Da una parte il fuoco rappresenta il Logos, ma dallβaltra Prometeo incarna la natura selvaggia dellβantica cosmologia, contrapposta alla razionalizzazione attuata dalla societΓ della polis sul mondo esterno alla civiltΓ ellenica considerato βbarbaroβ e irrazionale. Il senso stesso del tragico si fonda esattamente sulla sfera della non-razionalitΓ , sulla rappresentazione mitica delle ombre inconsce della popolazione greca della polis e dellβuomo stesso.
di Samuele Baricchi
Revisione a cura di Marco Maculotti.
COPERTINA: GREGORIO MARTINEZ, βPROMETHEUS BOUNDβ, 1590-98.
Il Prometeo IncatenatoΒ Γ¨ una tragedia attribuita allβautore greco Eschilo, probabilmente messa in scena intorno al 460 a.C. Ben poco sappiamo delle altre due parti della trilogia Prometeo liberato e Prometeo portatore del fuoco, e in quale ordine venissero rappresentate. Nel Prometeo Incatenato vediamo Efesto, il Potere (Kratos) e la Forza (BiΓ ), trascinare in catene il titano, per incatenarlo a una roccia su un monte della regione della Scizia.
Prometeo disobbedisce a un ordine ben preciso di Zeus, il padre dei nuovi dΓ¨i olimpici. Come nellβOrestea di Eschilo vediamo qui un altro confronto tra generazione vecchia e nuova, tra un titano e Zeus, che con lβaiuto degli altri olimpi sconfisse i titani, i giganti e le creature selvagge che governavano il mondo prima della razionalizzazione cosmica demiurgica compiuta dal patriarca olimpico.
Prometeo porta il fuoco agli uomini, donandoglielo. La scoperta del fuoco rappresenta per lβumanitΓ una svolta evolutiva: secondo la tradizione greca essa Γ¨ attribuita a origine mitiche, addirittura risalendo allβoperato di un titano, incarnazione e simbolo degli elementi della madre terra. Il fuoco, infatti, infuria nel cielo tramite le tempeste, assumendo un valore trascendente e inarrivabile, verticale, trasferendosi, tramite il furto del titano, alla sfera del tangibile e di ciΓ² che puΓ² essere manipolato, utilizzato, conservato per scopi pratici. Gli uomini iniziarono il loro processo evolutivo anche tramite la scoperta e lβuso del fuoco, per cuocere le carni delle prede, e per difendersi dai predatori.

La scoperta del fuoco coincide con lo sviluppo del Logos, il raziocinio, il verbo, la parola, lβintelletto e la facoltΓ del ragionamento presso la cultura greca antica. Prometeo incarna il titano piΓΉ simile alla condizione umana. Incatenato a una roccia, consapevole della sua caducitΓ , ma allo stesso tempo titano, in potenza, a livello psichico e immaginativo. Lβuomo Γ¨ sempre teso tra una condizione di mortalitΓ e immortalitΓ , tra questo mondo e un altro, piΓΉ sottile.
Kronos, padre di Zeus, rovesciato e sconfitto dallo stesso figlio, Γ¨ lβelemento archetipico che rappresenta il tempo e lβinesorabilitΓ del suo scorrere, del suo tramutare in polvere ogni cosa, della sua potenza, immensa e titanica. Gea rappresenta la terra. Ouranos, invece, Γ¨ legato alle profonditΓ del cielo. Terra, Tempo e Cielo. A porre ordine a tutto questo, da una condizione di caos primigenio, con giganti e titani che camminavano sulla terra, arrivΓ² Zeus, ponendo fine alla βbarbarieβ e ponendo le fondamenta di un nuovo ordine cosmico sul βlogosβ.
Zeus è irato con Prometeo perchΓ© teme unβelevazione da parte dellβumanitΓ a una condizione divina. Ma, soprattutto, perchΓ© il titano ha disobbedito a un suo preciso ordine. Prometeo Γ¨ lβeroe che salva lβumanitΓ dallβoscuritΓ della notte e dalla vulnerabilitΓ della sua condizione, donandogli il fuoco e, allo stesso tempo, la ragione con cui usarlo.

Ogni esempio mitico preso dalla tragedia attica svolgeva la funzione di βcatarsiβ, ovvero, elevazione psichica e spirituale tramite la visione orrorifica e terribile di omicidi, come per esempio Eracle che uccide i suoi stessi figli, o Medea, nipote di Circe, strega barbara in terra di Grecia, che assassina ripudiata la sua stessa stirpe, per non assicurare allo sposo Giasone una discendenza.
Si tramanda pure che Prometeo avesseΒ cinque coppie di fratelli gemelli. Allβinizio i fratelli erano virtuosi e saggi, ma col passare del tempo si lasciarono prendere dallβaviditΓ . Gli dΓ¨i allora mandarono una tempesta che distrusse il loro paese (in ciΓ² potendosi trovare dei notevoli parallelismi con la tradizione andina delle umanitΓ antidiluviane, egualmente βtitanicheβ). Due di questi fratelli, Atlante e Menezio, sopravvissero al diluvio e si unirono a Cronos e altri titani per combattere gli dΓ¨i olimpici. Zeus li sconfisse, mandΓ² in esilio Menezio e condannΓ² Atlante a portare il Cielo sulle spalle per lβeternitΓ . Prometeo, da parte sua, si schierΓ² dalla parte di Zeus, unendosi alla lotta solo quando oramai volgeva al termine e suggerendo al fratello Epimeteo di fare altrettanto. Come premio, egli ebbe la possibilitΓ di accedere liberamente allβOlimpo.
Zeus, per la stima che riponeva in Prometeo, gli diede lβincarico di forgiare lβuomo. Prometeo lo modellΓ² dal fango e lo animΓ² con il fuoco. Elemento che nel mito indica sia la fiamma in quanto strumento, sia lβenergia vitale. La cosmogonia e la mitologia dellβEllade risente fortemente di influssi del vicino Oriente, i greci intrattenevano rapporti commerciali con cittΓ β stato a Est del mar Mediterraneo.

Dellβamicizia che provava per gli uomini Prometeo diede testimonianza fin dalla prima volta che se ne dovette occupare. Quando insieme al gemello ricevette da Atena e dagli altri dΓ¨i un numero limitato di βbuone qualitΓ β da attribuire agli esseri viventi, essendosi reso conto che Epimeteo avesse distribuito i talenti in maniera diseguale e priva di pianificazione, al punto che arrivati alla progenie umana non vi erano piΓΉ qualitΓ da assegnare, Prometeo rimediΓ² subito rubando ad Atena uno scrigno in cui erano riposte lβintelligenza e la memoria, che donΓ² agli umani, unici a possederle in tutto il regno animale, cosΓ¬ come il fuoco.
Da una parte il fuoco rappresenta il Logos, ma dallβaltra Prometeo incarna la natura selvaggia dellβantica cosmologia, contrapposta alla razionalizzazione attuata dalla societΓ della polis sul mondo esterno alla civiltΓ ellenica considerato βbarbaroβ e irrazionale. Il senso stesso del tragico si fonda esattamente sulla sfera della non-razionalitΓ , sulla rappresentazione mitica delle ombre inconsce della popolazione greca della polis e dellβuomo stesso. Aristotele nella PoeticaΒ scrive che la tragedia non Γ¨ altro che lβevoluzione delle forme primitive del ditirambo e dei canti delle falloforie. Nel caso della tragedia gli attori sono aumentato da due con Eschilo a tre con Sofocle, che inserΓ¬ lβuso della scenografia, e con lβevoluzione della tragedia stessa iniziΓ² ad essere utilizzato il trimetro giambico. La tragedia deriva, secondo il filosofo ateniese, direttamente dallβepica:
Β« Tragedia dunque Γ¨ mimesi di unβazione seria e compiuta in se stessa, con una certa estensione; in un linguaggio abbellito di varie specie di abbellimenti, ma ciascuno a suo luogo nelle parti diverse; in forma drammatica e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietΓ e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare lβanimo di siffatte passioni. Dico linguaggio abbellito quello che ha ritmo, armonia e canto; e dico di varie specie di abbellimenti ma ognuno a suo luogo, in quanto che in alcune parti Γ¨ adoperato esclusivamente il verso, in altre invece cβΓ¨ anche il canto). Β»

In questa definizione di tragedia Aristotele introduce il concetto di βcatarsiβ, purificazione dellβanimo tramite la visione di eventi che suscitano emozioni irrazionali nellβimmaginazione dei fruitori. Il senso tragico per la cultura greca antica si fonda sullβirrazionalitΓ , che tramite lβesplicazione dellβesperienza della rappresentazione teatrale, e del βmythosβ, il racconto rappresentativo, trova la sua applicazione. La tragedia greca antica si fonda sullβaddomesticamento di emozioni irrazionali, canalizzate attraverso la facoltΓ immaginativa. Lβepica Γ¨ fortemente caratterizzata dallo spirito irrazionale, incarnato in etΓ antica dallβelemento divino e mistico. Nella tragedia di Eschilo, Prometeo rappresenta il coraggio titanico della natura elementale legata alla terra contrapposto alla fredda razionalizzazione del βlogosβ. Ma lo stesso βlogosβ vive dβirrazionale, si alimenta dalla stessa paura dellβignoto, che diventa contemplazione dellβabisso stesso e desiderio di conoscere lβinfinito, sehnsucht,Β mentre Prometeo cade, alla fine della tragedia, nel Tartaro.
Ermes: Β«Eppure tali gesti dβarroganza ti hanno fatto approdare a questi maliΒ»
Prometeo: Β«Questa sventura non la cambierei con la servitΓΉ, sappilo beneΒ»
Il Tartaro indica, nella cosmogonia di Esiodo, e nella tradizione greca, un luogo oscuro e tenebroso, situato talvolta βal di sottoβ e talvolta βai confiniβ della terra. Prometeo, esempio di hybris, arroganza nei confronti degli dΓ¨i, e di sapienza naturale terrena, simbolo dellβelemento del fuoco, cade nellβabisso, fiero, titanico nel suo decadere. Il Tragico diviene ciΓ² che i Romantici tedeschi e la filologia ottocentesca chiama Sublime, percezione dβassoluto e dβinfinito.
