OGNI ANIMA È UNA STELLA — 2) Mircea Eliade

Bentrovati al secondo appuntamento della rubrica astrologica “Ogni anima è una stella”. Dopo aver analizzato nel primo articolo di questo ciclo il tema natale di Gustav Meyrink possiamo passare a un tema natale altrettanto suggestivo: nato il 13 marzo 1907 a Bucharest, Mircea Eliade fu uno dei più importanti autori del pensiero tradizionale del secolo scorso. In questa sede parleremo del suo tema natale in relazione alla sua biografia e al suo pensiero.

di Flavio Margotti

REVISIONE DI MARCO MACULOTTI

Mircea Eliade fu principalmente un fenomenologo delle religioni, antropologo, filosofo e saggista; studioso del mondo arcaico e orientale, esperto di yoga e di sciamanesimo, questa generale prima osservazione ci riporta a un primo aspetto del cielo di nascita, tornato in questo ciclo temporale attuale dal giorno 7 di marzo: l’entrata di Saturno in Pesci. Saturno che è la componente associata alla concentrazione, maestria, controllo realizzazione dell’uomo, si trova in un segno liminale che rappresenta l’interazione dell’uomo con il flusso delle energie emotive che nel suo abisso lo abitano, e lo portano a cercare un qualcosa di meno, l’immersione e il rilascio di sé nella voragine della verità che inghiotte tutto e lo processa verso il silenzio, un nuovo inizio. I Pesci sono infatti una zoofania cosmologica che esprimono il contatto con il “caos” oceanico della realtà sincronica. Meglio spiegano le sue stesse parole:

“Trasformando tutti gli atti fisiologici in cerimonie, l’uomo arcaico si sforza di «passare oltre», di proiettarsi oltre il tempo (del divenire), nell’eternità.”

“Per curarsi dell’opera del tempo, occorre ritornare dietro e ricongiungersi all’inizio del mondo.”

Questa percezione della realtà “da dentro il grembo”, questa ricerca di una “coscienza fetale”, primordiale e super-personale è volta alla risoluzione e al superamento dell’“orrore cosmico” dato dall’eternità del tempo. D’altronde stiamo parlando dell’autore di un libro come Il mito dell’eterno ritorno:

“Un fatto ci ha soprattutto stupito nello studiare le società tradizionali: la loro rivolta contro il tempo concreto, storico, la loro nostalgia di un ritorno periodico al tempo mitico delle origini, al «grande tempo». Il senso e la funzione di quelli che abbiamo chiamati «archetipi» e «ripetizione» si sono rivelati a noi solamente quando abbiamo colto la volontà di quelle società di rifiutare il tempo concreto, la loro ostilità a ogni tentativo di «storia» autonoma, cioè di storia senza regolazione archetipica.”

Qui la voce di Saturno cerca di interrompere l’eterno scorrere di una realtà “liquida” (inconscio). Saturno che pesca nello stagno del caos è l’uomo che attraverso questo aspetto ammaestra le proprie emozioni per cristallizzarle e studiarle in modo più tangibile attraverso i simboli e il mito, e da un punto di vista più elevato indica una rettificarsi, un temprarsi attraverso lo scontro della coscienza razionale con la profondità, un saper prendere esperienza della forza distruttrice dell’inconscio. Per di più il Pesci è il segno di domicilio di Giove (e Nettuno) e dunque strettamente connesso con i temi della filosofia e soprattutto della religione, e Saturno come dio del tempo è dispositore del concetto di storia.

Questa determinata fusione è espressa integralmente dal concetto di storia delle religioni, ossia cristalizzazione del sapere divino: trattare in modo concreto, dedito, disciplinato la spiritualità, l’osservare gli eventi divini, eterni, attraverso quelli umani, profani e cronologicamente inquadrabili. Questi elementi che sono centrali nel pensiero di Eliade denotano una concezione di “storia” che si differenzia dalla “storia profana”: è invece una storia totale, che ammette i limiti cronologici pur di cogliere la forza eterna e attiva operante prima delle cicliche rappresentazioni, la storia sacra di cui il mito è dispensatore.

Saturno è per di più congiunto al Sole, accrescendo le sue influenze nella vita del nativo (dal caratteristiche temperamentali a quelle somatiche-corporee e professionali); questo aspetto indica una persona che si concentra su se stesso, separato dall’esterno, tecnico e serio, immischiato nella sua opera, che asservisce se stesso per sostenere una volontà, spesso porta un atteggiamento melanconico, nichilista o pessimista, dà partecipazione alla politica. Questo aspetto lo si può vedere dalla adesione di Eliade al pensiero del mistico nazionalista Corneliu Zelea Codreanu. Per di più Saturno, squadrando la visione del mondo, è facile che porti “estremismo” o comunque una visione rigida, radicale, fredda della società e la fascinazione verso il “totalitarismo”, un aspetto che si potrebbe sintetizzare attraverso le parole: frangar non flectar.

Una delle radici di questo aspetto è dovuta all’importanza del padre nella vita e nella percezione del nativo, all’archetipo del padre. Da un punto di vista più psicoanalitico si può osservare una ammirazione del padre e allo stesso tempo il volerlo detronizzare/evirare, estirpare (la rivolta di Kronos verso il padre Urano) ossia “diventare proprio padre” (indipendenza). Una influenza del padre che si scorge dalla sua biografia fu che quest’ultimo registrò la nascita del figlio quattro giorni prima della data effettiva, per coincidere con la festa liturgica dei Quaranta Martiri di Sebaste: questo ci permette di inquadrarlo come un padre fortemente religioso e con l’idea di proiettare su un solco il proprio figlio.

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Iniziando a trattare le parti più personali del tema natale osserviamo che il nativo è Pesci ascendente Acquario, denotando una spinta all’innovazione e una coscienza super-individuale dell’io che si ritrova nell’elevato idealismo delle sue opere, le quali esulano dalla persona del soggetto e tendono al “futuro” dell’umanità (oltre che alla ricerca e alla comprensione del suo passato, storico come immaginale). Eliade possiede una Luna positivamente ubicata in Pesci e in I casa, ossia una mente che cerca di immergersi nella realtà circostante, di identificarsi con l’oggetto osservato, e tutto ciò si aggiunge a un’elevata sensibilità e capacità poetiche. Le emozioni sono soprattutto connesse ad associazioni, intuizioni, immaginazioni, ricerca e necessità di ispirazione, di sentire e fondersi attraverso i propri obiettivi.

Il rapporto con la madre è spontaneo, costruttivo e probabilmente si ha una madre presente e il rapporto con la “donna” o l’archetipo femminile è ben atteso, eccetto per alcune complicanze. Infatti sappiamo che oltre ai molti mutamenti nel campo delle sfere affettive, Eliade finisce per sposare una donna con una condizione esistenziale difficile da gestire:

“Nina Mareş non aveva solo una complicata situazione finanziaria, ma anche una tragica storia alle spalle. Era stata sposata con un ufficiale ed era caduta in preda a un’improvvisa passione per un tenente di Brasov. Per quest’ultimo ha lasciato il marito e ha abbandonato il matrimonio. Tuttavia, la famiglia dell’amante si è opposta alla relazione. Il tenente fu inviato in missione a Parigi e fu forzatamente sposato con un’altra donna. Nina ha appreso la notizia dai giornali, mentre aspettava il rientro a casa del fidanzato ed ha avuto uno shock. Eliade l’ha incontrata come una donna single, con una bambina di 11 anni da mantenere.”

“Era piccola, bionda, una buona amica e, anche se, come scoprii in seguito, conduceva una vita dura, rideva sempre, era discreta, non parlava dei suoi guai.”

Ma questa complessità non è data dalle dinamiche della Luna, bensì piuttosto da un aspetto molto particolare del nativo, una Venere in XII casa congiunta al Nodo Nord e “senza aspetti”. In questa nascita maschile si può interpretare Venere come archetipo della Amante, che risiede in una casa alquanto ambigua quale la XII casa (associata agli isolamenti, alle prove più insolite), portando in Eliade un atteggiamento compassionevole verso le donne che più ricalcano una complessità profonda o problematica, caratterizzata da disturbi psichici e afflizioni esistenziali; per fare riferimento alla biografia:

“Sua moglie Nina Eliade si ammalò di cancro all’utero e morì durante il loro soggiorno a Lisbona alla fine del 1944. Come noterà in seguito il vedovo, la malattia fu senza dubbio causata da un’operazione di aborto che aveva subito all’inizio del loro vita di coppia. Ha poi ceduto agli attacchi di depressione, che sono stati esacerbati quando la Romania e gli alleati dell’Asse hanno subito pesanti sconfitte sul fronte orientale.”

Mircea e Nina Eliade

È un aspetto, questo, che ne fa un Amante-Artista, che cerca qualcosa che passa inosservato rispetto alle conquiste del mondo empirico; e questo è da associarsi a una certa sfida al destino, a un saper andare oltre, dato dalla congiunzione con il Nodo Nord. Queste caratteristiche proiettate verso la figura dell’amante sono autenticamente caratteristiche dello stesso Eliade: infatti Venere in XII casa porta a cercare amici insoliti, a trattare con gli altri in modo insolito o attraverso temi insoliti (ricordiamoci che è una Venere in Acquario e dunque ancora più “eccentrica” e “avanguardista”), e conduce l’artista a vedere la bellezza nella totalità (la Shakti cosmica), nell’ignoto e in ciò che è moralmente e socialmente evitato. Attraverso le sue parole ciò è decisamente più immediato:

 “Il sacro si manifesta sotto qualsiasi forma, anche la più aberrante.”

Il fatto che questa Venere sia senza aspetto ne aumenta notevolmente il carattere introverso e la profondità: quando un pianeta è senza aspetti viene percepito come distante rispetto alla spontaneità razionale e diventa un qualcosa di più intimo, e allo stesso tempo fatale, perché il pianeta non essendo trattenuto da altre forze è autonomo e la sua energia non è attenuata. Questo crea situazioni altalenanti nella vita e conferisce un certo senso di consapevolezza religiosa delle esperienze. Questa Venere si può associare a una visione tantrica della donna e del “tutto” come potenza, potenza associata in questo caso al Nodo Nord, cioè a un punto del cielo dove il nativo sperimenta una separazione con il proprio passato inteso come parte esclusivamente umana, giungendo a un riscatto della propria vita, attraverso un istinto realizzativo che amplifichi l’area della vita in cui giace. Ad esempio: realizzarsi individualmente attraverso le donne, avere una vita in cui l’amante è un punto di contatto tra il soggetto e il destino, e sapere che se si vuole compiere il proprio destino (non solo sentimentale, ma per così dire “totale”) bisogna tendere verso “l’amante” e per analogia a tutti i temi di Venere nella casa in cui giace.

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Un ultimo spunto di analisi deriva dal fatto che, essendo il Nodo Nord associato a una amplificazione di sé (un istinto spirituale ossia — senza intendere qualcosa di negativo — un “titanismo“) in quanto il Nodo Nord ossia la “testa del serpente” (vedi mito di Rahu e Ketu, e il concetto di “acuto pensiero”, “dai disegni tortuosi” associato a Prometeo e Kronos) è molto connesso alla politica, facendo di questa Venere una portatrice di idee politiche radicali connesse a profonde riflessioni, spietate verso la realtà empirica. Ricordiamoci che è in XII casa, associata tra l’altro ai “nemici nascosti” osservabile nell’idea di un complotto internazionale di cui bolscevismo e capitalismo erano viste come facce della stessa tirannia delle coscienze attraverso il materialismo e nella stessa dittatura del denaro con cui l’usura soggioga le nazioni e i regni, a favore di una sovversione della modernità vista come opposta alla funzione regolatrice della Romania tradizionale e alla forza salvifica della “cristianità cosmica”, e ciò non può non riportarci all’aderenza politica giovanile alla Guardia di Ferro.

Proseguendo la trattazione passiamo adesso a Mercurio, archetipo dell’ingegno che in questo quadro natale è caratterizzato da un intelletto audace, ardito, un impulso alla conoscenza e una padronanza attiva e autonoma del pensiero, composto da intuizioni dirompenti. Questo perché lo troviamo in Ariete, un Ariete dei primi gradi, tenendo dunque conto di sfumature poetiche e intuizioni più ampie e meno connesse con la futilità legate al Pesci. Interessante notare che si trova in I casa, propizia per l’acquisizione e il riconoscimento della propria cultura anche a livello sociale, e per di più è in contatto con Giove, a sottolineare una ragione connessa a interessi filosofici, simbolici, religiosi.

Essendo in Cancro i simboli, i miti, le conoscenze popolari, la connessione con gli antenati e i sistemi di culto arcaici, questi temi sono, nel caso di Eliade, analizzati in modo ancora più profondo, toccando anche le componenti meno chiare o socialmente condivisibili, essendo questo un Giove in Cancro congiunto a Lilith, una sorta di “sacerdote pagano” che non ha paura di integrare nello spirito il tabù, gli elementi più viscerali e poi scabrosi delle religioni, e soprattutto saper trattenere e attingere a un sapere pericoloso, comprendere da sé le meccaniche della magia e la struttura del rito.

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Questo aspetto è potenziato dalla vicinanza con Nettuno, ma soprattutto di Plutone in IV casa, casa in cui questo pianeta è molto forte, che porta il soggetto a indagare sulle proprie origini (anche in senso razziale) e a “mascherarsi nel presente” dietro l’ologramma spettrale di un antenato defunto. Sorge alla mente la pratica dell’osservazione del cranio dell’antenato e il culto domestico dei Lari e dei Mani, che a livello psicoanalitico simboleggia il tormentarsi per il passato, l’impostare i propri obiettivi in modo che essi collimino col sentito bisogno di una risoluzione del passato (talvolta legata alla famiglia) e/o di un anelito ad acquisire potere (soprattuto psichico) attraverso la famiglia.

Sappiamo dalla sua biografia che Eliade era un grande conoscitore di lingue, parlandone ben otto: rumeno, francese, italiano, inglese, tedesco, ebraico, persiano e sanscrito. Ciò ci riporta, come detto sopra, a Mercurio in I casa, ma soprattutto a un Marte in Sagittario (associato agli stranieri e alla comunicazione con l’estero) in X casa, da cui si può dedurre l’anelito a una “realizzazione” o piuttosto a una “conquista” della propria immagine individuale attraverso i viaggi (Marte come movimento fisico, di presenza e contatto) e la possessione di conoscenze linguistiche. Marte è inoltre connesso con la scrittura (nello scorso articolo, dedicato a Meyrink, è stato trattato questo discorso), dunque qui è connesso alla realizzazione come scrittore.

Sono le condizioni di questo Marte che ci illustrano l’ultima parte di questa trattazione astrologica, con riferimento all’ultima condizione della biografia, ossia la morte. A riguardo non ci sono molte informazioni ma si sa della malattia che colpì lo scrittore rumeno, ossia l’artrite, malattia che come tutti fenomeni esterni sono anagogicamente connessi a un fenomeno che avviene prima all’interno. Questa malattia è simbolicamente connessa a una mobilità del corpo, a una propulsione verso un atto dinamico più ordinato, ossia a Marte. In questo tema, infatti, abbiamo una tensione “malefica” (intendendo la declinazione tesa dei pianeti che l’astrologia nomina “malefici”) ossia un grande conflitto della maschilità: questo Marte è opposto a Plutone (associato peraltro ai microbi, ai virus e alle malattie) e in quadratura con Sole e Saturno.

Qui si può vedere il marchio che questa malattia pone, ossia lo stigma che colpisce socialmente e interiormente un certo tipo di scrittori, com’è il caso in questione, e al tempo stesso il contrappasso che essi subiscono derivante dalla peculiare visione del mondo resa esplicita tramite l’opera. Si potrebbe chiamare questa esperienza “morire nello scrivere”, e si potrebbe anche vederla connessa con il non essere più, improvvisamente, in grado di scrivere. È come se, a un livello prettamente fisico, le ossa smettessero di sostenere il corpo (lesione marziale di Saturno) e il movimento conseguentemente è ristretto, controllato (afflizione cronica di Marte); in ciò la professione e il ruolo esistenziale è talvolta minato (il Sole “colpito” da una congiunzione con un pianeta “malefico” in aspetto conflittuale con un’altro “malefico”).

Tuttavia, in conclusione, tutte queste configurazioni astrali talvolta sfavorevoli se non addirittura “malefiche” non hanno certo fermato Mircea Eliade sulla sua via realizzativa: le stelle hanno solo scalfito lievemente l’antico acciaio del suo carattere, ascetico di natura attraverso Chirone congiunto all’ascendente e da questo “canalizzato”:

“Le immagini, i simboli, i miti non sono creazioni irresponsabili della psiche; così rispondono a una necessità e adempiono una funzione importante: mettere a nudo le modalità più segrete dell’essere.”


Composizione planetaria:

♃- 17 %

♄- 13 %

♆- 13 %

☽- 11 %

♅- 11 %

♂- 9 %

☉- 8 %

♀- 7 %

☿- 6 %

♇- 5 %

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