Abraxas, o sulla fuga dalla prigione cosmica

Nel loro nuovo libro, “Abraxas: la magia del tamburo. Il culto dimenticato del dio cosmico dallo sciamanesimo alla gnosi“, uscito a marzo per Mimesis, Paolo Riberi e Igor Caputo indagano la figura del dio/demone Abraxas, a metà strada tra quella del Demiurgo della cosmogonia gnostica e platonica e quella del dio eonico che connette i vari livelli della manifestazione cosmica.

Di Solstizi e Apocalissi: di Saturno e dell’Età dell’Oro

Annotazioni solstiziali e “apocalittiche” sulla celebrazione del Natale e sulla fine dell’Anno, sulla dottrina arcaica delle “porte” del Cosmo e dell’Anno e sull’escatologia dell’antica Religione Siderale, passando dalla tradizione greco-romana a quella induista a quella cristiana.

Arthur Machen e il risveglio del Grande Dio Pan

La recente ristampa del capolavoro “folk horror” di Arthur Machen ci consente di fare luce su uno dei più affascinanti fenomeni di “rinascita pagana” nell’Occidente moderno: il risveglio del Grande Dio Pan nell’Inghilterra vittoriana, a cavallo tra l’800 e il ‘900.

Il dio primordiale e triplice: corrispondenze esoteriche ed iconografiche nelle tradizioni antiche

di Marco Maculotti

Nelle tradizioni antiche di tutto il mondo si trova riferimento a un dio delle origini, venuto in esistenza prima di ogni altra cosa, creatore di tutto ciò che è manifesto e ugualmente di tutto ciò che è immanifesto. Le più disparate tradizioni mitiche dipingono il dio primordiale come contenente tutte le potenzialità e le polarità dell’universo, luce e tenebre, spirito e materia, e così via. Per questo, viene spesso rappresentato con due volti (Giano bifronte) se non addirittura con tre (Trimurti indù). Tuttavia, il più delle volte egli è considerato invisibile, nascosto, difficilmente rappresentabile se non in una forma allegorica, esoterica, che fa sovente riferimento all’unione del principio luminoso e igneo, ‘maschile’, con quello oscuro e acqueo, ‘femminile’. Nelle tradizioni di tutto il mondo, tale dio primordiale non viene onorato con un culto proprio, dal momento che si ritiene che ormai viva troppo lontano dall’uomo e gli affari umani non lo riguardano: per questo, si parla spesso di questa divinità massima come di un deus otiosus.