Similmente alla tradizione europea, anche quella nordamericana riconosce nel periodo del solstizio dβinverno la βportaβ dβaccesso al mondo dei morti e degli spiriti e, quindi, il tempo adatto alle iniziazioni giovanili e alle cerimonie mascherate, tra cui quella irochese delle βFacce Falseβ e quella kwakiutl dello βSpirito Cannibaleβ. Queste credenze e pratiche, nonchΓ© lβanalisi dei viaggi sciamanici al βVillaggio degli Spiritiβ, ci consentono di comprendere le dottrine dei popoli nativi del Nordamerica sulle varie anime che compongono lβessere umano e sul rapporto intrattenuto dai vivi con il mondo degli spiriti.
di Marco Maculotti
copertina: foto storica di una cerimonia invernale kwakiutl
(trascrizione di alcuni appunti presi per la conferenza Β«Sciamanesimo, misteri e persone sacreΒ», svoltasi a Torino in data 11 maggio 2019 per lβevento Β«Sentieri di carta verso il West: Miti, Leggende e Stereotipi dei Nativi AmericaniΒ», organizzato da Soconas Incomindios nellβambito del Salone OFF)
Γ risaputo come nella tradizione europea il periodo dellβanno della cosiddetta βcrisi invernaleβ, che va indicativamente dallβinizio di novembre (Samhain/Halloween/Festa dei morti) a gennaio/febbraio, si contraddistingua per una serie di credenze e riti che hanno a che fare con lβAltro Mondo e lβiniziazione. Che si analizzino i Saturnali romani, le cerimonie celtiche o la Yule dei Norreni, oltre a una serie di rituali deambulatori che sono rimasti in vita nel periodo medievale per arrivare fino a noi (Calusari romeni, Krampus austriaci, ecc.), i topΓ²i ricorrenti di questo periodo dellβanno sono sempre i medesimi: regresso momentaneo, in attesa dellβinizio dellβanno nuovo, ad una situazione di caos e di indeterminazione; confusione dei ruoli sociali; contatti tra il mondo dei morti e quello dei vivi; complesso cultuale βdel visitatoreβ; iniziazione dei giovani alle confraternite segrete; processioni e danze con maschere che impersonificano i demoni e gli spiriti dei defunti, e via dicendo.
Meno conosciuto Γ¨ il fatto che anche i popoli nativi dellβAmerica settentrionale, la cui cultura religiosa Γ¨ ascrivibile allβambito dello sciamanesimo e dellβanimismo, contemplano nello stesso periodo dellβanno credenze e pratiche rituali estremamente simili, che in questo articolo ci prefiggiamo di analizzare. Ci occuperemo innanzitutto delle cerimonie iniziatiche invernali, per poi cercare di inquadrare lβesperienza iniziatica vera e propria e il conseguente viaggio βin spiritoβ del neofita nel βvillaggio degli spiritiβ. In ultimo, tenteremo di definire le caratteristiche ascritte dalla tradizione nordamericana allβAltro Mondo e riporteremo alcune dottrine esoteriche riguardo la sopravvivenza dellβanima (o meglio, delle anime) alla morte fisica e al loro accesso conseguente a dimensioni altre.

LA CERIMONIA DI METΓ INVERNO DEGLI IROCHESI
La tradizione rituale piΓΉ illuminante di questi rituali invernali che ci Γ¨ giunta grazie agli studi etnografici Γ¨ con tutta probabilitΓ quella degli Irochesi dellβarea subartica. Nella cerimonia di MetΓ Inverno di questi ultimi, una loggia iniziatica conosciuta comeΒ la SocietΓ delle Facce False compie rituali pubblici di esorcismo per le malattie, i tornado, i venti impetuosi e la stregoneria, cacciando le potenze negative dal villaggio, oppure riti terapeutici basati sullβesperienza onirica. Le βFacce Falseβ β in contrapposizione con le βFacce Realiβ, vale a dire i viventi β rappresentano al tempo stesso gli spiriti della foresta e quelli degli antenati: ad essi ci si rivolge chiamandoli βnonniβ o βtuoniβ. Pare infatti che i membri della confraternita delle βFacce Falseβ siano solo delle imitazioni delle βFacce Soleβ, entitΓ spirituali che vagano nel profondo delle foreste, ai margini estremi del mondo. Si dice che il capo delle βFacce Falseβ viva ai confini della terra, ovvero
Β« al limite estremo del mondo, in quella zona remota e misteriosa, in cui il mondo ordinario e quello soprannaturale si confondono e si intersecano. Β»
Come spesso accade in altre aree geografiche e culturali, i membri della societΓ iniziatica ottengono grazie a determinate pratiche rituali il βdominio sul fuocoβ: essi maneggiano carboni ardenti senza bruciarsi e utilizzano la cenere dei carboni stessi come medicina, strofinandola sul corpo del paziente malato. Unβaltra varietΓ di membri della confraternita indossa maschere fatte con foglie secche di mais e vengono definiti βFacce di Pagliaβ: essi impersonificano gli spiriti connessi allβagricoltura e alla fertilitΓ dei campi (Comba 114-7). Le maschere delle βFacce Falseβ sono invece scolpite dal legno di noce, albero sacro dello sciamanesimo irochese (e anche βalbero delle stregheβ e delle fate nella tradizione medievale europea; Comba 122).

I KWAKIUTL E LO SPIRITO CANNIBALE
Anche presso i Kwakiutl della costa pacifica si celebra una cerimonia invernale che prevede la partecipazione di membri tribali di determinate logge-medicina mascherati (la βSocietΓ del Cannibaleβ), impersonanti le forze terrifiche e fatali che si avvicinano al mondo dei vivi durante il Solstizio dβInverno, quando la potenza del sole Γ¨ al suo nadir. Tra i principali personaggi di questo rituale, che ha anche valenza iniziatica per i giovani della tribΓΉ, vi Γ¨ il danzatore che impersona lo βSpirito Cannibaleβ (Hamatsa), da cui i membri della confraternita iniziatica venivano posseduti (Comba 479). Lβabitazione del dio si trova ai margini del mondo (allβestremo settentrione), vale a dire nel luogo piΓΉ lontano concepibile dal mondo degli uomini (Comba 486).
La valenza βcannibalicaβ del dio-spirito iniziatore Γ¨ probabilmente da connettersi al topos ben conosciuto anche in altre parte del mondo (Siberia, Sudamerica, Australia, ecc) dello βsmembramento iniziaticoβ da parte di spiriti o demoni, che poi ricostruiscono βmagicamenteβ il corpo del neofita conferendogli in tal modo i poteri sovrannaturali (lo stesso ruolo viene svolto nelle iniziazioni kwakiutl, come avremo modo di vedere, anche dai lupi, che si devono considerare come una βmascheraβ indossata dagli spiriti per interagire con gli umani). In questa cerimonia viene anche eretto il cosiddetto βPalo del Cannibaleβ, ricavato da un giovane albero di cedro, immagine speculare del giovane neofita che deve passare attraverso un processo di trasformazione (Comba 489).
I rituali che permettono lβaccesso al nostro mondo, durante questo limitato periodo di tempo della βcrisi invernaleβ, degli spiriti dellβaltro mondo sono molteplici e diversi a seconda delle diverse tribΓΉ amerindie. Presso i Cree del subartico, ad esempio, questi ultimiΒ vengono richiamati allβinterno del tepee attraverso lβapertura superiore; il loro arrivo provoca lo scuotimento della tenda (per questo si parla di βrituale della Tenda Tremanteβ) e tutti i presenti possono udire distintamente sussurri e rumori assordanti, segno che le potenze sovrannaturali sono state richiamate nel modo prescritto dalla tradizione e che ora sono presenti in mezzo agli astanti, per dare loro consigli e visioni. Durante la βFesta della Vescicaβ, anchβessa tenuta intorno al solstizio invernale, si invitavano gli spiriti delle foche, che si riteneva risiedessero nelle loro veschiche, nelle case del villaggio, per assicurarne il ritorno periodico la stagione successiva (Fienup-Riordan 128).

LβESPERIENZA INIZIATICA
La venuta temporanea nel mondo degli uomini di questi spiriti non Γ¨ perΓ² univoca: in maniera speculare, in questo periodo dellβanno i vivi vengono iniziati alle pratiche misteriche e, di conseguenza, riescono a loro volta ad accedere allβAltro Mondo, ovvero il mondo dei morti e degli spiriti. Si ritiene infatti che, durante lβiniziazione e il conseguente βviaggioβ astrale, gli sciamani giungano in una dimensione altra, che Γ¨ presentata come oscura ed abissale, una sorta di βgrembo cosmicoβ da cui il potere di Manitu e dei suoi innumerevoli messaggeri viene emanato come da una fonte primigenia. Una canzone sacra dei Kwakiutl dellβarea nord-occidentale recita (Comba 472):
Β« Io sono stato portato via, lontano nellβinterno, fino al margine del mondo a causa del potere magico del cielo, il tesoro. Β»
Durante la cerimonia di iniziazione ojibwa, i membri della societΓ di Medicina βcolpisconoβ i neofiti proiettando loro in corpo una conchiglia, che viene βlanciataβ magicamente per mezzo della βborsa di medicinaβ. Lβiniziato cade come morto, quindi viene riportato alla vita dalla confraternita: ora Γ¨ in possesso di nuovi poteri e conoscenze ed Γ¨ a tutti gli effetti considerato βrinatoβ (Comba 157). Tra i Kwakiutl sono dei cristalli di quarzo ad essere proiettati dentro il corpo del neofita dagli spiriti (spesso in forma di lupo) per conferirgli i poteri sovrannaturali: la medesima credenza si ritrova clamorosamente allβestremitΓ opposta dellβoceano Pacifico, in Australia.
Gli sciamani, nella fase di trance, visitano mondi altri rispetto al nostro: in spirito vanno nei cieli superni o nei mondi inferiori, dove incontrano e dialogano con gli spiriti, recuperano lβanima perduta del paziente e oggetti perduti dai membri tribali. Alcune descrizioni di viaggi sciamanici Γ¨ in tutto identica a quelle della tradizione siberiana: in un racconto dei Paiute delle Montagne Rocciose, ad es., si lascia intendere che lβanima lasci il corpo sotto forma di un βpiccolo insettoβ e che si appresti a lasciare la tenda, simbolo del corpo, uscendo dallβapertura per il fumo sul tetto (che cβΓ¨ anche nella gher o yurta mongolo-siberiana), simbolo della parete superiore del cranio (Comba 450). Ritorna spesso lβidea che il βpotereβ sia in qualche modo un βdoppio spiritualeβ della persona fisica (forse simile al daimon dei greci), dimorante in una dimensione oscura e abissale connessa al sogno, cui lo sciamano si puΓ² ricongiungere durante i suoi βvoliβ estatici (Comba 452).

LβINIZIAZIONE DA PARTE DEGLI SPIRITI ZOOMORFI
Presso alcune tribΓΉ delle Montagne Rocciose gli spiriti apparivano in forma antropomorfa e zoomorfa ai bambini dellβetΓ di 8-10 anni; lβesperienza veniva dimenticata per circa 15 anni, dopo di che il soggetto cadeva prostrato in uno stato di malattia ed inedia. A questo punto bisognava affidarlo ad un medicine-man che, con i dovuti rituali, lo avrebbe iniziato e gli avrebbe permesso di guadagnare saldamente i poteri sciamanici (Comba 388-93).
Nellβarea subartica esistono testimonianze e racconti di sciamani educati ed iniziati da branchi di animali selvatici, quali lupi, orsi e pernici (Comba, 263), i quali ricoprono lo stesso ruolo e la stessa funzione riconosciuta agli spiriti nello sciamanesimo austroasiatico, altaico-siberiano e turco-mongolo. Anche questi rapimenti a scopo iniziatico avvenivano generalmente nel periodo invernale, nei giorni della cerimonia di MetΓ Inverno.
Tra i Kwakiutl il neofita viene avvicinato e rapito dagli spiriti aiutanti, che compaiono spesso in sembianze animali (lupi, orche marine, strolaghe). Lβiniziazione comporta un periodo di reclusione nella foresta (e, specularmente, nella dimensione βoscuraβ degli spiriti), in cui egli viene trattenuto, istruito e insignito dei poteri sovrannaturali da parte degli spiriti iniziatori (Comba 463). Si pensava che i neofiti venissero invasati dal potere misterioso e terrifico che emanava degli esseri sovrannaturali, trasformandoli temporaneamente in esseri selvaggi e dalle caratteristiche temibili ed inquietanti (Comba 479).

GLI SPIRITI ZOOMORFI E LβALTRO MONDO
Presso gli Eschimesi Yupβik esistono racconti di umani che sarebbero andati a vivere nella dimora sottomarina delle foche; ma queste ultime si rivelano essere infine non animali veri e propri, bensΓ¬ βpersoneβ di dimensioni diverse: secondo la tradizione dei popoli nativi dellβAlaska le specie animali contemporanee sarebbero discendenti di umanitΓ passate, trasformatisi in seguito a una consapevole infrazione delle prescrizioni rituali (Fienup-Riordan 118-9).
Gli Hopi parlano di un βVillaggio del Serpenteβ, ubicato vicino alla dimora sotterranea degli spiriti dei morti, presso cui sarebbe giunto un membro della loro tribΓΉ; qui si sposΓ² con una sposa-serpente, che come nelle leggende europee sulla βsposa fatataβ (es. Melusina) si unΓ¬ a lui e gli diede un figlio, ponendo perΓ² come condizione un tabΓΉ. Esattamente come nella tradizione medievale europea, una volta che questo tabΓΉ viene violato (es., lβuomo spia la donna nellβatto di fare un bagno), la sposa-serpente lascia immediatamente il marito portandosi via il figlio. Secondo la leggenda, la celeberrima danza del serpente degli Hopi β studiata tra gli altri da Amy Warburg β fu istituita proprio in seguito a questa unione: i danzatori impersonerebbero i discendenti del bambino nato dallβunione del loro antenato mitico con la moglie-serpente (Erdoes/Ortiz 584-7).
Presso i Kwakiutl particolarmente sacri sono anche i salmoni: si dice che gli sciamani e i gemelli siano salmoni reincarnati. In ciΓ² si puΓ² forse intravedere un parallelismo con la tradizione celtica, dove il salmone simboleggiava la saggezza. (Secondo i Lakota i gemelli e le persone sacre si reincarnano con molta facilitΓ e nascono giΓ in possesso della maturitΓ intellettuale; Powers 83). Si ritiene che nottetempo lβanima degli sciamani abbandoni il corpo e viaggi con le anime dei βsalmoniβ (che tuttavia appaiono in tutto e per tutto come essere umani β o sovrumani) fino a raggiungere il villaggio di MΓ€Γͺsila, al limite estremo del mondo, dove giungono tutte le anime degli uomini (negli stati estatici e dopo la morte).
Queste entitΓ mitiche hanno caratteristiche in comune con gli spiriti dei defunti, ma ancora di piΓΉ con i fairies della tradizione europea: si dice che le loro anime siano sempre in giro, intorno a noi, ma che noi non possiamo vederle. Si crede anche che lβanima dellβuomo durante il giorno sia piccola, ma quando scende la notte e ci addormentiamo diventi grande e possa viaggiare lontano (Comba 513-5).

VIAGGI AL βVILLAGGIO DEGLI SPIRITIβ
Il mondo dei morti (cui ci si riferisce spesso come βvillaggio degli spiritiβ) appare come un esatto doppione di quello umano, ma al contrario (Menicocci1 186): ennesima variazione del topos ben conosciuto anche in ambito europeo dellβAltro Mondo come un βmondo alla rovesciaβ. A volte lβaldilΓ viene descritto come un grande giardino, in cui Γ¨ sempre giorno (Comba 234). In molti racconti la βTerra degli Spiritiβ sembra unβomologa perfetta della βTerra delle Fateβ europea (Fairyland o Elfame): in essa una moltitudine di gente danza e gioca, scomparendo insieme a tutta la visione con i primi raggi del sole. Altri topΓ²i cari alla tradizione europea si possono rilevare nei racconti incentrati sul viaggio nel mondo infero, fra cui la raccomandazione di non mangiare mai cibo offerto dalle entitΓ del βmondo di sottoβ nΓ© di voltarsi indietro durante la risalita al nostro (Comba 431).
Alcune esperienze di pre-morte registrate dalla tradizione ojibwa descrivono il mondo dei morti, ubicato alla fine del βSentiero degli Spiritiβ, in modo simile alla tradizione celtica: il protagonista di queste esperienze incontra gli spiriti dei membri tribali defunti, i quali si informano sulla salute dei loro parenti e discendenti e offrono al nuovo arrivato del cibo che egli non deve accettare se non vuole rimanere per sempre in quel mondo (Comba 230; identico topos nella tradizione europea ed asiatica). Ad alcune persone morte da moltissimo tempo cresceva muschio sulla pelle: forse un indizio riguardo alla vicinanza concettuale, nelle tradizioni arcaiche, tra spiriti dei morti e spiriti della vegetazione e dei raccolti (Comba 231).
I testi degli Winnebago che narrano delle esperienze dopo la morte ricordano i percorsi ultraterreni del Libro dei Morti tibetano e di quello egizio (Comba 144). Si parla di una βpista di cantiβ da seguire che avrebbe condotto lβanima del defunto nel luogo dove stavano gli antenati e i morti, nellβestremo sud (Comba 239). Gli Ojibwa credono che esista un βluogo delle punizioniβ posto a metΓ strada dalla βTerra degli Spiritiβ, donde si sprigiona un fuoco che brucia tutto ciΓ² che vi Γ¨ di malvagio nelle anime dei defunti (Comba 164).

ANIMA E REINCARNAZIONE
Generalmente si parla del mondo dei morti in maniera positiva, non paurosa o terrifica (eccezion fatta per alcune tribΓΉ pueblo come i Navajo): un Ojibwa afferma che non Γ¨ giusto piangere troppo per i defunti, in quanto essi si trovano in un bel luogo dove Β«se la passano beneΒ» (Comba 231).Β Quando un membro tribale dei Crow asserisce di essere morto, di aver visitato lβaldilΓ e di essere tornato indietro, solitamente sviluppa una forte nostalgia per il mondo dei morti, al punto da morire definitivamente poco dopo (Menicocci1 185).
In altri racconti, per es. dei Kwakiutl, si dice invece che le anime dei morti non vorrebbero stare lΓ , e Β«tornano in vita continuamente anche dopo essere state morte per lungo tempoΒ» (reincarnazione). Si afferma che in questβaltro mondo gli spiriti sono esattamente come noi, proprio come se fossero vivi (Comba 526). Quando un membro tribale muore, tutti gli oggetti da lui posseduti vengono bruciati di modo da poter essere ricostruiti nellβaltro mondo (Comba 527).

Spesso, per es. presso i Crow, gli spiriti disincarnati dimoranti nellβaltra dimensione vengono immaginati in una condizione di pace e felicitΓ perenne, che ricorda la vita dei nativi prima dellβarrivo dellβuomo bianco. La visita al mondo dei morti diventa cosΓ¬, per chi ne fa esperienza, paragonabile ad un auspicabile fuga dal mondo a livello personale di fronte allβinaccettabile situazione attuale: un tema per certi aspetti βmillenaristicoβ (Menicocci1 186-7).
I Crow usano un termine per definire la forza vitale che resta dopo la morte, con un significato simile allβ βanimaβ (zoΓ©) degli occidentali; questo termine, etimologicamente connesso con quelli che traducono βombraβ, βspettro, fantasmaβ e βdiavolo o spirito malevoleβ, si puΓ² riferire anche alla forza vitale degli animali e di oggetti inanimati (ad es. βpietre sacreβ, Menicocci1 189). Si ritiene che lo spirito di un defunto possa prendere il possesso del corpo di un vivente, e tornare nel nostro mondo sotto forma di turbini di vento (cfr. fairies nella tradizione europea). A volte gli spiriti dei morti vengono convocati dallo sciamano con un rituale nella propria tenda: in questo caso si manifestano con sussurri, bisbigli, vortici dβaria e ninna nanne (Menicocci1 190); si tratta, come si Γ¨ detto, della cosidetta cerimonia della βTenda Tremanteβ diffusa soprattutto nellβarea subartica.

LE βCASE DEI BAMBINIβ E LE DIVERSE ANIME
Persino la dottrina amerindia della reincarnazione presenta forti corrispondenze con la tradizione europea dei fairies, che spesso vengono messi in relazione con le anime dei defunti. I Mandan ritenevano che, prima di reincarnarsi nuovamente, lβanima del defunto vivesse insieme a molte altre in tre colline dette βCase dei Bambiniβ, che ricordano da molto vicino le collinette e i tumuli βfatatiβ della tradizione gaelico-britannica. Si credeva che in queste βcaseβ un anziano defunto si prendesse cura delle anime che, in un dato momento, avrebbero scelto una madre per rinascere nel nostro mondo. Non a caso, esattamente come nella tradizione gaelica, le donne senza figli si recavano nei pressi di queste colline per pregare i piccoli ospiti di sceglierle come madri.
Si credeva anche che i bambini morti a pochi giorni dalla nascita senza ricevere il loro primo nome ritornassero nelle βCase dei Bambiniβ, donde poi si sarebbero reincarnati nuovamente (Menicocci2 45-6). Esistono dunque, nella concezione dei Mandan e di altri gruppi tribali nativi, dei βdepositiβ o βriserveβ di anime che appartengono, in potenza, al gruppo sociale dei viventi e che attendono solo il momento propizio per reincarnarsi allβinterno del clan, nel nostro piano di realtΓ sublunare (Menicocci2 47).
I Mandan, come altri gruppi nativi amerindi, dβaltronde, contemplavano lβesistenza di piΓΉ anime, che al momento della morte avrebbero preso βstradeβ diverse. Se una infatti, come abbiamo visto, ritornava nelle βCase dei Bambiniβ in attesa di reincarnarsi nuovamente, una seconda anima al momento del trapasso andava al cielo, dal βGrande Spiritoβ; una terza giungeva al regno dei morti propriamente detto, situato allβestremo sud del mondo; una quarta infine rimaneva potenzialmente legata al piano terrestre e poteva essere cagione di pericolo (Menicocci2 48), ragion per cui si rendeva talvolta necessario operare determinati rituali per limitare i danni della βpresenzaβ indesiderata.
Fonti:
- COMBA, Enrico: Riti e misteri degli Indiani dβAmerica, UTET, Torino 2001
- ERDOEZ, Richard & ORTIZ, Alfonso (a cura di): Miti e leggende degli indiani dβAmerica, Mondadori, Milano 1994
- FIENUP-RIORDAN, Ann: βLβocchio della danza: vita spirituale degli Eschimesi Yupβik centraliβ, in SULLIVAN, Lawrence E. (a cura di): Culture e religioni degli indiani dβAmerica, Jaca Book, Milano 2000
- MENICOCCI, Marco (Menicocci1): Praterie senza βAldilΓ β. Morte e sorte βoltremondanaβ tra gli indiani Crow, su Academia.edu
- MENICOCCI, Marco (Menicocci2): Reincarnazione senza immortalitΓ . Morte e sorte oltremondana tra i Mandan, su Academia.edu
- POWERS, William K.: Asciugare le lacrime: la religione dei Lakota verso il XX secolo, in SULLIVAN, Lawrence E. (a cura di): Culture e religioni degli indiani dβAmerica, Jaca Book, Milano 2000
- WARBURG, Amy:Β Il rituale del serpente, Adelphi, Milano 1998
8 commenti su βLβiniziazione sciamanica e le vie dellβAldilΓ nella tradizione nordamericanaβ