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Il “sangue del Sole”: sul sacrificio umano nella tradizione precolombiana
Le antiche tradizioni dell’America centrale e meridionale ritenevano che il Sole, così come l’acqua, la terra e gli stessi dèi, per prosperare e garantire la continuazione del mondo, doveva essere regolarmente alimentato con sangue umano, un concetto che proprio presso gli Aztechi divenne di un’importanza assoluta, se non propriamente ossessiva; nondimeno, la medesima concezione si ritrovava anche presso i Maya, i Toltechi, gli Olmechi e gli Inca, come dimostrano le fonti storiche che ci sono giunte.
Sauron, il Demiurgo della Terra di Mezzo
Una disamina sugli aspetti demiurgici dell’Oscuro Signore della Terra di Mezzo. L’Unico Anello come simbolo della saturnina volontà di assoggettamento, che ha nel controllo del tempo la sua manifestazione.
“Altiplano”: le doglie della Pachamama e dell’Anima Mundi
Il film di Brosens e Woodworth è molto più di un accorato appello alla conservazione delle risorse naturali del nostro pianeta: nel dramma di Saturnina convergono simbolismi e concezioni sacre del Nuovo e del Vecchio Mondo, che permettono di affrontare la questione su più livelli intimamente connessi fra loro.
Extrema Ratio: cenni sul suicidio “sacro”
Una esaustiva trattazione sul modo in cui, attraverso i secoli e le tradizioni culturali, è stato considerato e vissuto l’atto del suicidio rituale.
Il simbolismo della Spirale: la Via Lattea, la conchiglia, la “rinascita”
di Marco Maculotti
Avendo analizzato nei mesi scorsi [cfr. Culti cosmico-agrari dell’antica Eurasia] una serie di riti, miti e deità connessi alla tematica della rinascita cosmica, vogliamo in questo appuntamento e nei prossimi concentrare la nostra attenzione su alcuni simboli, cui abbiamo già accennato, che l’uomo arcaico riconobbe come immagini in grado di elevarlo escatologicamente verso la comprensione di tale mistero.
Simbolismo stellare e simbolismo solare
di Andrea Casella
copertina: “Lo zodiaco e i pianeti” di Bartholomeus Anglicus, tratto dal De proprietatibus rerum, Ahun 1480
[segue da Il tempo ciclico e il suo significato mitologico: la precessione degli equinozi e il tetramorfo e Una scienza a brandelli: sopravvivenze delle dottrine del tempo ciclico dal Timeo all’Apocalisse]
Per riprendere il filo conduttore delle immagini che abbiamo introdotto nei primi due appuntamenti di questo ciclo, alla luce delle precedenti considerazioni, potrebbe essere utile riportare un passo della mitologia norrena.
Viracocha e i miti delle origini: creazione del mondo, antropogenesi, miti di fondazione
di Marco Maculotti
Ci siamo prefissati in questo ciclo di saggi classificati come «Quaderni Andini» di mettere a fuoco gli aspetti più significativi della tradizione dell’antico Perù, che si presentava molto più esteso dell’attuale, comprendendo anche parte dell’Ecuador, del Cile settentrionale e della Bolivia. Dopo aver trattato in precedenza la dottrina dei «Cinque Soli» e del Pachacuti [cfr. Pachacuti: cicli di creazione e distruzione del mondo nella tradizione andina] passiamo ora ad analizzare la principale figura numinosa del pantheon andino: il dio creatore Viracocha (o Wiracocha o Huiracocha). Ai fini di questa indagine, faremo soprattutto ricorso alle cronache antiche (Garcilaso Inca de la Vega, Sarmiento de Gamboa, Cristobal de Molina, Bernabé Cobo, Guaman Poma, Juan de Betanzos, etc.) e al manoscritto di Huaru Chiri, tradotto solo di recente, che integreremo di volta in volta con i racconti del folklore rurale (collazionati dall’antropologo Mario Polia) e con alcune delle ipotesi più recenti, qualora degne di nota.