Categoria: Poesia
Bestiario dannunziano: il fantasma del cane
Si sa che il demonio può assumere le fattezze del cane così come quelle del serpente. Gabriele D’Annunzio aveva riconosciuto nel cane ritratto nell’incisione düreriana “Melencolia I” un cane-serpente: un cane demoniaco all’ennesima potenza, insomma. Non avrebbe potuto essere diversamente dal momento che oggetto dell’incisione è la prima fase dell’Opus alchemicum, la tenebrosa nigredo che si svolge sotto il segno di Saturno, il Malefico.
Bestiario dannunziano: il Liocorno e la Chimera
Dietro le figure simboliche del Liocorno e della Chimera ne Le Faville del Maglio emerge la «capra dimonia» emblema della Lussuria al tempo stesso divina e bestiale, quasi a svelare la volontà più o meno consapevole del giovane Gabriele d’Annunzio di porre l’emblema della Lussuria quale insegna araldica alla testa della propria ventura produzione letteraria.
Una foresta di simboli: Baudelaire, Joseph de Maistre e la Sophia Perennis
La teoria delle corrispondenze di Baudelaire, nella sua formulazione, deve molto più a Maistre che a Swedenborg. Quando Baudelaire vede il mondo come «una foresta di simboli», ci introduce al metodo maistriano di mettere in relazione il visibile con l’invisibile.
L’intransigenza della grazia. In ricordo di Cristina Campo, a cento anni dalla nascita
«Trappista della perfezione» come ebbe a salutarla Guido Ceronetti, Cristina Campo fu figura di vetta, irradiata da grazia sublime. Nel silenzio del mondo culturale, oggi come allora, la ricordiamo a cento anni dalla nascita.
“Ciò che disse il tuono”: l’influenza delle Upaniṣad sulla “Terra devastata” di T.S. Eliot
Fin dagli anni del college T.S. Eliot si era immerso nello studio della filosofia e del pensiero dell’India. La Terra devastata così come altri suoi scritti, riflettono questo suo profondo legame col pensiero orientale, nel descrivere la crisi del mondo moderno il poeta attinge alla Bhagavadgītā e alle Upaniṣad.
Borges a caccia di draghi: il retaggio nordico nell’opera del Maestro argentino (parte II)
Com’è possibile concepire una forma poetica fatta di una singola, totale ed indivisibile espressione? A questa domanda cerca di dare risposta lo scaldo con un lungo viaggio che coincide con la sua stessa vita. Una volta estenuato l’Io Individuale in un maelstrom di avventure il protagonista riesce finalmente a carpire la parola, che per lui, racchiude tutto il caos nella semplicità di un’unica incisione runica: è undr che significa “meraviglia ”. Dunque, è tale “meraviglia” la pietra angolare della poetica norrena per Borges: è la capacità di stupirsi e commuoversi che riesce a sintetizzare l’apparente incoerenza del caos.
La “Terra devastata” di T.S. Eliot e la Via dei Tarocchi
Alla vigilia del centenario dalla pubblicazione del capolavoro eliotiano, la sua Terra devastata dimostra oggi tutta la sua attualità e potenza evocatrice. Frammenti narrativi che il lettore compone e ricompone in un continuo giuoco di indagine su sé stesso e il mondo, proprio come fa chi percorre la Via dei Tarocchi: “Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine”.
Il Rilke esoterico dei “Sonetti ad Orfeo”
Composti nel febbraio del 1922 come monumento funebre a Wera Ouckama Knoop, una giovane scomparsa alla prematura età di diciannove anni, i “Sonetti a Orfeo” del poeta austriaco di origine boema Rainer Maria Rilke ci parlano ancora oggi, a distanza di un secolo, nella «lingua della perennità in cui i morti si fanno dono nutrendo di sé la terra», svelandoci l’intreccio indissolubile tra morte e vita.
Il Portatore di Fuoco: Prometeo e il senso del tragico nell’antica Grecia
Da una parte il fuoco rappresenta il Logos, ma dall’altra Prometeo incarna la natura selvaggia dell’antica cosmologia, contrapposta alla razionalizzazione attuata dalla società della polis sul mondo esterno alla civiltà ellenica considerato “barbaro” e irrazionale. Il senso stesso del tragico si fonda esattamente sulla sfera della non-razionalità, sulla rappresentazione mitica delle ombre inconsce della popolazione greca della polis e dell’uomo stesso.
Empedocle secondo Hölderlin: ascesa, declino e riscatto del Poeta
Nella “Morte di Empedocle” di Friedrich Hölderin, tragedia composta sul finire del XVIII secolo, il poeta analizza il dramma della solitudine umana, del silenzio della Natura e degli Dèi, l’irrisolvibile tensione tra aorgico e organico e la lotta costante dell’individuo per non naufragare nell’indistinto universale.
Percy Bysshe Shelley: Prometeo nel Vento
8/7/1822 — 8/7/2020: quasi due secoli dall’annegamento di Percy Bysshe Shelley, la cui figura divenne subito ammirata e venerata dagli spiriti più irrequieti. Il Prometeo che ruba il Fuoco per farne dono agli uomini, nel poeta inglese trovò una versione agli estremi dell’alta idealità, in nome di un radicale rinnovamento sociale e spirituale. Una stagione irripetibile, qui raccontata attraverso lati poco noti del Nostro e attraverso la profonda influenza su personalità molto distanti tra loro, quali d’Annunzio, Crowley e Carducci.