Il nuovo saggio di Marco Maculotti, edito da Mimesis, permette di varcare la soglia della cittΓ perduta, per orientarsi tra i simboli e i riferimenti celati dietro la prima stagione di “True Detective”.
di Lorenzo Pennacchi
In unβera in cui la produzione di serie tv Γ¨ continua, persino asfissiante, ce ne sono poche che si prestano a essere analizzate a fondo. La prima stagione di True Detective Γ¨ una di queste. Che il serial di Nic Pizzolatto sia strutturato su una profonda base filosofico-letteraria dal 2014 a oggi lβhanno capito in molti. Eppure, pochi hanno osato penetrarvi allβinterno. Marco Maculotti, fondatore di AXIS Mundi e collaboratore di numerosi progetti editoriali, si Γ¨ posto questa sfida con Carcosa svelata. Appunti per una lettura esoterica di True Detective (Mimesis, 2020).
Svelare Carcosa, attraverso uno studio profondo dei misteri che le gravitano attorno, approfondendo simboli, influenze e richiami (piΓΉ o meno espliciti) presenti nellβopera di Pizzolatto. Maculotti parla di appunti, ma il suo lavoro Γ¨ molto di piΓΉ: tredici capitoli, suddivisi in tre parti e accompagnati dalle perturbanti illustrazioni di Marco Sabbatani, in grado di trasportare il lettore allβinterno della cittΓ perduta e nella mente dei suoi personaggi principali. Una lettura da compiere tutta dβun fiato, come se si partecipasse a un rito o si guardasse una serie tv. Ci sarΓ tempo poi per ritornare sulle singole parti, rimarcare i richiami interni e delineare nuove connessioni.

La struttura del libro Γ¨ organica, ben articolata, ma anche sorprendente. Parlando di True Detective, ci si sarebbe potuti aspettare che la prima parte fosse incentrata su Thomas Ligotti, lo scrittore statunitense fonte di ispirazione principale del regista. Invece Maculotti stupisce, prendendo le mosse dai legami della serie con fatti reali e di rilevanza sociale. Parliamo dei parallelismi tra la Setta della Palude e il Bohemian Grove californiano, tra il Β«posto dove uomini ricchi vanno ad adorare il demonioΒ» e i casi di cronaca nera avvenuti prima dellβuscita del serial, tra True Detective e altri prodotti cinematografici, da Rosemaryβs Baby di Roman Polanski a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Un primo capitolo agghiacciante, che presenta il sostrato narrativo e solleva inquietanti interrogativi sulla realtΓ .
Da qui la narrazione prosegue seguendo due filoni tra loro complementari: uno fantastico-letterario e un altro mitico-filosofico. Il primo viene trattato nella seconda parte. Qui Maculotti ripercorre le origini di Carcosa, la cittΓ perduta menzionata per la prima volta da Ambrose Bierce nel suo racconto del 1885 An Inhabitant of Carcosa e dieci anni dopo da Robert W. Chambers nella sua celebre raccolta The King in Yellow. Proprio nel racconto che apre lβopera, il narratore introduce il volume maledetto, di cui non si riesce a liberare, con queste parole:
Lessi e rilessi quelle pagine e piansi, risi e tremai in preda a un orrore che a volte mi assale ancora oggi. Ed Γ¨ questo che mi turba, perchΓ© non posso dimenticare Carcosa, dove nel cielo risplendono stelle nere e dove le ombre dei pensieri degli uomini si allungano nel pomeriggio, dove i Soli gemelli affondano nel lago di Hali: la mia mente conserverΓ² per sempre il ricordo della Maschera Pallida.

Elementi che troviamo, in forma rielaborata, in True Detective. Sia nei racconti di Bierce e Chambers che nella serie di Pizzolatto, Maculotti sottolinea come Β«chi sperimenta Carcosa durante una visione [β¦] sembra improvvisamente condotto mentalmente a una preter-esistenza al di fuori del tempo, il cui ricordo causa un vero e proprio trauma emotivoΒ». Una forma di pazzia derivata da unβesperienza estatica, tanto irresistibile quanto terrificante.
Oltre ai due autori di fine Ottocento, la trattazione spazia tra le innumerevoli connessioni letterarie con lβuniverso mitopoietico derivato dalla cittΓ perduta. In questo senso vengono richiamati, tra gli altri, i maestri del fantastico Howard Phillips Lovecraft e Abraham Merritt, ma Γ¨ nel rapporto con Il grande dio Pan di Arthur Machen (di cui Maculotti Γ¨ grande conoscitore) che lβanalisi Γ¨ particolarmente sottile. La pazzia estatica derivata dal Re in Giallo di Chambers sarebbe paragonabile, infatti, alla regressione protoplasmatica dovuta alla visione del Pan di Machen: entrambe esperienze che conducono al disfacimento fisico e psichico dei disgraziati beneficiari. In True Detective la tematica viene riproposta nellβultimo capitolo, quando Rust Cohle rivela al collega Martin Hart la sua discesa abissale durante il coma:
CβΓ¨ stato un momento in cui ho iniziato a scivolare nellβoscuritΓ . Era come se fossi diventato un essere senza coscienza con una vaga consistenza nellβoscuritΓ e sentivo che quella consistenza svaniva. Sotto lβoscuritΓ cβera unβaltra oscuritΓ , unβoscuritΓ che era piΓΉ profonda, calda. Era come se fosse tangibile.
Una testimonianza che richiama un passo del Pan e le atmosfere del Libro giallo. Un viaggio ultraterreno in cui le dimensioni spazio-temporali si contaminano, fino ad annullarsi. Del resto, come sostiene Maculotti
il tempo Γ¨ un cerchio piatto: il passato piΓΉ imperscrutabile e lβancora meno prevedibile futuro si fondono in virtΓΉ di strani meccanismi occulti, al punto che il primo plasma il secondo infondendo in esso le sue maledizioni, e viceversa.
Γ proprio in riferimento alla concezione del tempo, e conseguentemente al senso della vita, che si articola la terza e ultima parte del lavoro. Sono le pagine dalle tematiche piΓΉ mitico-filosofiche, alle quali si legano gli ultimi capitoli della prima parte. Da studioso di questioni antropologiche e pratiche religiose, Maculotti rileva la molteplicitΓ dei riferimenti che si celano dietro ai simboli utilizzati da Pizzolatto: dalla spirale alle corna di cervo, dal labirinto alla corona.
Allβinterno di questβuniverso simbolico, due percorsi sono particolarmente interessanti. Il primo Γ¨ lβidentificazione tra Errol Childress e il Green Man, ovvero la personificazione della natura selvaggia nella tradizione europea, attraverso il richiamo a vari studi, tra cui il Saggio su Pan dello psicoanalista junghiano James Hillman. La manifestazione della parte primitiva e oscura nellβuomo civilizzato, lβOmbra junghiana, puΓ² portare alla creazione di una Carcosa personale e periferica: Β«Proprio lβemergere di questa βombraβ terrificante, che Childress si trascina dietro in seguito a decenni di abusi, lo fa piombare in un mondo ideale non ancora civilizzato, selvaggio, panico, in cui possa dare libero sfogo alle proprie pulsioni antisocialiΒ».
Il secondo Γ¨ lβaccostamento tra il Re in Giallo e Cernunno, lβantichissima divinitΓ venerata da diverse popolazioni, simbolo sia di rinascita che di vendetta della natura primigenia contro lβavanzamento della civilizzazione. Lβiconografia rituale di True Detective, presentata fin dal primo capitolo con il cadavere di Dora Lange, offre piΓΉ che una ragione a sostegno di questo parallelismo.

Infine, cβΓ¨ Ligotti. Il pessimismo cosmico dello scrittore statunitense (ereditato da quello di Lovecraft) dimora nella mente di Rust Cohle. La visione del mondo del protagonista Γ¨ permeata dallβidea di un ineluttabile ritorno dellβuguale, in cui lβumanitΓ Γ¨ condannata a ripetere i propri errori allβinfinito, come emerge dai suoi numerosi monologhi. Dopo il ritrovamento dei due bambini nella tenuta dei Ledoux afferma:
Non voglio sapere piΓΉ nulla. A questo mondo nulla puΓ² essere risolto. Qualcuno una volta mi disse che la vita Γ¨ un cerchio piatto. Tutto ciΓ² che abbiamo fatto o faremo, saremo costretti a ripeterlo ancora, ed ancora, ed ancora. E quel ragazzino e quella ragazzina saranno ancora in quella stanza, ancora e ancora e ancora. Per sempre.
Miti antichi (dall’Ouroboros a Kronos, da Yama a KΔla Rudra) e filosofi contemporanei (Friedrich Nietzsche, Arthur Schopenhauer ed Emil Cioran) vengono ripresi da Maculotti per rafforzare lβineluttabilitΓ del tempo e la perenne insoddisfazione della vita. Come rimarca Mircea Eliade: Β«Siamo angosciati perchΓ© abbiamo appena scoperto chi siamo, non mortali nel senso astratto del sillogismo, ma morenti, sul punto di morire in quanto implacabilmente divorati dal tempoΒ». Per Ligotti, e quindi per Cohle, allβinterno del tempo divoratore gli esseri umani non sono che marionette dotate di coscienza e quindi destinate a soffrire.
Eppure, nellβepilogo della serie, Rust propone a Marty unβaltra visione delle cose. Dopo aver toccato la morte ed essere tornato indietro per raccontarlo, il protagonista si fa portatore di una concezione piΓΉ positiva della vita in cui, nel millenario conflitto tra luce e oscuritΓ , la prima sta trionfando sulla seconda:
Ed Γ¨ proprio, nellβinterioritΓ di Rust, la rivelazione di questa veritΓ eterna, in seguito allβesperienza di pre-morte, a condurlo su un altro sentiero, meno nichilista e maggiormente volto a considerare il cammino della vita da un punto di vista βsacraleβ, eccedente la singolaritΓ della coscienza dellβindividuo umano in unβottica di comprensione assoluta, basata sulla presa di coscienza di un conflitto trascendentale che concerne lβintera Anima Mundi nel suo cammino verso la Liberazione definitiva.
CosΓ¬, alla fine del suo avvolgente libro, Maculotti incorona Rust Cohle come Re dellβAnno Nuovo: uno sciamano contemporaneo che ha saputo sconfiggere le forze oscure incarnate da Childress e la Setta della Palude, almeno per il momento. Nellβincessante lotta cosmica tra Bene e Male, agli esseri umani non resta che fare la loro parte, nella consapevolezza che non tutto dipende da loro. Accettare la vita come un gioco crudele e gioire perchΓ©, in fondo, la morte non Γ¨ la fine.

He leΓdo hace poco “Carcosa svelata” de Marco Maculotti, cuyos artΓculos en “Axis Mundi” sigo habitualmente y desearΓa expresarle lo mucho que me ha complacido tan extraordinaria lectura.
Es lamentable que no pueda obtenerse ka “Biblioteca Axis Mundi” fuera de Italia,
Saludos cordiales
Gracias Manuel, es un honor!
Un cordial saludo
MM