Alfredo Cattabiani: “La festa di Ognissanti e il Capodanno celtico”

Il 1° novembre è lo spartiacque fra un anno agricolo e l’altro. Finita la stagione dei frutti la terra, che ha accolto i semi del frumento destinati a rinascere in primavera, entra nel periodo del letargo. Per i cristiani si celebrano in questi giorni due feste importanti, Ognissanti e la Commemorazione dei defunti. Ma un tempo, nelle terre abitate dai Celti, che si estendevano dall’Irlanda alla Spagna, dalla Francia all’Italia settentrionale, dalla Pannonia all’Asia Minore, questo periodo di passaggio era il Capo d’anno: lo si chiamava in Irlanda Samuin ed era preceduto dalla notte conosciuta ancor oggi in Scozia come Nos Galan-gaeaf, notte delle Calende d’inverno, durante la quale i morti entravano in comunicazione con i vivi in un generale rimescolamento cosmico, come già si è constatato in altri periodi critici dell’anno.

“Ben venga Maggio”: riti e tradizioni di Calendimaggio (Alfredo Cattabiani)

In occasione del 1° Maggio pubblichiamo questo scritto del mai sufficientemente ricordato Alfredo Cattabiani (che tra l’altro, ironia della sorte, nacque e morì proprio a maggio, rispettivamente il 26 e il 18 del mese), dedicato ai riti e alle tradizioni antiche e popolari su Calendimaggio. Tratto dal suo libro “Calendario”.

Conversazioni con Mircea Eliade

114 anni fa, il 13 marzo del 1907, nasceva a Bucarest Mircea Eliade. Per l’occasione, spendiamo due parole sul libretto recentemente pubblicato dalle Edizioni Bietti per la collana “Minima Letteraria”, in cui si possono leggere quattro interviste al più importante storico delle religioni del XX secolo rilasciate rispettivamente a Jean Varenne, Alain de Benoist, Fausto Gianfranceschi e Alfredo Cattabiani, negli anni ’70 e ’80.

di Marco Maculotti

Copertina: Mircea Eliade (a destra) con Carl Gustav Jung a Eranos