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Il Portatore di Fuoco: Prometeo e il senso del tragico nell’antica Grecia
Da una parte il fuoco rappresenta il Logos, ma dall’altra Prometeo incarna la natura selvaggia dell’antica cosmologia, contrapposta alla razionalizzazione attuata dalla società della polis sul mondo esterno alla civiltà ellenica considerato “barbaro” e irrazionale. Il senso stesso del tragico si fonda esattamente sulla sfera della non-razionalità, sulla rappresentazione mitica delle ombre inconsce della popolazione greca della polis e dell’uomo stesso.
La sofferenza della terra: la sovrappopolazione e i miti di spopolamento in India, Iran e Grecia
Il mitologema della «stanchezza cosmica» e della «sofferenza della terra», a cui segue immancabilmente un’azione divina volta allo spopolamento del pianeta — che sia una guerra tra dèi o un diluvio inviato dal cielo — per bilanciarne gli equilibri irrimediabilmente compromessi, si ritrova con notevoli corrispondenze in diverse tradizioni indoeuropee, o piuttosto indomediterranee: in India e Iran così come nell’antica Grecia, e in parte anche nella tradizione veterotestamentaria.
Asclepio: genesi e mito, da eroe a dio
Genesi del culto di Asclepio, prima eroe-guaritore e poi divinità del Sogno e della Medicina nel pantheon ellenico: dalle origini tessale ai testi omerici ed esiodei.
Il mito dell’occultamento nelle tradizioni eurasiatiche
Breve excursus lungo il percorso storico, filosofico e religioso attraverso il quale si è sviluppato il tema dell’occultamento del divino nel grande spazio eurasiatico: un tema che dimostra una volta in più l’unità spirituale primordiale di questo vasto continente interiore
K. Kerényi: “Il mitologema dell’esistenza atemporale nell’antica Sardegna”
Estratto dal saggio di Károly Kerényi “Il mitologema dell’esistenza atemporale nell’antica Sardegna”, tratto da Miti e misteri, ed. Einaudi, Torino, 1950, pp. 413 – 423.
Il “Fuoco celeste”: Kronos, Fetonte, Prometeo
di Andrea Casella
copertina: Jean Delville, Prometheus, 1907)
[Segue da Il significato astronomico dell’Età dell’Oro: Astrea e la “caduta” di Fetonte]
In una preghiera nuziale mongola si afferma che: “Nacque il Fuoco, quando Cielo e Terra si separarono”: dunque, prima che l’equatore celeste (padre Cielo) e l’eclittica (madre Terra) si allontanassero (ossia fosse registrato l’angolo di inclinazione di 23° circa dell’eclittica rispetto all’equatore), il “Fuoco” non esisteva. All’inizio, la Via Lattea univa cielo, terra e mondo dei morti: la parte meridionale della Galassia, in corrispondenza di Scorpione e Sagittario, è, per numerose tradizioni, il luogo deputato alla raccolta delle anime in attesa di reincarnarsi.
Apollo/Kronos in esilio: Ogigia, il Drago, la “caduta”
di Marco Maculotti
copertina: Ferdinand Keller
Ci prefiggiamo in questa sede di portare a un punto di congiunzione alcuni cicli di articoli finora pubblicati in questo primo anno di attività di AXIS mundi: il ciclo riguardante i Culti cosmico-agrari dell’antica Eurasia, quello incentrato sulla questione di Tempo e cicli cosmici e infine la serie di conferenze a cura di M. Ruzzai sul Mito dell’origine polare e iperborea dell’umanità.