Nelle montagne giapponesi si trova una misteriosa rete di cunicoli megalitici, conosciuta come Β«tunnel di TonkararinΒ». Dallβaspetto millenario, si pensa che siano stati scavati tra il periodo Yayoi e quello Kofun. Alcuni ipotizzano che il tunnel sia in realtΓ una sorta di santuario shintoista, usato in certi rituali collegati al vicino tumulo funerario di Eta Funayama, ma la tradizione folklorica di Nagomi ne fa il mitico nascondiglio della dea Amaterasu.
di Marco Maculotti
traduzione dellβarticolo Delving into the Depths of Japanβs Mysterious Tonkararin Tunnels di Elizabeth Moore, pubblicato su Ancient-Origins.net
Allβinterno delle montagne giapponesi nella regione del Kyushu settentrionale si trova una misteriosa rete di cunicoli megalitici nota come Β«tunnel di TonkararinΒ». Questa antiche strutture risalgono probabilmente al V o VI secolo, anche se la loro etΓ effettiva rimane sconosciuta. Archeologi, scienziati e gente del posto discutono costantemente sul motivo per cui Γ¨ stato edificato questo sistema di tunnel. Alcuni accademici ipotizzano che sia stato storicamente usato in certi rituali shintoisti collegati al vicina tumulo di Eta Funayama, ma ci sono persino sostenitori della teoria, derivata dal folklore locale, secondo cui sarebbe il mitico nascondiglio della dea Amaterasu, cui si ritiene essere lβAntenato mitico della dinastia imperiale giapponese.
Questa antica serie di tunnel Γ¨ stata scoperta dagli archeologi solo nel XVIII secolo e riesaminata negli anni β70. Misura circa 1.460 piedi (445 metri) di lunghezza e varia in larghezza e altezza. Nel punto piΓΉ alto il tunnel raggiunge i 13 piedi di altezza (4 metri) con le aree che si restringono al punto da permettere a malapena il passaggio. Queste misurazioni hanno spinto gli archeologi a teorizzare che questi tunnel siano stati originariamente condotti acquiferi naturali che porterebbero alle tombe Kofun nelle vicinanze. A prima vista questa teoria sembra essere logica. Il sistema di tunnel, infatti, corre lungo il pendio di una montagna e percorrendolo si puΓ² giungere alle tombe Kofun in cinque o dieci minuti.
Tuttavia, a un esame piΓΉ attento, gli archeologi misero da parte questa teoria. Una rapida ricerca delle immagini chiarifica il motivo: i tunnel hanno un design pulito, palesemente artificiale, e dunque non possono essere cunicoli naturali formati dal passaggio dellβacqua. Lβingresso rettangolare conduce ad una scala digradante verso lβinterno delle gallerie. Quindi, mentre alcune fessure delle gallerie potrebbero essere state causate dallβerosione dellβacqua e del vento, lβingresso e le scale sono stati chiaramente scolpiti a mano con grande cura. Questa rovina megalitica si snoda nellβoscuritΓ variando in larghezza e altezza. Chiaramente questi tunnel sono stati eretti centinaia se non migliaia di anni fa, ma quando sono stati creati esattamente e da chi?

Quando furono creati questi misteriosi tunnel? Panoramica sui periodi Yayoi (300 a.C. β 300 d.C.) e Kofun (250 β 550 d.C.)
Il sistema di tunnel di Tonkararin si trova a Nagomi, una cittΓ nella Prefettura di Kumamoto nel Kyushu settentrionale. Questa zona rurale ha una storia ricca e lunga, ricca di avventi e cadute di diverse civiltΓ . Molti ricercatori associano questo tunnel alla tomba di Eta Funayama, che risale probabilmente al periodo Kofun. Ma potrebbe essere ancora piΓΉ antico? Per scoprirlo, dobbiamo esaminare il periodo Yayoi che ha inaugurato le tradizioni Kofun.
Il periodo Yayoi si colloca tra il 300 a.C. e il 300 d.C. Questo periodo ha portato molti cambiamenti in Giappone, probabilmente provenienti dalla Corea, compresa la coltivazione del riso. Allora gli antichi giapponesi vivevano in case dal tetto di paglia e semi-sotterranee. Risale a questa era lβerezione di dolmen nellβambito delle nelle pratiche funerarie. Quando questa pratica funebre raggiunse il Kyushu settentrionale si fuse con quella della fossa funeraria e presso i dolmen vennero sepolti oggetti funerari come vasi e perle tubolari. La cultura Yayoi portΓ² nuovi cambiamenti in Giappone e potenzialmente modificΓ² il sistema di tunnel di Tonkararin. Considerando che questa cultura utilizzava i fossati per molti scopi, la fessura allβinterno di questa montagna potrebbe averli ispirati.

Subito dopo il periodo Yayoi, il periodo Kofun iniziΓ² nel 250/300 d.C. e terminΓ² intorno alla metΓ del sesto secolo della nostra era. Il nome di questa epoca deriva dai tumuli funerari Kofun sparsi per tutto il Giappone, che contenevano le camere tombali dei membri della classe dirigente. Queste tombe avevano, se viste dallβalto, una forma simile a un buco della serratura, diventando piΓΉ complesse con il passare del tempo. Al terzo secolo generalmente risalgono tombe disadorne e semplici, tuttavia il quarto e il quinto secolo videro il sorgere di molti piΓΉ tumuli funerari, e molto piΓΉ ricchi, a significare lβunificazione del potere della classe dirigente. Le ceramiche Sueki presenti in queste tombe sono stranamente simili alle porcellane moderne dei giorni nostri e contenevano pigmenti grigio-blu. Il periodo Kofun del VI secolo ricordava le grandi tombe del Nuovo Regno dβEgitto, con pareti dipinte, grandi sarcofagi, corredi funerari di specchi di bronzo, spade, bardature per cavalli, sculture ornate e bellissimi vasi di argilla.
Il periodo Kofun Γ¨ caratterizzato da una parte dallβunificazione sotto un unico potere dellβintero arcipelago nipponico, dallβaltra dellβadozione dello shintoismo come religione imperiale: lβunificazione dei culti mise in connessione diversi villaggi che prima non avevano mai avuto rapporti reciproci. Una credenza che unificΓ² lβarcipelago fu la tradizione di Amaterasu, la Dea Solare ritenuta lβAntenato mitico degli imperatori del Paese del Sol Levante. Un topos comune in questa tradizione vuole che la dea si nasconda allβinterno di una grotta rocciosa: non sorprende quindi che le credenze locali di Nagomi abbiano connesso il mito della presenza della dea ai tunnel di Tonkararin.

PerchΓ© i periodi Yayoi e Kofun sono importanti? La risposta Γ¨ semplice: perchΓ© in quellβepoca vissero i plausibili architetti di questi misteriosi tunnel. Durante il periodo Yayoi probabilmente si tentΓ² di creare un sistema di cunicoli scavati nel fianco della montagna ad uso agricolo: questi tunnel avrebbero potuto rappresentare una scorciatoia per portare acqua alle risaie. Sfortunatamente, non ci sono prove archeologiche a supporto di questa teoria.
Allora, che dire del periodo Kofun? Durante questβultimo, come abbiamo visto, tumuli funerari a forma di serratura iniziarono a spuntare in tutto il Giappone. Questi condividevano la struttura col dolmen del periodo Yayoi, ma aggiungevano ulteriori dettagli, come pareti dipinte e sarcofagi. Il sistema di tunnel di Tonkararin Γ¨ a meno di dieci minuti a piedi dal tumulo funerario di Eta Funayama: per questo, molti archeologi hanno teorizzato che questo sistema di tunnel sia in realtΓ collegato sia per la posizione che βanimicamenteβ (nel senso shintoista del termine) a questo tumulo. I sostenitori di questa ipotesi ritengono che venissero utilizzati in certi rituali sciamanici e shintoisti.

Lβinfluenza della pratica religiosa shintoista
Le prove archeologiche delle prime pratiche religiose shintoiste dimostrano il loro collegamento con lβagricoltura, lβapprovvigionamento idrico e la navigazione. I rituali includevano specchi e spade, due oggetti che potevano aiutare il dispiegarsi delle forze spirituali.
Lo specchio, tra le altre cose, viene venerato come oggetto sacro, epifania della Dea del Sole Amaterasu. Per completare il rituale shintoista dello specchio bisogna compiere un pellegrinaggio al santuario locale: allβarrivo ci si deve innanzitutto inginocchiare davanti allo specchio appeso allβingresso. Successivamente il fedele si deve inchinare davanti allo specchio e osservare il proprio riflesso: questa ritualitΓ avrebbe lo scopo di Β«riflettere il sΓ© interioreΒ» e di purificare lβadoratore. Infine il neofita deve raggiungere il sancta sanctorum e inchinarsi davanti allo specchio che vi Γ¨ conservato. Gli specchi del santuario, su cui il fedele medita, sono considerati il corpo di Amaterasu nella sua forma terrena.
Secondo Bernard, la religione shintoista e lβecologia camminano mano nella mano. Le pratiche rituali shintoiste sono in larga parte esperite allβaria aperta, il che spiega perchΓ© molti dei santuari si trovano sui lati delle montagne, vicino a fiumi e a vaste foreste. Lβambiente naturale ha un ruolo da protagonista nelle credenze shintoiste. Il folklore afferma che lβesistenza di un santuario shintoista vicino a un villaggio migliora i frutti dellβagricoltura, perchΓ© le divinitΓ porteranno un raccolto piΓΉ abbondante. Un altro scopo del santuario shintoista perΓ² Γ¨ quello di connettere gli esseri umani del villaggio alle forze spirituali, nonchΓ© di proteggerli dal caos che potrebbero portare gli spiriti della natura allβinterno dellβambiente sociale urbano.

Tesori del tumulo funerario di Eta Funayama
Il sistema di tunnel di Tonkararin, come detto, si trova a breve distanza dal tumulo funerario di Eta Funayama. Questo fu scavato dagli archeologi per la prima volta nel 1873, unβimpresa impressionante considerando che il tumulo Γ¨ una tomba a forma di buco della serratura lunga sessantadue metri. Allβinterno di questa tomba, gli archeologi hanno trovato un dolmen, o un masso-sarcofago.
Sepolti sotto questa grande lastra di pietra vennero trovati alcuni specchi di bronzo finemente lavorati, e man mano che gli archeologi scavavano sempre piΓΉ a fondo la grande tomba ne furono scoperti sempre di piΓΉ, ognuno dei quali decorato con immagini di divinitΓ e animali di origine sconosciuta. Γ probabile che questi specchi avessero unβimportante valenza regale. Uno di questi specchi di bronzo decorato con quattro bestie Γ¨ oggi esposto al Museo Nazionale di Tokyo.
In piΓΉ, sono sono state trovate perle di forma tubolare, di differente colore e dimensioni, che ricordano la cultura Yayoi e i tumuli coreani, e gioielli del tipo Magatama (a forma di βvirgolaβ) in giadeite, sorprendentemente simili allβarte postmoderna. Furono trovate anche armi come spade di ferro e persino armature. Chiaramente, qui vi erano sepolti dei guerrieri, o quantomeno qualcuno che si era preparato ad andare in battaglia.
Magatama Magatama Specchio di bronzo Copricapo regale in bronzo Specchi di bronzo
Forse la scoperta piΓΉ famosa del tumulo Eta Funayama Γ¨ stata fatta dai residenti locali. La storia di come ciΓ² sia precisamente avvenuto si perde nel passato. Tuttavia, ciΓ² che rimane Γ¨ il ritrovamento di una corona e di una spada, entrambi in oro, con unβiscrizione, e di altri oggetti reali, tra cui copricapi in bronzo dorato, adatti per una regina, orecchini, anelli e piatti dorati.
Lβelenco dei manufatti trovati Γ¨ lungo e fornisce unβimmagine piΓΉ chiara della vita durante il periodo Kofun. La lavorazione di bronzo, ferro, argento e oro rivela una grande maestria. Le staffe a forma di anello, lβelmo dellβarmatura e lβarmatura corta raffigurano una societΓ pronta alla guerra. Le punte di freccia di ferro trovate insieme alle spade mostrano lβimportanza dei militari e implicano la stretta associazione tra questi e i reali. La gorgiera trovata allβinterno di questo tesoro suggerisce che anche i reali abbiano combattuto in battaglia; questo oggetto era simile allβarmatura, ma copriva il collo e forniva protezione per il viso.
Insieme a questi oggetti militari, Γ¨ stata localizzata una campana tripla. Questo oggetto unico ha probabilmente una valenza religiosa, importante soprattutto nei rituali individuali. Γ importante notare che le campane erano usate anche nellβambito dellβallevamento degli animali durante il periodo Yayoi: campane di varie dimensioni furono sepolte sul lato della collina, per favorire la fertilitΓ della terra e un fruttuoso raccolto. Allora perchΓ© questa campana fu sepolta nel tumulo di Eta Funayama? Articoli militari e gioielli sono prevedibili nella maggior parte delle grandi tombe; ma come si spiega la presenza di una campana a tre suoni, solitamente associata a un contadino? Forse la risposta si trova ancora allβinterno della montagna stessa.

Il museo di Tokyo conserva la maggior parte di questi manufatti, tuttavia molti sono andati perduti nel tempo, probabilmente anche venduti illegalmente in collezioni private, allo stesso modo dei tesori di Egitto, Pompei e Cina. Ci si deve chiedere, uno di questi manufatti mancanti potrebbe contenere la risposta ai tunnel di Tonkararin? Cβera un manoscritto dorato che ne spiegava lo scopo? O semplicemente non ci sono risposte vere a questo mistero? Forse la chiave per dare un senso a queste domande si puΓ² trovare facendo un passo indietro e considerando davvero il tunnel scavato nel fianco della montagna alla stregua di un santuario shintoista.
I tunnel di Tonkararin sono un santuario?
Se si tiene conto della storia delle pratiche religiose della regione giapponese del Kyushu e della conoscenza di una certa Β«geografia sacraΒ» strettamente connessa alla visione religiosa dello Shintoismo, sembra probabile che il sistema di tunnel di Tonkararin possa essere stato dopotutto proprio un santuario. In primo luogo, si trova in prossimitΓ della sua comunitΓ e sul pendio di una montagna, un luogo carico di sacralitΓ nella visione shintoista. In piΓΉ, esso Γ¨ ubicato a breve distanza da un importante tumulo funerario della classe sociale regale, e secondo alcuni pareri i due luoghi sarebbero in comunicazione oltre che in Β«connessione animicaΒ». Questa connessione sarebbe perfettamente sensata allβinterno di una concezione shintoista vertente sulla conoscenza geomantica dei cosiddetti Β«luoghi di potereΒ» (come puΓ² essere appunto un tumulo funerario dove sono sepolti personaggi gloriosi); sempre a patto, ovviamente, di interpretare i tunnel alla stregua di un santuario shintoista, da cui gli monaci avrebbero esercitato la propria ritualitΓ in connessione con il tumulo di Eta Funayama.
Questo misterioso sistema di tunnel che esiste da centinaia se non migliaia di anni, allora, potrebbe essere davvero il prototipo dei santuari shintoisti. I suoi muri di pietra accuratamente scolpita e lisciata, in gran parte fusi allβinterno del panorama naturale, denotano un grande rispetto per la natura circostante. Forse la stessa Dea Solare Amaterasu, sostengono gli abitanti di Nagomi, Γ¨ scomparsa in questo pendio roccioso, per nascondersi dal suo indisciplinato fratello, il dio della tempesta Susanoo. In ogni caso, in qualunque misura si voglia dar credito alla tradizione locale, il sistema di cunicoli sotterranei del Tonkararin rimane anche per i profani un luogo carico di energia sacra, affascinante e misterioso.

La forma a serratura la si trova uguale nei santuari dellβacqua in Sardegna,vari video su youtube,sorgono molte domande.