Pierre Hadot e gli esercizi spirituali nell’antichità 

Il saggio di Pierre Hadot offre la possibilità di immergersi nella pratica filosofica diffusa soprattutto in epoca ellenistica: un’arte della vita tesa a formare gli uomini in armonia con sé stessi e con ciò che li circonda. 

La Caverna platonica, le sue influenze orfiche e pitagoriche & la Māyā delle Upaniṣad

In questa esposizione tenteremo di mettere a confronto le caratteristiche principali dell’immagine della Caverna platonica contenuta nel VII libro della Repubblica con quelle della Māyā delle Upaniṣad. Le credenze comuni sono evidenti e coinvolgono, su tutti, i vincoli che determinano lo stato di prigionia dell’uomo e la possibilità di riscatto attraverso la purificazione dalle forme mutevoli.

Abraxas, o sulla fuga dalla prigione cosmica

Nel loro nuovo libro, “Abraxas: la magia del tamburo. Il culto dimenticato del dio cosmico dallo sciamanesimo alla gnosi“, uscito a marzo per Mimesis, Paolo Riberi e Igor Caputo indagano la figura del dio/demone Abraxas, a metà strada tra quella del Demiurgo della cosmogonia gnostica e platonica e quella del dio eonico che connette i vari livelli della manifestazione cosmica.

Il Logos e la conoscenza di Dio nel Neoplatonismo di Clemente Alessandrino

Negli “Stromateis”, scritti nel III secolo, Clemente Alessandrino istituisce una più profonda analogia tra la verità-Logos, coeterna e coestensiva a Dio, e l’eone cosmico, aiȏn, che raccoglie in sé presente, futuro e passato: alla scansione temporale, espressione tipica della creazione, si connette l’articolazione della parti del cosmo; così «colui che ricomporrà le parti diverse e le riunificherà, contemplerà senza rischio […] il Logos nella sua perfezione, cioè la verità».

Di Solstizi e Apocalissi: di Saturno e dell’Età dell’Oro

Annotazioni solstiziali e “apocalittiche” sulla celebrazione del Natale e sulla fine dell’Anno, sulla dottrina arcaica delle “porte” del Cosmo e dell’Anno e sull’escatologia dell’antica Religione Siderale, passando dalla tradizione greco-romana a quella induista a quella cristiana.

Il Mythos e il Logos: la sapienza greca nei miti platonici

Conoscere se stessi e il mondo delle idee tramite il mito, o, in altri termini, giungere al Logos tramite il Mythos: questa l’idea principale che regge la sapienza greca, come ha divinamente illustrato Platone nelle sue opere. Il mito della caverna, il mito di Er, quello dell’auriga e di Eros ci illustrano che in quella che noi chiamiamo “realtà” nulla è certo, tutto è in continuo movimento: la verità si trova al di fuori del fuoco, al di fuori della caverna e della mente stessa, dunque nel mondo delle idee, che Platone chiama “iperuranio”; ovvero, “al di là del cielo”.


Da Cibele a Demetra, i diversi volti della Madre Terra, ovvero dell’eclittica

Dalla tradizione frigia riguardante Cibele, «dea della montagna e delle fiere», a quella indiana di Aditi, «inesauribile sorgente dell’abbondanza», fino alle differenti divinità elleniche quali Rea, Demetra, Temi, Meti (senza dimenticare le varie deità collettive, sempre femminili, del destino), emerge una lettura astroteologica che può fare luce sulle suddette «Dee Madri della Terra», a patto che quest’ultima venga intesa, seguendo gli studi di Santillana, Dechend e Richer (oltre che gli indizi platonici), nel significato di eclittica.

Mircea Eliade: “I cicli cosmici e la storia”

«Anche nel quadro delle tre grandi religioni iranica, giudaica e cristiana, che hanno limitato la durata del cosmo a un certo numero di millenni, e affermano che la storia cesserà definitivamente in illo tempore, sussistono tracce dell’antica dottrina della rigenerazione periodica della storia»: dottrina antichissima che Eliade, nel suo saggio “Il mito dell’eterno ritorno”, riscontra nella tradizione babilonese, induista, buddista, germanica ed ellenica.

Non viviamo nel tempo, ma in “cronosfere”

Le cronosfere sono vissuti psichici ed eventi spaziotemporali dinamici, come cerchi concentrici nell’acqua, sono diverse frequenze dello scorrere dei tempi che ci coinvolgono; se lo spaziotempo è come l’oceano, i cerchi nell’acqua sono le tracce e i diversi tempi che si dipanano e dilatano, miscelandosi e sovrapponendosi in continuazione

Uttara Kuru, il Paradiso Boreale nella cosmografia e nell’arte indiana

Giuseppe Acerbi esamina il tema del Paradiso Boreale nella tradizione induista, inquadrandolo nella dottrina dei cicli cosmici e mettendone in rilievo le corrispondenze con la tradizione esiodea e platonica, analizzando infine i simbolismi che si ritrovano nelle rappresentazioni artistiche di tale locus amoenus. 

La seconda metà dell’Età Paradisiaca: alcuni concetti preliminari

In questo nuovo appuntamento del ciclo “Manvantara” passiamo ad analizzare il passaggio fra il primo Grande Anno e il secondo e, conseguentemente, la ‘caduta’ nella forma e nel tempo e la separazione dei due principi maschile (Adamo) e femminile (Eva).

Il Polo, l’incorporeità, l’Androgine

Le tradizioni mitiche di tutto il mondo parlano di un’età dell’oro aurorale in cui l’Uomo viveva “in compagnia degli dèi”: ciò si può forse mettere in relazione con la creazione “a immagine e somiglianza di Dio” e alla tradizione dell’Androgine primordiale platonico, omologo dell’Adam Kadmon cabalistico?

Chi si nasconde dietro la maschera? Le visite dall’Altrove e l’ipotesi parafisica

L’esame delle teorie di John Keel e Jacques Vallée fondate sull’«ipotesi parafisica», il «superspettro» e l’«effetto termostrato» ci consente una riflessione sull’Altro Mondo e un parallelismo con il modello cosmografico e l’«antichtōn» di Filolao 

Ioan P. Culianu: lo sciamanesimo iperboreo dell’antica Grecia

copertina: Ilyas Phaizulline, “Orpheus at the Empire of the Dead”


Introduzione

a cura di Marco Maculotti

Quando si parla di «sciamanesimo» [I], solitamente si tende a pensare a quello siberiano [II], da cui il termine stesso deriva, o a quello himalayano, che spesso si sincronizza con la tradizione buddhista e/o induista, o ancora a quello delle popolazioni native del Nord America, del Messico e delle Ande, nonché a quello degli aborigeni australiani. Più raramente si sottolinea l’importanza che hanno avuto le pratiche sciamaniche per i popoli indoeuropei, nonostante le fonti classiche non siano povere a tal riguardo.

G. de Santillana: “La storia da riscrivere”. Riflessioni su “Fato antico” e “afflizione moderna”

(immagine: Gilbert Bayes, Ananke, scultura)

Estratto dal saggio di Giorgio de Santillana «La storia da riscrivere», scritto nel 1968 e pubblicato l’anno seguente dal Massachusetts Institute of Technology, in seguito (1985) tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi nella raccolta di scritti intitolata «Fato antico e fato moderno».

Prefazione e note a cura di Marco Maculotti. Corsivi nostri.

Il simbolismo della Spirale: la Via Lattea, la conchiglia, la “rinascita”

di Marco Maculotti

Avendo analizzato nei mesi scorsi [cfr. Culti cosmico-agrari dell’antica Eurasia] una serie di riti, miti e deità connessi alla tematica della rinascita cosmica, vogliamo in questo appuntamento e nei prossimi concentrare la nostra attenzione su alcuni simboli, cui abbiamo già accennato, che l’uomo arcaico riconobbe come immagini in grado di elevarlo escatologicamente verso la comprensione di tale mistero.

Il “Fuoco celeste”: Kronos, Fetonte, Prometeo

di Andrea Casella
copertina: Jean Delville, Prometheus, 1907)

[Segue da Il significato astronomico dell’Età dell’Oro: Astrea e la “caduta” di Fetonte]

In una preghiera nuziale mongola si afferma che: “Nacque il Fuoco, quando Cielo e Terra si separarono”: dunque, prima che l’equatore celeste (padre Cielo) e l’eclittica (madre Terra) si allontanassero (ossia fosse registrato l’angolo di inclinazione di 23° circa dell’eclittica rispetto all’equatore), il “Fuoco” non esisteva. All’inizio, la Via Lattea univa cielo, terra e mondo dei morti: la parte meridionale della Galassia, in corrispondenza di Scorpione e Sagittario, è, per numerose tradizioni, il luogo deputato alla raccolta delle anime in attesa di reincarnarsi.