Apollo il Distruttore: «coincidentia oppositorum» nella mistica e nell’escatologia iperborea

Sebbene considerato per lo più nella sua accezione “luminosa” ed “uranica”, nella tradizione arcaica Apollo unisce nella sua mistica ed escatologia le dicotomie più estreme: l’arco e la lira, la sapienza e la “mania”, la profondità e l’elevazione, la catabasi e il viaggio in spirito verso l’Isola Bianca, la “Caduta” dell’Essere e il ritorno dell’Età dell’Oro. Partendo dalle fonti antiche, noi possiamo ritrovare concezioni simili non solo a quelle dello sciamanesimo nord-asiatico e della spiritualità celtica, ma persino alla visione sacra di alcuni poeti moderni come Blake, Shelley e Yeats — il cui crisma apollineo ci apparirà più chiaro se analizziamo la loro “Weltanschauung” alla luce delle dottrine platoniche ed eraclitee.

Le Amazzoni e le Origini: sulla teoria del “matriarcato primordiale”

Al di là dei pregiudizi e dei vincoli ideologici che nel corso dei secoli hanno compromesso la veridicità della ricerca storica, si rende necessario ricostruire una teoria del “matriarcato primordiale” che proceda attraverso la comparazione di studi differenti e non escluda a priori l’ermeneutica del mito: in questa sede proviamo ad analizzare in modo comparativo le ipotesi di lavoro di J.J. Bachofen, Marija Gimbutas ed Herman Wirth


La seconda metà dell’Età Paradisiaca: alcuni concetti preliminari

In questo nuovo appuntamento del ciclo “Manvantara” passiamo ad analizzare il passaggio fra il primo Grande Anno e il secondo e, conseguentemente, la ‘caduta’ nella forma e nel tempo e la separazione dei due principi maschile (Adamo) e femminile (Eva).

Il Polo, l’incorporeità, l’Androgine

Le tradizioni mitiche di tutto il mondo parlano di un’età dell’oro aurorale in cui l’Uomo viveva “in compagnia degli dèi”: ciò si può forse mettere in relazione con la creazione “a immagine e somiglianza di Dio” e alla tradizione dell’Androgine primordiale platonico, omologo dell’Adam Kadmon cabalistico?

La fine dell’età primordiale e la “Caduta dell’Uomo”

Appunti di carattere mitico-tradizionale sulla storia esoterica dell’umanità del presente Manvantara: dall’Età dell’Oro alla “Caduta”, dal “Sonno di Adamo” al “Peccato Originale”, dalla tripartizione Adamo-Eva-Lilith alla rivolta dell’Orsa contro il Cinghiale.

“Picnic at Hanging Rock”: un’allegoria apollinea

La nostra analisi del film culto di Peter Weir, facendo uso degli strumenti interpretativi dell’antropologia del Sacro, in particolar modo: il Sacro come «Totalmente Altro» secondo Rudolf Otto; la «rottura di livello», la «sospensione del tempo» e il tema dell’accesso all’Altro Mondo di Mircea Eliade; il simbolismo apollineo secondo gli studi di Giorgio Colli.

Ioan P. Culianu: lo sciamanesimo iperboreo dell’antica Grecia

copertina: Ilyas Phaizulline, “Orpheus at the Empire of the Dead”


Introduzione

a cura di Marco Maculotti

Quando si parla di «sciamanesimo» [I], solitamente si tende a pensare a quello siberiano [II], da cui il termine stesso deriva, o a quello himalayano, che spesso si sincronizza con la tradizione buddhista e/o induista, o ancora a quello delle popolazioni native del Nord America, del Messico e delle Ande, nonché a quello degli aborigeni australiani. Più raramente si sottolinea l’importanza che hanno avuto le pratiche sciamaniche per i popoli indoeuropei, nonostante le fonti classiche non siano povere a tal riguardo.

Apollo/Kronos in esilio: Ogigia, il Drago, la “caduta”

di Marco Maculotti
copertina: Ferdinand Keller

Ci prefiggiamo in questa sede di portare a un punto di congiunzione alcuni cicli di articoli finora pubblicati in questo primo anno di attività di AXIS mundi: il ciclo riguardante i Culti cosmico-agrari dell’antica Eurasia, quello incentrato sulla questione di Tempo e cicli cosmici e infine la serie di conferenze a cura di M. Ruzzai sul Mito dell’origine polare e iperborea dell’umanità.

Patria artica o “Madre Africa”?

di Michele Ruzzai
copertina: Vsevolod Ivanov

Riassunto della conferenza svoltasi in data venerdì 24 febbraio 2017 presso Trieste.

Dopo il precedente incontro su “Le radici antiche degli Indoeuropei” del 27/1/2017 anche questo, svoltosi grazie all’organizzazione di Daniele Kirchmayer, è stato introdotto dalle utili ed interessanti note di Fabio Calabrese, che ha fornito un primo inquadramento dei temi in argomento, insistendo in particolare sul forte conformismo, ideologicamente orientato, dell’attuale ricerca preistorica. In effetti, come punto d’avvio della conferenza, si può senz’altro dire che oggi il mondo accademico, ed anche quello divulgativo rivolto ad un pubblico più vasto, sia fondato su due assunti che tendono a presentarsi come dei veri e propri “dogmi” di fede, in verità tutt’altro che dimostrati: l’evoluzionismo “ascendente” in una prospettiva biologica più generale, e l’afrocentrismo delle origini umane in quella più specificatamente riguardante la nostra specie, Homo Sapiens. Inizieremo esponendo alcuni punti di critica a questi due apriorismi concettuali e successivamente passeremo ad illustrare gli elementi più propriamente costruttivi del discorso.