Il significato cosmologico del riso degli dèi: sul mito di Baubò e dintorni

Emergente da ogni angolo del globo, il mitologhema del riso divino nasconde un segreto ancestrale e terribile. Perché bisogna far ridere gli dei crucciati? Da Demetra ad Amaterasu, la risposta addita ancora una volta al tempo e alla palingenesi cosmica.

Il simbolismo della melagrana

Andiamo alla scoperta del simbolismo della melagrana nell’ecumene mediterraneo tra mito, iniziazione, mistica e letteratura: dal mito frigio di Cibele e Attis ai Misteri Eleusini e la prigionia di Persefone in Ade, dalla simbologia della Caduta biblica a quella architettonica e massonica delle colonne del tempio Jachin e Boaz.

Le streghe di Alicudi: note di folklore eoliano

Nella tradizione popolare eoliana il nome di Alicudi è associato da sempre a storie fantastiche e misteriose: ‘mahare‘ (streghe) che in volo raggiungono Palermo o addirittura l’Africa, esseri umani che si trasformano in animali, pescatori che conoscono formule magiche per ‘tagliare’ le trombe marine, indovini, oracoli e altre enigmatiche presenze.

Il Puer e la Kore per Károly Kerényi: indeterminazione, origine e fondazione

Dall’analisi delle due figure mitologiche del Puer Aeternus e della Kore nei misteri demetrici di Eleusi, negli studi dello storico delle religioni ungherese Károly Kerényi e nei commenti a questi di Carl Gustav Jung, emerge l’importanza del carattere “originario” e “fondativo” del mito greco, l’enigmatico nesso tra l’essere e il non-essere, quello tra la vita, l’amore e la morte che ci permettono di esprimere attraverso relazioni simboliche un processo cosmico in cui l’esistenza dell’uomo sia prossima alla realtà.

Terence McKenna e il “cibo degli dèi”

Esattamente 20 anni fa, il 3 aprile del 2000, Terence McKenna spiccava il volo verso l’Iperspazio: per l’occasione recensiamo il suo libro “Food of the Gods”, ripubblicato di recente nella traduzione italiana da Piano B edizioni, incentrato sul rapporto dell’umanità attraverso i millenni con le cosiddette «piante maestro», ma che si sofferma anche, criticamente, sul rapporto di dipendenza dell’uomo moderno con varie droghe, legali e illegali, tra cui McKenna annovera pure la televisione.

Verso il “TimeWave Zero”: Psichedelia ed Escatologia in Terence McKenna

Oltre ad essere stato uno dei “profeti” della Controcultura psichedelica della seconda metà del secolo scorso, Terence McKenna ha saputo edificare, nel corso di trent’anni di studi ed esperimenti, un vero e proprio sistema escatologico per il Terzo Millennio, in vista della deflagrazione finale, fondato sul recupero delle pratiche sciamaniche, su una nuova interpretazione del Sacro come “Mysterium Tremendum” e sulla visione, al di là dell’ordinaria dicotomia tra vita e morte, di quella che definì una “Ecologia delle Anime”.

Le religioni del mistero: soteriologia del culto mithraico e di Attis/Cibele

(immagine a lato: affresco rappresentante Mithra che uccide il toro, II sec. d.C., Marino, Italia)

Negli anni ’50 fanno il loro ingresso nel mondo accademico i documenti gnostici di Nag Hammadi, ritrovati nell’immediato dopoguerra in Egitto, e si poneva nel campo degli studi la necessità di una riflessione sul materiale a disposizione e un ripensamento delle categorie in cui ricadevano i cosiddetti culti misterici. Gli anni tra il ’30 e il ’40 avevano già apportato nuovi materiali e nuove ipotesi di ricerca: gli studi sul pattern o modello mitico-rituale inaugurati in Inghilterra, che ancora risentivano del comparativismo frazeriano, «ponevano ormai il tema delle religioni misteriche in una prospettiva più vasta per considerarle, una per una, nelle loro radici antiche di religioni nazionali ed etniche – Creta, Egitto, Anatolia e il resto dell’Asia anteriore, superando la limitazione ai culti mistici e soteriologici d’età ellenistico-romana e in particolare quelli relativi a divinità di origine orientale» come Mithra (Persia), Iside e Osiride (Egitto, Roma), Cibele e Attis (Anatolia), Afrodite/Astarte e Adonis (Fenicia, Grecia) [Da: U. Bianchi, Lo studio delle religioni del mistero, in La soteriologia dei culti orientali nell’Impero romano, Atti del Colloquio internazionale, Roma 24-28 sett. 1979].

Il significato astronomico dell’Età dell’Oro: Astrea e la “caduta” di Fetonte

di Andrea Casella
copertina: Sidney Hall, rappresentazione della costellazione della Vergine, tratta da “Urania’s Mirror”, 1825)

(segue da Simbolismo stellare e simbolismo solare)

Tutti i popoli del mondo hanno cantato di un mitico “primo tempo” di abbondanza, in cui gli dei camminavano sulla terra e tutte le cose erano in armonia. Il mito dell’Età dell’Oro ha affascinato i poeti dalla remota antichità fino ai tempi del Rinascimento. Sostanzialmente, lo si è creduto un tempo di prodigi materiali, in cui il benessere corporeo degli uomini era garantito dallo scorrere naturale ed infinito di latte e miele. Ma le cose stanno veramente come hanno cantato i poeti? Che cos’è stata, veramente, l’Età dell’Oro? Gli stessi poeti, d’altra parte, hanno conservato (consapevolmente o meno) alcuni indizi rivelatori del mistero, che rimandano, ancora una volta, alla volta celeste.

Cernunno, Odino, Dioniso e altre divinità del ‘Sole invernale’

Sembrerebbe, invero, che tutte queste potenze numinose, oltre che a un certo aspetto ctonio-tellurico e caotico-selvaggio della natura, siano connesse simbolicamente anche al Sole Invernale, o per meglio dire al «Sole morente» nei giorni finali dell’Anno coincidenti con la «crisi solstiziale», durante la quale l’astro eliaco raggiunge il suo nadir annuale .

di Marco Maculotti
copertina: Hermann Hendrich, “Wotan”, 1913

[segue da: Cicli cosmici e rigenerazione del tempo: riti di immolazione del ‘Re dell’Anno Vecchio’].


Nella pubblicazione precedente abbiamo avuto modo di analizzare il complesso rituale, ravvisabile ovunque presso le antiche popolazioni indoeuropee, incentrato sull’immolazione (reale o simbolica) del «Re dell’Anno Vecchio» (ad es. Saturnali romani), come rappresentazione simbolica dell’«Anno Morente» che deve essere sacrificato per far sì che il Cosmo (=l’ordine delle cose), rinvigorito da tale azione cerimoniale, conceda la rigenerazione del Tempo e del ‘Mondo’ (nell’accezione pitagorica di Kosmos come unità interconnessa) nel nuovo anno a venire; anno che, in tal senso, assurge a micro-rappresentazione dell’Eone e, quindi, dell’intera ciclicità del Cosmo. Procediamo ora all’analisi di alcune divinità intimamente collegate con la «crisi solstiziale», al punto di assurgere a rappresentanti mitici del «Sole Invernale» e, per esteso, del «Re dell’Anno Calante»: Cernunno, il ‘dio cornuto’ per antonomasia, per quanto riguarda l’àmbito celtico; Odino e la ‘caccia selvaggia’ per quello scandinavo e Dioniso per quanto riguarda l’area mediterranea.