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G. de Santillana: “La storia da riscrivere”. Riflessioni su “Fato antico” e “afflizione moderna”
(immagine: Gilbert Bayes, Ananke, scultura)
Estratto dal saggio di Giorgio de Santillana «La storia da riscrivere», scritto nel 1968 e pubblicato l’anno seguente dal Massachusetts Institute of Technology, in seguito (1985) tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi nella raccolta di scritti intitolata «Fato antico e fato moderno».
Prefazione e note a cura di Marco Maculotti. Corsivi nostri.
Il tempo ciclico e il suo significato mitologico: la precessione degli equinozi e il tetramorfo
di Andrea Casella
Non sarà sicuramente passato inosservato, a chi è avvezzo almeno un poco alla scienza sacra, un simbolo cristiano che da sempre campeggia sulle facciate delle chiese, adorna manoscritti e si trova persino su una lama dei tarocchi: il tetramorfo. Tale simbolo trae la sua origine dalla celebre visione di Ezechiele (Ez. 1, 4-28) che S. Giovanni riversò in seguito nella sua Apocalisse. Si tratta di quattro figure che contornano il trono di Dio: il primo ha l’aspetto di leone, il secondo di toro, il terzo d’uomo e il quarto d’aquila in volo (Ap. 4, 7). Tradizionalmente, si attribuisce a queste strane figure (che l’Apocalisse chiama i “Viventi”), una valenza letteraria: si tratterebbe, infatti, dei quattro evangelisti, Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Tali figure, tuttavia, come accennato, si possono trovare (ancor più stranamente, verrebbe da dire) anche su una lama dei tarocchi, e precisamente la numero XXI, che designa il Mondo.