Il Mythos e il Logos: la sapienza greca nei miti platonici

Conoscere se stessi e il mondo delle idee tramite il mito, o, in altri termini, giungere al Logos tramite il Mythos: questa lโ€™idea principale che regge la sapienza greca, come ha divinamente illustrato Platone nelle sue opere. Il mito della caverna, il mito di Er, quello dellโ€™auriga e di Eros ci illustrano che in quella che noi chiamiamo โ€œrealtร โ€ nulla รจ certo, tutto รจ in continuo movimento: la veritร  si trova al di fuori del fuoco, al di fuori della caverna e della mente stessa, dunque nel mondo delle idee, che Platone chiama โ€œiperuranioโ€; ovvero, โ€œal di lร  del cieloโ€.


di Samuele Baricchi
copertina: Jean Delville, โ€œSchool of Platoโ€

Il mito nella cultura greca rappresenta il fondamento della societร  delle cittร -stato e della vita dellโ€™uomo greco. In etร  arcaica le popolazioni micenee guardano con ammirazione al cielo, e, riprendendo un tipo di sapienza ancora piรน antica, prevedono gli eventi futuri, rileggono il passato, analizzano il presente. I Greci avevano una mitologia collettiva molto ben strutturata, per esempio da Esiodo e da Omero; noi uomini contemporanei e moderni ce li creiamo da soli, in quanto padroni del nostro destino, grande ereditร  e lascito dellโ€™umanesimo e del periodo storico del Rinascimento.


Gli Eroi, figli degli Dรจi, e il Fato

La grecitร  pone le sue fondamenta in unโ€™era ancestrale, in cui il sangue degli eroi si mescola con quello degli dรจi. Le dinastie greche giustificavano il proprio potere politico tramite una discendenza divina, e questo non solo in etร  arcaica, bensรฌ anche in unโ€™era piรน recente, e persino nellโ€™epoca ellenistica, successiva alle conquiste di Alessandro il Grande. Achille, il piรน potente e veloce degli eroi della guerra di Troia, discende per parte di madre dalla stirpe delle creature divine e immortali, Teti, legata al mare, allโ€™acqua, allโ€™inconscio, nella simbologia comune. Lโ€™acqua, anche junghianamente, rappresenta sempre la mente stessa.

the-anger-of-achilles-michel-martin-drolling
Michel Martin Drolling, โ€œThe Anger of Achillesโ€

Lo stesso Alessandro fece in modo di essere considerato da tutti i popoli da lui conquistati il discendente di Amon, per gli Egizi, e di Zeus o di Eracle, inizialmente, o di Dioniso, da parte di madre, una madre che aveva origini orientali come lo stesso dio Dioniso, che secondo il โ€œmythosโ€ si spinse oltre i confini della terra allora conosciuta, e viaggiรฒ fino in India, sulle sponde del fiume Oceano, che avvolge le terre emerse, secondo la visione della terra per i Greci.

Ma gli eroi greci non sono solo โ€œsemidiviniโ€ per nascita. Analizzando i miti, il loro stato semi-divino (o eroico) emerge anche nella misura in cui, durante la loro vita, abbiano saputo comprendere la potenzialitร  della loro stessa psiche, della profonditร  dellโ€™aspetto inconscio, utilizzando queste potenzialitร  ognuno, per quanto concerne il mito omerico, secondo le rispettive predisposizioni.

Odisseo รจ un capo tribale, al pari di Achille, e nonostante sia uomo comune, riesce in ogni caso ad essere considerato โ€œeroicoโ€ in quanto utilizza la sua intelligenza per poi vincere la stessa guerra di Troia. Si potrebbe quasi affermare che il vero eroe della mitologia omerica, e della grecitร , sia Odisseo, lโ€™uomo legato al โ€œlogosโ€ piรน di tutti gli altri, che con i suoi stratagemmi e ragionamenti, riesce, anche durante lโ€™Odissea, poema di cui รจ protagonista, a sopravvivere e ad andare oltre ogni avversitร . Ogni eroe omerico ha di per sรฉ un diverso approccio alla realtร .

2-the-procession-of-the-trojan-horse-into-troy-giovanni-domenico-tiepolo
Giovanni Domenico Tiepolo, โ€œThe Procession of the Trojan Horse into Troyโ€

Agamennone, devoto agli dei al punto da sacrificare la sua stessa figlia, Ifigenia, ma devoto alla causa della conquista della Tessaglia piรน di ogni altra cosa, perpetua il sacrificio per avere venti favorevoli per partire verso Troia. Il significato morale di questo gesto, dal punto di vista degli dei, si esplica nel momento in cui viene imposto dagli dรจi proprio perchรฉ, per quante morti quella guerra avrebbe causato, Agamennone sarebbe stato lโ€™uomo ad aver sofferto piรน di tutti gli altri.

Nel mito greco antico vi รจ sempre una sorta di devozione cieca al Fato e ai capricci degli dรจi, ma anche un significato profondo che riflette il desiderio di conoscenza di tutta la popolazione che sโ€™affaccia sul mar Egeo. Le mura di Troia, non a caso, sono concentriche e ricordano le mura di Atlantide, simili ad orbite celesti. Lโ€™uomo antico guardava il cielo e, dai movimenti degli astri, comprendeva in parte la sua stessa vita, il suo stesso modo di essere, e la sua predisposizione alla creativitร , al costruire, e rifletteva lโ€™universo sopra di sรฉ, trasponendolo sulla terra, con le sue opere architettoniche.

Anche le cittร  di derivazione celtica sono costruite in quel modo, mentre in epoca piรน recente gli antichi Romani iniziarono a costruire le cittร  seguendo lo schema dei propri accampamenti militari, a pianta quadrata. Il quadrato รจ comunque inscrivibile in una sfera: tutto ritorna al cerchio, allโ€™Uroboro e allโ€™eterno ritorno del tempo ciclico, che lโ€™uomo รจ portato a percepire per via della sensibilitร  derivata dallโ€™osservazione, anche inconscia, dei cicli delle stagione, del giorno e della notte. Sole, Luna e notte, e poi di nuovo Sole, Luna e ancora notte. Cosรฌ allโ€™infinito, nella mente dellโ€™uomo; eย quindi anche nella sua facoltร  immaginativa.

in-platos-republic-socrates-likens-mary-evans-picture-library
Mary Evans, โ€œPlatoโ€™s Caveโ€

Platone e il mito della caverna

Il mito รจ infatti, secondo Platone, filosofo discepolo di Socrate, lโ€™iniziatore del metodo di ragionamento scientifico, interrogare gli altri e mai credere ciecamente, chiedersi sempre perchรฉ, e arrivare alla causa prima delle cose e delle questioni, una โ€œmenzognaโ€ esplicata alle persone comuni per argomentare tramite degli esempi, delle storie, delle fiabe, problematiche e questioni filosofiche estremamente complesse. Platone nelle sue opere usa il โ€œmythosโ€ proprio affermando il fatto che questi miti sono spiegazioni verosimili della realtร , non dimostrazioni comprovate delle sue teorie, ma bensรฌ degli esempi archetipici, esemplificativi, redatti per spiegare questioni molto complesse.

Il mito piรน famoso di Platone riguarda la caverna. Vi รจ un fuoco, al centro della caverna: il filosofo Eraclito vedeva nel fuoco lโ€™elemento principale e primigenio della realtร , in continuo movimento. Il principio del reale si estrania nellโ€™elemento del fuoco. Le persone sono legate di schiena, e vedono sul fondo della caverna le ombre mutevoli proiettate dal fuoco, che fa filtrare la sua luce attraverso dei simulacri, poggiati alle spalle degli uomini.

LEGGI ANCHEย  Amleto, ovvero dellโ€™infinito e dellโ€™azione

Il filosofo, e lo stesso Socrate, per Platone, svolge questโ€™azione: si slega, tramite la facoltร  della ragione, del โ€œlogosโ€, e si volta di faccia e di petto verso i simulacri, scoprendo che proiettavano ombre mendaci e false sul fondo della caverna. Svolgendo un altro passaggio, scopre addirittura che la luce che era convinto di vedere, รจ alimentata da un fuoco, la stessa realtร  fisica, in continuo movimento, in continuo mutare, dove nulla รจ certo, ma il filosofo, oltrepassando il fuoco, giunge allโ€™uscita della caverna, per vedere infine il Sole. In questo mito vi รจ lโ€™elemento della caverna, la coscienza umana, la mente, la psiche, che รจ abituata a vedere immagini proiettate da un fuoco, la realtร , direttamente sulla sua profonditร ; ma la veritร , secondo Platone, si trova al di fuori del fuoco, al di fuori della caverna e della mente stessa dunque, nel mondo delle idee, che chiama โ€œiperuranioโ€. Ovvero, โ€œal di lร  del cieloโ€.

csm_Rene_Magritte_Ausstellung_Exhibition_Verrat_Bilder_Treachery_Image_Schirn_Kunsthalle_Frankfurt_2017__05_ac7f51408a
Rene Magritte, โ€œThe Human Conditionโ€

Platone sostiene che le idee degli uomini, qualsiasi idea, in realtร  esista giร  in uno stato che va oltre ogni cielo e ogni universo, a uno stato molto sottile, ma anche molto โ€œaltoโ€, molto profondo, al di lร  di ogni percezione e osservazione. Le idee terrene, le idee degli uomini mortali, sono semplicemente lโ€™imitazione della natura che si trova al di lร  delle sensazioni. La sensazione ultima, la percezione finale, รจ quindi per Platone la โ€œnonโ€ sensazione, solo lรฌ, uscendo completamente dalla propria psiche, turbata dalle ombre proiettate dal fuoco, e dalla propria percezione, addirittura quella razionale, che รจ comunque limitata perchรฉ si trova โ€œdentroโ€ la caverna, lโ€™uomo puรฒ uscire completamente da se stesso, e dai suoi limiti, e vedere il Sole, lโ€™autentico โ€œlogosโ€. Il Sole dal punto di vista archetipico รจ anche elemento di vita, luce che si contrappone al buio delle profonditร  della caverna. Il Sole e il cielo azzurro al di fuori della caverna rappresentano lโ€™iperuranio stesso, dove Platone pone la โ€œveraโ€ realtร .

Questo tuttavia porta non tanto Platone, ma il platonismo e il neoplatonismo a svilire la realtร  sensibile, e lo stesso Platone considerava lโ€™arte in modo negativo, in quanto โ€œimitazioneโ€ di una realtร  che giร  di per sรฉ imita la realtร  sovrasensibile, la โ€œveraโ€ realtร  per il filosofo greco antico. Si potrebbe quasi dire, quindi, che dallโ€™arte, andando a ritroso, si puรฒ conoscere la realtร , anche se essa รจ โ€œmimesiโ€ del reale. Tuttavia Platone utilizzava come metodo fondamentale di conoscenza la reminiscenza, ovvero il โ€œricordareโ€, lโ€™anamnesi.

Nella mente degli uomini sono giร  presenti le idee, cosรฌ come sono nellโ€™iperuranio, sta tutto nel ricordare. รˆ quindi un processo a ritroso, e si potrebbe affermare che anche dalle manifestazioni estetiche dellโ€™arte รจ possibile compiere questโ€™anamnesi, questo ricordare, anche dalla letteratura fantastica. Lo stesso Platone infatti usa esempi tratti dallโ€™ambito immaginativo per spiegare concetti molto complicati: la stessa letteratura fantastica, come si puรฒ notare, รจ pregna di quellโ€™archetipica e ancestrale ricerca del sรฉ autentico, attraverso miti inventati da scrittori, storie e fiabe per uomini adulti.

Platos-Cave.


Le cittร -stato greche, la โ€œRepubblicaโ€ e il Logos

Un altro mito che usa Platone per giustificare politicamente il potere, da filosofo, รจ quello della creazione degli uomini. Essi infatti sono stati creati, secondo il mito platonico raccontato nella โ€œRepubblicaโ€ dagli dei che hanno mescolato in essi, nella loro essenza e sostanza, diversi elementi. I governanti hanno in sรฉ lโ€™oro. A scendere, nelle classi sociali, lโ€™argento, il bronzo e, infine, il ferro. Platone divide la societร  ideale della โ€œRepubblicaโ€ secondo caste, per usare un termine relativo alla cultura indiana, dove questโ€™aspetto รจ sempre stato molto forte. La casta governante, nella societร  ideale, รจ quella dei filosofi, e non quindi di coloro che discendono da stirpe divina, ma di coloro che hanno in sรฉ lโ€™oro. Lโ€™oro ricorda il Sole e il Sole รจ lโ€™immagine visibile del โ€œlogosโ€.

Gli uomini che governano, quindi, nella visione platonica della societร , non devono essere coloro che si fregiano di essere uomini โ€œcomuniโ€, come tanto va in voga oggi giorno nella politica, nรฉ tanto meno chi si fregia di avere particolari titoli e competenze. Il governante, per Platone, devโ€™essere il filosofo, ossia colui che sa, e socraticamente, essendo Platone allievo di Socrate, colui che sa di non sapere, e quindi, sapendo di non sapere, non si accontenta dei dogmi e delle credenze, ma continua a cercare, continua a osservare, continua a ragionare e, quindi, scopre sempre qualcosa di nuovo e si avvicina al Sole fuori dalla caverna, fuori dalla propria mente, dalla propria psiche, fuori di sรฉ, nellโ€™iperuranio, al di lร  di ogni cielo e universo.

Plato

Lโ€™essenza stessa delle cose ha una natura invisibile, molto sottile, ma esiste, ed esiste al di fuori del reale, il reale รจ solo imitazione della โ€œveraโ€ realtร . Il governante deve necessariamente corrispondere al filosofo, nella โ€œRepubblicaโ€ di Platone. Il filosofo รจ colui che cerca il principio, che per la filosofia greca โ€” mettendo da parte i presocratici che ricercavano il principio negli elementi naturali, negli archetipi della terra che si dispiegava davanti ai loro occhi, il fuoco, lโ€™aria, lโ€™acqua, la terra, lโ€™infinito, lโ€™โ€œapeironโ€, lโ€™illimitato โ€” coincide con il โ€œlogosโ€, da Socrate in poi.

Ovvero, coincide con la stessa facoltร  psichica umana, con la stessa mente umana, con il ragionamento, il verbo, la parola, ma anche perchรฉ per i Greci tutto ha un aspetto duale โ€” e i primi filosofi avevano scambi e comunicavano con le culture orientali, sia nellโ€™ambito commerciale sia dal punto di vista intellettuale โ€” la parola allโ€™interno di sรฉ, quindi lโ€™inconscio. Il governante nella โ€œRepubblicaโ€ di Platone รจ colui che segue il โ€œlogosโ€. Fregiarsi di essere persone โ€œnormaliโ€, vuole anche dire di ammettere di essere mediocri, cosรฌ come รจ impossibile definire che gli uomini siano tutti uguali, come afferma Nietzsche: sarebbe un vero e proprio delitto contro il โ€œlogosโ€ stesso. Tuttavia, nella visione platonica della societร , solo il filosofo puรฒ comandare in quanto dubita di se stesso in continuazione: sa di non sapere.

LEGGI ANCHEย  Il Polo, lโ€™incorporeitร , lโ€™Androgine
santorini-fig-7
Pianta dellโ€™Atlantide platonica

Dunque ogni prospettiva politica in cui ci si fregia di essere โ€œmeglioโ€ degli altri, piรน competente, oppure ci si vanta quasi di essere โ€œcomuneโ€, perchรฉ gli uomini sono e devono essere tutti uguali, non puรฒ funzionare nella โ€œRepubblicaโ€ di Platone. Solo chi รจ veramente assennato, e riesce ad andare al di fuori della caverna, al di fuori di ogni preconcetto, e riesce a seguire la luce del Sole in un viaggio verso di esso, deve governare, perchรฉ gli dรจi hanno creato colui che segue il โ€œlogosโ€ con dellโ€™oro, non con dellโ€™argento, o del bronzo, o del ferro. Da questo concetto Platone snocciola tutta la societร  dividendola in classi, e queste classi non si devono mescolare tra loro, altrimenti la societร  si sbriciola, e si svilisce, e si allontana dalla veritร , diventando mimesi di unโ€™ulteriore mimesi che giร  la realtร  stessa รจ, rispetto al mondo delle idee, lโ€™iperuranio. In questo Platone riecheggia idee che ricordano le caste indiane.

Tuttavia, รจ bene ricordare che lโ€™uomo greco mai sโ€™inginocchia o si sottomette, quindi il filosofo che governa devโ€™essere abbastanza assennato da evitare di diventare un tiranno. Alessandro il Grande non ebbe difficoltร  a governare quei popoli che anticamente erano giร  abituati a inginocchiarsi, come i Persiani, che da sempre erano abituati alla tirannia, ma invece, non riuscรฌ mai a governare i suoi stessi Greci, che si rifiutavano dโ€™inginocchiarsi e di aderire a costumi per loro estranei e โ€œbarbariโ€, nel senso di non provenienti dal territorio greco delle poleis, le cittร -stato.

Queste cittร -stato derivano da una visione tribale della societร ; durante la guerra di Troia, secondo il mito omerico, i vari โ€œwanaxโ€, i comandanti delle cittร -stato, che allโ€™epoca erano poco piรน che piccole tribรน e congregazioni di villaggi, si uniscono in un unico assedio della cittร  di Ilio. Achille era al comando dei mirmidoni, Agamennone dei micenei, Menelao degli spartani.

4he5j6
William Blake

Il mito di Er e lโ€™immortalitร  dellโ€™anima

Il mito di Er parla dellโ€™immortalitร  dellโ€™anima, insieme al mito della biga alata. Ognuno di noi, secondo Platone, รจ una creatura millenaria, che ha scelto questa vita in base al tipo di esistenza che ha avuto prima. Questo mito escatologico รจ influenzato fortemente dal mito orfico della metempsicosi, ripreso anche dai pitagorici, e Platone adduce alla metempsicosi un aspetto morale, mentre per lโ€™orfismo la metempsicosi rappresentava semplicemente un fenomeno naturale, senza responsabilitร  da parte dellโ€™anima dellโ€™individuo.

Er, figlio di Armenio, un soldato valoroso originario della Panfilia, morto in battaglia, mentre stava per essere arso sul rogo funebre, si ridestรฒ dal sonno mortale e raccontรฒ quello che aveva visto nellโ€™aldilร . La sua anima appena uscita dal corpo si era unita a molte altre e camminando era arrivata in un luogo divino dove i giudici delle anime sedevano tra due coppie di abissi, una diretta in cielo e lโ€™altra nelle profonditร  della terra. I giudici esaminavano le anime e ponevano sul petto dei giusti e sulle spalle dei malvagi la sentenza ordinando ai primi di salire al cielo e agli altri di andare sotterra. Avevano quindi ordinato a Er di ascoltare e guardare ciรฒ che avveniva in quel luogo per poi raccontarlo. Dalle voragini intanto uscivano delle anime sporche e lacere che avevano viaggiato per 1000 anni, in cielo o sottoterra, per espiare le loro colpe.

Chi in vita aveva commesso ingiustizie veniva punito con una pena 10 volte superiore al male commesso, mentre le buone azioni venivano premiate nella stessa misura. Tutti i castighi inflitti erano temporanei, meno quelli riservati a pochi, come per esempio ad Ardieo, despota di una cittร  della Panfilia che aveva ucciso il vecchio padre e il fratello maggiore e aveva compiuto molte altre nefandezze. Quando i piรน malvagi, come i tiranni, tentavano di uscire dalla voragine, questa emetteva una sorta di muggito ed allora venivano presi, scorticati e rigettati negli Inferi. Questo mito riecheggia fortemente certe dottrine orientali, come per esempio il ciclo delle reincarnazioni nellโ€™Induismo, attraverso le infinite ronde del Samsara, e la dottrina del karma.

myth-of-er
Ananke e le tre Moire nel mito di Er

Le anime rimaste per sette giorni in quel luogo venivano poi costrette a camminare per quattro giorni fino a quando giungevano in vista di una specie di arcobaleno dove a un capo pendeva il fuso, simbolo del destino, posato sulle ginocchia della dea Ananke (Necessitร ). Il fuso aveva un contrappeso formato da otto vasi concentrici rotanti, disposti uno dentro lโ€™altro. Su ogni cerchio vi era una sirena che emetteva il suono di una sola nota che unendosi alle altre formava unโ€™armonia.

Le figlie di Ananke, le tre Moire, sedevano in cerchio poco distanti dalla madre: Cloto filava e cantava il presente, Lachesi il passato, e Atropo, โ€œcolei che non puรฒ essere dissuasaโ€, il futuro. Un araldo presentava le anime disposte in fila a Lachesi e, dopo aver preso dalle sue ginocchia un gran numero di sorti e modelli di vita, procedeva al sorteggio avvertendo che ognuno sarebbe stato responsabile della sua scelta e che nessuno sarebbe stato favorito poichรฉ anche chi avesse scelto dopo il primo avrebbe avuto dei paradigmi di vita sempre piรน numerosi di coloro che dovevano ancora scegliere.

Er raccontava poi come le anime commettessero degli errori nello scegliere: ad esempio unโ€™anima che era venuta dallโ€™alto dei cieli e che era stata virtuosa solo per abitudine, avendo vissuto in una cittร  ben governata, per desiderio di novitร  aveva scelto frettolosamente la vita di un tiranno per accorgersi poi, rimproverando la sua cattiva sorte, come questa fosse carica di dolori. Le anime provenienti dal basso invece avevano imparato dalle loro esperienze terrene e avevano scelto con maggiore giudizio. I piรน perรฒ sceglievano seguendo il modo in cui hanno vissuto precedentemente: ma non tutti. Per esempio, se Agamennone aveva scelto di vivere come unโ€™aquila, Odisseo, stanco di rischiose avventure, aveva preferito la vita di un qualsiasi uomo tranquillo.

61PAenc4x-L._AC_SL1024_
Arnold Bรถcklin, โ€œOdysseus and Calypsosโ€

Dopo aver compiuto la scelta ogni anima riceveva da Lachesi il โ€œdaimonโ€, il genio tutelare, che avrebbe sorvegliato che si compisse la vita prescelta; quindi lโ€™anima doveva andare da Cloto a confermare il suo destino e infine da Atropo che lo rendeva immutabile. Le anime poi sโ€™incamminavano attraverso la deserta e calda pianura del Lete, e, fermatesi per riposare sulle sponde del fiume Amelete (โ€œfiume della dimenticanzaโ€), tutte, tranne Er, furono obbligate a bere lโ€™acqua che dร  lโ€™oblio e chi non era saggio ne beveva smoderatamente. Giunta la notte, le anime stavano dormendo quando a mezzanotte un terremoto le gettรฒ nella nuova vita assieme a Er che, svegliatosi sulla pira funebre, potรฉ raccontare la sua esperienza nellโ€™aldilร .

LEGGI ANCHEย  La seconda metร  dellโ€™Etร  Paradisiaca: alcuni concetti preliminari

Il caso non assicura una scelta felice mentre determinanti potranno essere i trascorsi dellโ€™ultima reincarnazione. Scegliere, nella visione platonica, significa infatti essere coscienti criticamente del proprio passato per non commettere piรน errori e avere una vita migliore. Le Moire renderanno poi la scelta della nuova vita immodificabile: nessuna anima, infatti, una volta operata la scelta potrร  cambiarla e la sua vita terrena sarร  segnata dalla necessitร . Le anime si disseteranno con le acque del fiume Lete, ma quelle che lo hanno fatto in maniera smodata dimenticheranno la vita precedente, mentre i filosofi, che guidati dalla ragione hanno bevuto poco o niente, manterranno il ricordo dellโ€™iperuranio di modo che, riferendosi ad esse, potranno ampliare la loro conoscenza durante la nuova vita ispirata e guidata dal proprio โ€œdaimonโ€.

GRC0050820__90251.1540120586
Gustavo Dore, โ€œDante nellโ€™Empireoโ€

La biga alata e il mito di Eros

Il mito del carro e dellโ€™auriga, o mito della biga alata, raccontato nel โ€œFedroโ€ di Platone, serve a spiegare la teoria platonica della reminiscenza dellโ€™anima, un fenomeno che durante la reincarnazione produce ricordi legati alla vita precedente. Racconta di una biga su cui si trova un auriga, personificazione della parte razionale o intellettiva dellโ€™anima (logistikรฒn [ฮปฮฟฮณฮนฯƒฯ„ฮนฮบฯŒฮฝ]). La biga รจ trainata da una coppia di cavalli, uno bianco e uno nero: quello bianco raffigura la parte dellโ€™anima dotata di sentimenti di carattere spirituale (thymoeidรจs [ฮธฯ…ฮผฮฟฮตฮนฮดฮญฯ‚]), e si dirige verso il mondo delle Idee; quello nero raffigura la parte dellโ€™anima desiderativa (epithymetikรฒn [แผฯ€ฮนฮธฯ…ฮผฮทฯ„ฮนฮบฯŒฮฝ]) e si dirige verso il mondo sensibile. I due cavalli sono tenuti per le briglie dalla ragione, che non si muove in modo autonomo ma ha solo il compito di guidare.

Lโ€™anima deve muoversi, per Platone, sempre verso lโ€™iperuranio, al fine di conoscere lโ€™essenza della realtร , che รจ mimesi del mondo delle idee. Nel โ€œSimposioโ€ troviamo il mito di Eros, figlio di Penรฌa e di Poros, che rappresenta lo spirito vitale che รจ fondamento ed energia dellโ€™anima e del โ€œlogosโ€. Eros รจ ciรฒ che smuove e anima lโ€™auriga del mito della biga alata raccontato nel โ€œFedroโ€. Penรฌa rappresenta la povertร , Poros invece lโ€™ingegno.

ยซ Perciรฒ, in quanto figlio di Poros e di Penรฌa, Amore si trova in questa condizione: in primo luogo รจ sempre povero e tuttโ€™altro che tenero e bello, come invece ritengono i piรน, anzi รจ aspro, incolto, sempre scalzo e senza casa, e si sdraia sulla terra nuda, dormendo allโ€™aperto davanti alle porte e per le strade secondo la natura di sua madre, e sempre accompagnato dallโ€™indigenza. Invece per parte di padre insidia i belli e i virtuosi, in quanto รจ coraggioso e ardito e veemente, e cacciatore astuto, sempre pronto a tessere intrighi, avido di sapienza, ricco di risorse, e per tutta la vita innamorato del sapere, mago ingegnoso e incantatore e sofista; e non รจ nato nรฉ immortale nรฉ mortale, ma in unโ€™ora dello stesso giorno fiorisce e vive, se la fortuna gli รจ propizia, in altra invece muore, ma poi rinasce in virtรน della natura del padre, e quel che acquista gli sfugge sempre via, di modo che Amore non รจ mai nรฉ povero nรฉ ricco, e dโ€™altra parte sta in mezzo fra la sapienza e lโ€™ignoranza. ยป

โ€” Platone, โ€œSimposioโ€

Eros รจ rivolto al mondo delle idee, alla conoscenza di un iperuranio che รจ estraniazione e raffigurazione della mente stessa dellโ€™uomo. Conoscere il mondo delle idee, e tutto ciรฒ che si trova al di lร  dei cieli e di ogni universo, รจ conoscere se stessi.

hamill-lalita.platos-cave.oil_.4ftx6ft
Una rilettura moderna del mito della caverna platonica, della pittrice Hamill Lalita

Vivere il mito e conoscere se stessi oggi

Questo รจ quanto emerge, oggi come allora, da unโ€™attenta lettura dei miti platonici. A questo punto ci viene automatico chiederci: come conoscere se stessi oggi? Quali miti nella nostra epoca possono considerarsi validi โ€œaggiornamentiโ€ di quelli messi per iscritto dai piรน grandi filosofi e cantori greci, piรน di duemila anni fa?

Nella letteratura fantastica, noi crediamo, si puรฒ rinvenire il naturale anelito umano verso la creazione mitopoietica; e tale creazione รจ strettamente connessa alla capacitร  degli autori di rendere in una forma poetica o letteraria gli accadimenti mitici rappresentazioni inconsce di sรฉย  che il rispettivo โ€œdaimonโ€ ha destinato loro al momento della reincarnazione nel piano sublunare.

La letteratura del Fantastico per esteso, il Fantasy e lo โ€œsword & sorceryโ€ raccontano miti, โ€œcanalizzatiโ€ da scrittori come Robert E. Howard, Clark Ashton Smith, C. L. Moore e il piรน recente Michael John Moorcock che nientโ€™altro sono che percezioni estatiche della facoltร  immaginativa umana, dello spirito dellโ€™uomo che anima ogni sua opera, quellโ€™Eros del โ€œSimposioโ€ platonico, quellโ€™auriga che cerca disperatamente lโ€™iperuranio e guida la biga alata verso il cielo, e dal cielo oltre lโ€™infinito.

ยซ Verrai con me ad Atlantide? Lร , per vie di marmo giallo e azzurro, scenderemo ai moli dโ€™oricalco e sceglieremo una galea con le vele in seta di Tiro e la polena dโ€™oro che rappresenta Eros. Insieme ai marinai che conobbero Odisseo e a belle schiave dai seni ambrati, giunte dalle valli montane di Lemuria, alzeremo lโ€™ancora per isole sconosciute e fortunate del mare esterno; finchรฉ, navigando sulla scia di un tramonto dโ€™opale, smarriremo quellโ€™antica terra nel crepuscolo di latte, e su divani di raso e avorio vedremo il sorgere di stelle ignote e astri morti. Forse non torneremo, ma seguiremo lโ€™estate tropicale da unโ€™isola di alcioni allโ€™altra, sui mari dโ€™amaranto del mito e della fiaba; mangeremo il loto, i frutti di terre che Odisseo non ha visto neppure in sogno, berremo i vini chiari delle fate distillati sotto lโ€™eterno chiaro di luna. Ti troverรฒ una collana di perle rosa e una di rubini gialli, ti metterรฒ una corona di coralli preziosi simili a fiori di sangue. Vagheremo nei mercati di cittร  perdute fatte di diaspro e in porti di corniola oltre il Catai; ti comprerรฒ una veste color azzurro pavone damascata dโ€™oro, rame e vermiglio, e una nera di sciamito con rune arancio, tessuta per magia, senza usare le mani, in un oscuro paese di filtri e incantesimi. ยป

โ€” Clark Ashton Smith, โ€œFrom a letterโ€

the-atlantean-capital-as-described-mary-evans-picture-library
Mary Evans, โ€œAtlantide per come descritta da Platoneโ€

12 commenti su โ€œIl Mythos e il Logos: la sapienza greca nei miti platoniciโ€

Rispondi

Scopri di piรน da ๐€๐—๐ˆ๐’ ึŽ ๐Œ๐”๐๐ƒ๐ˆ

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere