno dei due contraenti. Ma a questa spiegazione รจ possibile sovrapporne unโaltra piรน appropriata. La sanzione magica puรฒ intervenire, ma non costituisce lโunico vincolo. La cosa stessa, data e impegnata nel pegno, costituisce, per virtรน propria, un vincolo. Il pegno รจ obbligatorio. โบโบย [36]
Nella visione negativa del diritto, cosรฌ come si presenta nella cultura germanico-norrena, il dono ha una pericolositร intrinseca in quanto creatore di vincoli e obblighi che, se violati, possono condurre al conflitto e alla guerra: โนโนil pericolo rappresentato dalla cosa data o trasmessa non รจ avvertito certamente in nessun luogo in maggior misura che nellโantichissimo diritto e nelle antichissime lingue germaniche. Ciรฒ spiega il duplice significato della parolaย gift nellโinsieme di queste lingue, e cioรจ dono, da una parte, e veleno, dallโaltra. [โฆ] Il tema del dono funesto, del regalo o del bene che si muta in veleno รจ fondamentale nel folklore germanicoโบโบ. Significativi per Marcel Mauss sono questi versi dellโEdda poetica, in cui lโeroe Hreidmar risponde alla maledizione di Loki [37]:
โนโน Tu hai dato dei doni,
Ma non hai dato doni dโamore,
Non hai dato con cuore benevolo,
Della vostra vita, sareste giร privati,
Se avessi saputo del pericolo. โบโบ

Tutto ciรฒ spiega il motivo per cui Tรฝr, il โdio sovrano giuristaโ del pantheon germanico, sia ricordato come โnon pacificatore di uominiโ e sia stato cosรฌ tanto collegato al conflitto e alla guerra, cosรฌ tanto militarizzato da essere letto dai Romani come un Marte: โนโนsembra che, meno ipocriti di altri popoli, gli antichi Germani abbiano cosรฌ riconosciuto lโanalogia profonda tra la procedura del diritto โ con le sue manovre e le sue astuzie, con le sue ingiustizie senza appello โ e il combattimento armatoโบโบ [38].ย
Nonostante giร Tacito faccia intendere una subordinazione di Tรฝr rispetto a Odhinnย [39] (Tรฝr/Marte infatti non รจ associato a Odhinn/Mercurio, ma si trova su un livello inferiore assieme a Thorr/Ercole), Dumรฉzil ritiene al contrario che in origine fossero entrambi dรจi sovrani legati alla Prima funzione, proprio in virtรน della bipartizione complementare che costituisce il primo livello della religione indoeuropea. Lโevoluzione e lโaffermazione di Odhinn nella mitologia germanica avrebbero provocato con il tempo il ridimensionamento e la subordinazione di Tรฝr [40], in origine estensione del โdio giuristaโ indoeuropeo e quindi parimenti necessario al corretto governo dellโumanitร ; il medesimo fenomeno รจ riscontrabile nella teologia romana, dove arcaicamente Iuppiter e il Dius Fidius costituivano entitร separate, sino a quando la funzione e la personalitร del secondo vennero assorbite e inglobate nella figura predominante del primo. Del resto questo fenomeno รจ spiegato da Dumรฉzil attraverso la consapevolezza secondo cui โนโนgli dรจi rassicuranti interessano meno agli uomini che gli dรจi inquietantiโบโบ.
Lโideologia religiosa indoeuropea sarebbe in definitiva fondata โ nel livello della Prima funzione โ su una bipartizione complementare di due figure divine, una rappresentante ciรฒ che รจ fuori dalla portata dellโumano, ciรฒ che รจ sovrumano, segreto e oscuro; lโaltra invece personificazione e divinizzazione di una dialettica ben conosciuta dagli uomini โ e anzi propriamente umana โ, la contrattualitร che puรฒ trasformarsi in conflitto. Il mondo, per poter raggiungere un proprio equilibrio, necessiterebbe di una collaborazione tra le due figure, tra la sovranitร magica e la sovranitร giuridica, tra un โนโนtermine varunicoโบโบ e un โนโนtermine mitriacoโบโบ: โนโนlโamministrazione sovrana del mondoโบโบ รจ in ultima analisi divisa โนโนin due grandi province, quella dellโispirazione e del sortilegio, quella del contratto e del cavillo procedurale, in altri termini la magia e il dirittoโบโบ.

Note:
[1] LโEdda poetica (XIII secolo) e lโEdda in prosa (redatta tra il 1222 e il 1225) di Snorri Sturluson, per approfondire vd. Chiesa Isnardi, I miti nordici, pp. 677-685. Trattandosi di testi recenziori รจ probabile che il materiale ivi raccolto sia manipolato e influenzato da altre culture, come la celtica, la latina e la cristiana.
[2] In realtร giร nel De bello gallico Cesare aveva avuto la possibilitร di accennare alla religione dei Germani, affermando che essi sarebbero stati devoti a tre divinitร principali: Sole, Luna e Vulcano; inoltre secondo Cesare i Germani non avrebbero avuto veri e propri sacerdoti. Queste informazioni saranno corrette e ampliate da Tacito.
[3] Germania IX 1-2.
[4] Germania XLIII 4: โนโนPraesidet sacerdos muliebri ornatu, sed deos interpretatione Romana Castorem Pollucemque memorant. Ea vis numini, nomen Alcisโบโบ.
[5] Odhinn porterebbe con sรฉ nellโaldilร le anime degli uomini nobili, Frejya quelle delle donne e Thor quelle dei non notabili, vd. Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani, pp. 18-19.
[6] Chiesa Isnardi, op. cit., p. 218.
[7] Nel RgVeda il poeta รจ detto proprio dhiras โveggenteโ e kavis โsapienteโ; vd. RV I 145 e RV I 164,6.
[8] Lazzeroni, p. 99.
[9] Ibidem, pp. 96-97. Per approfondire vd. Lazzeroni, pp. 96-103: โนโนDhiras รจ colui che non chiede perchรฉ, come un dio, deriva da sรฉ stesso il proprio sapere con un processo autonomo di conoscenza. [โฆ] La comparazione col poeta-veggente del dio che รจ egli stesso veggente significa che il poeta partecipa della natura divina. [โฆ] I poeti possiedono un occhio interiore che consente questa visione: a ciรฒ allude, con trasparenza etimologica, la designazione del poeta come โveggenteโ: dhiras. Le visioni sorgono nel cuore e si convertono in poesia per mezzo dellโintellettoโบโบ. Del resVd. anche nota successiva.
[10] Vd. Scarpi, pp. 92-104.
[11] Dumรฉzil, op. cit., p. 67. Vd. anche Scardigli, Filologia germanica. Introduzione alla storia delle comunitร di lingue germaniche, p. 69: โนโนOdino รจ la divinitร maggiore, la stessa sua denominazione โpadre di tuttiโ (norr. al-fรถdhr) nel mondo nordico ce ne dร una prova. Egli stesso sapiente (se lโetimologia coglie il giusto, il significato da dare al nome del dio sarebbe โlโinvasatoโ [โฆ]) rende sapienti gli altri e ispira loro la poesia. Ma รจ anche dio bellicoso: valfรถdhr โpadre dei guerrieri morti in battagliaโ e herfรถdhr โpadre dellโesercitoโ รจ chiamato nellโEddaโบโบ.
[12] โนโนSecondo alcuni il dio sarebbe stato dapprima solo un piccolo dio domestico, o un piccolo dio stregone; secondo altri, un dio dei morti; secondo altri ancora, un dio della feconditร โบโบ, Dumรฉzil, op. cit., pp. 67-68.
[13] Dumรฉzil menziona lโarcheologo svedese Oscar Montelius (1843 โ 1921).
[14] Nonostante qui Dumรฉzil sia abbastanza generico, รจ probabile che con โera cristianaโ egli intenda il periodo tardo-imperiale romano, dal momento che le prime attestazioni runiche risalgono al II-III secolo d.C.; quando il Cristianesimo giungerร presso le regioni del Nord, si diffonderร lโalfabeto latino, anche se le rune verranno ancora conservate in ambienti di culto pagano. Si ritiene plausibile che il sistema runico affondi le sue origini in unโepoca anteriore al II-III secolo d. C. dal momento che esso deriva da alfabeti piรน antichi come lโetrusco (vedi lโelmo di Negau). Inoltre lo stesso Tacito (Germania X) accenna allโesistenza di particolari โsegniโ usati dai Germani per pratiche di divinazione, ma รจ dibattuto se questi segni siano da intendere come unโallusione a vere e proprie rune o come simboli iconografici meno complessi. Vd. Scardigli, op. cit., pp. 61-65.
[15] Dumรฉzil, op. cit.,ย p. 66.
[16] La questione รจ ancora oggi aperta. Anche Chiesa Isnardi sembra protendere verso lโidea di una introduzione piรน recente di Odhinn nel pantheon germanico: โนโนsebbene paia probabile che il suo culto (di Odhinn) si sia diffuso in epoca relativamente tarda, egli si guadagnรฒ tuttavia ben presto la posizione di dio supremo e come tale sopraffece altre divinitร del cielo un tempo assai importanti come Tyr e Ullrโบโบ, Chiesa Isnardi, op. cit., p. 199.
[17] โนโนSi tratta, come diceva A. Meillet in un articolo che ha fatto epoca (1907), non di un fenomeno naturale, ma di un fenomeno sociale divinizzato; piรน precisamente รจ divinizzato un tipo di atto giuridico insieme con gli effetti che produce, lo stato dโanimo e di fatto che instaura tra gli uominiโบโบ.
[18] Da notare che โmartedรฌโ in antico nordico รจ โtysdagrโ, vd. Chiesa Isnardi, op. cit., p. 217. Tรฝr รจ โนโนuna divinitร che etimologicamente corrisponde al dio-luce indoeuropeo Zeus, Giove, Dyauh. Essa appare come Teiw- nellโiscrizione dellโelmo di Negau [โฆ]. Tracce della tendenza indoeuropea a fare del dio-luce il dio per eccellenza sono rispecchiate dal sostantivo norr. tรฌvi, usato per lo piรน al plurale tรฌvar nel senso appunto di โdeiโโบโบ, Scarpigli, op. cit., p. 70.
[19] Era infatti stato predetto che alla fine del mondo, nel tempo del ragnarรถk, Fenrir avrebbe sconfitto e ucciso Odhinn.
[20] Dumรฉzil, op. cit., p. 86.
[21] Snorri, Edda in prosa XXXIV. Nel crepuscolo degli dรจi, alla fine del mondo, รจ scritto che Tรฝr combatta contro il cane Garmr, che probabilmente rappresenta una forma di Fenrir, il quale invece รจ destinato a sconfiggere e uccidere Odhinn. Ciรฒ โนโนnon sarebbe dunque che lโesito finale di una inimicizia nata quando il lupo Fenrir aveva mozzato la mano del dioโบโบ, Chiesa Isnardi, op. cit., p. 191.
[22] Snorri, Edda in prosa XXV.
[23] J. De Vries, Altgermanische Religionsgeschichte, I, 1935, pp. 173-174.
[24] โนโนLโidentificazione con il Marte romano รจ probabilmente frutto di uno slittamento di Tรฝr verso la dimensione della guerra. Tuttavia egli non รจ il dio che combatte, ma colui che garantisce lโordine nella guerra, le regole del gioco e della forzaโบโบ, Scarpi, p. 101.
[25] Chiesa Isnardi, op. cit., p. 217.
[26] Germania XI-XIII. โนโนQualche secolo piรน tardi lโantichitร scandinava non ci mostra un diverso spettacolo: anche lร ci si riunisce in armi, si approva alzando la spada o lโascia o battendo la spada sullo scudoโบโบ, Dumรฉzil, Lโideologia tripartita degli Indoeuropei, p. 92.
[27] Dumรฉzil, ibidem.
[28] โนโนA Roma lโexercitus urbanus che costituiva lโassemblea legislativa, si riuniva al Campo di Marte ma senza armiโบโบ, Dumรฉzil, ibidem. Anzi nel mondo romano non era possibile attraversare il pomerium ed entrare nella Capitale armati, in caso contrario si diventava automaticamente nemici dello Stato. Si deve tener conto perรฒ anche delle eventuali deformazioni e manipolazioni tacitiane: in diversi casi รจ probabile che lo storico latino si sia rifatto al modello della simmetria inversa, attraverso cui venivano spesso letti popoli barbari nella tradizione etnografica sin da Erodoto. ร verosimile quindi che Tacito abbia volontariamente amplificato differenze riscontrate tra lo stile di vita dei Germani e quello dei Romani.
[29] Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani,ย pp. 80-81.
[30] โนโนLa mutilazione รจ marchio di iniziazione, segno di possesso dei segreti celesti, di sacrificio di un attributo materiale in cambio di una conoscenza superiore o di un beneficio cosmicoโบโบ, Chiesa Isnardi, op. cit., p. 444.
[31] Vd. le ricorrenti espressioni latine: iungere dextras โdarsi la mano in segno di amiciziaโ, dextras renovare โrinnovare lโalleanzaโ, alicui manum adire โingannare qualcunoโ.
[32] Scarpi vede unโaffinitร tra la storia di Tรฝr e quella del romano Muzio Scevola, โนโนil mancinoโบโบ, che bruciรฒ la propria mano destra dopo aver fallito nel suo tentativo di assassinare Porsenna (si pensi allโespressione โmettere la mano sul fuocoโ). Anche nella leggenda di Muzio Scevola cโรจ traccia di un inganno operato da questo personaggio ai danni del re etrusco, che fu spinto da Scevola a intavolare le trattative di pace con i Romani.
[33] Chiesa Isnardi, op. cit., p. 608.
[34] Germania XIII, 5: i membri di un comitatus particolarmente prestigioso erano richiesti da altri popoli germanici mediante lโofferta di doni per risolvere i propri conflitti; XIV, 4: anche il rapporto allโinterno dello stesso comitatus tra il princeps e i comites era regolato sulla base della liberalitร del primo, attraverso doni e pasti offerti ai propri compagni; XXI, 2-4: si descrive qui in generale lโimportanza assegnata allโospitalitร e allo scambio di doni.
[35] โนโนQueste prestazioni e contro-prestazioni si intrecciano sotto una forma, a preferenza volontaria, con doni e regali, benchรฉ esse siano, in fondo, rigorosamente obbligatorie, sotto pena di guerra privata o pubblica. [โฆ] Lโobbligo di ricevereย non รจ meno forte. Non si ha il diritto di respingere un dono, di rifiutare il potlร c. Agire in tal modo equivale ad ammettere che si ha paura di dover ricambiare, significa temere di venire โannientatiโ fino a che non ci sia stata restituzioneโบโบ, Mauss, Saggio sul dono.
[36] Ibidem.
[37] Edda poetica, Reginsmal 7.
[38] Dumรฉzil, Lโideologia tripartita degli Indoeuropei, p. 92.
[39] Vd. nota 12.
[40] โนโนAttenuando, smorzando ciรฒ che costituiva la sua originalitร e la sua ragion dโessere accanto al โdio magoโ e sviluppando allโeccesso un aspetto militare, il โdio giuristaโ ha quasi perduto il suo posto al primo livello e anche molto prestoโบโบ, Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani, p. 90.
Bibliografia:
G. Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi 2008.
G. Dumรฉzil, Gli dรจi dei Germani, Adelphi 1974.
G. Dumรฉzil, Lโideologia tripartita degli Indoeuropei, Il Cerchio 2015.
R. Lazzeroni, โLa cultura indoeuropeaโ, Laterza, Bari 1998.
M. Mauss, Saggio sul dono, Einaudi 2002.
P. Scardigli, Filologia germanica. Introduzione alla storia delle comunitร di lingue germaniche, Sansoni 1964.
P. Scarpi, โCelti e Germaniโ, in โManuale di storia delle religioniโ (a cura di C. Filoramo, M. Massenzio, M. Raveri, P. Scarpi), Laterza, Bari 2011.
Snorri Sturluson, Edda in prosa, Adelphi 1975.
Tacito, La vita di Agricola. La Germania, Bur 1990.
Buongiorno,
riguardo ai collegamenti etimologici legati a Wotan, esiste una documentazione che prenda in considerazione la forte assonanza con la forma originaria del perfetto con funzione di presente ฮฟแผถฮดฮฑ, ossia * ฯฮฟแผถฮดฮฑ?
Corrispondenza che si nota specie nella seconda persona singolare dove รจ permasta la desinenza arcaica โ-ฮธฮฑโ , dunque, *ฯฮฟแผถฮดฮธฮฑ e che richiama non solo il nome del dio, ma anche le sue caratteristiche di veggente e sapiente (โio so, perchรจ ho vistoโ).?
Lโipotesi รจ forse un poโ ardita, ma parzialmente sostenuta anche dalla chiara matrice indoeuropea del verbo che conserva ben intatta lโapofonia .
Buon pomeriggio,
la sua osservazione mi sembra plausibile. Ho consultato vari dizionari etimologici: Etymological Dictionary of Greek, Chantraine, Ernout Meillet, Pokorny e Lehmann. Sembra che il perfetto ฮฟแผถฮดฮฑ sia collegato alla radice indoeuropea *w(e)id, da cui deriverebbe anche il sanscrito vรฉda, il latino video e il gotico wait โsapereโ e witan โosservareโ. Al participio ฮตแผฐฮดแฝฝฯ viene collegato inoltre il gotico weitwoths โtestimoneโ. Si tratta quindi di una sfera di termini riferiti alla vista e per estensione alla conoscenza. Tuttavia Pokorny e Lehmann collegano i nomi Woden, Wuotan e Odhinn alla radice indoeuropea *wat/*wot โspiritualmente eccitatoโ, da cui deriverebbe anche il latino vates e il gotico wods โpossedutoโ e woth โcanto, suono, voceโ.
Si tratterebbe quindi di due radici diverse, ma che sembrano semanticamente affini, proprio in virtรน dellโideologia indoeuropea per cui il poeta รจ anche veggente, sapiente e partecipe della natura divina. Inoltre lโiniziazione di Odhinn fondata sulla perdita di un occhio lo connette strettamente alla sfera del โvedere e quindi conoscereโ. Non credo quindi sia un accostamento ardito da ipotizzare.
Buonasera,
grazie molte per lโesaustiva risposta.