“Et in Arcadia Ego”: la Missione segreta dell’altra Europa (I)

Esiste un’antica nobiltΓ  della Linguadoca che per secoli ha perseguito una missione politico-esoterica ispirata al mito arcadico dell’EtΓ  dell’Oro, il regno di Saturno: creare un’Oasi di Pace in Europa, superando l’odiata diarchia di trono e altare. Le prove di questa missione si ritrovano disseminate lungo tutta la storia d’Europa a partire dalla fondazione della monarchia merovingia fino al Secondo Dopoguerra, e si riscontrano in tutti i principali accadimenti socio-politici e religiosi che individueremo in questo nostro studio.

di Michele Allegri

Originariamente pubblicato a episodi su LiberoReporter.
Copertina: Guercino, “Et In Arcadia Ego”, 1618.
Parte 1 di 2.

Esiste un’antica nobiltΓ  della Linguadoca che per secoli ha perseguito una missione politico-esoterica ispirata al mito arcadico dell’EtΓ  dell’Oro, il regno di Saturno: creare un’Oasi di Pace in Europa, superando l’odiata diarchia di trono e altare. Le prove di questa missione si ritrovano disseminate lungo tutta la storia d’Europa a partire dalla fondazione della monarchia merovingia fino al Secondo Dopoguerra, e si riscontrano in tutti i principali accadimenti socio-politici e religiosi che questo articolo andrΓ  a toccare. Un certo pragmatismo illuminista vuole che la storia si legga attraverso la domanda latina Cui prodest? (A chi giova?), domanda che presuppone che alla base degli avvenimenti storici ci siano sempre e solo fattori concreti, come interessi economici e l’estensione del potere politico di una persona, di un gruppo o di una nazione. Troppo spesso gli storici rifiutano di dare il giusto peso a un terzo fattore, che pure si Γ¨ dimostrato un potente motivatore dell’agire umano anche politico: l’esoterismo.

Nella fattispecie, si vedrΓ  come alcune antiche famiglie nobili abbiano ostinatamente portato avanti nei secoli una missione politica fondata su credenze magico-esoteriche, profondendo in essa ingenti risorse, esponendosi a rischi personali enormi e subendo pesanti sconfitte politiche e militari che non hanno tuttavia mai posto fine all’intento originario di ripristinare un ordine di pace e giustizia in cui gli uomini tornassero a vivere, come descrive Esiodo in Le opere e i giorni, β€œsenza dolori, senza fatiche, senza pene”, sotto la guida di un re buono. Protagonista di questa missione Γ¨ una parte della nobiltΓ  piΓΉ antica d’Europa, cui appartenevano alcune famiglie della Linguadoca (Francia meridionale, in prossimitΓ  dei monti Pirenei), dedite a pratiche occultiste, che si distinguevano per una specifica caratteristica: la discendenza da un antenato mitologico semidivino o mostruoso. La storia ce li consegna come nobili discendenti della famiglia dei merovingi.

Meroveo, il primo re dei Franchi, infatti, secondo la mitologia, discendeva, da parte di padre, da una bestia di mare, una sorta di drago marino, chiamato Quinotauro (bestia Neptuni Quinotauri similis), dal quale aveva ereditato un potere magico-taumaturgico, nonchΓ© una deformitΓ  fisica simile ad una coda in prossimitΓ  del coccige, un marchio che lo contraddistingueva dagli altri re. Meroveo e i suoi discendenti non amavano la guerra, erano chiamati per questo motivo β€œi re fannulloni”. Erano anche definiti β€œre incantatori” in quanto si dedicavano alla magia, all’arte, alle scienze e in particolare all’astronomia, all’astrologia e alla divinazione, che anticamente avevano tra loro confini piuttosto sfumati. Il loro sangue, come quello del mitologico drago dei popoli del Nord Europa, secondo le tradizioni popolari, aveva poteri curativi e, per questo motivo, erano molto amati dai loro sudditi. Il loro quartier generale stava a Stenay, la cittadina delle Ardenne dedicata a Saturno, il dio della sovversione e del mondo agricolo-bucolico che tiene in mano la falce, nonchΓ© sovrano dell’etΓ  dell’Oro, poi detronizzato da Giove.

Oltre che nelle Ardenne, la dinastia merovingia si era estesa anche nella zona occitana, in Linguadoca, regione che non faceva parte del Regno di Francia. Era una zona indipendente, con una propria lingua, la Langue d’Oc appunto, con istituzione politiche avanzate, con rapporti commerciali e di potere con le casate spagnole dei regni di Castiglia e LeΓ³n. La nobiltΓ  dell’Occitania e del RazΓ¨s in particolare, era rappresentata dai conti di Tolosa, i Gellone, i Trencavel, i Lusignano, i Blanchefort (Bertrand, nel 1153, sarΓ  Gran Maestro dell’Ordine dei Templari), i De Fleury, i Roquefort, i Voisins, gli Hautpoul-FelinΓ¨s, i De NΓ¨gre, i D’Ables, i Joyeuse, gli A-Niort e gli Arques. Queste famiglie si imparentarono tra loro e con i discendenti dei re merovingi a partire da Sigisberto IV. CiΓ² che caratterizzava questa genealogia nobile era:

  • la custodia di un segreto di famiglia (definito tesoro), occultato nei territori da loro governati;
  • la predicazione del ritorno del β€œGrande Monarca” (il cui avvento dalla Linguadoca Γ¨ profetizzato da Nostradamus, un protetto della casa dei Lorena);
  • una ribellione dottrinale e politica al papato romano, agli imperatori e ai monarchi assoluti;
  • la costante cospirazione per costruire un’Europa di pace, senza conflitti, all’insegna del ritorno dell’etΓ  dell’oro e appunto del suo Monarca.
Johann Georg SchΓΌtz, “Et In Arcadia Ego”, 1788

Le nobili famiglie della Linguadoca, per portare avanti questa Mission, hanno sempre cercato di condizionare il resto del secondo stato (la nobiltΓ , secondo la denominazione settecentesca), incrociando il proprio blasone e il proprio sangue con quelli di altrettante nobili famiglie europee come i Lorena, gli Asburgo, i Buglione, i Gonzaga, gli Sforza, gli AngiΓ², i Guisa, i Visconte, i Borghese, i Colonna, i Gonzaga, i Sinclair/De Saint Clair, i Savoia e i Setton per citare le piΓΉ importanti. Per fare un esempio: Guillem de Gellone fu conte di Tolosa e dei Pirenei e il suo potere si estendeva anche alla Spagna nord-orientale. Protagonista del poema Willehalm, di Wolfran Von Escehnbach, era il nipote del re merovingio Sigisberto IV. Il figlio di Guillem invece fu Eustachio, conte di Buglione, i cui nipoti sono i celebri nobili impegnati nelle crociate dell’anno Mille, Goffredo, difensore del Santo Sepolcro, e Baldovino I, re di Gerusalemme. Un giornalista, Lionel Burrus, esponente della GioventΓΉ Cristiana svizzera, sul β€œSettimanale cattolico di Ginevra” ebbe a scrivere il 22 ottobre del 1966:

I discendenti dei Merovingi sono sempre stati gli ispiratori di tutte le eresie, dall’arianesimo ai catari e ai Templari, fino alla Massoneria. La famiglia in questione, nel corso dei secoli, non ha generato che agitatori ostili e subdoli alla Chiesa Cattolica.

A dar manforte a queste parole ci fu anche lo scrittore S. Roux, il quale espose in un libello la sua tesi secondo la quale

Non si puΓ² dire che la Chiesa Cattolica ignori questa stirpe ma si deve ricordare che tutti i suoi discendenti, a partire dal re merovingio Dagoberto II, sono stati agitatori segreti, ostili tanto alla casa regnante francese quanto alla Chiesa e che sono stati la fonte di tutte le eresie europee…

Questa dinastia, infatti, acquisΓ¬ potere e consolidΓ² le proprie tradizioni familiari nel Medioevo, durante il quale trovatori, minnesinger e poeti li resero protagonisti della vasta e affascinante letteratura del Graal e del Ciclo Bretone, opere nelle quali il retroterra pagano-magico di queste famiglie (la celebre famiglia del Graal della Linguadoca che porta un β€œmarchio” che li distingue) Γ¨ ancora ben evidente. Un esempio tangibile dell’ostilitΓ  alla diarchia dei due Soli lo si trova appunto nella fondazione dell’Ordine dei Templari, promossa nel 1118 dal nobile Hugues des Payns della Champagne-Ardenne, sposato con la nobildonna Caterina St. Clair e da altri vassalli che, approfittando delle crociate per la riconquista della Terra Santa, progettarono l’ambizioso tentativo di costruire un regno ricco e pacifico in Gerusalemme, alternativo all’impero e al papato europeo e alla cui guida si pose prima Baldovino I Buglione, loro protettore, e poi nel tempo, Guido di Lusignano, signore di Stenay, discendente dal serpente-dama Meleusina.

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Si narra, infatti, che Melusina fosse una donna di straordinaria bellezza ma che di sabato si trasformasse in un serpente. La bella dama, secondo le cronache del tempo, era dedita a pratiche di magia nera e, affacciandosi dalla Torre del castello di Stenay, comunicava con i lupi ululando come loro. Anche la nobile famiglia della Linguadoca degli Hautpoul-Felines, imparentata con i Lusignano, condivideva con loro la discendenza dalla dama Melusina e le leggende locali attribuiranno loro la fama di lupi mannari, esperti di magia nera, adoratori di gatti neri. I loro sudditi li chiamavano β€œi sovrani della montagna nera”. Ancora oggi, ogni anno il loro castello Γ¨ meta di visite pubbliche da parte di esoteristi e studiosi di ogni sorta che sperano di vedere apparire la Melusina, in certe particolari notti di luna nera.

“Melusina scoperta”

La rivalitΓ  tra i Templari (che avevano un terzo dei loro possedimenti in Linguadoca), la monarchia francese di Filippo IV il Bello e il papato si risolverΓ  solo nel 1307, con l’arresto dei nobili ai vertici dell’Ordine dei Templari, con la soppressione in perpetuo dell’Ordine da parte di papa Clemente V, con la condanna al rogo per tutti loro come eretici impenitenti, a causa delle accuse di idolatria, apostasia, negromanzia, sodomia e vilipendio del Cristo mosse loro dal domenicano Imbert e dal giureconsulto De Nogaret e confessate dai capi dell’Ordine. In realtΓ , come ci dicono i documenti dei processi di Carcassonne e di Firenze, la dottrina templare era fondata su un forte dualismo manicheo. Questi monaci-guerrieri pregavano tanto il β€œDio che sta nei cieli” quanto un idolo barbuto dall’aspetto terrificante definito β€œil vero Salvatore” chiamato anche β€œBafomett” o β€œMagumet” che consentiva loro di avere ricchezze e potere. GesΓΉ, per i Templari, era una figura di poco conto. Spesso veniva indicato come un β€œladrone, crocifisso per i suoi peccati”. Nelle pratiche d’iniziazione, era ordinato ai neofiti di sputare sulla croce e poi di calpestarla con la formula β€œnon credere in lui, non ti puΓ² salvare”.

Sempre in epoca medievale, queste famiglie nobili si schierarono a difesa politica e militare dei catari, il movimento ereticale manicheo-dualista che dall’anno mille fino al 1210 si era radicato nella Linguadoca e in una vasta zona che andava dalla Liguria, passando per la Lombardia, l’Austria, la Germania fino ai Balcani. Il catarismo era una dottrina complessa che vedeva la contrapposizione di due principi (bene vs male) e di due divinitΓ , il padre che sta nei cieli e il demiurgo, creatore del mondo e di tutte le cose visibili. La maggioranza dei β€œbuoni uomini” o β€œperfetti”, cosΓ¬ erano definiti i catari, predicava e praticava la pace, il vegetarianesimo, la povertΓ , la paritΓ  tra uomini e donne, conducendo un’aspra critica morale e dottrinale alla chiesa cattolica romana, considerata corrotta. Epicentro dell’eresia, secondo Bernardo di Chiaravalle, era la cittΓ  di Lavaur.

Una minoranza, invece, piΓΉ legata alla dottrina dei bogomili jugoslavi, bulgari e a quelli della Tracia, era dedita a strani riti nelle grotte del Sabhartes e credeva nell’esistenza di un β€œRe del mondo”, per usare un’espressione dello scrittore esoterista RenΓ© GuΓ©non, un Demiurgo che abita nelle viscere della Terra in attesa di ritornare in superficie a comandare. L’eco di questa agitata minoranza suscitΓ² a Carcassonne, da parte della Santa Inquisizione, il primo processo in assoluto contro una riunione di streghe, nel 1330. Questo movimento sensista e materialista si diffuse anche in Austria, in Stiria, Boemia, Brandeburgo e Reno dal 1176. Nelle diocesi di Passavia, Vienna e Stiria venivano palesemente confusi con gli altri catari. Nel 1315 un centinaio di loro vennero bruciati a Krems e a Saint-Hipollyte, in Boemia.

Anche in questo caso, la stirpe merovingia che governava la Linguadoca pagΓ² un prezzo altissimo per essersi opposti a papa Innocenzo III, promotore della Crociata contro gli Albigesi che ebbe luogo tra il luglio e l’agosto del 1209, cui parteciperanno le famiglie nobili fedeli al papa ma non i Templari, che si rifiutarono di andare a combattere per solidarietΓ  verso i catari. Simon De Monfort e la nobiltΓ  cattolica non esitarono a sterminare la popolazione catara riunitasi nella fortezza di Montsegur e ad uccidere o arrestare alcuni esponenti della nobiltΓ  occitana che li aveva sostenuti, come i membri della famiglia dei Trencavel o il conte di Tolosa, Raimondo VI. Il conte di Tolosa, per inciso, aveva parentele altolocate anche fuori dalla Linguadoca. Era figlio della regina Costanza, sorella del re di Francia Luigi VII, e sua moglie era la sorella del re d’Inghilterra ed aveva stretto alleanze con il barone tedesco Otto de Brunswick. Questi legami di sangue permisero che, dopo la sconfitta, le nobili famiglie della Linguadoca potessero continuare ad opporsi al papato e alla curia romana, appoggiando prima il papa Avignonese Giovanni XXII, giΓ  vescovo di Alet Les Bains, nel territorio occitano-cataro, e poi il cardinale Baldassarre Cossa, della famiglia angioina e signore di Ischia che sarΓ  l’antipapa Giovanni XXIII, il cui nome, stranamente, fu riadottato nel 1958 dal nobile cardinale Angelo Roncalli, il β€œpapa Buono” che, a detta di molti, dentro e fuori le mura leonine, apparteneva al movimento rosacrociano.

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Felice Giani, “Et In Arcadia Ego”, circa 1800

Questa nobiltΓ  belga-occitana, eretica e dedita a pratiche magiche, dopo la soppressione dell’Ordine templare e la sconfitta dei catari, cambia strategia e costituisce un’oscura e potente societΓ  segreta. Nasce la Nebbia. Il suo circolo esterno Γ¨ la SocietΓ  Angelica. È in questo periodo che in Europa si assiste ad un fermento persecutorio nei confronti degli eretici e piΓΉ in generale contro la religione pagana, bollata come stregoneria, che colpirΓ  sacerdoti e frati come Urbano Grandier ma soprattutto donne, anche appartenenti alla nobiltΓ , come Guglielma di Chiaravalle (figlia del re Boemo Ottocaro I e considerata dai suoi adepti la messia femminile), la baronessa Jeanne des Anges, la marchesa Anne de Sainte Agnes ed addirittura Claire de Saint Jean, nipote del cardinale de Richelieu. Caso emblematico fu quello di Leonora Galilai, moglie di Concino Concini, a sua volta nipote di alcuni ministri del Granduca di Toscana. Dama di compagnia della regina Maria de Medici, fu accusata di praticare la stregoneria. Perquisita la sua casa, furono trovati alcuni libri con simboli magici, rotoli di velluto rosso, alcuni ciondoli e talismani. Fu dichiarata colpevole, decapitata e il restante corpo venne bruciato nel 1617. Come per i Templari, si mosse la macchina della Santa Inquisizione con l’Indice dei libri proibiti: tutti, nobili compresi, potevano essere accusati di stregoneria e di eresia che, a quell’epoca erano sinonimi.

La β€œcaccia alla streghe” portΓ² quindi questa nobiltΓ , sulla fine del 1400, a muoversi in sordina e a costituire una societΓ  segreta denominata Brouillard (“Nebbia”). Non Γ¨ un caso che la pronuncia francese del nome di questa setta sia identico alla parola bruja che, in occitano e castigliano, significa appunto β€œstrega”. Il nome β€œNebbia” voleva ricordare qualcosa di etereo, impalpabile, difficile da afferrare e quindi da colpire, ma anche qualcosa di mitologico: la foschia che ricopre il regno di Thule o l’Olimpo greco o, meglio ancora, la nube che circonda il Regno di Saturno. Ancora una volta, il quartier generale della Nebbia sarΓ  nella cittΓ  di Stenay, nelle Ardenne. Attorno a quest’organizzazione fu costruito un circolo esterno aperto a pittori, letterati, musicisti, poeti e studiosi che volevano manifestare la loro ribellione concettuale all’alleanza oscurantista di trono e altare, riscoprire le antiche tradizioni pagane europee e dare impulso allo sviluppo delle scienze nuove e antiche. Questo circolo esterno era quindi incaricato di fare propaganda attraverso l’arte, divulgando messaggi in codice che dovevano sfuggire all’apparato della Santa Inquisizione ma che, simbolicamente, dovevano fare breccia nella societΓ  che cambiava, β€œunendo persone che non avrebbero avuto motivo di conoscersi tra di loro”.

Il periodo, infatti, era caratterizzato dall’Umanesimo e poi dal Rinascimento. Figure come Pico della Mirandola, Leonardo da Vinci, Giordano Bruno si muovevano al limite dell’eresia. Bruno in particolare, filosofo e monaco, rivalutΓ² l’ermetismo, la magia naturale, studiΓ² i pianeti parlando di panteismo, divenendo un buon consigliere di monarchi per la pace in Europa e per lo sviluppo della diplomazia tra regni, ma sarΓ  poi bruciato come eretico dalla Santa Inquisizione veneziana. Ci sarΓ  anche una riscoperta del pensiero platonico, del mito di Atlantide e della prima umanitΓ  che viveva in pace ed era tecnologicamente avanzata (ricordiamo La Nuova Atlantide di Bacone). La conoscenza e non la fede cieca nella Bibbia o nel pensiero aristotelico divennero il centro degli interessi dei pensatori e degli artisti. Il circolo esterno si chiamava SocietΓ  Angelica, in ricordo degli angeli ribelli che, come racconta la Bibbia, insegnarono alle figlie degli uomini le pratiche magiche e che sono i messaggeri di questa Nebbia, mediatori tra gli uomini e le forze soprannaturali.

Rilievo di Shugborough

Il tipografo tedesco di Reitlingen nel Wurttemburg, Sebastian Greif (detto Gryphe, cioΓ¨ Grifone) ne sarΓ  l’attivatore nel 1522 e diffuse la SocietΓ  Angelica in Germania e in Francia, sotto l’attenta guida di Raymond de Saint Gilles, il Conte di Tolosa, un pezzo grosso della nobiltΓ  della Linguadoca. La misteriosofia di questo gruppo Γ¨ assai complessa: la passione paranoica per il Segreto, la venerazione di una sacra tomba, pratiche magiche per la resurrezione dei corpi, l’esaltazione del mito dell’Arcadia greca e dell’etΓ  dell’oro (il Saturnia Regna), la voglia di sovvertire lo status quo che si manifesta con l’inversione di immagini sacre, frasi o lettere. E ancora: il mito dell’eterna giovinezza, del Graal, le porte magiche che conducono al mondo sotterraneo, nel regno dei morti, l’Ade dei greci cui si accedeva dalla regione dell’Arcadia, ma anche nel primo Regno di Pace, Atlantide, dove la prima divinitΓ  regale governava la prima umanitΓ  immortale. Simbolo del gruppo era un polpo marino, anticamente associato al Demiurgo o re del mondo.

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Il motto, invece, una criptica frase latina, Et In Arcadia Ego…, sul cui significato si interrogano ancora studiosi di tutto il mondo. Questa enigmatica frase comparirΓ  in un celebre dipinto di Giovanni Francesco Barberi, detto il Guercino, nel 1618, in cui due pastori entrano in una radura e s’imbattono in una tomba che reca questa iscrizione, e in uno, piΓΉ famoso, di Nicolas Poussins, I Pastori di Arcadia, nel quale tre pastori, all’interno di un contesto bucolico e sotto lo sguardo vigile di una guida iniziatica femminile, scoprono una tomba che reca questa strana iscrizione. Poussins risulterΓ  essere il protetto di Sublet de Noyers, primo intendente della casa dei Joyeus, nobili della Linguadoca. Il 7 Aprile del 1647 scriverΓ  ad un amico pittore una lettera alquanto ambigua a proposito di un Segreto:

Vi potrei raccontare cose su quest’argomento, che sono molto vere ma sconosciute a tutti. Bisogna dunque passarle sotto silenzio.

Anche presso i terreni esterni della residenza dei conti di Lichfield di Shugbourgh Hall, nello Staffordshire, Γ¨ ancora visibile un grande bassorilievo con il celebre quadro di Poussins e l’immancabile scritta in latino. Questa casa passΓ² poi nelle mani della nobile famiglia Anson, la quale ebbe tra i suoi discendenti il celebre ammiraglio che circumnavigΓ² il globo. Alla sua morte, nel 1762, nel parlamento inglese verrΓ  letta questa elegia, ricca di messaggi in codice:

Su quel marmo istoriato posa l’occhio.
La scena strappa un sospiro morale.
Fin nelle piane elisie dell’Arcadia,
tra le ninfe ridenti e pastori,
vedi la gioia festosa che si spegne,
e la pietΓ  surrogare il sorriso;
dove le danze, il liuto, le feste
La passione che vibra in cuori ardenti,
Nel giovanile fiore della vita,
Sta la ragione ed indica la Tomba.

Nicolas Poussin, “Pastori dell’Arcadia”, 1640 circa

L’opera chiave della SocietΓ  Angelica era il Sogno di Polifilo, scritto nel 1467 dal monaco domenicano Francesco Colonna, signore di Palestrina e stretto collaboratore di papa Borgia. Il protagonista dell’Opera Γ¨ Polia il quale, dopo aver abiurato il cristianesimo considerato una falsa dottrina, viene portato dal dragone nel mondo sotterraneo a compiere un viaggio iniziatico che culmina al cospetto della dea Venere, dalla quale riceve la nuova luce della conoscenza. Nei blasoni di alcune di queste famiglie nobiliari comparirΓ  in quest’epoca il dragone o biscione, come nel caso dei Borghese e dei Visconti. Il dragone era poi l’emblema del partito dei ghibellini, quella fazione laica che si oppone al partito dei guelfi, legato alla Chiesa di Roma.

Ed Γ¨ in questo periodo che le ville gentilizie si riempiono di statue di significato arcadico, agreste e mitologico. Draghi e serpenti ma anche ninfe, divinitΓ  greche come Venere e semidei come Pan sostituiscono i santi cristiani e le immagini vetero-testamentarie. Tutta la nobiltΓ , proprietaria terriera, riscopre il mondo agreste e bucolico rileggendo i passi di Virgilio. Si considerano Buoni Pastori che devono guidare i loro sudditi, diventano mecenati degli artisti i quali devono glorificare le arti e le scienze con il loro impegno. Per molti secoli, il mito sarΓ  ricorrente tra gli artisti. Si pensi per esempio al Flauto Magico (di Pan) dell’austriaco e massone W.A. Mozart in epoca illuminista, artista molto apprezzato alla corte di nobili e cardinali austriaci.

Interessante, a metΓ  del 1400, la figura di Renato d’AngiΓ², conte di Piemonte, di Lorena e di Gerusalemme, nonchΓ© amante di Giovanna d’Arco (anche lei caduta nelle maglie dell’Inquisizione come eretica e per questo bruciata sul rogo), conosciuto come il Buon RenΓ©, il buon re-pastore della riscoperta dell’Arcadia. Uomo di corte e non di guerra, dedito alla magia, ospitΓ² per molti anni Jean de Saint Remy, medico cabalista e nonno di Nostradamus. InfluenzΓ² i Medici a Firenze ed andΓ² ad abitare a Tarascona, celebre cittΓ  costruita in onore del drago mitologico detto Tarasca. Nella sua opera dedicata all’Arcadia, parla di una tomba in prossimitΓ  di un fiume sotterraneo. Anche il napoletano Jacopo Sannazzaro s’imbatterΓ  in questo tema nell’opera Arcadia nel 1504. Il filone sarΓ  cosΓ¬ fortunato, coinvolgendo personalitΓ  in ogni campo del sapere, che si costituisce un’Accademia dell’Arcadia nel 1690, i cui membri si definiranno Pastori mentre l’insegna sarΓ  inequivocabile: un dio Pan che suona la siringa a sette corni. La sede, donata da re Giovanni V del Portogallo, vedrΓ  Papa Leone XIII come membro attivo delle sedute arcadiche. Ad essa sarΓ  collegata, in Roma, non Γ¨ un caso, la Biblioteca Angelica. Lo scrittore Maurice BarrΓ¨s nella sua β€œCollina Ispirata” del 1913 scriverΓ  a proposito:

Et In Arcadia Ego,
anch’io sono stato in Arcadia,
nel paese meraviglioso dell’immaginazione,
ci grida dalla Tomba un genio…

Sotto l’impulso di queste manifestazioni culturali, per l’Europa cristiana e l’unitΓ  della fede cattolica sotto le insegne del pontificato apostolico e romano, il Quattrocento e il Cinquecento sono anni terribili. Questa nobiltΓ  sobillatrice ed eversiva appoggia in Inghilterra lo scisma anglicano, in Francia il movimento ugonotto, in Svizzera quello delle chiese calviniste, in Germania la Riforma Protestante. Lutero Γ¨, infatti, ben protetto dalla nobiltΓ  che si contrappone tanto al papa quanto all’imperatore Massimiliano I, a partire dal principe Federico III di Sassonia. Altri suoi pari come Giorgio di Brandeburgo, Ernesto di Brunswick e Filippo D’Assia faranno scudo e quadrato davanti al teologo di Sassonia quando sarΓ  dichiarato eretico da papa Leone X. I principi tedeschi formeranno poi la Lega di Smalcalda, portando avanti la loro guerra che culminerΓ  con la pace di Augusta del 1555, che diede la possibilitΓ  a ogni principe tedesco di abbracciare la riforma luterana, vincolando i propri sudditi. Intanto, in Scozia, la nobile famiglia dei Sinclair, appartenente al disciolto Ordine Templare, manifestando la sua ostilitΓ  al papato, istituΓ¬ una forma di Massoneria speculativa, rivitalizzando le antiche corporazioni muratorie medievali e costruendo nel 1450 la Cappella di Rosslyn nella quale, accanto alle croci templari, compaiono i compassi massonici e simboli di natura magico-pagana.

Filippo Lauri, “Paesaggio con fauni e ninfe che danzano”, XVII secolo

Fine parte 1 di 2 — CONTINUA

7 commenti su ““Et in Arcadia Ego”: la Missione segreta dell’altra Europa (I)

    1. Je connais la resolution (l’emplacement) de l’enigme du tableau de poussin “Et in aRcadia Ego”
      Et lorsque je suis arrive a destination j’ai vite compris que plusieurs avant moi avais elucider l’enigme et tenter de deterrer le tresor des templiers…sans succes a ce jour puisque les premiers qui ont tomber sur l’emplacement completement par hasard n’ont pas pu decoder l’avertissement qui scella le sort du tresors pour les siecles a venir…

  1. Ogni volta che si citano i Merovingi fricchettoni e i Templari guerrieri, ci si imbatte in un mondo misterioso, ai limiti del mito, che rende il tema affascinante, ed Γ¨ quindi sempre presente il rischio di elogiare in maniera eccessiva, persone e azioni che in realtΓ  portano avanti solo piani per accrescere il proprio il potere personale, ed hanno in mente quindi fini puramente egoistici. Mi va bene la magia, l’alchimia, i sacrifici pagani, quando sono tutti mezzi di autoconoscenza, o anche per scopi Ma il voler riportare l’etΓ  dell’oro a tutta l’umanitΓ . L’alta tecnologia del Regno di Atlantide. Ma di che stiamo parlando? Possibile che questi uomini colti di esoterismo e mitologia greca non sapessero che l’eta dell’oro era una condizione di completa comunione di coscienza tra uomo e Dio, in una dimensione non terrena? La pace mondiale a tutti i costi, l’armonia a tutti i costi tra popoli, i tesori, la ricerca dell’immortalitΓ  sono delle basse rappresentazioni terrene e materialiste di un legame divino che ora puΓ² avvenire solo dopo anni ed anni di disciplina individuale. Chi sono i Merovingi di oggi? I transumanisti? I capitalisti futuristi stile Elon Musk? Oppure quel misterioso buontempone di R.C. Christian che ha eretto la Georgia Guidestones, tra le cui linee guida c’Γ¨ quello di mantenere la popolazione mondiale sui 500 milioni? Quello che voglio dire Γ¨ che non mi fido di coloro che in nome di qualche ideale utopistico, cercano di imporre delle linee guida sociali e politiche ad altri popoli.

      1. Ciao Marco,

        complimenti per questo e per tutti gli altri articoli del blog, davvero delle perle.

        Vorrei chiederti dove hai trovato l’informazione che Renato d’AngiΓ² fosse l’amante di Giovanna d’Arco. Grazie

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