Nietzsche letto da René Girard: il sacrificio, la violenza e il sacro

Un confronto tra «sapienza sacrificale arcaica» e «demistificazione giudaico-cristiana» nella Genealogia della morale di Nietzsche alla luce della lettura di René Girard, incentrata sulla supposta sacralità originaria del cosiddetto «meccanismo vittimario» nelle società arcaiche.

Voci notturne a ponte Sublicio

Trasmesso per la prima volta il 24 settembre 1995, lo sceneggiato televisivo scritto da Pupi Avati e diretto da Fabrizio Laurenti oggi compie ventisei anni. Andiamo a ripercorrerne, per l’occasione, gli elementi esoterici ed occultistici che emergono dalla visione dei cinque episodi che lo compongono.

Il sacrificio di Isacco nell’iconografia ebraica

Attraverso l’episodio biblico dell’Akedah, meglio noto col nome di “Sacrificio di Isacco”, il ciclo pittorico della sinagoga di Dura Europos testimonia di una lotta identitaria intercorsa fra la cultura pagana e quella ebraica. Il brano di Genesi XXII, inoltre, getta luce su alcune istanze riguardanti la fondazione del Tempio di Gerusalemme, e sui sacrifici che venivano tributati al suo interno.

“La casa dalle finestre che ridono”: feticcerie e (auto)sacrifici

Esattamente 45 anni fa, il 16 agosto del 1976, usciva nelle sale italiane “La casa dalle finestre che ridono”, il cult-movie di Pupi Avati ascrivibile al cosiddetto filone del «Gotico Padano». Nel film sono confluiti l’elemento perturbante della cultura contadina in cui il regista emiliano è cresciuto e suggestioni nere più esotiche, dalle macumbas caraibiche all’autosacrificio condiviso dal mistico e dal folle.

René Guénon: “Riunire ciò che è sparso”

Il 15 novembre del 1886 nacque a Blois, in Francia, l’esoterista René Guénon. Come omaggio nei suoi confronti, riproponiamo la lettura di un estratto della sua opera, pubblicata postuma, “Simboli della Scienza Sacra”, in cui viene trattato il tema della frammentazione primordiale dell’Uomo Universale (Purusha, Prajāpati, Osiride, Adam Qadmon) e della sua reintegrazione finale nello stato originario.

Metafisica del Sangue

Il sangue è sempre stato considerato, nella storia delle idee, vettore di una potente forza magica e veicolo di un simbolismo complesso e variegato, a cominciare dalle pitture rupestri risalenti al Paleolitico per giungere fino alle tre religioni “del libro” (cristianesimo, islam, ebraismo), passando per i miti cosmogonici delle tradizioni antiche (babilonese, induista, norrena, ecc.), senza ovviamente tralasciare il suo utilizzo nella medicina tradizionale orientale e la sua valenza sacrificale all’interno delle pratiche cerimoniali.

Il “sangue del Sole”: sul sacrificio umano nella tradizione precolombiana

Le antiche tradizioni dell’America centrale e meridionale ritenevano che il Sole, così come l’acqua, la terra e gli stessi dèi, per prosperare e garantire la continuazione del mondo, doveva essere regolarmente alimentato con sangue umano, un concetto che proprio presso gli Aztechi divenne di un’importanza assoluta, se non propriamente ossessiva; nondimeno, la medesima concezione si ritrovava anche presso i Maya, i Toltechi, gli Olmechi e gli Inca, come dimostrano le fonti storiche che ci sono giunte.

Borobudur, «imago mundi» e «libro di pietra» del dharma

Siamo andati a Java a visitare il Borobudur, il complesso templare buddhista più grande del mondo: un’occasione imperdibile per approfondirne il simbolismo sacro architettonico, seguendo le orme di studiosi come Stutternheim, Paul Mus e Mircea Eliade.

J. Evola: «Dioniso e la Via della Mano Sinistra»

Evola considera il Dioniso di Nietzsche in relazione con la cosiddetta «Via della Mano Sinistra», percorso iniziatico che comporta «il coraggio di strappar via i veli e le maschere con cui Apollo nasconde la realtà originaria, di trascendere la forme per mettersi in contatto con l’elementarità di un mondo in cui bene e male, divino e umano, razionale e irrazionale, giusto e ingiusto non hanno più alcun senso».

Riflessioni sul vegetarianismo

Esiste una catena che va dal “nutrimento” invisibile e immobile del minerale, a quello primordialmente articolato della pianta, a quello della bestia erbivora e poi carnivora, in cui la caduta originale si manifesta per la prima volta in forma drammatica, a quello umano, in cui è massima la tensione tra colpa e redenzione

Cicli cosmici e rigenerazione del tempo: riti di immolazione del ‘Re dell’Anno Vecchio’

di Marco Maculotti


Mircea Eliade scrisse che “la differenza principale tra l’uomo delle società arcaiche e tradizionali e l’uomo delle società moderne, fortemente segnato dal giudeo-cristianesimo, consiste nel fatto che il primo si sente solidale con il cosmo e con i ritmi cosmici, mentre il secondo si considera solidale solamente con la storia” [Eliade (1), p.5
]. Questa «vita cosmica» è connessa al microcosmo da una “corrispondenza strutturale di piani disposti in ordine gerarchico” che “costituiscono nel loro insieme la legge universale armonica in cui è integrato l’uomo” [Sanjakdar, p.155].

L’uomo arcaico teneva nella massima considerazione soprattutto i solstizi e gli equinozi, nonché le date ad essi intermedi: si riteneva che in questi particolari giorni, che segnavano il passaggio da una fase del ciclo alla successiva della «ruota dell’anno», l’energia del cosmo fluisse più liberamente, e dunque scelsero tali date per operare i propri rituali. In questa sede ci interessano soprattutto determinate date comprese fra il Solstizio d’Inverno e l’Equinozio di Primavera, vale a dire la fase calendariale in cui il Sole sembra morire: la cosiddetta «crisi solstiziale» o «crisi invernale».

Enigmi del Mediterraneo: i Guanci, i ‘Popoli del Mare’ e Atlantide

Un tentativo di inquadramento (culturale, antropologico e genetico) della misteriosissima popolazione dei Guanci, antichi abitanti delle Canarie, e uno sguardo ai miti ellenici riguardanti le “Isole Fortunate” e la ‘mitica’ guerra contro Atlantide

I misteriosi indiani Natchez, Figli del Sole

Tra la miriade di popolazioni che abitarono in passato le vaste praterie dell’America settentrionale, un capitolo a parte meritano i Natchez della valle meridionale del Mississippi. Essi infatti, pur appartenendo alla confederazione di tribù Cree di lingua muskogee, parlavano un dialetto peculiare e ben distinto da quello delle altre popolazioni del Sud-Est, denominato Natchesan. Dalle poche fonti che la storia ci ha tramandato sembra che la loro cultura, di tipo sedentario, sia nata intorno al 700 d.C. e che sia stata fortemente influenzata dalle grandi civiltà mesoamericane, in particolar modo per quanto riguarda il culto del Sole—e del sovrano divinizzato in quanto suo figlio—e la pratica volontaria dell’immolazione come pratica degna del massimo onore.

Guido von List e la tradizione magico-religiosa degli Ariogermani

La sapienza di Wotan è conoscenza, magia e poesia al tempo stesso. Egli non solo conosce i misteri dei Nove Mondi e l’ordine delle loro stirpi, ma anche il destino degli uomini e il fato stesso dell’universo. Forse è per questo che Egli, unico tra gli Asi, riuscì a dare una coscienza spirituale all’essere umano: perché, accedendo alla comunione suprema con il Grande Mistero, e apprendendo i segreti dell’alfabeto del cosmo, Egli riuscì a sintetizzare tutti e sette gli spiriti degli Asi in un’unica entità spirituale, quella che gli antichi Greci chiamavano pneuma. Con questo atto magico Wotan, secondo Logos, originò da se stesso il terzo Logos, quello che ha il potere di dare la Vita spirituale all’essere umano, così come il secondo Logos si auto-generò dal Primo.

A cavallo tra XIX e XX secolo, utilizzando un approccio a metà strada tra quello antropologico e quello occultistico, lo studioso viennese Guido von List tentò una ricostruzione dell’Urgrund germanico, analizzando gli aspetti più esoterici della cosmogonia e della religione precristiana degli antichi popoli mitteleuropei.

di Marco Maculotti