Il mitologema della «stanchezza cosmica» e della «sofferenza della terra», a cui segue immancabilmente un’azione divina volta allo spopolamento del pianeta — che sia una guerra tra dèi o un diluvio inviato dal cielo — per bilanciarne gli equilibri irrimediabilmente compromessi, si ritrova con notevoli corrispondenze in diverse tradizioni indoeuropee, o piuttosto indomediterranee: in India e Iran così come nell’antica Grecia, e in parte anche nella tradizione veterotestamentaria.
Durante la cerimonia dell’ashura gli sciiti si richiamano miticamente all’autosacrificio esemplare del terzo imam Husayn inserendolo nell’ambito cosmologico della guerra cosmica, di derivazione madzeista, tra i principi del bene contro il male; in un continuo connubio tra sfera politica e religiosa, i confini tra le due si fanno sempre più confusi, e la dimensione religiosa giustifica il sentimento politico, mentre il sentimento locale sfocia in un dramma di portata globale.
Partendo da Airāvata e dal mitologhema del “frullamento dell’Oceano di Latte” per poi giungere fino a Ganesha, Giuseppe Acerbi si propone di individuare alcune corrispondenze esoteriche fra le divinità dalla testa di elefante dell’antica India, Iran, Giappone e Americhe.
Breve excursus lungo il percorso storico, filosofico e religioso attraverso il quale si è sviluppato il tema dell’occultamento del divino nel grande spazio eurasiatico: un tema che dimostra una volta in più l’unità spirituale primordiale di questo vasto continente interiore