Il topos delle civiltà sotterranee sembra ricorrente nella storia del pensiero umano, che si tratti di mito, folklore, conoscenze esoteriche, realtà alternativa o “semplice” fantascienza, al punto che talvolta si ha difficoltà a etichettare le varie versioni del topos in una categoria piuttosto che nell’altra. In questa sede ci occuperemo delle variazioni del topos nella letteratura fantascientifica tra XIX e XX secolo.
Il Cosmismo è il miracolo di una sintesi che l’Occidente conobbe per l’ultima volta nel Rinascimento e che prese piede nel secolo scorso nella Russia sovietica della “corsa allo spazio”: un atteggiamento più che una corrente vera e propria, un crocevia di esperienze e ricerche che spaziano dal futurismo esoterico al pragmatismo trascendentale, dal realismo magico al materialismo idealistico, dall’umanesimo al transumanesimo.
Recentemente tradotto in italiano dai tipi de Il Palindromo, “Elogio del Fantastico” dello scrittore e giornalista francese Jacques Bergier, noto soprattutto per aver scritto con Louis Pauwels “Il mattino dei maghi”, fornisce un’analisi dell’opera di alcuni “scrittori magici” al tempo sconosciuti al pubblico francofono (tra cui Tolkien, Machen e Stanislav Lem), volta a definire un nuovo paradigma per il XXI secolo che possa coniugare la scienza e la fantascienza con la categoria ontologica del “sacro”.
Se Il raggio verde gode di una certa fama in seguito al successo cinematografico dell’omonimo film di Eric Rohmer, meno note sono altre apparizioni, sia letterarie che esoteriche, della luce che restituisce speranza e conferme a chi osa andareoltredopo aver perso rotta e punti di riferimento.
In contemporanea con la pubblicazione del nostro articolo sulle “Civiltà del mondo sotterraneo nella letteratura fantastica” apparso su Dimensione Cosmica, abbiamo qui redatto un breve excursus sul medesimo topos nelle tradizioni sacre, nell’ambito esoterico e nella «realtà alternativa» del Novecento