I mondi sotto al mondo. Viaggi sotterranei e iniziatici nella pratica del Buddhismo esoterico

In Xanadu did Kubla Khan
A stately pleasure-dome decree:
Where Alph, the sacred river, ran
Through caverns measureless to man
ย ย  Down to a sunless seaโ€ฆ

S.T. Coleridge, Kubla Khan

In moltissime tradizioni presenti in tutto il mondo, trasversali ad ogni epoca e ad ogni cultura, si parla di caverne o addirittura di interi mondi sotterranei abitati da una stirpe di esseri dotati di facoltร  straordinarie: grandi maghi, mistici, sciamani o eroi del passato che vi si sono ritirati illo tempore e da cui emergeranno nuovamente in un futuro lontano, quando il presente ciclo cosmico terminerร  e ne inizierร  uno nuovo.

Il Buddhismo, fin dalle origini, non ha fatto eccezione: giร  nei commentari al Sutta Nipฤta, che fa parte del Canone pฤli, si parla di tre caverne, Suvannaguhฤ, Maniguhฤ e Rajataguhฤ, che si aprirebbero sulle pendici del Gandhamฤdana oltre le sette catene montuose che circondano il monte Meru (lโ€™axis mundi della cosmologia indo-buddhista); qui vivrebbero i Pratyekabuddha, ovvero quegli individui che in virtรน dei meriti accumulati nelle epoche precedenti hanno potuto raggiungere la Realizzazione suprema autonomamente, senza cioรจ doversi affidare alle prassi tramandate dallโ€™insegnamento buddhista. In una di queste caverne, ai piedi del mitologico albero Maรฑjลซsa, esisterebbe una speciale piattaforma circondata da seggi detta Ratanamฤlaka attorno alla quale tutti i Pratyekabuddha si radunerebbero in occasione dellโ€™uposatha (il giorno festivo infrasettimanale buddhista, basato sulle fasi della luna) ed anche per accogliere lโ€™arrivo dei nuovi Pratyekabuddha appena Realizzati. Unโ€™altra tradizione parla del Mahฤpapฤta, un monte della catena himalayana dove i Pratyekabuddha si ritirerebbero a morire, mentre nellโ€™Isigili sutta (MN 116) in relazione ai Pratyekabuddha si fa menzione della Gola del Saggio (Isigili) presso la cittร  di Rajagrha:

Cosรฌ ho sentito. Dimorava un tempo il Sublime dimorava presso Rajagrha, al monte della Gola del Saggio. Lร  ora il Sublime si rivolse ai monaci dicendo: โ€˜O monaciโ€™.
โ€˜Venerabile Signoreโ€™, risposero quelli.
โ€˜O monaci, vedete voi il monte Vebhฤra?โ€™
โ€˜Sรฌ, o Signoreโ€™
โ€˜Un tempo aveva un altro nome, unโ€™altra denominazione. Vedete voi il monte Paแน‡แธavaโ€ฆย  il monte Vepullaโ€ฆ il monte del Picco dellโ€™Avvoltoio? Un tempo aveva[no] un altro nome, unโ€™altra denominazione. Ma vedete voi il il monte della Gola del Saggio?โ€™
โ€˜Sรฌ, o Signoreโ€™
โ€˜Da sempre ha lo stesso nome, la stessa denominazione.ย Anticamente, o monaci, cinque centinaia Pratyekabuddha per lungo tempo si stabilirono su questo monte. Essi si vedevano entrare; entrati, non comparivano piรน. Le genti guardandolo dicevano: Questo monte ingoia i Saggi! E Gola del Saggio fu appunto il nome che gli venne dato [โ€ฆ].

Il Venerabile Mahฤkฤล›yapa

Sempre probabilmente riconducibile al milieu culturale del Buddhismo antico, ma con un esito piรน esplicitamente escatologico, รจ la tradizione secondo cui il Venerabile Mahฤkฤล›yapa, discepolo diretto del Buddha e primo Patriarca della tradizione chan/zen, non sarebbe mai morto, ma si sarebbe ritirato in uno stato di animazione sospesa in una caverna da qualche parte sul monte Gurupฤdฤแธฅ a sud est della cittร  santa di Bodhgayฤ; da qui uscirร  solo per salutare lโ€™avvento di Maitreya, il futuro Buddha che comparirร  quando il nostro mondo si sarร  trasformato di nuovo in una Terra Pura e lโ€™umanitร  godrร  gli splendori di una rinnovata Etร  dellโ€™oro.

Dobbiamo tuttavia aspettare una evoluzione successiva del pensiero buddhista, e segnatamente la tradizione tantrica Vajrayฤna, per scoprire uno sviluppo affatto peculiare di questo apparato mitologico, ovvero un corpus di insegnamenti pratici che consentirebbero effettivamente al miste di accedere al mondo sotterraneo per raggiungere uno stato sovrumano.

Con il termine pฤtฤlasiddhi ovvero โ€œraggiungimento dei pฤtฤlaโ€ si intende un insieme di pratiche ed esercizi di carattere esoterico finalizzate appunto alla discesa nei regni sotterranei (pฤtฤla) ove risiedono i nฤga (una stirpe di serpenti giganteschi dotati di poteri magici), gli asura (corrispettivo indiano dei titani presenti della mitologia greca) e una moltitudine di altre categorie di spiriti ed esseri soprannaturali.

Facciamo notare per inciso che nella cosmologia del Buddhismo antico i pฤtฤla, intesi come una serie di โ€œstratiโ€ posti sotto la superficie terrestre ma al di sopra dei veri e propri inferni (naraka) dove i malvagi subiscono la retribuzione per le loro opere, non esisteva; non se ne trova traccia, ad esempio, nelle varie versioni dellโ€™Abhidharma, e nฤga ed asura sono detti risiedere al di sotto della superficie dei fiumi, dei laghi o dellโ€™oceano anzichรฉ sottoterra. La comparsa dei pฤtฤla nella dottrina esoterica buddhista si deve dunque con ogni probabilitร  allโ€™influenza dellโ€™Induismo; tali reami sotterranei, genericamente in numero di sette, sono infatti descritti con dovizia di particolari in testi di matrice induista quali ilย Bhฤgavata Purฤแน‡a (che parla piรน esattamente di bilasvarga, โ€œparadisi sotterraneiโ€) ed il Viแนฃแน‡u Purฤแน‡a.

Naraka

I pฤtฤla, lungi dallโ€™essere cupe spelonche, sono rappresentati come luoghi luminosi dalla vegetazione lussureggiante, ed i loro abitanti risiedono in palazzi ingioiellati che non hanno nulla da invidiare a quelli delle divinitร  celesti. I nฤga, che allโ€™occorrenza possono anche assumere aspetto umano, amano decorare i loro corpi di pietre preziose della piรน bellโ€™acqua, e le ragazze asura sono dette essere talmente affascinanti da poter sedurre persino lโ€™asceta piรน misogino ed austero. Eppure, almeno nel caso degli asura, questo stato paradisiaco rappresenta una prigione, ancorchรฉ dalle sbarre dorate: i testi induisti e buddhisti, in una serie di resoconti anche profondamente divergenti lโ€™uno dallโ€™altro, ci raccontano che questi esseri furono confinati nel mondo sotterraneo o subacqueo dopo essere stati sconfitti dagli dรจi capeggiati da Indra, la divinitร  delle folgori, della pioggia e della magia.

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Lโ€™idea che grotte e caverne naturali ritenute abitazioni degli asura potessero essere utilizzate per discendere nei reami sotterranei ed ottenere facoltร  paranormali ricorre in alcuni dei testi piรน antichi del Buddhismo tantrico, che ci sono pervenuti sia nellโ€™originale sanscrito sia nella traduzione cinese: tra essi il Maรฑjuล›rฤซmลซlakalpa, lโ€™ฤ€ryavajra Pฤtฤla Nฤma Tantrarฤja, il Sฤdhanamฤlฤ e il Kaแน‡ikrodha Vajrakumฤra Bodhisattva Sฤdhana Vidhi. Tali testi in genere vengono considerati come facenti parte della classe dei kriyฤtantra, dove viene data molta enfasi a pratiche quali le abluzioni rituali, lโ€™utilizzo di sigilli (mudrฤ) realizzati con i gesti delle mani o anche con tutto il corpo e la recita dei mantra. Leggiamo nelย Kaแน‡ikrodha le istruzioni impartite dal Bodhisattva Vajrapฤแน‡i:

Chi desiderasse dimorare nei palazzi degli asura per goderne i piaceri si rechi allโ€™ingresso della caverna degli asura e con canne di giunco formi un pungolo per elefanti (aแน…kuล›a). Che per sette volte reciti il mantra di Vajrakumฤra per conferire potere al suo pungolo, quindi lo faccia ruotare per aria verso destra accanto allโ€™ingresso. Grazie alla sola recitazione del mantra questo si aprirร  [โ€ฆ]. Vi รจ anche un altro rito. Se il maestro delle formule recita per centomila volte il mantra di fronte ad una caverna degli asura nella quale i suoi sodali sono giร  penetrati, i maestri delle formule che precedentemente erano entrati nella caverna ne usciranno e lo accoglieranno, quindi lo guideranno allโ€™interno fino ai palazzi degli asura.

Come si รจ visto il ruolo centrale nel rito รจ giocato dalla ripetizione dei mantra:

Il mantra-radice di Vajrakumฤra รจ: namo ratnatrayฤya namaล› caแน‡แธa vajra pฤแน‡aye mahฤyakแนฃasenฤpataye tadyathฤ oแนƒ kaแน‡i hลซแนƒ phaแนญ svฤhฤ. Esiste anche un secondo mantra-radice che si usa allo scopo specifico di aprire i palazzi degli asura: namo ratnatrayฤya namaล› caแน‡แธa vajra pฤแน‡aye mahฤyakแนฃasenฤpataye tadyathฤ oแนƒ dhuna vidhuna kaแน‡i krodha sarva yantraแน‡i hลซแนƒ.

Ma anche i mudrฤ hanno unโ€™importanza da non sottovalutare, e certe descrizioni non possono non richiamare alla mente le danze estatiche praticate dagli sciamani di tutto il mondo:

Ora illustrerรฒ il mudrฤ da fare in posizione eretta per aprire i cancelli della caverna degli asura. Che il maestro delle formule percuota velocemente il terreno coi piedi, inceda gioiosamente, balzi in avanti con ferocia [โ€ฆ]. Questo mudrฤ รจ il migliore di tutti i mudrฤ, in grado di far saltare via tutti i chiavistelli della caverna degli asura.

Il miste poteva essere intenzionato a visitare il mondo sotterraneo per diversi motivi: uno di essi era il godimento dei piaceri sessuali offerti dalle ragazze asura, ma anche in questo caso apparentemente piuttosto prosaico sembrano emergere elementi che ci rimandano a concezioni escatologiche molto piรน profonde e complesse. Si dice ad esempio nel Maรฑjuล›rฤซmลซlakalpa che:

Gli yogi buddhisti padroni dei mantra che desiderano lโ€™unione erotica con donne soprannaturali possono invocare tutte le categorie di asura o altre femmine soprannaturali usando i loro mantra, e dimorare con esse nei pฤtฤla per la durata di un intero eone (kalpa). Quindi, quando Maitreya finalmente giungerร , costoro udranno il Suo insegnamento e diverranno Realizzati. Ma a costoro che hanno soggiogato in questo modo una donna degli asura รจ proibito da quel momento in poi persino anche solo toccare una donna umana.

Similmente si legge nel giร  citato Kaแน‡ikrodha:

[Allโ€™interno della caverna degli asura] le asura femmine si riveleranno e diranno al maestro delle formule: โ€˜O nobile signore, entrate pure nella nostra caverna e prendetevi il piacere che desiderateโ€™. Quando egli avrร  conquistato lโ€™ingresso potrร  rimanere nella caverna per un intero eone, godendo di delizie paradisiache.

Un altro valido motivo per addentrarsi nellโ€™inframondo, sempre legato alla ricerca, se non dellโ€™immortalitร  vera e propria (ogni fenomeno condizionato, insegna il Buddhismo, รจ impermanente) almeno di un prolungamento straordinario della vita umana, era costituito dalle conoscenze alchemiche, erboristiche e magiche di cui si pensava gli asura fossero dotati; grazie ad esse il praticante sarebbe stato in grado per scongiurare la morte per lungo tempo ed attendere Maitreya senza rischiare di precipitare nuovamente nella sofferenza e nellโ€™incertezza della condizione samsarica. E, naturalmente, gli estensori dei testi non si trattengono nel descrivere forzieri stracarichi di tesori inestimabili e gioielli superiori a qualsiasi cosa un orefice umano potrebbe produrre allo scopo di sottolineare ulteriormente quanto i pฤtฤla siano desiderabili.

Tuttavia, per quanto queste descrizioni tendano a sfociare in un fiabesco che forse ai nostri occhi stona un poโ€™ con lo spirito dellโ€™ascesi buddhista, un punto fermo resta sempre e comunque: nei pฤtฤla non si scende per aviditร  di tesori materiali o per soddisfare le nostre brame, ma prima di tutto per ottenere la conoscenza che conduce alla Realizzazione. Il celeberrimo monaco Hsรผan-tsang ci tramanda ad esempio che il filosofo Bhฤvaviveka, tormentato da questioni dottrinali particolarmente complesse che da solo non era in grado di risolvere, avrebbe eseguito un rito legato alle caverne degli asura molto simile a quello descritto nel Kaแน‡ikrodha in modo da prolungare la propria vita fino alla venuta di Maitreya e chiedere direttamente a Lui di sciogliere i suoi dubbi.

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Proprio come nel caso di Mahฤkฤล›yapa, anche a Bhฤvaviveka veniva attribuito il raggiungimento di uno stato di animazione sospesa in attesa dellโ€™avvento escatologico del Buddha futuro, ed anzi pare che lungo la Via della Seta fosse nato in tempi antichi un culto incentrato su questo tema. ย 

Nฤga

Si รจ giร  accennato al fatto che nei testi antichi le dimore diย nฤga ed asura non si trovavano sottoterra, bensรฌ sottโ€™acqua: nello specifico i nฤga vivevano nei fiumi e nei laghi, mentre gli asura erano confinati nel grande oceano che secondo lโ€™antica cosmologia buddhista circonderebbe le terre emerse. Va detto perรฒ che questi reami non venivano mai descritti come se fossero effettivamente subacquei: in una delle tante versioni della cacciata dal paradiso ad esempio si dice che Indra abbia sconfitto gli asura facendoli ubriacare e poi gettandoli giรน dal monte Meru nellโ€™oceano mentre dormivano; tuttavia gli asura si sarebbero resi conto della cosa solo qualche tempo dopo, accorgendosi delle differenze nella fioritura degli alberi di cittapฤtalฤซ (che appunto crescono nel reame degli asura) rispetto a quella di una specie vegetale a quanto pare molto simile, gli alberi di ฤricchattaka che si trovano solo in paradiso.

Anche le descrizioni del reame dei nฤga sembrano sempre riferirsi ad un luogo che si trova allโ€™aria aperta. Insomma, si ha lโ€™impressione che lโ€™idea dei mondi subacquei sia da intendersi piรน simbolicamente che letteralmente: come la superficie delle acque riflette le immagini del nostro mondo cosรฌ i vari piani di esistenza della cosmologia buddhista sono il riflesso reciproco lโ€™uno dellโ€™altro, ovviamente con differenze qualitative che si fanno sempre piรน marcate a mano a mano che si procede verso lโ€™โ€œaltoโ€ o verso il โ€œbassoโ€ fino agli estremi dei paradisi e degli inferni. Se dovessimo mutuare un termine dalla moderna fantascienza si parlerebbe di universi paralleli; ma da un altro punto di vista il Buddhismo descrive in realtร  un unico mondo che viene percepito in modo diverso dalle diverse categorie di esseri a seconda delle loro propensioni karmiche.

Sia come sia, il simbolismo legato allโ€™acqua non venne necessariamente meno anche quando nฤga ed asura nei testi tantrici vennero traslocati dal mondo subacqueo a quello sotterraneo. Secondo lโ€™etimologia accettata dagli antichi sanscritisti lo stesso termine pฤtฤla avrebbe una connessione con lโ€™elemento acqua derivando da patanti alam ovvero โ€œben irrigatoโ€, ed anzi in certi resoconti cosmologici si dice che nei pฤtฤla scorra il corrispettivo celestiale del sacro fiume Gange, chiamato talvolta Bhogavatฤซ.

La famosa caverna degli asura presso il monastero di Pema ร–sel di Pharping (Nepal), dove Padmasambhฤvaย meditรฒ e sottomise una divinitร ย femminile locale, comunicherebbe con grandi fiumi sotterranei connessi con altri luoghi di culto e fonti miracolose del mondo; ed anche Vajrakumฤra, ipostasi del Bodhisattva Vajrapฤแน‡i invocata nel Kaแน‡ikrodha in relazione alla pratica delย pฤtฤlasiddhi, viene esplicitamente associato alle acque (in particolare alle onde dellโ€™oceano) e piรน in generale al controllo sullโ€™elemento acqueo; il praticante che padroneggia il potere del suo mantra ยซsarร  in grado di trovare tesori nascosti, infrangere le porte sigillate degli asura, asciugare i fiumi e fermare il flusso delle acqueยป.

La caverna degli asura presso il monastero di Pema ร–sel di Pharping (Nepal)

I riferimenti ad un mondo sotterraneo popolato da esseri sovrumani richiama alla memoria uno dei miti buddhisti piรน noti nel mondo occidentale, quello del regno occulto di ลšambhala di cui si parla nel Kฤlacakratantra. In realtร  va detto che la versione di ลšambhala presentata nei testi tradizionali apparentemente non รจ connessa al sottosuolo: si tratta piuttosto un paese molto lontano (generalmente in direzione nord) ma pur sempre esistente sulla superficie terrestre che solo gli iniziati possono raggiungere. Lโ€™idea di una ลšambhala capitale del mondo sotterraneo (se non addirittura della Terra cava) nacque probabilmente a causa delle interferenze con unโ€™altra tradizione mitica, quella dellโ€™Agarthi; tradizione che viaggiatori europei tra la fine del XIX e i primi anni del XX secolo come Joseph Alexandre Saint-Yves e Ferdynand Antoni Ossendowski attribuirono (se legittimamente o meno รจ tuttโ€™ora oggetto di discussione) al Buddhismo mongolo, ma di cui effettivamente non ci sono tracce nei testi dottrinali a noi pervenuti.

Un possibile legame tra iย pฤtฤla e il regno di ลšambhala non รจ comunque da escludersi, visti alcuni parallelismi effettivamente esistenti tra le due tradizioni. Primo, lโ€™aspetto esoterico-iniziatico: basta leggere poche pagine del ลšambha-laโ€™i lam yig (โ€œDescrizione del cammino verso ลšambhalaโ€) del terzo Panchen Lama per rendersi conto che non si tratta della guida per un itinerario di viaggio da compiersi esclusivamente nel mondo fisico. Il pellegrino verso ลšambhala deve conoscere i mantra e le formule di protezione, costruire degli strumenti magici, fare offerte agli spiriti tutelari, dominare le apparizioni conturbanti o terrifiche che gli si manifesteranno, sottomettere una speciale categoria di esseri soprannaturali femminili che in questo caso sono definiti Vajrayoginฤซโ€ฆ insomma, il cammino per ลšambhala non รจ poi cosรฌ diverso da quello che porta ai palazzi degli asura.

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ลšambhala mandala

Cโ€™รจ poi da considerare la questione escatologica. Si รจ visto in precedenza che uno degli aspetti centrali della mitologia buddhista legata allโ€™inframondo รจ quello dellโ€™attesa del Buddha Maitreya, che giungerร  sulla Terra per rinnovare la Dottrina; orbene, รจ noto che nel Kฤlacakratantra un ruolo abbastanza simile รจ svolto dal sovrano di ลšambhala, Rudra Chakrin, il quale a sua volta corrisponde al Kalki Avatฤra della versione induista di ลšambhala ed anche al Re del Mondo di cui si parla nei miti e nelle leggende sullโ€™Agarthi.

Si ricordi infine la tradizione tutta tibetana dei gTer gnas o โ€œluoghi del tesoroโ€ ai quali solo un miste equipaggiato con specifiche conoscenze e formule magiche puรฒ accedere: qui si trovano i gTer ma, i tesori nascosti che possono essere testi oppure oggetti di significato sacrale (si ricordino i gioielli preziosi ma anche i prodotti farmacologici ed alchemici degli asura e dei nฤga). I gTer gnas sono spesso costituiti da grotte o vallate segrete che il grande mistico Padmasambhฤva o qualcuno dei suoi discepoli avrebbe nascosto in epoche remotissime dietro una sorta di cortina magica impenetrabile a chiunque se non alle persone predestinate; citiamo a questo proposito un episodio occorso in Tibet allโ€™esploratrice Alexandra David-Nรฉel, che riferisce di aver ricevuto in dono da parte di un mutรฉgspa (un cantore specializzato in epopee) un bellissimo fiore blu che in nessun modo poteva essere sbocciato in quella particolare stagione dellโ€™anno e a quellโ€™altitudine.

Ilย mutรฉgspa, descritto dallโ€™autrice come un individuo misterioso che spesso spariva dalla circolazione per lunghi periodi di tempo, sosteneva di essere in grado di recarsi nientemeno che presso la corte del re Gesar di Ling, eroe di un popolarissimo ciclo epico tibetano che ancora oggi dimorerebbe assieme ai suoi guerrieri nascosto in qualche luogo accessibile solo agli iniziati, in attesa della fine di questโ€™epoca oscura per tornare a cavalcare nel mondo e riportare la pace e la giustizia. E proprio dalle mani dello stesso Gesar, asseriva il cantore, era arrivato quellโ€™omaggio floreale. Anche qui le similitudini sia con la mitologia dei pฤtฤla sia con i cicli tantrici associati alla terra segreta di ลšambhala ci sembrano troppo evidenti per essere ignorati, quasi che ci si trovasse di fronte a una moltitudine di varianti di uno stesso tema.

Rudra Chakrin

Resta ancora da porsi un quesito fondamentale, cioรจ se la discesa nellโ€™inframondo avvenisse fisicamente o meno. Sembra molto probabile che la pratica dei pฤtฤlasiddhi prevedesse il raggiungimento di uno stato alterato di coscienza da parte del praticante, forse attraverso la ben nota tecnica della ripetizione dei mantra accompagnata dalla danza; qualcosa di analogo, insomma, ai viaggi nellโ€™aldilร  in stato di trance tuttโ€™ora praticati dagli sciamani di alcune popolazioni asiatiche.

Tuttavia lโ€™insistenza dei testi sul fatto che i riti dovessero essere celebrati alla caverna degli asura, quindi presumibilmente in prossimitร  o allโ€™interno delle cavitร  sotterranee che la tradizione associava a questi esseri, lascia ipotizzare che la discesa nel sottosuolo potesse essere almeno in parte anche fisica, e che la situazione di isolamento sensoriale e le reazioni fisiologiche dovute al trovarsi in un ambiente chiuso sottoterra servissero ad accentuare il fenomeno di alterazione delle percezioni. Nota รจ, del resto, la pratica degli anacoreti tibetani di isolarsi anche per periodi lunghissimi di tempo in piccole celle che spesso sono ricavate da grotte naturali.

Purtroppo perรฒ una risposta definitiva a questa domanda probabilmente non potrร  mai essere data. La pratica dei pฤtฤlasiddhi nel contesto del tantrismo buddhista รจ stata via via sempre piรน marginalizzata a partire dalla fine del primo millennio dopo Cristo fino a sostanzialmente scomparire dalla pratica odierna, nonostante come visto alcune tematiche fondamentali si siano conservate anche in tradizioni molto piรน tarde.

Oltre al generale crescente disinteresse nei confronti di tali dottrine, nel caso specifico del Tibet รจ anche possibile che le persecuzioni del Buddhismo da parte del re Glang dar maโ€™s, il successivo secolo e mezzo di guerra civile e le tendenze di risistemazione su criteri piรน ortodossi della dottrina buddhista da parte di maestri quali Atiล›a e Marpa che la reintrodussero in territorio tibetano contribuirono a creare una cesura rispetto al passato oltre la quale gli insegnamenti in parola, almeno nella loro forma compiuta e coerente, non sopravvissero.

In mancanza della possibilitร  di verificare direttamente sul campo come avvenissero effettivamente questi riti siamo dunque costretti per forza di cose ad affidarci a possibili parallelismi con le pratiche presenti in altre tradizioni (come il giร  citato sciamanesimo) e, in ultimo, alle nostre congetture; consci perรฒ che i segreti ultimi delle grotte degli asura alla fine resteranno forse per sempre negati agli uomini del mondo di superficie.


Punnadhammo Mahฤthero โ€œThe Buddhist Cosmo, a Comprehensive Survey of the Early Buddhist Worldview according to Theravฤda and Sarvฤstivฤda Sourcesโ€, Arrow River Fores Hermitage 2018

Mayer, Robert โ€œThe Importance of the Underworlds: Asurasโ€™ Caves in Buddhism, and Some Other Themes in Early Buddhist Tantras Reminiscent of the Later Padmasambhava Legendsโ€, in Journal of the International Association of Tibetan Studies n. 3, Tibetan and Himalayan Digital Library dicembre 2007

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