I rapimenti dei Fairies e il mistero dei β€œMissing 411”

Ogni anno decine di persone scompaiono improvvisamente nei Parchi Nazionali statunitensi, in situazioni inspiegabili e senza lasciare alcuna traccia; il detective David Paulides, che da decenni studia questi casi misteriosi da lui definiti β€œMissing 411”, ha individuato alcuni pattern ricorrenti che, analizzati con un occhio alle antiche tradizioni (sia europee che dei nativi americani), ci riportano alle credenze del folklore riguardanti i β€œwater-babies” e altre entitΓ  feriche dimoranti nel β€œmondo invisibile”, cui talvolta si ritiene che l’essere umano, volente o nolente, riesca ad accedere, talvolta per non fare mai piΓΉ ritorno nel nostro mondo.


di Marco Maculotti
copertina: Daniel Maclise,Β β€œThe Disenchantment of Bottom” da β€œA Midsummer Night’s Dream”, 1832

Β« Mi convinsi che quasi tutte le tradizioni popolari del mondo altro non sono se non resoconti esagerati di eventi realmente accaduti, e in special modo mi sentii attratto ad esaminare le storie delle fate, il β€œbuon popolo” delle razze celtiche. […] nei racconti piΓΉ antichi, nelle storie che spingevano gli uomini a farsi il segno della croce quando sedevano attorno al focolare, ci troviamo su un terreno ben diverso: vedevo uno spirito del tutto opposto in certe vicende di bambini, di uomini e donne scomparse stranamente dalla terra. Venivano notati da un contadino, nei campi, diretti verso qualche collinetta verde e arrotondata, e poi nessuno sapeva piΓΉ niente di loro. Β»

β€” Arthur Machen, β€œThe Novel of the Black Seal”, 1895

Β« Una ragazza scomparve in un modo che sembra estremamente misterioso. […] s’incamminΓ² dicendo ai genitori che avrebbe preso la scorciatoia che passa tra le colline. Dalla zia non ci arrivΓ², e nessuno l’ha mai piΓΉ rivista. […] la gente dice tante assurditΓ  […] credono che la povera ragazza sia β€œandata con le fate”, o sia stata β€œpresa dalle fate”. Β»

β€” Arthur Machen, β€œThe Shining Pyramid”, 1924

L’America e il sovrannaturale, tra β€œrealtΓ  alternativa” e criptozoologia

Pur non avendo mai avuto, fin dalla fondazione avvenuta nel 1776, una tradizione religiosa strettamente propria, gli Stati Uniti d’America piΓΉ di ogni altro stato al mondo si configurano come l’area geografica che, tra lo scorso secolo e l’attuale, ha visto nascere una serie di correnti ascrivibili alla cosiddetta β€œrealtΓ  alternativa” che potremmo definire pseudo-religiose. Si tratta di movimenti che, pur non potendo essere catalogabili stricto sensu come β€œreligiosi”, sono basati su credenze ben precise condivise dai membri interni che spesso presuppongono una fede incondizionata nell’argomento, se non addirittura l’aver vissuto in prima persona un’esperienza catalizzatrice della stessa.

Il caso piΓΉ famoso resta ovviamente la β€œreligione” ufologica, con tutte le sue derive piΓΉ o meno New Age, dalle abductions alla fecondazioneΒ in vitro di ibridi umano-alieni, fino alle piΓΉ estreme teorie cospirazioniste che parlano di β€œrettiliani” et similia. Ma molti altri esempi potrebbero essere portati a titolo di esempio: la credenza nell’esistenza del Bigfoot/Sasquatch, omologo del piΓΉ noto Yeti himalayano; il chupacabras, che molti vogliono responsabile delle cosiddette β€œmutilazioni del bestiame”; il Mothman, i cui avvistamenti avverrebbero poco prima di catastrofi inimmaginabili (si dice sia stato avvistato anche prima dell’attacco alle Torri Gemelle); il Diavolo del Jersey; e via discorrendo.

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Juan O’Gorman, β€œThe Vegetable Kingdom is a distant country”, 1947

Si potrΓ  anche bollare tutto quanto come β€œfuffa New Age” e roba da fantascienza di serie Z β€” ciΓ², d’altronde, sembrerebbe nella maggior parte dei casi assolutamente lecito β€” tuttavia una riflessione sull’argomento (e piΓΉ in particolare, come vedremo, su una β€œcasistica” di casi portati all’attenzione del pubblico solo recentemente) potrebbe condurci a ipotesi degne di attenzione.

D’altronde, le testimonianze del folklore locale di mezzo secolo fa indicavano che le bizzarre superstizioni di quelli che furono i primi coloni erano ben lungi dall’essere dimenticate, e anzi ancora sopravvivevano in maniera residuale. Ad esempio, ancoraΒ nel 1960 in Ohio si pensava che facendo indossare ai proprio figli maschi in tenera etΓ  abiti femminili si sarebbe impedito ai fairies di rapirli; una credenza senza dubbio importata in America da immigrati irlandesi [Varner 51]. Ancora nell’Ottocento, dunque, i pleasant americani consideravano responsabili delle sparizioni di bambini proprio i fairies: paradigmatico a riguardo Γ¨ il caso dei rapimenti di Dubuque, nello Iowa, avvenuti nel 1886.

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Arthur Rackham, β€œTaken by the Fairies in Dubuque”, per β€œGoblin Market”, 1933

Vale anche la pena di notare come, da sempre, l’area statunitense ben si presti ad un processo di β€œsovrannaturalizzazione” dell’ignoto: nello stato di New York nacque Charles Fort, β€œindagatore dell’Inquietante e dello Straordinario”, cosΓ¬ come pure John Keel, alfiere insieme al francese Jacques VallΓ©e della cosiddetta β€œipotesi parafisica”, di cui abbiamo giΓ  parlato su queste pagine. L’America diede anche i natali a Richard Shaver, le cui schizofreniche β€œvisioni” gettarono i lettori di Amazing Stories nel panico piΓΉ totale. Il cinema e la televisione, da parte loro, hanno cavalcato l’onda della β€œfebbre per il sovrannaturale”: si pensi solo a due dei serial piΓΉ di successo degli anni Novanta, Twin Peaks e The X-Files, fino al piΓΉ recente True Detective, titoli che tra l’altro ritorneranno in questa trattazione per la connessione con alcuni dei casi che tratteremo.

Ma anche molto tempo prima dell’era moderna la forma mentis dell’uomo americano dovette subire una particolare predisposizione per il sovrannaturale, sin dai tempi dei trapper e delle frontiere. Le β€œtracce residue” del folklore delle nazioni da cui i primi coloni provenivano in cerca di fortuna (spesso paesi come l’Irlanda, la Scozia, la Germania) andarono a mischiarsi con il corpus mitologico delle popolazioni native, il quale pullula letteralmente di entitΓ  feriche, simili ai fairies europei, e di altri esseri β€œmitici” difficilmente inquadrabili da una prospettiva europea, come il Wendigo e lo Skinwalker. β€œDemoni” del folklore autoctono, questi, che negli ultimi anni hanno anche ispirato alcuni dei racconti di un nuovo genere di β€œrealtΓ  alternativa”, particolarmente in voga tra i giovani: le cosiddette Creepypasta.

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Il caso β€œMissing 411”: migliaia di persone svanite nei Parchi Nazionali U.S.A.

L’argomento di cui in questa sede vogliamo parlare, perΓ², non parla di nessuna di queste correnti, movimenti o entitΓ  sovrannaturali… ma forse, al tempo stesso, c’entra con ognuna di loro. Nominalmente negli U.S.A. si parla di questi casi con la dicitura β€œMissing 411”, etichetta inventata da un detective di nome David Paulides che, dopo una carriera ventennale (1977-99) nelle forze dell’ordine americane, ha scritto ben otto libri sull’argomento, da cui sono stati tratti per ora due documentari (usciti nel 2017 e nel 2019).

Nel calderone dei cosiddetti β€œMissing 411”, secondo Paulides, vanno a ricadere tutti quei casi di persone scomparse all’interno dei Parchi Nazionali del territorio statunitense, la cui causa di scomparsa (o di morte, nei casi β€” non molti β€” in cui il corpo venga ritrovato) non sarebbe ascrivibile nΓ© a un atto personale (un tentativo di suicidio, per esempio), nΓ© a un’azione violenta esterna (un’aggressione da parte di terzi o di animali selvatici), nΓ© ad altre ipotesi comuni (assideramento, annegamento, ecc). Si tratterebbe letteralmente di migliaia di casi senza risposta.

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David Paulides

Inizialmente Paulides dovette pensare che dietro a molti di questi casi ci fosse lo zampino β€” o piuttosto lo β€œzampone” β€” del Bigfoot/Sasquatch, altrimenti non avrebbe dato vita al gruppo di ricerca β€œNorth America Bigfoot Search”, di cui si Γ¨ autonominato direttore, nΓ© avrebbe scritto due libri sull’argomento, pubblicati tra il 2008 e il 2009. In alcuni casi β€” il piΓΉ famoso dei quali Γ¨ quello di Jaryd Atadero β€” effettivamente si parla di peli trovati addosso ai cadaveri che, analizzati dalla scientifica, non risultavano essere nΓ© di un essere umano nΓ© di altri animali conosciuti. Tuttavia, successivamente il detective si accorse che molti casi non potevano essere spiegati adducendo l’esistenza di un β€œabominevole uomo delle nevi”, anche perchΓ© non in tutte le aree geografiche in cui si sono verificati i β€œMissing 411” sembrano esserci credenze o avvistamenti dello stesso (l’area piΓΉ interessata dagli avvistamenti del Bigfoot Γ¨ quella della costa occidentale).

CominciΓ² cosΓ¬ a raccogliere centinaia di sparizioni da considerarsi inspiegabili secondo la logica razionale, anche se esse non combaciavano con l’ipotesi Bigfoot: nacque cosΓ¬ un archivio immenso di casi che ben potrebbero essere studiati dall’agente Fox Mulder e dalla collega Dana Scully o, in alternativa, da Rust Cohle e Marty Hart. Durante il lavoro di catalogazione, Paulides si rese conto di certi pattern che sembravano ritornare nella stragrande maggioranza dei casi: uno di essi era la prossimitΓ  della persona scomparsa a un corso d’acqua o a uno specchio d’acqua, ed in nessun caso la vittima era stata trovata annegata.

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Una mappa delle persone scomparse nei Parchi Nazionali statunitensi. La maggior parte dei 1600 casi studiati da Paulides riguarda la costa occidentale, soprattutto i parchi di Yosemite, Death Valley, Grand Canyon, Crater Lake. Molte le sparizioni anche sulle Rocky Mountains.

Si notΓ² anche che, in seguito alle sparizioni, la situazione meteorologica sembrava mutare all’improvviso e sempre in peggio, dando vita a tempeste, piogge e nubi di nebbia, quasi come se una forza β€œaliena” uscita direttamente da un racconto di Algernon Blackwood volesse impedire il buon esito delle ricerche (si noti incidentalmente che tale potere nel folklore Γ¨ solitamente attribuito alle streghe e ai β€œdemoni”). Molti di questi casi inoltre sono avvenuti in prossimitΓ  di massicci rocciosi β€” come per esempio quello granitico dello Yosemite β€” facendo sorgere inquietanti collegamenti con il romanzo, poi reso film, Picnic a Hanging Rock. Le orme delle persone scomparse talvolta proseguivano per un certo tratto di strada, per poi interrompersi di colpo, come se esse si fossero letteralmente volatizzate.

Anche gli identikit delle persone scomparse senza lasciare traccia seguono dei criteri apparentemente precisi: si tratta soprattutto di bambini, a volte anche molto piccoli (2-3 anni), ma anche di persone con una qualche disabilitΓ  fisica o mentale o, all’opposto, individui molto dotati o da un punto di vista psichico (scienziati, ricercatori) o da un punto di vista fisico (scalatori, trekker esperti).

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Paulides nota anche che non di rado tra i membri della famiglia dei rapiti figurano militari o religiosi, in ciΓ² potendosi ravvisare un collegamento rispettivamente con X-Files e Twin Peaks da una parte, e True Detective dall’altra. Nella serie di Carter, infatti, gli addotti sono prelevati dagli alieni a causa di uno scellerato patto della classe politica e militare; in quella di Lynch e Frost l’aeronautica indaga sulla Β«Loggia NeraΒ» ed Γ¨ lo stesso maggiore Briggs a essere rapito nell’altra dimensione;Β in quella di Pizzolato, infine, i sacrifici rituali sembravano gravitare intorno alle scuole religiose disseminate sul territorio.

Cosa incredibile a dirsi, a volte i bambini piΓΉ piccoli vengono ritrovati dopo giorni di ricerche andate a vuoto, a una distanza anche di decine o centinaia di chilometri, che mai avrebbero potuto percorrere. In questi casi, inoltre, i piccoli non presentano ferite di alcun genere e i loro vestiti erano stranamente lindi, anche se durante il lasso di tempo delle ricerche il meteo non era stato clemente.

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Yuliya Litvinova, β€œFairies and the Peasant Girl”, 2018

C’è infatti da mettere in risalto questo particolare: sebbene il piΓΉ delle volte le persone spariscano letteralmente nel nulla per non essere piΓΉ ritrovate, in una minore percentuale dei casi le persone scomparse vengono ritrovate, morte o vive che siano. Quando vengono ritrovate in vita, appaiono sempre in uno stato di semi-incoscienza e quasi di torpore, con qualche linea di febbre. Il piΓΉ delle volte vengono rinvenute a una grande distanza dal luogo dove erano scomparse e generalmente non sanno spiegare dove siano stati nΓ© come abbiano passato il tempo durante quello iato temporale.

Sconcertante Γ¨ il caso di Steven Kubacki, avvenuto nel 1977: impegnato in un’escursione sciistica sul lago Michigan scomparve improvvisamente, per poi β€œricomparire” solo 14 mesi dopo in Massachussets, a oltre 1000 chilometri di distanza, senza alcun ricordo. Anche Danny Filippidis sparΓ¬ mentre stava sciando: si trovava nello stato di New York e di colpo ricomparve in California, a circa 5000 chilometri di distanza, con ancora gli sci ai piedi!Β 

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Nella puntata di β€œX-Files” intitolata β€œDetour” (stagione 5, episodio 4), Mulder e Scully indagano su una serie di sparizioni improvvise all’interno di un Parco Nazionale. Si scoprirΓ  che i responsabili sono una sorta di β€œpersone” semi-materiali che vivono in simbiosi con il bosco e che possono trascinare gli intrusi nelle sue profonditΓ . L’episodio andΓ² in onda il 23 novembre 1997, 15 anni prima del primo libro di Paulides sui casi β€œMissing 411”.

Ambienti sotterranei e toponomastica infernale

Sebbene molti suggeriscano l’ipotesi extraterrestre, le testimonianze di alcuni β€œricomparsi” (soprattutto bambini) sono piΓΉ facilmente ascrivibili alla β€œpista folklorica”: alcuni sostengono di essere stati portati sottoterra, in un ambiente che sarebbe rimasto luminoso per tutto il tempo del loro β€œrapimento”, nonostante fuori, in superficie, giorno e notte si alternassero.Β Testimonianze simili non possono che collegarsi alla tradizione folklorica del β€œPiccolo Popolo”, una progenie mitica e semi-materiale che dimorerebbe invisibilmente in una dimensione sotto o dietro la nostra, presente sia nel foklore β€œimportato” dall’Europa che in quello dei popoli nativi dell’America settentrionale.

Gli β€œaccessi” al loro mondo segreto sarebbero proprio posti nella profonditΓ  delle aree boschive, in grossi alberi o caverne sotterranee, e secondo tutte queste tradizioni antiche essi rapirebbero gli esseri umani per condurli nel loro mondo sotterraneo, dal quale solo una piccola percentuale delle volte riescono a fare ritorno.

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Fin dai tempi precedenti l’arrivo dei coloni europei, certe formazioni di roccia straordinarie venivano considerate, nel folklore nativo, connesse a certi miti o a determinate categorie di spiriti. Qui in foto si puΓ² vedere uno dei cosiddetti β€œDevil’s Corkscrew” (cavatappi del Diavolo) del Nebraska, una bizzarria che entra di diritto nella β€œtoponomastica infernale” statunitense.

Vale la pena sottolineare come una certa percentuale di sparizioni avvengano in aree geografiche considerate tabΓΉ dalle popolazioni native perchΓ© ritenute la dimora di spiriti pericolosi. Numerose sparizioni avvengono in zone β€œsegnate” da una toponomastica piuttosto indicativa: una di queste zone Γ¨ Devil’s Head, in Colorado, dove scomparvero molti, tra cui β€” ironia della sorte β€” il teologo Maurice Dametz che, prima di β€œvolatizzarsi” nel 1981, mise nero su bianco la sua convinzione sulla venuta prossima ventura dell’Anticristo. La piccola Ana scomparve nello stato dello Utah, a pochi chilometri dal promontorio denominato Devil’s Slide per la sua particolare forma β€œa scivolo”. Alfred Beilhartz, di 5 anni, svanΓ¬ nel 1938 sul Devil’s Nest nelle Montagne Rocciose, in Colorado.

Tali denominazioni il piΓΉ delle volte derivano dal processo di β€œcristianizzazione” di miti del folklore autoctono, che evidentemente consigliavano prudentemente di evitare questi luoghi. In ciΓ² si deve evidenziare un altro parallelismo con la tradizione gaelica, secondo la quale i rapimenti dei fairies avvengono perlopiΓΉ nei luoghi β€œfatati”, indicati come tali anche dalla toponomastica, quali ad esempio tumuli funerari risalenti al Neolitico o antichi forti megalitici in rovina.

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Una cartolina vintage del Devil’s Slide, in Utah

I rapimenti dei fairies e le iniziazioni di bambini

Β« Era sua opinione che lΓ¬, nel cuore della natura selvaggia, essi fossero stati testimoni di qualcosa di crudelmente primitivo. Qualcosa che era sopravvissuto, chissΓ  come, all’avanzare dell’umanitΓ , ed ora aveva fatto la sua terribile apparizione, rivelando l’esistenza di una dimensione di vita primordiale e mostruosa. Simpson considerΓ² quell’esperienza come uno sguardo sulle etΓ  preistoriche, quando il cuore dell’uomo era ancora oppresso da superstizioni immani e selvagge; quando le forze della natura erano ancora intatte, e non ancora sconfitti i Poteri che devono aver dominato l’universo primitivo. Ancora oggi ripensa a quelle che, anni dopo, definΓ¬ in un sermone β€œPotenze formidabili e selvagge che si annidano nelle anime degli uomini, non malvagie in se stesse, ma fondamentalmente ostili all’umanitΓ  per come essa è”. Β»

β€” Algernon Blackwood, β€œThe Wendigo”, 1909

In piena linea con le percentuali dei β€œMissing 411” sia la tradizione folklorica gaelica che quella amerindia menziona come vittime predilette dei rapimenti i bambini: i nativi tuttavia generalmente (almeno fino a qualche generazione fa) non se ne preoccupavano, in quanto ritengono che questi rapimenti servano da β€œiniziazione” ad alcuni membri del clan che fin dalla tenera etΓ  verrebbero scelti dagli spiriti-guida per perpetrare la tradizione sciamanica ancestrale.

Gli indiani Choctaw, ad esempio, raccontano del rapimento di un bambino di tre anni che vagava per i boschi. Allontanatosi troppo dal villaggio, Kowi Anukasha, il vigilante del Popolo delle Foreste, lo agguantΓ² e lo condusse lontano, nella caverna dove il β€œPopolo Nascosto” abitava. Si racconta che la caverna dove lo spirito condusse il bambino fosse alquanto lontana dai luoghi abitati dalle comunitΓ  tribali, al punto che i due dovettero viaggiare a lungo, superare diverse colline e guadare numerosi corsi d’acqua. In questo luogo il bambino fu iniziato alla conoscenza sciamanica, quindi rimandato incolume nel nostro mondo.

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Ancora piΓΉ sorprendentemente, la tradizione delle isole britanniche, per esempio il trattato del reverendo Kirk The Secret Commonwealth, lascia intendere che, oltre ai bambini (Β«piccoli bambini, non ancora depravati da molti oggetti, vedono apparizioni che non sono vedute da quelli di etΓ  piΓΉ avanzataΒ») anche i β€œdeboli di mente” (o, per dirla secondo il nostro Spirito dei Tempi, le β€œpersone disabili”) siano piΓΉ portate ad avere contatti con questo β€œpopolo segreto”: secondo una credenza collazionata da Evans-Wentz essi sarebbero addirittura discendenti dai fairies stessi [Evans-Wentz 128]. In questa categoria, secondo Paulides, vanno incluse anche le persone con anomalie genetiche molto rare: in un caso verificatosi in Arizona, ad esempio, sparirono due sorelle affette da un disturbo osseo estremamente raro (circa 1 caso su 2/3 milioni).

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Hilda Hechle, β€œA Moonlight Phantasy”, 1930

In quanto alle persone di genio, nella tradizione irlandese si dice che vengano rapite e tramutate dai fairies in esseri dotati della loro stessa semi-fisicitΓ . Anche quanto si racconta sulla morte di RobertΒ Kirk stesso, ovvero che mentre passeggiava nottetempo presso una collina β€œfatata” fosse stato Β«rapito dalle fate nel suo secondo corpo o doppioΒ» e trasportato istantaneamente a Fairyland, sembra confermare questa terza predilezione di rapimenti. I suoi parrocchiani e la popolazione di Aberfoyle sostennero che il suo cadavere non fu mai ritrovato e giunsero alla conclusione che Β«le fate, irritate dalla rivelazione dei loro misteri, lo avevano trascinato giΓΉ, sotto terra, a vivere in quella loro cittΓ  sotterranea, pervasa da una luce verde, e lΓ  attenderΓ , prigioniero del sogno fatato, fino agli ultimi tempi, quando tutti i sogni verranno dissipatiΒ».

Alcune persone scomparse nei β€œMissing 411” sembrano infatti dileguarsi letteralmente nel terreno, quasi siano improvvisamente β€œaspirati” sottoterra da una forza sovrannaturale. Ci sono stati degli episodi con testimoni visivi di queste sparizioni improvvise, i quali hanno testimoniato che, mentre la persona spariva letteralmente sottoterra da un momento all’altro, alcuni vestiti o accessori degli stessi rimanevano a terra, in superficie β€” per esempio le scarpe o l’orologio. Alcuni bambini che sono stati ritrovati vivi e incolumi dopo giorni di infruttuose ricerche presentavano i vestiti al contrario, come ribaltati: e forse vale qui la pena di notare come un leitmotiv del folklore europeo (ma non solo) vuole che si possa liberarsi dall’influenza di queste entitΓ  sottili e fuggire dal loro β€œregno sotterraneo” proprio rivoltando al contrario i propri abiti (il cappello, la giacca, ecc).

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Henri-Camille Danger, β€œThe Fireflies”, 1896

Ci sono alcuni casi in cui i bambini ritrovati sostengono di essere stati rapiti e condotti sottoterra da una sorta di orso o grosso lupo β€œumanizzato”, che avrebbe provveduto al loro sostentamento fino alla liberazione. Molti hanno visto in ciΓ² una prova a favore dell’ipotesi Bigfoot. Tuttavia noi, da parte nostra, ci limitiamo a ricordare che nel folklore dei nativi americani della fascia subartica esiste una vera e propria tradizione di persone rapite dagli spiriti-aiutanti che si presentano a loro sotto forma di orso, lupo o altri animali ancora [Comba, 263]. Questi spiriti zoomorfi, che ricoprono lo stesso ruolo e la stessa funzione riconosciuta agli spiriti-maestri nello sciamanesimo austroasiatico e mongolo-siberiano, attendono il periodo invernale per rapire i neofiti e per poi rilasciarli, una volta β€œtrasformati” in sciamani.

Altri racconti del folklore autoctono presentano sensazionali corrispondenze con i casi studiati da Paulides. Gli Eschimesi Yup’ik, ad esempio, raccontano di umani che sono andati a vivere nella dimora sottomarina delle foche, che si rivelano essere persone di dimensioni diverse [Fienup-Riordan 118-9]: una sorta di Fairyland sottomarina e zoomorfizzata, insomma. Nella cerimonia di Mezzo Inverno degli Irochesi, i membri della confraternita delle β€œFacce False” sono ritenuti essere imitazioni delle β€œFacce Sole”, entitΓ  spirituali e terrifiche che vagano nel profondo delle foreste, ai margini estremi del mondo. Si dice che il loro capo viva ai confini della terra, ovvero Β«al limite estremo del mondo, in quella zona remota e misteriosa, in cui il mondo ordinario e quello soprannaturale si confondono e si intersecanoΒ». Si pensa che sia proprio in questo β€œlimite estremo” che i neofiti vengano rapiti dagli spiriti in vista dell’iniziazione [Comba 114-7].

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Ernest Augustin Gendron, β€œThe Undines or the Voice of the Torrent”, 1857

I water-babies nel folklore amerindio

Β« Mai, prima o dopo di allora, sono stato assalito con tanta forza da indescrivibili suggestioni di una β€œregione ulteriore”, di un altro schema di vita, un’altra evoluzione non parallela a quella umana. E, alla fine, le nostre menti avrebbero dovuto soccombere sotto il peso di quell’incantesimo spaventoso, e saremmo stati trascinati al di lΓ  della frontiera, nel loro mondo. […] tutti questi elementi, erano stati derubati dai loro caratteri naturali, e avevano rivelato qualcosa di unΒ altro loro aspetto: quello che vigeva oltre il confine, nell’altra regione. E questo aspetto stravolto, lo sentivo, era estraneo non solo a me, ma all’intera razza umana. L’intera esperienza i cui limiti stavamo sfiorando era del tutto ignota all’umanitΓ . Era un’altra sfera di esperienza, β€œnon terrena” nel senso piΓΉ vero della parola. Β»

β€” Algernon Blackwood, β€œThe Willows”, 1907

Ancora piΓΉ notevoli sono le corrispondenze, sempre con il folklore dei popoli nativi, per quanto riguarda il grandissimo numero di casi di persone scomparse improvvisamente nei pressi di un qualche luogo acquatico, fiume, lago o fonte che sia. GiΓ  Keel, analizzando i suoi β€œX-Files parafisici”, giunse alla conclusione che uno dei tratti peculiari delle entitΓ  che tentava di decifrare era quello di Β«apparire pressochΓ© sempre in prossimitΓ  dell’acqua: laghi, ruscelli, stagni, riserve naturaliΒ» [Keel 107]. I casi raccolti da Paulides, in ciΓ², sono pienamente ascrivibili a quelli analizzati dalla scuola Keel-VallΓ©e, che tentΓ² di coniugare le antiche credenze del folklore con i moderni avvistamenti alieni e incontri con altre entitΓ  della β€œrealtΓ  alternativa” e della criptozoologia come il Sasquatch e gli altri esempi da noi menzionati sopra.

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Illustrazione rappresentante un β€œwater-baby” americano, circa 1930

Andando a ritroso nel folklore nativo, infatti, anche in questo caso scopriamo che sono molteplici (Choctaw, Paiute, Shoshone, Washo, Achumawi, Cahuilla, Cupeno, Luiseno, Serrano, Yokuts, Salish) le tribΓΉ dimoranti nei Parchi Nazionali interessati dai β€œMissing 411” la cui tradizione mitica contempla l’esistenza di misteriosi esseri sottili denominati comunemente β€œwater-babies” (o β€œwater-spirits”, o β€œrock-babies”): considerati enigmatici e pericolosi, sono detti abitare le sorgenti d’acqua, gli stagni e tutti i tipi di corsi d’acqua, dal fiume al ruscello. Solitamente appaiono alle proprie vittime sotto sembianze infantili, e ne richiamano l’attenzione piangendo: rispondere alla richiesta d’aiuto equivarrebbe a scomparire immediatamente, trascinati dai water-babies nel loro regno subacqueo. D’altro lato, essi sono considerati grandi spiriti-aiutanti e si attribuisce loro il potere di aumentare i poteri sciamanici dell’individuo rapito [Varner 7]. I Choctaw li chiamano Okwa NaholoΒ (lett. β€œla gente bianca dell’acqua”) e li descrivono con la pelle bianca, ma rivestita di scaglie come quella della trota; credono che rapiscano gli umani e li trasformino in esseri della loro specie.

Come i fairies della tradizione europea, anche i water-babies americani sono responsabili del rapimento di infanti e della loro sostituzione con una β€œimmagine perdurante” (changeling) [Varner 8]. Il folklore cherokee tramanda di esseri denominati hat-en-na o β€œwater-grizzlies”, che vivono Β«sul fondo dei fiumiΒ» e non vedono l’ora di rapire qualcuno, preferibilmente un bambino. Individuata la preda, la colpiscono istantaneamente con un Β«dardo invisibileΒ» (ben conosciuto anche nel folklore europeo, e in veritΓ  in tutto il mondo), quindi ne portano il corpo sott’acqua per banchettare. Talvolta, in sua vece viene lasciato un changeling, o β€œdoppio-ombra”, che tuttavia dopo sette giorni svanisce del tutto [Varner 11].

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Jaroslav PanuΕ‘ka, β€œVampire”, 1900

Curioso, anche qui, il collegamento apparentemente paradossale con il plantigrado, dal momento che gli spiriti acquatici vengono chiamati dai Cherokee β€œwater-grizzlies”. Ancora una volta ci viene in soccorso la tradizione nativa, secondo la quale (tra gli Apache e altri gruppi tribali), l’orso era considerato un animale totemico connesso con il potere e la sacralitΓ  delle acque, anche perchΓ© con il suo letargo simboleggiava la rinascita e il rinnovamento. In California era considerato il creatore dei geyser: Γ¨ sempre netto il suo rapporto con il mondo sotterraneo, oltre che con gli ambienti acquatici. Si dice che i β€œdottori-orso” (bear-doctors), vale a dire gli sciamani che derivavano i propri poteri dal suo aiuto, potessero trasformarsi in orsi immergendosi in certe piscine naturali sacre [Varner 169].

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Ad ogni modo, sia che appaiono sotto sembianze ursine che altrimenti, la presenza di questi β€œdemoni acquatici” all’interno dei piΓΉ svariati corpora mitici dell’intero territorio nordamericano, dall’area subartica fino al Messico, Γ¨ impressionante. Essi sono giΓ  presenti addirittura all’interno della tradizione olmeca, risalente almeno al 1500 a.C.: denominati chaneques, vengono descritti come Β«vecchi nani con la faccia da bambinoΒ» e si dice che dimorino nelle cascate e piΓΉ in generale nella natura selvaggia. Non solo possono causare la pazzia in chi li incontri, ma si dice addirittura che siano in grado di suscitare la pioggia a comando [Varner 10] β€” il che Γ¨ estremamente interessante se pensiamo ai rivolgimenti meteorologici improvvisi nei β€œMissing 411”.

Addirittura nella tradizione fuegina, all’estremo meridionale delle Americhe, viene menzionato uno spirito invisibile, denominato TaquΓ tu, che naviga giorno e notte in canoa sui corsi d’acqua e, non appena trova delle persone sole all’interno di un’area boschiva, Β«senza troppi complimenti li rapisce sulla sua imbarcazione e li porta molto lontano da casaΒ» [Varner 41].

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Frederick Ferdinand Schafer, β€œSioux Village at Nightfall”, circa 1900

Il caso β€œJohn Doe” e la nonna-robot

Esiste un file β€œMissing 411”, poi, che alza sensibilmente la posta in gioco, creando forse una sorta di collegamento tra la tradizione dei fairies di cui si Γ¨ detto e le cosiddette β€œabduction aliene”, e portandoci quindi dall’ipotesi folklorica a quella β€œparafisica”, in linea con gli studi di VallΓ©e e Keel. Si tratta del caso di un bambino anonimo (il file Γ¨ registrato come β€œJohn Doe”) di tre anni e mezzo, scomparso improvvisamente il tardo pomeriggio del 1 ottobre 2010 durante un campeggio nei pressi del Monte Shasta (luogo, peraltro, prediletto da vari filoni della β€œrealtΓ  alternativa”, che ne vedono di volta in volta il rifugio della razza Sasquatch o di una colonia di β€œLemuriani”, forse equivalenti ai Giganti che, secondo il folklore nativo, un tempo abitavano il massiccio [Evans-Wentz 47, nota 1]).

Il piccolo John stava parlando col padre, da cui distava pochi metri: all’improvviso era scomparso. Per cinque ore ogni ricerca fu inutile. Poi, di colpo, John riapparve su un sentiero a breve distanza dal campo, che era giΓ  stato piΓΉ volte β€œbattuto”. Appariva intontito, quasi in uno stato sognante, e non avrebbe parlato per settimane di quello che gli era accaduto in quel lasso di tempo. Quando si decise a farlo, terrorizzΓ² l’intera sua famiglia. Il suo racconto sembrava uscito dalla psiche di qualche addotto sottoposto dal dottor John Mack all’ipnosi regressiva, o in alternativa da qualche racconto nero di E.T.A. Hoffmann o Thomas Ligotti.

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Paul Ranson, β€œSorcery”, 1898

RaccontΓ² infatti di essere stato rapito e portato all’interno di una montagna, in una cavitΓ  sotterranea, da una sorta di doppelganger della nonna Kathy, che per poco udendo l’assurda testimonianza non svenne. Questo β€œdoppio” dell’anziana progenitrice l’avrebbe condotto nelle profonditΓ  abissali, fino ad arrivare in una stanza buia e stretta, piena di ragni e di Β«umanoidi robotici immobiliΒ» (motionless humanoid robots). Sul pavimento erano disseminate borsette e portafogli insieme a vari tipi di armi.

Impaurito, guardΓ² meglio la β€œnonna Kathy” e si accorse che non era realmente lei, ma piuttosto una sorta di riproduzione robotica o manichino plasmato sulle sue sembianze: notΓ² anche una spettrale luce rossa provenire dalla sua testa. Dopo aver rifiutato di compiere azioni disgustose, la β€œnonna” desistette e lasciΓ² andare il bambino, che ricomparve improvvisamente esattamente nel punto in cui era scomparso. Ma prima di far tornare il bambino in superficie gli svelΓ² un segreto:

Β« Sei stato impiantato nel grembo di tua madre, tu sei originario dello spazio. Β»

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Erik Thor Sandberg, β€œDistraction”

Si aggiunga inoltre che la β€œvera” nonna Kathy, scioccata dal racconto udito, ricordΓ² di aver passato anche lei una notte sul luogo dove il bambino scomparve, e di essersi inspiegabilmente risvegliata al mattino fuori dalla sua tenda, con il viso premuto nella terra e una sorta di Β«puntura rossaΒ» dietro il collo. L’ultima cosa che ricorda della notte precedente, afferma nonna Kathy, sono Β«un paio di occhi rossi che ci fissavano nell’oscuritΓ Β».

Anche il suo accompagnatore presentava la medesima puntura, ed entrambi per tutto il giorno si sentirono a pezzi, come malati: succede lo stesso sia nella letteratura folklorica dei fairies, l’incontro coi quali sembra β€œprosciugare” letteralmente le energie dei malcapitati, sia nel caso di incontri ravvicinati alieni (Keel riporta come sintomi classici Β«congiuntivite, gola secca, emicrania e dolori muscolariΒ» [Keel 102].

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Ganesh Pyne, β€œThe Masks”, 1994

Ipotesi parafisiche

C’è materiale a sufficienza per inquadrare questo β€œMissing 411” come un vero e proprio β€œX-File”, perfetto nelle sue stranezze e contraddizioni nel corroborare la giΓ  menzionata β€œipotesi parafisica” di Keel e VallΓ©e, per giungere fino agli incontri di Terence McKenna in DMT con quelle entitΓ  che definΓ¬ Β«macchine elficheΒ» (tykes). Come nota Janet Bord,

Β« gli esseri umani generalmente agiscono con uno scopo, e si aspettano che anche altre creature si comportino allo stesso modo; ma Γ¨ possibile che questo concetto non sia comune a esseri provenienti da un altro mondo (o mondi, perchΓ© potrebbero sussistere vari tipi di entitΓ  coinvolte, provenienti da fonti parimenti diverse). Β» [Bord 115]

John Keel, si sa, ha una visione ben piΓΉ pessimista della Bord, considerando queste entitΓ  proveniente dal β€œSuperspettro” alla stregua di vampiri energetici:

Β« Giudicate secondo i criteri umani, queste creature appaiono afflitte da gravi disturbi emotivi. Gli studiosi che si sono avventurati in questo campo di ricerca hanno fatto del loro meglio per inquadrarle, sforzandosi di isolare in loro degli attributi umani e di trovare spiegazioni anche per i loro comportamenti irrazionali, nel tentativo di giustificare la loro natura contraddittoria. Solo pochi hanno osato affrontare la dura e ovvia veritΓ : la fonte di queste forme subumane e paramani non Γ¨ sana. […] la fonte da cui scaturiscono questi fenomeni Γ¨ folle. Β» [Keel 132]

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Otto Seitz, illustrazione per β€œJugend”, 1896

D’altronde, i punti di contatto tra tradizione folklorica e β€œmitologia ufologica” sono riconosciute dallo stesso Keel, il quale nota che gli avvistamenti di UFO sembrano manifestarsi in determinate β€œfinestre” che nelle valli dell’Ohio e del Mississippi Β«tendono a concentrarsi intorno ai tumuli funerari indiani o in prossimitΓ  di antichi siti archeologiciΒ» [Keel 62], vale a dire i luoghi β€œfatati” per antonomasia nella tradizione scoto-irlandese.

In piΓΉ aggiungiamo che, sebbene possa sembrare strano, la natura per cosΓ¬ dire β€œrobotica” o comunque artefatta delle entitΓ  di tipo fairies Γ¨ documentata anche nelle tradizioni antiche, oltre ovviamente alla capacitΓ  di prendere le sembianze di determinate persone. Il reverendo Kirk alla fine del XVII secolo scriveva che queste entitΓ  Β«se hanno accessi di divertimento e di allegria, Γ¨ come il ghigno fisso di una testa di morto o piuttosto come se lo rappresentassero sul palcoscenico e venissero mossi da qualcun altro piuttosto che provenire dall’intimo sentimento di loro stessiΒ» [Kirk 26] e una testimonianza irlandese collazionata da Evans-Wentz riporta che essi Β«sembrano soldatini, si sa che non sono esseri viventi come lo siamo noiΒ» [Evans-Wentz 55].

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Karl Wilhelm Diefenbach, β€œThe Fairy Dance”, 1895

I fairies apparirebbero cosΓ¬, in un certo modo, alla stregua di marionette, di burattini misteriosamente β€œfatti muovere” da un agente invisibile esterno, di cui sarebbero una sorta di β€œmaschera”. Dal canto loro, gli Araucani della Terra del Fuoco notano la somiglianza delle entitΓ  β€œsottili” che nella loro tradizione hanno il dominio sull’acqua con dei manichini.

Per chiudere il cerchio, forse Γ¨ d’uopo qui riportare una scena del film Communion, tratto dal libro autobiografico di Whitley Strieber, in cui gli alieni che lo rapiscono appaiono in tutto e per tutto simili da una parte ad alcune categorie feriche del folklore sia americano che europeo, dall’altra alle entitΓ  pseudo-robotiche del caso β€œJohn Doe”:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=ma86zHqgg7k&w=800&h=600%5D

Cosa pensare di tutto ciΓ², alla luce di quanto abbiamo detto? Limitiamoci, per concludere questo viaggio allucinante, a citare un ultimo personaggio protagonista di questa sarabanda di enigmi: il reporter statunitense Brad Steiger.

Steiger passΓ² anni nella natura incontaminata dei Parchi Nazionali americani, raccogliendo testimonianze di persone che sostenevano di essere entrati in contatto con entitΓ  spirituali di qualsiasi tipo: elfi, angeli e cosmonauti spaziali giunti dall’Altrove. Ne nacque un libro, The Divine Fire, dato alle stampe nel 1973, fondato su una intuizione: le entitΓ , qualunque fosse il loro aspetto esteriore o la loro presunta origine, seguivano sempre lo stesso copione e recitavano puntualmente la stessa parte. Β«L’arcangelo Gabriele e l’Uomo FalenaΒ», chiosa beffardamente John Keel, Β«sono fratelliΒ» [Keel 212].

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Edward Robert Hughes, β€œMidsummer Eve, 1908

Bibliografia:

BORD, Janet: Fate, Mondadori, Milano 1999

COMBA, Enrico: Riti e misteri degli Indiani d’America, UTET

FIENUP-RIORDAN, Ann: β€œL’occhio della danza: vita spirituale degli Eschimesi Yup’ik centrali”, in SULLIVAN, Lawrence E. (a cura di): Culture e religioni degli indiani d’America, Jaca Book, Milano 2000

EVANS-WENTZ, Walter Y.: The Fairy Faith in Celtic Countries, Citadel Press/Carol Publishing Book, New York 1990

KEEL, John: L’ottava torre, Venexia, Roma 2017

KIRK, Robert: Il regno segreto, Adelphi, Milano 1980

MACULOTTI, Marco:Β L’accesso all’Altro Mondo nella tradizione sciamanica, nel folklore e nelle β€œabduction”, su AXIS mundi, gennaio 2018

MACULOTTI, Marco:Β Chi si nasconde dietro la maschera? Le visite dall’Altrove e l’ipotesi parafisica, su AXIS mundi, giugno 2018

MACULOTTI, Marco:Β I rapimenti dei Fairies: il β€œchangeling” e il β€œrinnovamento della stirpe”, su AXIS mundi, ottobre 2017

MACULOTTI, Marco: Il β€˜Piccolo Popolo’ nel folklore dei Nativi Americani del Sud-Est, su AXISmundi, gennaio 2016

MACULOTTI, Marco:Β Fairies, streghe e dee: il β€œnutrimento sottile” e il β€œrinnovamento delle ossa”, su AXIS mundi, marzo 2019

VARNER, Gary R.: Creatures in the Mist. Little People, Wild Men and Spirit Beings around the World, Algora Publishing, New York 2007


8 commenti su β€œI rapimenti dei Fairies e il mistero dei β€œMissing 411””

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