Da Montague Rhodes James a “Hereditary” di Ari Aster

In alcuni dei più terrificanti racconti di Montague Rhodes James emerge la tematica hoffmanniana-ligottiana dell’uomo come burattino o marionetta, in balia di entità demoniache che si celano dietro le quinte del reale: particolarmente riuscito è “The Haunted Doll’s House”, che ha parzialmente ispirato il film “Hereditary” di Ari Aster.


L’orrore sovrannaturale di Montague Rhodes James

Lungi dal poter essere classificati semplicemente nell’ambito della “hauntology”, i racconti di Montague Rhodes James, ben più che semplici “storie di fantasmi”, anticiparono la mitopoiesi “cosmic-horror” di H.P. Lovecraft e Thomas Ligotti, presentando l’Orrore in termini “totalmente altri”, del tutto estranei all’antropomorfismo e alla dimensione fisico-corporea tipicamente umana.

L’umanesimo degli antichi Egizi e la sua attualità (II)

Nelle due dimensioni dell’Essere per gli antichi Egizi, wnn (l’esistenza assoluta) e ḫpr (l’esistenza relativa dei singoli esseri), agisce lo spirito, il soffio vitale, ankh, il cui geroglifico è la famosa crux ansata; l’altro fondamentale principio cosmico egizio era la Maat, traducibile con «Giustizia-Verità», «Ordine» o «Equilibrio» cosmico, contrapposta all’isft, il caos, il disordine, la degenerazione.

Villiers de l’Isle-Adam, avventuriero dell’inconscio

L’universo di Villiers è ghiacciato e delirante, più ancora di quello di Sade: è un mondo ossessionato da fantasmi gotici ma modernizzati, attraversato da fulminanti capricci di stile. Definito da Verlaine «un poète absolu», venerato da Mallarmé e posto da Baudelaire allo stesso livello di Poe, Auguste de Villiers de l’Isle-Adam fu uno dei personaggi più iconici del decadentismo francese e del XIX secolo tutto.


L’umanesimo degli antichi Egizi e la sua attualità (I)

L’esame dei geroglifici svela al lettore implicazioni interessanti, talvolta assonanze ed eventuali radici linguistiche comuni tra civiltà diverse e lontane, nonché le coordinate spirituali, psicologiche, socio-culturali su cui l’uomo medio dell’antico Egitto orientava le proprie decisioni, il proprio rapporto con se stesso, con la natura, con gli altri e con il faraone, il modo di intendere la religione e la morte. 

“Midsommar”: l’incoronazione della Bella e la cacciata della Bestia

Il film “folk-horror” di Ari Aster inscena una cerimonia di Mezza Estate ispirandosi agli antichi riti europei di fine inverno e Calendimaggio: al di là delle imprecisioni e delle licenze poetiche, il fulcro della narrazione va riconosciuto nella “discesa agli inferi” e nella successiva rinascita della protagonista Dani, una iniziazione che ovviamente richiede un sacrificio.

W.B. Yeats, William Blake e il sacro potere dell’immaginazione

Anche se vissero l’uno a distanza di un secolo dall’altro, nelle biografie di Blake e Yeats è possibile intravedere due vite parallele, fondate su alcune idee-guida speculari che ne orientarono l’attività artistica e letteraria: l’ideale della “religione dell’arte”, la missione salvifica dell’artista, l’enfasi posta sulla facoltà immaginativa ai fini del processo di autorealizzazione e l’annuncio dell’avvento di una nuova èra a venire.

“La casa sull’abisso” di William Hope Hodgson

Una discesa agli inferi si tramuta in un vagabondaggio spaziotemporale. Alle soglie del XX secolo la tradizionale catabasi si tinge ormai delle tinte fosche del cosmicismo già einsteiniano. In un universo che ha da secoli perso il proprio centro, W. H. Hodgson tenta per l’ultima volta di gettare uno sguardo d’insieme sul Tutto. La visione che ci restituisce è quella di un universo senza appigli, in perenne marcescenza, dominato da ignote forze che incarnano il caos e la morte, anticipando quelli che saranno gli incubi tipici del nichilismo sepolcrale di H. P. Lovecraft.