Il mitologema della ยซstanchezza cosmicaยป e della ยซsofferenza della terraยป, a cui segue immancabilmente unโazione divina volta allo spopolamento del pianeta โ che sia una guerra tra dรจi o un diluvio inviato dal cielo โ per bilanciarne gli equilibri irrimediabilmente compromessi, si ritrova con notevoli corrispondenze in diverse tradizioni indoeuropee, o piuttosto indomediterranee: in India e Iran cosรฌ come nellโantica Grecia, e in parte anche nella tradizione veterotestamentaria.
di Rosa Ronzitti
(Atti del Decimo Convegno Internazionale di Studi Sanscriti, Biella 15 ottobre 1999)
articolo originariamente pubblicato sul profilo Academia.edu dellโAutrice e successivamente ripubblicato su EreticaMente
copertina: illustrazione del Mahabharata
1. Il motivo della โguerra di spopolamentoโ rappresenta un caso di concordanza greco-indiana da tempo noto agli studiosi [1]: tanto le saghe di Troia e di Tebe quanto il grande scontro fra Pฤแนแธava e Kaurava erano infatti motivati, sub specie divina, come interventi volti a riequilibrare il rapporto fra popolazione e ambiente. Sebbene in India tale motivo appaia ben sviluppato solo a partire dalย Mahฤbhฤrata, passando poi, con vari adattamenti, aiย Puraแนa, รจ stato opportunamente rilevato come la concezione di una terra (sop)portatrice del peso di uomini e cose sia giร ben presente nelย Rฬฅgveda (RV)ย e nellโAtharvaveda (AV)โ. Qui gli elementi che gravano sulla terra sono โmontagneโ (RV V 84.1; AV-VI 17.3), โalberiโ (RVX 60.9; AVIV 26.5; VI 17.2), โuominiโ (AV IV26.5; XII 1.15), โcolonne sacrificaliโ (RV X 18.12); la terra รจ inoltre โportatrice di tuttoโ, viลvaแนbharฤฬย (AV XII 1.6). Prevale, in questi passi, lโuso della radiceย bhar-, da intendersi nella triplice, pregnante accezione di โportare, generare, sopportareโ. La differenziazione talora individuabile in vedico fra โterra divina, animataโ (prฬฅthivฤซฬโ) e โsuoloโ (bhลซฬmi-) [2] rende possibile che la terra sopporti il peso di se stessa, come in RV VII 34.7:
รบd asya ลรบแนฃmฤd bhฤnรบr nฤฬrta bรญbharti bhฤrรกm prฬฅthivฤซฬ nร bhรนma
โCome un raggio di sole [si irradia], cosรฌ [il sacrificio] si รจ irradiato dalla sua energia; porta il peso come la terra il suoloโ.
In questa stanza la sopportazione della terra รจ assunta come elemento topico di similitudine, non diversamente che inย AVย VI 17, un incantesimo per scongiurare lโaborto il cuiย refrainย suona:
yรกtheyรกm prฬฅthivฤซฬ mahฤซฬ dadhara โฆ
evฤฬ te dhriyatฤแน gรกrbho รกnu sลซฬtuแน sรกvitaveโCome questa grande terra porta saldamente [lโembrione, gli alberi, le montagne, gli esseri viventi], cosรฌ il tuo embrione rimanga saldo [nel grembo] dopo il concepimento perchรฉ possa nascere!โ.
Il passo piรน interessante รจ perรฒ offerto daย AV XII.I, il celebre inno in cui la terra, dedicataria del componimento, viene definita โpazienteโ (str. 29):
vimลฬฅgvarฤซแน prฬฅthivฤซฬm ฤฬ vadฤmi/ kแนฃamฤฬแน bhลซฬmiแน brรกhmaแนฤ vฤvrฬฅdhฤnฤฬm
โLa terra pura invoco, il suolo paziente, accresciuto dalla formula sacraโ.
Si tratta della prima attestazione in antico indiano dellโaggettivoย kแนฃamรกโ โpaziente, sofferenteโ, corradicale diย kแนฃam-ย โsoffrireโ(RV+). La menzione diย kแนฃamรก-ย accanto aย prฬฅthivฤซฬโe aย bhลซฬmi-ย rivela la volontร di trovare unโetimologia perย kแนฃรกm-ย (nom.ย kแนฃฤฬแธฅ), il nome indoeuropeo della โterraโ, qui assente ma in realtร suggerito dallโunione del significanteย kแนฃamฤฬmย con i significati diย prฬฅthivฤซฬโ eย bhลซฬmi-. La โterraโ porta quindi scritto nel suo stesso nome (kแนฃรกm-) quellโatteggiamento โpazienteโ (kแนฃamรก-) che la caratterizza nella fatica, quotidiana ed eterna, di (sop)portare il peso di tutte le creature. Nella lingua classica, peraltro, molti epiteti sostitutivi del nome, qualiย dharaแนฤซ, dharitrฤซ, bhฤratฤซ, โla portatriceโ, e lo stessoย kแนฃamฤ si riferiscono al compito cui la terra รจ stata destinata.

2. Nelย Mahฤbhฤrata il tema del delicato equilibrio fra popolazione e ambiente รจ centrale: la terra in persona si reca presso gli dรจi per chiedere di essere alleggerita dal peso eccessivo degli uomini, cresciuti a dismisura; gli dรจi le promettono allora di scatenare un sanguinoso conflitto che spopolerร il mondo. Il noto motivo, che รจ ritenuto giร indoeuropeo se non addirittura indomediterraneo (vd. par. 6), assume molte implicazioni nella letteratura epica e puranica e si intreccia con il mito del diluvio. Le testimonianze delย Mahฤbhฤrataย sono molteplici; si offre di seguito unoย specimen dei luoghi significativi [3]:
a. I.58: La terra, grazie allโopera di Rฤma, prospera sotto ilย dharma. Gli uomini si moltiplicano, ma anche gli Asura, incarnatisi nelle piรน diverse creature, crescono di numero. La terra non puรฒ piรน sopportare il suo stesso peso e si reca da Brahmฤ chiedendo di essere alleviata. Brahmฤ esorta gli dรจi a scendere sulla terra e a sterminare gli Asura;
b. III.42: Arjuna riceve la verga da Yama (il dio della morte) con il compito di alleggerire la terra;
c. III.141 (ed. Bombay) [4]: Lomaลa racconta a Yudhiแนฃแนญhira che Viแนฃแนu, in forma di cinghiale, riportรฒ in superficie la terra, sprofondata nellโoceano a causa del peso delle troppe creature che avevano cessato di morire perchรฉ Yama, dio della morte, non esercitava il suo ufficio;
d. III.186: Mฤrkaแนแธeya narra che alla fine di ogniย kalpaย i costumi morali e religiosi decadono; troppi uomini nascono, un grande diluvio รจ necessario per purificare la terra (non si fa perรฒ esplicito accenno alla โsofferenzaโ);
e. VII.52-54 (ed. Bombay) [5], XII.248-250: Bhฤซแนฃma spiega a Yudhiแนฃแนญhira lโorigine della morte. In principio Brahmฤ dovette bruciare le creature moltiplicatesi in eccesso perchรฉ la terra in persona, oppressa dal loro peso, gli disse che aveva paura di affondare; in seguito il dio risolse ogni problema creando la morte, donna bellissima le cui lacrime di compassione verso gli esseri viventi generano disgrazie e malattie;
f. XI.8: Vyฤsa consola Dhrฬฅtarฤแนฃแนญra, prostrato dalla guerra e dallo sterminio dei figli, spiegandogli che ciรฒ avviene per una necessitร superiore: la terra ha chiesto di essere alleviata dal peso degli uomini;
g. XII.202: Viแนฃแนu, incarnandosi in cinghiale, salva la terra oppressa dagli Asura e dai Dฤnava.

Dai numerosi accenni contenuti nel poema risulta che lโalleggerimento della terra non รจ solo motivazione contingente della guerra in atto sulla piana di Kuru: esso si รจ ripetuto allโinizio dei tempi, nella mitica etร chiamataย Krฬฅta (brano c) o quando ancora la morte non esisteva e Brahmฤ dovette crearla non per odio verso le creature ma per necessitร di liberare il mondo (e). Lโineluttabilitร della morte รจ argomento di consolazione per il re Anukampaka, incapace di accettare la scomparsa del figlio (e), e per Dhrฬฅtarฤแนฃแนญra (f), che, solo dopo aver ascoltato le sagge parole di Vyฤsa, รจ in grado di inscrivere la propria disgrazia in un piรน vasto piano cosmico che il dolore gli impediva di riconoscere:
mahatฤ ลokajฤlena praแนunnoโ smidvijottama/ nฤtmฤnam avabudhyฤmi muhyamฤno muhurmuhuแธฅย
โSono spinto [a parlare cosรฌ] dalla grande trappola del dolore [6], o supremo fra gli esseri nati due volte! Essendo sempre confuso non percepisco me stesso!โ (XI.8.46).
In alcune versioni del mito la terra manifesta la paura di โsprofondareโ nelle acque oceaniche:
iyaแน hi mฤแน sadฤ devฤซ bhฤrฤrtฤ samacodayat/ saแนhฤrฤrthaแน mahฤdeva bhฤreแนฤpsu nimajjati
โLa dea terra, continuamente afflitta dal peso [delle creature], mi spinse, o Mahฤdeva, a distruggerle, poichรฉ a causa del peso le sembrava di sprofondare nelle acqueโ (XII.249.4) [7];
oppure essa sprofonda e, dallโabisso oceanico, รจ costretta a chiedere lโaiuto di Viแนฃแนu, il quale, assunto lโavatฤraย del cinghiale (varฤhฤยญvatฤra) [8], scende sul fondo dellโoceano per salvarla riportandola in superficie [9]:
idaแน dvitฤซyam aparaแน viแนฃแนoแธฅ karma prakฤลate/ naแนฃแนญฤ vasumatฤซ krฬฅtsnฤ pฤtฤle caiva majjitฤ/ punar uddhฤritฤ tena vฤrฤhenaikaลrฬฅแน giแนฤ/
โAnche qui si vede un altro fatto di Viแนฃแนu. Una volta la terra, essendo andata perduta ed essendo sprofondata nelle regioni inferiori, fu riportata a galla da lui, che aveva la forma di un cinghiale con un solo cornoโ (III.141. rr. 56-57) [10].
Il lettore appena esperto di cose sanscrite non potrร non individuare alcuni punti di contatto fra il nostro mito e quello, assai celebre, del diluvio [11], che proprio nel Vana Parvanย conosce una delle sue versioni piรน antiche ed estese (quella riportata in d): come il sovrappopolamento della terra, cosรฌ il diluvio รจ una catastrofe che sancisce ciclicamente la fine di ogni grande epoca cosmica, una sorta di gigantesca opera di pulizia necessaria alla rigenerazione dellโuniverso; al pari del sovrappopolamento, anche il diluvio รจ un evento inevitabile, privo di motivazioni etiche, pur se preceduto da segnali di decadenza e corruzione. Al termine di ogniย kalpa, narra infatti ilย Vana Parvan, il mondo appare capovolto: i bramani trascurano gli studi, i servi studiano i Veda, i malvagi governano la terra. La popolazione cresce in misura eccessiva: le donne hanno troppi bambini e troppo precocemente. Una grande siccitร inizia a pervadere la terra e, subito dopo, un diluvio della durata di dodici anni la sommerge. Un solo uomo sopravvive, Manu (il Noรจ indiano), che, grazie alla guida di un pesce (poi rivelatosi essere Brahmฤ), porta lโarca [12] sulla sommitร del Himฤlaya.

3. Un secondo punto di contatto fra i due miti si trova attestato nelle versioni puraniche del diluvio, laddove risulta che la motivazione per cui la terra รจ sprofondata nelle acque non รจ quella del moltiplicarsi delle creature (come nel passo testรฉ citato diย Mbhย III.141), bensรฌ il diluvio stesso. Pensiamo al lungo โdiscorsoโ delย Bhฤgavata Purฤแนaย (III.13), nel quale Manu chiede a Brahma di far riemergere la terra e il sommo creatore invia il cinghiale (Viแนฃแนu) affinchรฉ la riporti in superficie sulla punta del suo corno. Nelย Matsya Purฤแนa, poi, il pesce-Viแนฃแนu mostra a Manu una nave destinata a ospitare e a preservare dallโinondazione le quattro specie degli esseri viventi, nati dal sudore, dallโuovo, dal germoglio e dalla placenta. Secondo la convincente interpretazione di Paolo Magnone questa nave รจ la terra stessa. Si dice infatti nelย Bhฤgavata Purฤแนaย che Viแนฃแนu, durante il diluvio, assunse la forma di pesce e salvรฒ Manu facendolo salire su una โnave telluricaโ (naur mahฤซmayฤซ, I.3.15). Ilย Viแนฃแนudharmottara Purฤแนa, poi, narra che la terra, personificata nella dea Satฤซ, divenne una nave e portรฒ con sรฉ i semi di tutte le cose, sfuggendo allโinondazione scatenata da ลiva (1.75.9-10). Giustamente, dunque, il Magnone conclude che โla nave non รจ un semplice manufatto umano, la nave รจ la terra stessa nella sua forma โdiluvialeโ.
Ci chiediamo se le tradizioni epica e puranica non dipanino un intreccio giร antico, che contenevaย in nuceย i fili dei due miti: quello della sovrappopolazione e quello del diluvio. Si pensi alla bella similitudine rigvedica che apparenta la terra a una nave carica e vacillante al soffio impetuoso dei venti, cfr.V 59.2ab:
รกmฤd eแนฃฤm bhiyรกs ฤbhลซฬmir ejati naรบr nรก pลซrแนฤฬ kแนฃarati vyรกthir yatฤซฬ
โPer lโimpeto di quelli [i Marut], per la paura la terra si scuote, scivola come una nave carica che va vacillanteโ.
โCome una naveโ รจ espressione destinata a ripetersi nella letteratura posteriore; cfr.ย Viแนฃแนu Purฤแนaย (I.4.45-46):
evaแน saแนstลซyamฤno โtha paramฤtmฤ mahฤซdharaแธฅ/ ujjahฤra kแนฃitiแน kแนฃipraแน nyastavฤแนล ca mahฤrแนave// tasyopari samudrasya mahatฤซ naur iva sthitฤ/ vitatatvฤc ca dehasya na mahฤซ yฤti samplavam
โLโessere supremo, sostenitore della terra, cosรฌ lodato, la sollevรฒ velocemente e la pose sul grande oceano; sulla cima del mare quella galleggia come una possente nave e grazie alla sua vasta superficie non sprofonda al di sotto delle acqueโ,
e ancora loย Skandaย (II.2.3.9):
ekฤrแนave mahฤghore naur iva kแนฃetram ฤซkแนฃyateย
โSullโunica, formidabile onda [13] la terra appare come una naveโ [14].
3.1. Nella variante delย Viแนฃแนudharmottara Purฤแนaย prima citata, la dea Satฤซ, moglie di ลiva e personificazione della terra, racchiude in sรฉ i semi di tutte le cose. La valenza generativa implicita in questa narrazione (la terra si prepara a ridare vita, dopo il diluvio, alle creature) รจ certo presente anche nellโepisodio delย varฤhฤvatฤra: al contatto con la zanna del cinghiale il suolo pregno dโacqua viene fecondato [15]. Di nuovo, non mancano punti in comune con il mito dellโalleviamento: secondo la versione del Kฤlikฤ Purฤแนa, infatti, la terra, preso lโaspetto di una leggiadra cinghialessa, amoreggiรฒ a lungo con Viแนฃแนu (capp. XXX e XXXl) [16]. Dallโamore nacquero tre cinghialetti, ma la terra e lโintero universo non potevano sopportare piรน il peso di Viแนฃแนu: la terra cominciรฒ a incrinarsi nel mezzo, squassata dai colpi degli zoccoli del cinghiale. Gli dรจi corsero allora a supplicare Viแนฃแนu di non opprimere piรน la sua consorte. Non il peso degli uomini, ma il peso del dio (cioรจ la sua energia sessuale) concorre questa volta a turbare lโequilibrio cosmico.

4. La sorprendente somiglianza fra gli scolรฎย ad Iliademย I 5 e i passi delย Mahฤbhฤrata ha sollecitato da tempo lโattenzione degli studiosi in prospettiva della ricostruzione di una cultura indoeuropea e indomediterranea. I testi greci mettono in luce somiglianze e differenze fra la tradizione ellenica e quella indiana. La testimonianza piรน antica (VII sec. a. C.) รจ notoriamente lโincipitย deiย Cipria, conservato dallo scoliasta omerico a commento diย Il. I 5. Spieganยญdo il significato dellโespressione ฮฮนแฝธฯ ฮดแพฝแผฯฮตฮปฮตฮฏฮตฯฮฟ ฮฒฮฟฯ ฮปฮฎ โvolere di Zeus si compivaโ (che รจ preceduta dallโaccenno alla fine impietosa di molti eroi sul campo di battaglia), lo scolio delย Venetusย A racconta che il volere di Zeus consistette nella decisione di alleviare la terra:
แผฮปฮปฮฟฮน ฮดแฝฒ ฮฑฯแฝธ แผฑฯฯฮฟฯฮฏฮฑฯ ฯฮนฮฝแฝธฯ ฮตแผถฯฮฟฮฝ ฮตแผฐฯฮทฮบฮญฮฝฮฑฮน ฯแฝธฮฝ แฝฮผฮทฯฮฟฮฝฮ ฯฮฑฯแฝถฮณแฝฐฯ ฯแฝดฮฝฮแฟฮฝ ฮฒฮฑฯฮฟฯ ฮผฮญฮฝฮทฮฝ ฯ ฯแฝธแผฮฝฮธฯฯฯฯฮฝ ฯฮฟฮปฯ ฯฮปฮทฮธฮตฮฏฮฑฯ, ฮผฮทฮดฮตฮผฮนแพถฯ แผฮฝฮธฯฯฯฯฮฝ ฮฟแฝฯฮทฯ ฮตแฝฯฮตฮฒฮตฮฏฮฑฯ, ฮฑแผฐฯแฟฯฮฑฮน ฯแฝธฮฝ ฮฮฏฮฑ ฮบฮฟฯ ฯฮนฯฮธแฟฮฝฮฑฮน ฯฮฟแฟฆ แผฯฮธฮฟฯ ฯฮ ฯแฝธฮฝฮดแฝฒฮฮฏฮฑ, ฯฯแฟถฯฮฟฮฝ ฮผแฝฒฮฝ ฮตแฝฮธแฝบฯ ฯฮฟฮนแฟฯฮฑฮน ฯแฝธฮฝฮฮทฮฒฮฑฯฮบแฝธฮฝ ฯฯฮปฮตฮผฮฟฮฝ, ฮดฮนแพฝฮฟแฝ ฯฮฟฮปฮปฮฟแฝบฯ ฯฮฌฮฝฯ แผฯฯฮปฮตฯฮตฮฝ. แฝฯฯฮตฯฮฟฮฝ ฮดแฝฒ ฯฮฌฮปฮนฮฝ โ ฯฯ ฮผฮฒฮฟฯฮปฯฮน ฯแฟถฮน ฮฯฮผฯฮน ฯฯฮทฯฮฌฮผฮตฮฝฮฟฯ. แผฃฮฝ ฮฮนแฝธฯ ฮฒฮฟฯ ฮปแฝดฮฝ แฝฮผฮทฯฯฯ ฯฮทฯฮนฮฝ โ แผฯฮตฮนฮดแฝด ฮฟแผทฯฯ ฯฮต แผฆฮฝ ฮบฮตฯฮฑฯ ฮฝฮฟแฟฯ แผข ฮบฮฑฯฮฑฮบฮปฯ ฯฮผฮฟแฟฯ ฯฮฌฮฝฯฮฑฯ ฮดฮนฮฑฯฮธฮตฮฏฯฮฑฮน, แฝ ฯฮตฯ ฯฮฟแฟฆ ฮฯฮผฮฟฯ ฮบฯฮปฯฯฮฑฮฝฯฮฟฯ, แฝฯฮฟฮธฮตฮผฮญฮฝฮฟฯ ฮดแฝฒ ฮฑแฝฯแฟถฮน ฮณฮฝฯฮผฮฑฯ ฮดฯฮฟ, ฯแฝดฮฝฮฮญฯฮนฮดฮฟฯ ฮธฮฝฮทฯฯฮณฮฑฮผฮฏฮฑฮฝ, ฮบฮฑแฝถฮธฯ ฮณฮฑฯฯแฝธฯ ฮบฮฑฮปแฝดฮฝฮณฮญฮฝฮฝฮฑฮฝ, แผฮพ แฝงฮฝ แผฮผฯฮฟฯฮญฯฯฮฝ ฯฯฮปฮตฮผฮฟฯ แผฮปฮปฮทฯฮฏ ฯฮต ฮบฮฑแฝถ ฮฮฑฯฮฒฮฌฯฮฟฮนฯ แผฮณฮญฮฝฮตฯฮฟ, แผฯแพฝฮฟแฝ ฯฯ ฮฝฮญฮฒฮท ฮบฮฟฯ ฯฮนฯฮธแฟฮฝฮฑฮน ฯแฝดฮฝฮฮฎฮฝ, ฯฮฟฮปฮปแฟถฮฝ แผฮฝฮฑฮนฯฮตฮธฮญฮฝฯฯฮฝ. แผก ฮดแฝฒ แผฑฯฯฮฟฯฮฏฮฑ ฯฮฑฯแฝฐฮฃฯฮฑฯฮฏฮฝฯฮนฮ
แผฆฮฝ แฝ ฯฮต ฮผฯฯฮนฮฑ ฯแฟฆฮปฮฑ ฮบฮฑฯแฝฐ ฯฮธฯฮฝฮฑ ฯฮปฮฑฮถฯฮผฮตฮฝฮฑแพฝ ฮฑแผฐฮตแฝถ
<แผฮฝฮธฯฯฯฯฮฝ แผฯฮฏฮตฮถฮต> ฮฒฮฑฯฯ ฯฯฮญฯฮฝฮฟฯ ฯฮปฮฌฯฮฟฯ ฮฑแผดฮทฯ,
ฮฮตแฝบฯ ฮดแฝฒ แผฐฮดแฝผฮฝ แผฮปฮญฮทฯฮต ฮบฮฑแฝถ แผฮฝ ฯฯ ฮบฮนฮฝฮฑแฟฯ ฯฯฮฑฯฮฏฮดฮตฯฯฮน
ฮบฮฟฯ ฯฮฏฯฮฑฮน แผฮฝฮธฯฯฯฯฮฝ ฯฮฑฮผฮฒฯฯฮฟฯฮฑ ฯฯฮฝฮธฮตฯฮฟ ฮณฮฑแฟฮฑฮฝ,
แฟฅฮนฯฮฏฯฯฮฑฯ ฯฮฟฮปฮญฮผฮฟฯ ฮผฮตฮณฮฌฮปฮทฮฝ แผฯฮนฮฝ แผธฮปฮนฮฑฮบฮฟแฟฮฟ,
แฝฯฯฮฑ ฮบฮตฮฝฯฯฮตฮนฮตฮฝ ฮธฮฑฮฝฮฌฯฯฮน ฮฒฮฌฯฮฟฯ. ฮฟแผฑ ฮดแพฝแผฮฝแฝถ ฮคฯฮฟฮฏฮทฮน
แผกฯฯฮตฯ ฮบฯฮตฮฏฮฝฮฟฮฝฯฮฟ, ฮฮนแฝธฯ ฮดแพฝแผฯฮตฮปฮตฮฏฮตฯฮฟ ฮฒฮฟฯ ฮปฮฎโAltri sostengono che Omero abbia detto (ciรฒ) seguendo un qualche racconto: dicono infatti che la terra, essendo appesantita dalla moltitudine degli uomini e non albergando fra gli uomini alcun sentimento religioso, chiese a Zeus di essere alleggerita dal peso: Zeus subito scatenรฒ la guerra di Tebe, per mezzo della quale fece morire molti. Poi ancora, usando Momo come consigliere (cosa che Omero chiama โvolere di Zeusโ), poteva distruggere tutti con fulmini o con inondazioni. Ma Momo glielo impedรฌ e gli suggerรฌ due soluzioni: le nozze di Teti con un mortale e la bella progenie della figlia [Elena]; e da entrambe le cose scaturรฌ guerra per i Greci e per i barbari e da ciรฒ accadde che la terra fosse alleggerita a causa dellโuccisione di molti uomini. La storia si trova presso Stasino:
ยซQuando le moltitudini degli uomini che a migliaia erravano sempre sulla terra opprimevano la superficie della terra dal vasto petto, Zeus, vedendola, ne ebbe pietร e nella sua accorta mente stabilรฌ di alleggerire la terra nutrice di tutti gli uomini fomentando la grande contesa della guerra di Ilio per alleggerire il peso con la morte. E gli eroi che erano a Troia venivano uccisi: volere di Zeus si compivaยปโ.
Tra le somiglianze, veramente notevoli, del mito indiano con quello greco va rimarcato il fatto che in entrambe le tradizioni la terra, divinitร raramente protagonista di iniziative personali, si reca al cospetto del dio (cosรฌ nello scoliasta ma non nel brano di Stasino, in cui รจ Zeus a โvedereโ la sofferenza della terra e a intervenire), che รจ preso da compassione per lei. Tuttavia il racconto greco sembra dare anche un valore etico alle motivazioni del conflitto: fra gli uomini รจ venuta a mancare laย pietasย religiosa, e per questo motivo essi meritano di essere puniti. Lโintervento di Zeus non รจ diretto, bensรฌ mediato da due avvenimenti: le nozze di Teti e la nascita di Elena. Le nozze di Teti con un mortale generano Achille, lโeroe che, con perfetta coerenza, chiama se stesso แผฯฯฯฮนฮฟฮฝ แผฯฮธฮฟฯ แผฯฮฟฯฯฮทฯ (XVIII 104): nato per alleviare il peso della terra, ne รจ egli stesso un vano peso. Nella personale amarezza di Achille si riflette la condizione generale dellโuomo, destinato a gravare su colei che lo ospita e gli permette di vivere. Ciรฒ รจ particolarmente evidente nellโOreste euripideo, la piรน ricca di suggestioni tra le rievocazioni successive del mito, cfr. i vv. 1641-1642 (Apollo motiva la guerra di Troia):
ฮธฮฑฮฝฮฌฯฮฟฯ ฯ ฯแพฝแผฮธฮทฮบฮฑฮฝ, แฝกฯ แผฯฮฑฮฝฯฮปฮฟแฟฮตฮฝ ฯฮธฮฟฮฝแฝธฯ
แฝฮฒฯฮนฯฮผฮฑ ฮธฮฝฮทฯแฟถฮฝ แผฯฮธฯฮฝฮฟฯ ฯฮปฮทฯฯฮผฮฑฯฮฟฯโ[Gli dรจi] vollero le morti per eliminare dalla terra lโoltraggio della quantitร smisurata dei mortaliโ.
La scelta del vocaboloย แฝฮฒฯฮนฯฮผฮฑย โoltraggioโ si mostra in tutta la sua pregnanza se ricordiamo cheย แฝฮฒฯฮนฯฮผฮฑย eย ฮฒฯฮฏฮธฯย โopprimereโ sono probabilmente corradicali, e che dunque รจ sottesa al passo una volontร etimologica: il โpesareโ degli uomini si รจ trasformato in oltraggio, il loro sovraffollamento offende la terra. Ma ancora piรน sorprendente e certo allettante per un confronto รจ il vocabolo con il quale il poeta esprime lโazione dellโโโalleggerimentoโ: non il piรน usualeย ฮบฮฟฯ ฯฮฏฮถฯ [17], bensรฌ แผฯฮฑฮฝฯฮปฮญฯ. Si tratta di un verbo che contiene il nome della โsentinaโ,ย แผฮฝฯฮปฮฟฯ. Ci viene dunque implicitamente suggerito che lโazione di alleviare la terra รจ pari a quella di svuotare una nave dallโacqua di sentina: la nave (troppo) carica delย Rฬฅgveda, la nave tellurica deiย Purฤแนa. Lโuomo, oltraggio e lordura della terra, deve essere eliminato da colei che minaccia di far affondare.

5. Se appena allarghiamo le strette maglie dei tratti su cui si basa la concordanza greco-indiana, possiamo piรน latamente parlare di concordanza greco-aria, in quanto neppure allโAvesta risulta estraneo il tema della sovrappopolazione. Il secondo Fargardย delย Vฤซdฤvdฤd, interamente dedicato alla mitologia di Yima (lโuomo primordiale per molti aspetti sovrapponibile a Manu), mostra il profondo interesse che le popolazioni iraniche riservavano alla carenza di spazi per gli uomini e il bestiame, cfr. II,8-11 [18]:
โSotto il regno di Yima passarono trecento inverni, e la terra fu piena di greggi, mandrie, uomini, cani, uccelli e fuochi fiammeggianti e non cโera piรน spazio per le greggi, le mandrie e gli uomini. Allora io [Zarathustra] avvertii il gentile Yima dicendo: โO gentile Yima, la terra si รจ riempita di greggi, mandrie, uomini, cani, uccelli e fuochi fiammeggianti e non cโรจ piรน spazio per greggi, mandrie e uominiโ. Allora Yima avanzรฒ nella luce lungo il sentiero che porta a mezzogiorno e colpรฌ la terra con il sigillo dโoro e la trapassรฒ con il pugnale [19] dicendo: โOsanta Armaiti, apriti gentilmente e distenditi per portare greggi, mandrie e uomini!โ. E Yima rese la terra piรน larga di un terzo ed ecco vennero greggi e mandrie di uomini a suo desiderio e piacere a causa della prolificitร degli esseriโ.
Ancora due volte la terra si popola in eccesso e ancora due volte Yima ripete la formula e il rito che gli permettono di estenderla (strr. 12-19). Lโaumento della popolazione, che nei testi indiani appare come ciclica e perniciosa necessitร , รจ qui invece realizzato per volere divino. ร Ahura Mazda in persona, infatti, a desiderare una terra brulicante di esseri. Sempre piรน numerosi, uomini, bestiame, uccelli e fuochi trovano posto grazie a un rimedio magico e non cruento alla penuria di spazio. La terra non si reca, oppressa, davanti agli dei; รจ Yima, anzi, a pregarla gentilmente di aprirsi e distendersi.
Ora, sebbene nella lingua sanscrita la terra sia etimologicamente lโโestesaโ (prฬฅthivฤซ), lโatto della sua estensione รจ soprattutto un atto creativo che non appare specificamente finalizzato allo scopo di procurare nuovo spazio agli esseri. In principio la terra venne srotolata a moโ di tappeto e dunque,ย ipso facto, creata [20], ma non ulteriormente estesa con il crescere dei suoi abitanti. Neppure il mito di Emu, il cinghiale che espanse la terra portandola dalla dimensione di una spanna a quella di superficie abitabile [21], appare finalizzato a unโeventuale riduzione non cruenta della sovrappopolazione. Ciรฒ va senza dubbio ricollegato al diverso atteggiamento della divinitร rispetto al problema: mentre gli dรจi indiani (e greci) percepiscono il moltiplicarsi delle creature come una minaccia allโequilibrio ecologico del pianeta, nel Vฤซdฤvdฤdย รจ Ahura Mazda in persona a esortare Yima al popolamento della terra e a fornirgli di conseguenza i mezzi per espanderla in modo pacifico. ร possibile che anche la cultura indiana abbia conosciuto una simile strategia di risoluzione del problema? Ci sembra di poter dare una risposta positiva, cogliendo una pallida e isolata eco del mito avestico inย RVย I 52.11:
yรกd รญn nv รฌndra prฬฅthivฤซฬ dรกลabhujir รกhฤni vรญลvฤ tatรกnanta krฬฅแนฃแนญรกyaแธฅ/ รกtrฤฬha te maghavan vรญลrutaแน sรกho dyฤฬm รกnu ลรกvasฤ barhรกแนฤ bhuvat
โQuando, o lndra, la terra fu dieci volte piรน grande e ogni giorno i popoli si estesero, allora davvero fu nota la tua forza, o generoso, pari al cielo per energia e potereโ.
Giร Karl F. Geldner, nel suo commento alย Rฬฅgveda, intendeva che Indra aveva associato lโespandersi delle stirpi arie a unโespansione della superficie terrestre e suggeriva in nota al passo un possibile raffronto con il capitolo secondo delย Vฤซdฤvdฤdย avestico. In questo stesso capitolo รจ peraltro contenuta, immediatamente di seguito allโepisodio del sovrappopolamento, anche la versione iranica del diluvio, che non viene perรฒ collegata da alcuna relazione di causa-effetto al mito precedente. Neppure si fa cenno a motivazioni etiche o a punizioni divine che scatenino la furia distruttrice delle acque: come nella cultura indiana, il diluvio รจ evento che non si assoggetta ad alcuna volontร . Ad Ahura Mazda spetta solo il compito di avvertire Yima affinchรฉ si costruisca unย vara (โrecintoโ) per mettervi al sicuro i semi dei mortali [22].
Piรน simile a quella biblica รจ invece lโattitudine di Ahura Mazda verso il popolamento del globo. Il dio degli Ebrei ordina infatti alle creature di โessere feconde, moltiplicarsi e popolare la terraโ (Gen. I,22 e 28), ma il commento delย Midrashย al passo non manca di registrare la reazione offesa della terra: essa si reca dal creatore lamentandosi per il troppo peso di cui, inevitabilmente, si troverร caricata. La Bibbia contiene anche un riferimento alla necessitร della morte come rinnovamento periodico del mondo: inย Gen. VI,3 Yahweh fissa una durata massima alla vita dellโuomo, che sta velocemente popolando la terra. Subito dopo egli constata perรฒ che la malvagitร dellโuomo รจ grande e i suoi pensieri sono volti al male. Segue dunque il diluvio, causato da quella mancanza diย eusebeia (si puรฒ qui usare a moโ di glossa lo scolio greco) che forse รจ dovuta allโeccessivo moltiplicarsi delle creature.
6. Che interpretazione dare alle concordanze greco-indiane che, pur non essendo sostenute da una doppia correlazione sul piano del contenuto e dellโespressione, mostrano contenuti non solo sorprendentemente simili, ma anche strutturati in modo tale da far ritenere insoddisfacente una spiegazione in termini di โuniversale tipologicoโ? Il concetto del โpesareโ รจ ben radicato nella cultura greca e indiana, ma non รจ affatto esclusivo di queste o dei soli popoli indoeuropei. Uno sguardo che spazia dalle credenze eschimesi a quelle amerindie, dai Semiti ai Cinesi, rende evidente come certi temi appartengano, senza confini, allo spirito umano [23].
La soluzione โgenealogicaโ รจ quella preferita dagli indoeuropeisti, ma non si puรฒ escludere, per esempio, che il mito sia unโemergenza, in aree distanti, di un comune sostrato detto โindomediterraneoโ (giusta lโipotesi di Vittore Pisani) [24] frutto di una vivace rete di scambi commerciali (e dunque anche linguistici e culturali) tra popolazioni anteriori allโavvento nelle sedi storiche di Semiti e Indoeuropei [25], oppure che entrambi i popoli abbiano attinto a una fonte comune. Un approfondimento dei miti sumerici e babilonesi da parte di specialisti in materia porterebbe probabilmente a interessanti risultati. Per esempio il mito accadico di Atramแธซasฤซs (lโuomo primordiale salvato dal diluvio), di epoca paleo-babilonese (1950-1530 ca. a. C.), รจ per buona parte incentrato sul problema della sovrappopolazione e contiene un esplicito riferimento alle lamentele della terra [26]. ร anche possibile (ma meno probabile) teorizzare un prestito diretto, la cui direzione non รจ dato precisare, tra India e Grecia: tale prestito sarร stato assunto quando ancora poteva essere inglobato nella tradizione epica del popolo che lo riceveva, non necessariamente, dunque, in epoca molto antica. Sullโantichitร del motivo in se stesso non sembra perรฒ sussistere dubbio alcuno.
Note:
[1] Cfr. R. Kรถhler, Rheinisches Museum NF 13 (1858), pp. 316-317; J. Hertel, Die Himmelstore im Veda und im Awesta, Leipzig 1924; V. Pisani, โLโunitร culturale indo-mediterranea anteriore allโavvento di semiti e indeuropeiโ, in Scritti in onore di A. Trombetti, Milano 1936, pp. 199-213, rist. in Lingue e culture, Brescia 1969, pp. 53-70, in part. pp. 64-65; Id., โlndisch-griechische Beziehungen aus dem Mahฤbhฤrataโ, Zeitschrift fรผr die deutsche morgenlรคndische Gesellschaft 103 (1953), pp. 126-139; W. Kullmann, โEin vorhomerisches Motiv im Iliasproรถmiumโ, Philologus 99 (1955), pp. 167-192; H. Schwarzbaum, โTue Overcrowded Earthโ, Numen 4 (1957), pp. 59-71; P. Horsch, Die vedische Gฤthฤ- und die ลlokaLiteratur, Bem 1966, p. 264; G. Dumรฉzil, Mito e epopea. La terra alleviata, Torino 1992 (Paris 1968), pp. 94-95 e 154; M. Durante, Sulla preistoria della tradizione poetica greca, Roma 1976, vol. Il, p. 61, p. 29.
[2] Cfr. R. Ronzitti, โOsservazioni sui nomi della โterraโ nel Rฬฅgveda e nel- lโAtharvavedaโ, Studi e Saggi Linguistici 35 (1995), pp. 45-115 e Ch. Orlandi, โLa terra (RV. V,84 e AV. XII,1)โ, in Scrรญbthair a ainm n-ogaim. Scritti in memoria di Enrico Campanile, a cura di R. Ambrosini et al., Pisa 1997, pp. 717-744
[3] I passi, salvo dove diversamente specificato, sono citati secondo lโedizione critica di Poona;
[4] Il brano, di notevole interesse, รจ espunto dallโedizione di Poona e riportato in appendice;
[5] Il brano, identico a XII.248-250, รจ espunto dallโedizione critica di Poona;
[6] Letteralmente โrete del doloreโ: la polivalenza jฤlฤ- โreteโ e โillusioneโ รจ qui certo utilizzata per suggerire al lettore che il dolore provato dal re non ha fondamento ma รจ solo una deformazione dovuta alla visione antropocentrica della morte;
[7] A parlare รจ Prajฤpati, il sommo creatore;
[8] Su cui cfr. J. Gonda, Aspects of Early Visnuism, Utrecht 1969, pp. 129-145;
[9] Cfr. P. Magnone, โAvatฤra. La discesa del signoreโ, Ab-stracta32 (dic. 1988), pp. 22-29. Lโavatฤra libera la terra dalla sua zavorra e ipso facto dallโadharma,, simboleggiato dal peso eccessivo degli esseri ;
[10] Un episodio analogo รจ narrato in XII,209: Viแนฃแนu si incarna nel cinghiale e salva laterra scendendo, parrebbe, nel sot-tosuolo infestato dalle creature maligne. Il diosconfigge i nemici con la forza dei suoi grugniti paralizzanti (cfr. il passo g);
[11] Si veda almeno P. Magnone, โMatsyฤvatฤra. Scenari indiani del diluvioโ, Atti del Nono Convegno Nazionale di Studi Sanscriti (Genova, 23-24 ottobre 1997). Editi da Oscar Botto, a cura di Saverio Sani, Pisa, 1999, pp. 125-136;
[12] La nave che conduce Manu alla salvezza รจ giร menzionata nella piรน antica versione a noi nota del diluvio indiano, ลatapatha BrฤhmaแนaI.8.I.1-10;
[13] ร lโonda del mare primordiale, che simboleggia lโuno indistinto nel cui seno tutte le forme create si sono nuovamente disciolte (cfr. Magnone, Matsyฤvatฤra, cit.). Cfr. anche la nota seguente;
[14] A questi passi bisogna aggiungere AV I.XII.59: yฤฬm anvaรญcchad dhavรญแนฃฤ viลvฤkarmanฤntรกr arแนavรฉ rรกjasi prรกviแนฃแนญฤm/ bhujiแนฃyร m pฤฬtraแน nรญhitaแน gรบhฤ yรกd ฤvรญr bhรณge abhavan mฤtrฬฅmรกdbhyaแธฅ// โVisvakarman ricercรฒ con lโoblazione colei che era entrata nello spazio fluttuante quale coppa destinata a nutrirci; nascosta in un luogo segreto divenne visibile per diletto a coloro che sono provvisti di madriโ. Alla terra che รจ entrata nello spazio โfluttuanteโ (ancora lโarแนava- di Viแนฃแนu e Skanda Purฤแนa) come โcoppa (lignea) usata per bereโ (tale รจ il significato di pฤฬtra-) soggiace forse lโimmagine della nave, contenitore concavo che galleggia sullโacqua;
[15] Cosรฌ esplicitamente nelle versioni del Viแนฃแนu (V.29.23-24) e del Kฤlikฤ Purฤแนa (XXIX);
[16] Cfr. W. OโFlaherty (a cura di), Miti dellโinduismo, Milano 1997 [1975], pp. 200-209 e 347;
[17]ย Cosรฌ in Hel. 36-41 (analoga rievocazione del mito);
[18] Il testo originale si legge in H. Reichelt, Avesta Reader; Berlin 1968 [Strassburg 1911], pp. 38-39;
[19] I due oggetti che erano stati consegnati a Yima da Ahu-ra Mazda quali simboli di regalitร ;
[20] Cfr. RV I 65.1; 103.2; II 15.2; V 87.7; VI 72.2; VIII 89.5; X 82.1; AV IV 26.1; XII 1.2;
[21] Cfr. Taittirฤซya Saแนhitฤ VII,l,5,1. Il cinghiale venne in seguito assimilato al varฤhฤvatฤra di Viแนฃแนu, ma nei testi precedenti ai Purฤแนa ha una sua autonomia (cfr. Gonda, op. cit., pp. 134-139);
[22] Si tratta in ogni caso di un recinto โterrosoโ, minuziosamente misurato e delimitato, che rappresenta una porzione del suolo destinata a scampare al diluvio;
[23] Cfr. Schwarzbaum, art. cit., passim.;
[24] Pisani, Lโunitร , cit., ritiene questo mito una delle tante isoglosse culturali indomediterranee;
[25] Sul concetto di โindomediterraneoโ e la sua evoluzione a partire dallo scritto pisaniano del 1936 cfr. D. Silvestri, La nozione di indomediterraneo in linguistica storica, Napoli 1974;
[26] 6 Cfr. i vv. 354-359 del testo nella traduzione-interpretazione di W. von Soden in AA. VV., Texte aus der Umwelt des Alten Testaments, Band III, Lieferung 4, Mythen und Epen II, Gรผtersloh 1994, p. 627.
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