Evadere dalla prigione della mente: “Gormenghast” di Mervyn Peake

Pittore allucinato ed immaginifico, artista poliedrico e visionario, costretto da continui crolli nervosi a prolungati soggiorni in case di cura e ospedali psichiatrici, Mervyn Peake affida proprio alla parola scritta il compito di esorcizzare le tenebrose ossessioni che alla fine lo divoreranno. Sul tempestoso mare di un universo onirico insieme nutrito e minacciato dagli eccessi di un’insania autodistruttiva, s’inarcano le arabescate, funamboliche architetture del castello di Gormenghast, mostruosa, aggrovigliata, ciclopica concrezione delle paure incontrollabili che attanagliano l’anima dello scrittore inglese.